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Autore: SusanButterfly    03/05/2015    2 recensioni
[Reyna/Nico] con un piccolo accenno Solangelo
[Spoiler! BoO]
In quel momento la sua mente stava vagando libera nei ricordi, senza soffermarsi per troppo tempo su ciascuno, così non si rese conto di ciò che le sue labbra pronunciarono.
-È bellissimo.- disse, in un sussurro. Si riferiva al Campo Giove, di cui prima di allora non era mai riuscito a cogliere la magnificenza, poiché mai ne aveva avuto l'occasione. Erano rare le giornate invernali così assolate, ed era la prima volta in assoluto in cui, il giorno del suo compleanno, non pioveva.
E in qualche modo sapeva che era passarlo insieme a qualcun altro a rendere quel momento così speciale.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Reyna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't fear the darkness



Reyna se ne stava seduta nel giardino di Bacco, in una chiazza di sole, e lo aspettava con una scatola accanto a sé.
Lui era solito presentarsi sempre in orario, ma quel giorno rappresentava un'eccezione, pensò, sbuffando leggermente. Quel ritardo però non la infastidiva quasi, il suo animo era totalmente sereno.
Non riusciva a credere che la guerra contro Gea si fosse conclusa da soli sei mesi, le sembrava fosse avvenuta in un'altra vita.
E le pareva altrettanto improbabile di trovarsi lì, tranquillamente seduta, con i raggi del sole a baciarle la pelle, senza doversi preoccupare di eserciti in arrivo o di un'immane onda di terra a minacciare il suo campo.
Aveva visitato il Giardino più volte nei suoi sogni durante la missione che lei e Nico avevano portato a termine con successo, ma in quei casi non si era potuta godere il panorama, causa Gea.
Ora, poiché il Giardino di Bacco era situato sulla collina più alta, poteva ammirare l'intero Campo Giove rilucere sotto i pallidi raggi invernali, le bianche cupole della collina dei Templi, il Senato e l'Anfiteatro di Nuova Roma, le acque limpide del Piccolo Tevere.
Era così assuefatta dalla tranquillità che quel luogo le trasmetteva, immersa nella quiete più profonda, che non si accorse neppure del suo arrivo.
Nico le spuntò alle spalle all'improvviso, e lei percepì la sua presenza solo grazie al lieve alone di freddo che il ragazzo portava con sé. Una caratteristica immancabile per un figlio degli Inferi, specialmente se dotato della sua potenza.
Si sedette qualche spanna lontano da lei, in un punto all'ombra, rivolgendole un breve cenno di saluto.
Guardandolo, Reyna provò ancora una volta la sensazione che fosse cresciuto troppo in fretta.
Dimostrava molto più di quattordici anni, i tratti del viso più duri di quanto avrebbero dovuto essere in un ragazzino della sua età, e qualcosa ai lati della bocca sembrava suggerire che sorridesse assai di rado.
Dopo la perdita del precedente, era riuscito a procurarsi un nuovo giubbotto da aviatore, ma gli stava decisamente grande, così che per indossarlo doveva arrotolare un poco le maniche. Portava sempre al fianco la spada di ferro dello Stige, e la zazzera di capelli corvini veniva spazzata dal vento. Reyna si ritrovò a pensare che quei capelli erano un po' troppo lunghi.
Si sarebbe voluta rimproverare mentalmente, ma ormai aveva fatto l'abitudine a quel sentimento di protezione che si risvegliava sempre in lei quando vedeva l'amico.
Lo sguardo di Nico era lontano, si spingeva oltre le colline, come cercando qualcosa. Non si era seduto accanto a Reyna perché, nonostante l'ospitalità che gli era stata riservata da entrambi i campi e il suo innegabile cambiamento, rimaneva ancora leggermente restio ad entrare in contatto con gli altri ragazzi. Persisteva in lui, seppur in quantità minore rispetto al passato, la sensazione che la sua presenza potesse procurare fastidio.
In quel momento la sua mente stava vagando libera nei ricordi, senza soffermarsi per troppo tempo su ciascuno, così non si rese conto di ciò che le sue labbra pronunciarono.
-È bellissimo.- disse, in un sussurro. Si riferiva al Campo Giove, di cui prima di allora non era mai riuscito a cogliere la magnificenza, poiché mai ne aveva avuto l'occasione. Erano rare le giornate invernali così assolate, ed era la prima volta in assoluto in cui, il giorno del suo compleanno, non pioveva.
E in qualche modo sapeva che era passarlo insieme a qualcun altro a rendere quel momento così speciale.
Reyna si voltò a guardarlo e sorrise. -Ho portato qualcosa per festeggiare.- disse, e lui arrossì leggermente.
Aveva deciso di passare quella giornata al Campo Giove, poiché i suoi amici del Campo Mezzosangue erano ciascuno nella propria città per frequentare la scuola. Gli erano pervenuti ugualmente i loro auguri, e gli aveva fatto assai piacere ricevere la cartolina con la torta di compleanno in rilievo spedita da Will Solace.
Però non poteva negare di essersi recato lì anche per qualcos'altro. Da quando avevano portato a compimento la missione, Reyna era divenuta la persona di cui si fidava maggiormente.
Nico prese coraggio e si alzò dalla sua macchia d'ombra, per prendere posto accanto all'amica. Stare al sole gli procurava sempre una strana sensazione, come se la sua pelle ne risentisse.
Reyna aprì la scatola ed esalò un sospiro. -Non sono mai stata molto portata in questo genere di cose...-
Il recipiente conteneva una torta al cioccolato, su cui campeggiavano quello che avrebbe dovuto essere un teschio e la scritta sbilenca “Tanti Auguri Nico!”, entrambi di panna.
-L'hai fatta tutta da sola?- domandò, non riuscendo a fare a meno di sorridere. Si sentiva strano ad aver ricevuto una torta di compleanno. L'ultima che aveva mangiato era stata quella di Percy qualche anno prima, ma in quella situazione non erano mancati nemici divini con cui fare i conti.
E invece ora era lì, seduto al sole, senza nessun mostro da sconfiggere, senza provare né odio né paura, solo serenità, e un'immensa gioia all'idea che qualcuno si preoccupasse così tanto per lui da preparargli addirittura una torta.
-Certo che sì. Se non l'avessi fatta io, credi che sarebbe venuta così?- rispose Reyna. Guardandola ridere Nico si sentì scaldare il cuore, e rise a sua volta.
Tagliarono la torta e ne presero ciascuno una fetta. Era molto raro che il figlio di Ade avesse appetito, ma quella volta faceva eccezione. Ne chiese addirittura un'altra, era squisita.
Aveva perso ormai ogni interesse nei confronti del paesaggio, poiché non staccava gli occhi di dosso al pretore. Arrossì terribilmente quando se ne rese conto, e distolse in fretta lo sguardo quando lei si voltò.
Purtroppo Reyna non era affatto stupida e se ne accorse, difatti arrossì leggermente.
Nico era confuso. Lo era già da molto tempo; a dir la verità, dal momento in cui lei era riuscita a confessarle di quando aveva eliminato la mania del padre.
Aveva cominciato a provare strane sensazioni in sua presenza. Si rimproverava ogni volta in cui i suoi occhi indugiavano per troppo tempo sui suoi lunghi capelli corvini, i tratti definiti del viso, le sue labbra carnose. Essendosi preso una cotta per Percy, aveva ormai accettato di essere attratto dai ragazzi. Eppure sentiva che c'era qualcosa di sbagliato nel negarsi di guardare Reyna, oppure nel cercare di reprimere quello che lei gli faceva provare.
Il sole affondava dietro le colline di Berkeley, tingendo il cielo di ocra e cremisi.
Nico si sentì triste all'idea di doversi alzare, abbandonare quel piccolo angolo di paradiso e rinchiudersi in uno degli alloggi. Quel pomeriggio era letteralmente volato via.
Avevano parlato del più e del meno, benchè il figlio di Ade non fosse propriamente un tipo loquace. Già quell'abilità nel farlo sentire a suo agio era qualcosa che possedeva solo Reyna, fatta eccezione per Hazel.
Nico dovette fare uno sforzo, ma alla fine si costrinse a dire: -Si è fatto tardi... immagino che tu debba rientrare.-
Reyna gli rivolse un timido sorriso. Erano così vicini che le loro spalle si toccavano.
-Mi dispiace che tu non abbia avuto una festa che si rispetti.-
Il ragazzo per poco non sobbalzò. Gli aveva addirittura preparato una torta con le sue stesse mani, e ora gli diceva che non aveva avuto un compleanno che si rispetti? Doveva assolutamente smentirla.
Nico era sempre stato molto riflessivo, non agiva mai senza prima aver pensato a tutte le conseguenze possibili. Ma quel giorno si rivelò un'eccezione anche per questo.
-È stato il compleanno migliore della mia vita.- disse. E poi, forse perché erano così vicini, o perché si sentiva strano, o perché gli ultimi raggi del sole illuminavano il viso di Reyna rendendola ancora più bella... o forse per un insieme di tutte queste circostanze, Nico si sporse in avanti e la baciò.
Non seppe dire quanto durò. Aveva chiuso gli occhi, e tutto ciò che riusciva a percepire era il vento nei capelli e le labbra di lei contro le sue. E pensava soltanto a quanto fossero morbide.
Fu proprio Nico a interrompere il bacio, non appena si rese conto di ciò che stava facendo.
Reyna lo guardava, le guance arrossate e numerose ciocche sfuggite dalla treccia. Non sembrava delusa o infastidita, ma il ragazzo fu assalito dal panico così all'improvviso che non si curò neppure di ciò che si leggeva evidente negli occhi di lei.
-Per tutti gli dei, scusami...- mormorò, allarmato. Fece per alzarsi, tentando di giustificarsi con un profluvio di “scusami, scusami, scusami”.
Reyna gli afferrò il braccio, e lui si agitò ancora di più. Pensava che lei lo avrebbe riempito di domande, o, ancor peggio, gli avrebbe raccomandato di non fare mai più nulla del genere. E Nico non riusciva a immaginare qualcuno che potesse essere contento di essere baciato da lui.
Difatti se avesse ascoltato la voce del suo buonsenso non si sarebbe mai spinto tanto avanti, ma non era riuscito a resistere. La perfezione di quella serata lo aveva inebriato, gli aveva dato per la prima volta il coraggio di ascoltare il suo cuore.
Si costrinse a guardare Reyna negli occhi, ma il suo battito si calmò un poco solo quando udì le parole di lei. -Perché ti scusi?- domandò il pretore, nel petto una sensazione di tepore che non provava da anni.
Non si sarebbe mai aspettata un gesto simile dal figlio di Ade, eppure solo dopo che lui l'aveva compiuto si rendeva conto di quanto lo avesse desiderato.
-Credevo che tu... insomma, non ero sicuro che...- borbottò Nico, ma lei gli impedì di continuare. Finalmente lo fece: infilò le mani in quella zazzera di capelli spettinati, che mai avrebbe creduto così morbidi, e lo baciò ancora.
Questa volta Nico si separò da lei dopo quella che parve ad entrambi un'eternità.
Reyna non era mai rientrata tardi nei propri alloggi; la puntualità per un romano era essenziale. Ma quella sera, si disse, avrebbe potuto anche fare un'eccezione.
Mentre le sue mani si intrecciavano con quelle di Nico, che per una volta non erano fredde, le tornarono alla mente le parole rivoltale dalla dea dell'amore a Charleston. “Non troverai l'amore dove desideri o dove speri di trovarlo”. No, di certo durante i primi tempi che aveva passato con Nico non si era neppure immaginata di potersi affezionare a lui a tal punto, né tantomeno aveva desiderato che avvenisse.
Aveva preso quelle parole come una predizione di eterna solitudine, ma, come diceva Annabeth, per ogni cosa esisteva una soluzione.
La notte ricoprì il Giardino di Bacco con il suo manto scuro, e qualche fantasma sbucò fuori dalle siepi, forse attirato dall'aura del figlio di Ade. I fantasmi l'avevano sempre innervosita, e dopo la visita alla sua vecchia casa di San Juan avevano cominciato a terrorizzarla seriamente, tanto che non appena vedeva anche un innocuo lare sobbalzava per lo spavento.
Ancora stretta a Nico, Reyna sorrise. I fantasmi avrebbero potuto anche circondarli in mille, non aveva più paura.


Ciao a tutti!
Sono tornata, e stranamente, mooolto stranamente, non con una femslash. (Non preoccupatevi, ne vedrete presto). Allora, comincio col dire che la maggior parte del (se non l'intero) fandom shippa Reynico come BROTP. Sì, sono carinissimi, ma quando ho finito BoO e soprattutto letta la parte dell'abbraccio, ho cominciato a shipparli come se non ci fosse un domani. So benissimo che Nico è gay e sono anche fermamente convinta che Reyna sia dell'altra sponda, (difatti la shippo con qualunque essere di genere femminile) quindi sì, forse ho qualche problema.
Ho scritto questa cosetta perché ero ispirata, e niente, se vi va lasciate una recensione!
   
 
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