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Autore: thebest90    30/12/2008    4 recensioni
Trunks durante il suo sedicesimo anno di età è destinato a trascorrere parte della sua vita chiuso in sè stesso. Motivo: alcune incomprensioni con Erika, la sua vecchia ragazza, e il nostro caro Goten! Buona lettura! Recensite!
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Trunks
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Vita di un adolescente

Sono solo...

Ore 7: suona la sveglia, ho ancora sonno. Ho passato la notte in bianco, ma adesso devo prepararmi per andare a scuola. Vorrei restare ancora tra le braccia di Morfeo, ma ho fatto troppe assenze stupide quest'anno.

Decido di rimanere a letto per un altro quarto d'ora, continuando a sognare... Sogno una vita diversa, una vita fatta di divertimenti, di svaghi, di passioni, una vita normale. I miei sogni sono spesso incubi, spero non sia vero ciò che dicono sui sogni: che sono lo specchio della propria anima.

Dopo un quarto d'ora mi alzo dal letto, sofferente, ho un dolore alla schiena insopportabile, sembro un vecchio di 70 anni.

Mi alzo senza alcuna voglia, sapendo già che anche oggi sarà la stessa giornata di ieri. La monotonia mi stressa, sono stanco.

Con gli occhi chiusi a metà vado in bagno a sciaquarmi il viso e vedo due occhiaie immense sotto i miei occhi. Sono impresentabile, torno a letto? No, devo parlare con qualcuno, ho bisogno di sfogarmi, in questi giorni la mia mente ha voluto che io pensassi ai lati negativi della vita. Andare a scuola mi farà bene.

Esco dal bagno, ho i brividi di freddo. Torno nella mia stanza e guardo il giardino. Fuori piove, non traspare nemmeno un raggio di sole. Ci mancava solo la pioggia! Dopo aver contemplato il mio giardino, mi svesto e ripongo il pigiama sotto il cuscino. Vedo vicino l'armadio un bel pile coloro rosso vivo, decido di non metterlo, non sono dell'umore adatto.

Prendo un golfino blu notte, ma per me è nero e con le poche forze che ho in corpo, lo indosso. Prendo il mio solito paio di pantaloni, mi siedo sul letto e li indosso. Sono larghi, stringo la cintura più che posso, neanche l'ultimo foro della cintura è sufficiente. Sono dimagrito? Forse sì, ultimamente ho toccato cibo raramente. Mi metto le scarpe e mi pettino, sono pronto per andare a scuola. Sono le 7:50, la campanella suona alle 8:10, in venti minuti dovrei farcela. Prendo il mio zaino, che ho preparato ieri sera.

I miei stanno dormendo tranquilli, evito di fare rumore, non vorrei svegliarli dai loro sogni.

Esco di casa e vado a piedi, il liceo dista da qui un quarto d'ora a piedi. Decido di andare piano, trascinato dalle mie gambe. Cammino lungo un viale alberato, mi sento solo, incompreso. Forse è colpa mia, sono timido. Le ragazze mi vogliono bene, anzi alcune mi dicono che sono un bel ragazzo, ma io, dopo averle ascoltate arrossisco un po' e me ne vado. Forse dovrei trovarmi una fidanzata, una persona con cui posso condividere le mie emozioni, un braccio dove io possa sfogarmi.

Con Goten abbiamo litigato da poco, non mi va per adesso di riallacciare i rapporti con lui, anche se mi vedo costretto a farlo, dato che è l'unico amico che ho.

Sto per arrivare a scuola. Amareggiato e stressato come sono adesso, la scuola può farmi solo bene.

Sono le 8:07 e io sono già in classe, seduto al primo banco ed emarginato dagli altri, seduti invece negli ultimi. 

Aspetto i tre minuti che mancano all'inizio delle lezioni con molta impazienza,sperando che almeno la lezione mi faccia distrarre un po'. Accanto a me si siede una ragazza, si chiama Louisa, ha 16 anni come me.

Provo a non farle capire che non l'ho notata, non sono dell'umore adatto per parlare con lei. Lei mi guarda fisso con quegli occhioni blu.

Tiro un sospiro di sollievo, suona la campanella. Vedo le facce dei miei compagni amareggiate per l'imminente inizio delle lezioni, tranne la mia.

Entra il professore, mi alzo in piedi per accoglierlo e per salutarlo. Prima ora di psicologia.

Mi servirà tanto quest'ora, sono tutt'orecchi. Il professore parla delle cause che determinano i continui cambiamenti di umore. Lo ascolto dalla prima all'ultima parola, ma ciò che dice non mi rincuora affatto.

Passano le altre 4 ore di lezione, e intorno all'una e mezza, usciamo dalla classe tutti per tornare a casa.

Louisa mi ha lasciato il suo numero di cellulare, è il quarto giorno di scuola e io non la conoscevo ancora. Ho provato a sorriderle durante la lezioni, ma non ci sono riuscito.

Adesso torno a casa, faccio la strada che ho fatto all'andata, ripenso a tutto quello che ho pensato stamattina, la scuola mi è servita a poco. L'unica speranza è il foglietto di carta con il numero di telefono di Louisa.

Sono solo, mi sento un povero cagnolino alla ricerca di un osso, ho bisogno di stimoli, di qualcuno che mi fissi un obiettivo.

Ormai sono rassegnato, ogni giorno per me è una piaga. Questa non è vita.

Meno male che ci siete voi, mamma e papà.


Ecco una nuova One- shot sui pensieri di Trunks. Ovviamente ieri stavo scherzando dicendovi che avrei abbandonato EFP. È impossibile che io faccia una cosa del genere (Noooooooooooooo! nd voi)! Non lo farei mai per non deludere chi mi ha seguito nelle mie storie.

Ringrazio chi mi ha sostenuto, vuol dire che ci tenete molto alle mie storie, cioè:

Vivvina

Ladyvale94

Vegeta4ever

Darkfire

Ieri avevo un po' di farsa e dunque vi ho fatto uno scherzo, perdonatemi coloro che l'hanno ritenuto di cattivo gusto (cioè tutti).

Vi è piaciuta questa one-shot? Vorrei sapere da voi se ne devo fare una storia, oppure la lascio come one-shot. Fatemi sapere! Ciao ciao
  
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