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Autore: Cloveregga    03/05/2015    0 recensioni
[Crossover]
[Altro - anime/manga shoujo]Non riesco a sopportarti:
Personaggi ripresi da due Serie Anime differenti (Brothers Conflict e Code:Breaker)
visionate e re-interpretate da me.
Ambientazione e riferimenti a luoghi o persone puramente casuali.
(Questa idea nasce dalla voglia di voler rappresentare, a parole, una vera e propria tipologia di Anime Shojo [in genere prettamente romantico e sentimentale] tutta nuova, che si basa sulle emozioni e sul contesto piuttosto che soltanto sulla relazione d’amore tra i due protagonisti)
Ps: La lettura dell’episodio speciale di questa serie, è consigliata soltanto a chi ha visto entrambe le Serie Anime poiché si rischia di non capirne i risvolti comici.
Buona lettura!
Genere: Romantico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parola d'ordine: Esami.
Al Liceo Hinode, Yuusuke e Sakura dovevano scontarsi con questo difficoltoso ostacolo cui nessuno studente poteva sottrarsi.
Tra i due quello più preoccupato era il ragazzo, poiché riusciva a cavarsela nelle diverse materie, ma non in modo eccelso.
La Samurai, quel giorno, si poteva dire che lo fosse davvero, era senza dubbio una di coloro che puntavano al massimo.
Nelle due settimane che precedevano gli esami, il Dojo Koji si trasformò in un tempio fatto di silenzio e pace, dove la sacerdotessa pregava nella sua stanza e gli adepti la sostenevano.
Un’atmosfera quasi surreale, ma molto piacevole. Appena tutti gli studenti videro arrivare Sakura con la sua fascia bianca sulla testa, simbolo della lotta, sembrarono essere stati illuminati da una luce di speranza.
La speranza per tutti di passare.
E cosi, esitanti, varcarono la soglia e...

*Siiii! Ce l'abbiamo fatta Aoba, Yuki! L'estate adesso è nostra.
Possiamo fare della nostra vita una gioia continua o una landa di disperazione.
Estirpiamo gli infranti sogni infantili del passato e compattiamo i nostri desideri...*

Aoba e Yuki si erano già allontanate da lei, che non smetteva di parlare ed elencare tutta una serie di citazioni mescolate tra di loro senza alcun nesso logico. Eppure era già passata una settimana, forse l'eccessivo studio le aveva dato alla testa, pensarono.
Il dodicesimo figlio degli Asahina invece, sorrise amareggiato sospirando.
Lui non era passato e avrebbe ritentato il prossimo anno. Le amiche di Sakura gli fecero forza toccandolo sulle spalle, mentre Ema lo guardava triste.
Aveva deciso di andare con lui e di supportarlo qualsiasi fosse stato il risultato finale.
Quando poi anche Sakura gli andò incontro continuando a parlare filosofando, fu la fine.
Tutti le gridarono di smetterla e lei rispose ridacchiando; un problema senza soluzione.
Qualche giorno dopo, visto che sia Sakura sia Natsume erano impegnati e non si erano sentiti molto, lei decise di chiamarlo dicendogli l'esito finale, anche se lui lo sapeva già perché lo chiese direttamente a Yuusuke tempo prima.

-Nulla di speciale-

*Come osi dire che non è nulla di speciale? Sono stata una delle migliori. Una delle poche che ha aspirato al massimo e a quasi raggiunto la perfezione. Colei che sarà ricordata come…*

-Non sei più a un esame. Stai tranquilla Sakura. Riceverai un premio per la tua bravura contenta?-

*N...non voglio r...regali da te v...va bene? E poi il diploma era...una cosa che ho fatto p…per me.
Non c'è bisogno di farmi alcun regalo....me lo s…sono fatta da sola!*

Lui non la ascoltò minimamente. Aveva imparato a fare ciò che gli piaceva giacché anche a lei sarebbe piaciuto.

-Ti aspetto a casa mia alle 20.00-

*Ehi ho detto che...
Ha riattaccato il viziato insopportabile. Che razza di modi*

Questo pensò la ragazza, riponendo il cellulare nella borsa a tracolla.
Non fu Natsume ha chiudere la telefonata, ma il suo curioso quanto petulante fratello Tsubaki che voleva giocargli un brutto tiro. Era andato a trovare i suoi due fratelli per passare il tempo e li trovava in splendida forma. In casa si respirava un'aria tranquilla, forse anche troppo, infatti, ci pensò Hikaru a rendere questa piccola impressione una sorta di miraggio nel deserto.
Gridò a tutti i presenti di radunarsi nel salotto perché aveva una splendida idea da proporre.
Una vacanza al mare.
Alzò le braccia al cielo in modo teatrale, mostrando anche un dépliant dei posti più belli, quasi sembrasse una valletta di un varietà televisivo. Tsubaki e Azusa furono entusiasti dell'idea, a seguire Wataru che non vedeva l'ora di osservare i fuochi d'artificio, tipici delle feste estive giapponesi.
Gli altri ci pensavano chiacchierando tra loro mentre Natsume...

-Io devo lavorare-

Hikaru lo guardò malizioso e gli propose di invitare la sua ragazza.

-Hikaru come lo sapevi?-

L'imbarazzo fu talmente evidente che il giovane dovette uscire a fumare una sigaretta per calmarsi.
Aveva detto di smettere, ma riusciva solo per poco tempo a restare senza.
Quanto si divertiva quel piccolo diavolo di un fratello, ormai tutti lo sapevano che trovava divertenti questi giochi di ruolo; sapeva di vincerli.
Ema e Yuusuke, in quel momento, erano tornati a casa dopo aver finito la spesa. Il ragazzo sembrava averla presa sportivamente, solo che sarebbe stato lontano dalla sua sorellina per un anno invece di godersi quelle poche ore scolastiche da solo con lei, alla faccia dei fratelli.
Hikaru s’intromise in questa logica, stravolgendo il suo entusiasmo.
Disse che per lui, in via del tutto speciale, era passato Babbo Natale a lasciare una lettera da parte del Liceo Hinode.

+Yuusuke cosa dice la lettera? Spero non sia un avviso che ti ricordi...+

Per poco il ragazzo dai capelli rossi non si metteva a piangere dall'emozione: c'era stato un errore di trascrizione ed era risultato idoneo.
Era promosso e avrebbe frequentato la stessa Università di Subaru ed Ema lo avrebbe raggiunto.
Di scatto abbracciò la sorella che rimase impressionata e arrossì lasciando cadere le buste della spesa sorridendo.

+Sono d…davvero felice per te Yuusuke+

Quello che avvenne dopo quella manifestazione d'affetto nei confronti della ragazza, fu la cosa peggiore mai vista al Residence, faccenda che a Natsume non sfiorò lontanamente poiché di lui era rimasto solo il mozzicone di sigaretta sulla terrazza.
Quel dolce elfo natalizio di Hikaru trovò un altro modo per farsi grandi risate alle spalle di tutti e il giovane lo aveva capito da subito.
Così adesso, con le mani in tasca, stava tornando verso casa per preparare la sorpresa promessa alla sua ragazzina esaltata.

-Che gabbia di matti ed io che rischio di diventare come loro!-

Residenza estiva Asahina, affacciata sull'oceano di Hokkaido, arriva a ospitare fino a una ventina di persone, anche se in quel fine settimana ne avrebbe ospitate una decina o poco più. Il luogo ideale per divertirsi e lasciarsi alle spalle ogni preoccupazione, ma meraviglioso per giocare e creare situazioni da fotografia.
Aoba e Yuki, invitate da Sakura e la timida Ema, le avrebbero raggiunte alla festa che si teneva quella sera in città mentre loro avrebbero viaggiato con un gruppo alquanto bizzarro di fratelli: Hikaru, Masaomi, Wataru, Azusa, Natsume, Ukyo e Fuuto. Yuusuke decise di rimanere assieme a Kaname, Iori e Louis per studiare ed essere ammesso alla stessa università frequentata dal fratello Subaru; per lui fu un grande sacrificio, ma era in gioco il suo futuro.
Gli altri non potevano, mentre Kaname aveva delle sedute al tempio prenotate da mesi e se le avesse saltate, stavolta il capo non gliel'avrebbe perdonato.
Così la comitiva, composta di due macchine, partì la mattina presto e fu subito chiaro in quale delle due macchine era seduto Hikaru.
Sbandò una volta e ci furono un sacco di risate da parte di Sakura ed Ema, che invece rimase molto imbarazzata.
Appena arrivate, la vista che si poteva ammirare dalla terrazza, somigliava a una di quelle cartoline per turisti che arrivavano a casa dagli amici o dai parenti. Una spiaggia dorata che sembrava non finire mai, una scogliera sulla destra e poi battelli che sembravano barchette in uno stagno sull'orizzonte.
Dopo aver posato ognuno nelle proprie stanze, i bagagli, si decise il programma della giornata.

*Io proporrei di andare a farci un bagno tutti insieme e poi fare una gustosa grigliata per pranzo*

-Pensi sempre a mangiare vero Sakura? Io sono d'accordo con lei comunque, soprattutto per il bagno-

*Natsume sei un pervertito quando dici così sai?*

Partì una risata contagiosa e Natsume dovette dichiararsi sconfitto.
L'idea di Sakura fu accettata da tutti e così fecero.
Un bagno era quello che ci voleva e la samurai fu la prima a gettarsi nelle acque dell'oceano. Si stava benissimo e Natsume rimase incantato a guardarla.
Anche se fu preso di nuovo in giro, fece orecchie da mercante.
Decise perciò di seguirla, affogandola e schizzandola senza pietà.
Addio riposo a lasciarsi cullare dalle onde!
Non c'era modo che stessero mai soli, tra le cose che c'erano da fare e la serata che li attendeva.
Le due ragazze si misero un'elegante Yukata, un capo d'abbigliamento molto simile al kimono ma arricchito da particolari nella stoffa floreali o geometrici. Inoltre, invece di calzare gli zoccoli, si portavano delle calzature simili alle ballerine, ma impreziosite da pietre; Sakura ne indossò uno con una fantasia floreale rosa e blu, che le donò una luce deliziosa mai vista prima sul suo viso.
Per la seconda volta Natsume rimase sbalordito a guardare quel fiore ormai maturo che emana una fragranza afrodisiaca.

-Non sei così maschiaccia dopotutto-

*N...natsume possibile che l'unica cosa che sai dire è questa? Ed io che ci ho messo tantissimo tempo per farmi notare da te...*

-Lo sai che per me sei sempre bellissima-

Disse con tono dannatamente ovvio che sembra dire il contrario.

*Non rivolgermi oltre la parola*

-Che ragazzina esaltata. Non credi di aver esagerato?-

Lo baciò d'improvviso.

*Ora sono un’esaltata. Non prima*

Per la prima volta Sakura s'impose su di lui, volendo prevalere sul giovane.
Si voltò di spalle ignorando qualsiasi cosa che avesse tentato di dirle.
Lui sospirò ridacchiando, quasi affascinato da quel suo lato selvaggio.
I presenti invece, si sorpresero del suo gesto;
sembrava una cattiveria quella che gli rivolse oppure una dimostrazione verso se stessa?
Con questi dubbi, il gruppo raggiunse il luogo dell'evento, al cui ingresso li aspettavano le due amiche che corsero verso le ragazze, facendo gruppetto tra loro.
Sakura sembrava malinconica, come se si sentisse in colpa per il suo carattere a volte troppo orgoglioso e testardo. Mise la sua maschera della bugia e sorrise prendendo tutte per mano, trascinandole nel cuore della festa. I fratelli fecero gruppo a se attirando molte attenzioni, soprattutto Natsume che sembrava però avere la testa altrove.
Voleva la sua Sakura quella sera e amarla come solo lui sapeva fare.
Qualcosa gli toccò la gamba leggermente scoperta e dovette chinarsi per vedere cosa fosse a toccarlo a quel modo.

+Sakura va tutto bene?+

*Si Ema, non preoccuparti e poi non vedi come sono felice?*

+V...va bene scusami per avertelo chiesto...+

*Tranquilla non hai di che scusarti. Vado a vedere il tempio di là di quel laghetto voi proseguite senza di me*

Le amiche misero una mano ciascuna nella spalla di Ema e scossero la testa: qualcosa non andava, ma quando videro Natsume correre nella stessa direzione senza vederle neanche, risero come delle matte e andarono a ricongiungersi con i fratelli Asahina.
Hikaru aveva lo sguardo di un fotografo che sa che da quella parte sarebbe accaduto qualcosa d'interessante.
Fu subito bloccato da Ukyo che lo trascinò via: il gioco è bello quando dura poco!
Non ce la faceva più a fingere.
Era come dare uno schiaffo a se stessi e alle sue amiche, facendole preoccupare inutilmente; quel suo atteggiamento, da cui traeva soltanto tristezza, era un suo problema e da sola lo avrebbe risolto.
Proprio lei che sognava di vedere i fuochi d'artificio con Natsume, si comportò da egoista e viziata davanti a tutti.
Che cosa voleva dimostrare continuando così?
L'amore è davvero così difficile da comprendere?
Che cosa è giusto e sbagliato?
Confusione. Dubbi. Incertezza.
Questo vedeva riflesso nella poca acqua del laghetto sotto di lei.
I primi fuochi furono sparati nel cielo: erano di colore verde e bianco.

*Loro sono così belli...sono lanciati in aria e si lasciano ammirare, manifestando i loro sentimenti attraverso la gioia dei suoi spettatori.
Accidenti se piango, mi si rovinerà il trucco...*

Cercava di fermarle e farle passare per un’allergia, ma non ci riusciva; si sentiva patetica.
Perché l'amore doveva ridurla in quello stato?
Debole di fronte a tutti?
Dove era finito il suo spirito di guerriera?

-E allora non piangere ragazzina esaltata-

Si girò quasi di scatto, guardando verso la parte opposta dello spettacolo pirotecnico e vide il giovane insopportabile sentenziare quelle parole. In braccio teneva un cane dal pelo bianco ingiallato che agitava la coda festoso; era stato lui a strusciarsi sulla sua caviglia, provocandogli uno strano solletico. Sakura nascose come meglio poteva il fatto di aver pianto.
Non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui per questo assunse l'aria spavalda di sempre.

*Natsume sei tu. Ti sei messo a prenderti cura degli animali adesso? E poi…chi ti dice che stavo piangendo?...lasciami sola*

-"Cane" ha un'altra idea ed io stavolta non ho intenzione di ascoltarti Sakura-

Il suo sguardo era sincero ed estremamente rassicurante, quasi volesse proteggerla da chiunque e averla soltanto per se.
La bestiolina corse in modo frenetico vicino alla ragazza, che sporse la mano tremante di chi non crede ai suoi occhi.
Subito dopo, accelerando il passo, tornò indietro dal giovane leccottandogli il viso.

*N...non posso crederci...CANE!*

Commozione, felicità e frenesia furono le emozioni scaturite dalla ragazza nel rivedere "Cane" dopo molto tempo: da quando quel giorno fece volare il biglietto, guardò nel cielo e dietro di lei...
C'era Natsume.

*Dove lo hai trovato?*

-In realtà è stato lui a trovare me. Qualcosa si strusciava sulla mia caviglia e l'ho riconosciuto.
Ora lo lascio libero di tornare dal suo padrone. Andiamo a salutarlo?-

*No, non è necessario. Vorrei restare ancora un po' qui. Se tu vuoi andare...*

Lasciò libero "Cane" vedendolo tornare verso la festa mentre Natsume girò la ragazza verso di se abbracciandola.

-Non hai capito nulla come al solito. Ti faccio un così brutto effetto?
A me piaci in qualsiasi modo, pregi e difetti. Potresti dirmi le peggiori cattiverie, potremo anche stare lontani e non sentirci per molto tempo, ma io avrò sempre voglia di te Sakura!-

*N...natsume io....*

 -Non dire che queste parole non sono necessarie. Non rinunciare a sentirmele dire.
Sorridi solo per me.
Sorridi per te stessa.-

Il suo sguardo si fece pieno di cose da dire, ma non volle proferire parola.
Si aggrappava al kimono del giovane con estremo orgoglio, lasciandosi scoperta per la prima volta con lui.
Una pura e semplice paura fu la sua.
Temeva di perdere se stessa e trasformarsi in ciò che lui voleva, accettando sua qualsiasi visione del mondo o parola.
Lui però non l'avrebbe amata poiché non sarebbe stata la Sakura che ora sta abbracciando.
Desiderava lei, la sua Sakura.
Era riuscito a rassicurarla e a dimostrarle sicurezza, cosa che lei non era riuscita a fare con Cane per un recondito senso di paura radicato dentro di se.
La bestiola lo percepiva e perciò si allontanava.
Non Natsume.
Lui l'avrebbe amata giorno per giorno senza progettare nulla.
Vivendo assieme a lei quel dolce sentimento tanto capriccioso.


 
*Chissà cosa ha in serbo per me Natsume. Ha detto una sorpresa.*

Giunse davanti alla porta di casa sua e suonò il campanello.
Sembrava non ci fosse nessuno dentro eppure lui le aveva detto di andare a casa sua alle venti.
Poco dopo vide dell'acqua uscire dall'appartamento di Natsume.

*Come mai esce dell'acqua da casa sua?
Natsume stai bene?
Rispondi suvvia...
Ahhhhhhh*

Gridò in seguito quando la porta si aprì.
Il giovane, bagnato fradicio dalla testa ai piedi, guardò Sakura con il solito sguardo superficiale, per niente preoccupato.

-Si è rotto un tubo dell'acqua nel bagno e purtroppo la nostra serata è rimandata.
Asciugati prima di prenderti un raffreddore-

*Natsume....sei stato tu a dirmi di venire e ora mi dici pure di asciugarmi? Tu mi hai ridotto così!*

-Non è certo colpa mia se aprendo la porta è fuoriuscita tutta quest'acqua. E poi da bagnata è più facile guardarti-

*NATSUME io non riesco a sopportarti. Resterai sempre un insopportabile giovane viziato*

-Peccato che io riesco a sopportare te mia cara Sakura.-

La baciò dolcemente, nel mentre l'acqua continuava ad allagare la casa e ora anche l'esterno.

~~~~~~~~~

*E se un giorno ci ricordassimo del nostro incontro, cosa potremmo dire?
Che é ormai avvenuto, che é rimasto impresso nei nostri ricordi e che gelosamente giace nel cuore.
Eppure non ti sopporto ora e neppure prima, ma sei stato il solo a farmi sorridere, ad aprirmi senza temere di perdermi.
Ho teso la mano e tu ti sei lasciato avvicinare*

-Non sono tipo di molte parole.
So soltanto che lei mi ha migliorato.
Ho chiarito con me stesso molte cose in sospeso e anche se non ho abbandonato il mio sarcasmo, posso solo dire di amarla e glielo dimostrerò giorno dopo giorno.
Senza fretta.
Questo videogioco voglio giocarmelo fino in fondo-

*Ehi cosa stavi dicendo riguardo al videogioco?*

-Vedete? Fino alla fine ancora non ha imparato la lezione-

*No. Non può finire così senza che dica la mia su questa faccenda. Devo prima...*

Sta per arrivare la parola fine Sakura

*E va bene ma ricordatevi...*

-che io....-

~Non riesco a sopportarti~

FINE

(La storia si conclude qui, ma tra due giorni pubblicherò un ulteriore capitolo speciale. Se volete leggerlo dovrete aspettare 2 giorni.
Grazie per aver letto la mia storia dalla vostra Cloveregga <3)
   
 
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