Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: giraffetta    04/05/2015    2 recensioni
|Everlark // Katniss!Centric // Missing Moment Post Mockingjay|
“E poi… poi c’erano le esplosioni, così forti! Ho ancora l’eco nelle orecchie, non se ne va mai, non se ne andrà mai, Peeta!” urlò ancora, mettendosi a sedere scomposta sul letto.
“Se ne andrà, Katniss. Presto, se ne andrà. Devi crederci.” le sussurrò accorato, provando a insinuare le sue parole oltre la corazza di dolore che la ragazza aveva eretto attorno a sé.
...
“Peeta?” lo chiamò poco dopo lei, la voce già impastata di sonno.
“Sì?” le rispose il ragazzo, scostandole una ciocca dal viso.
“Me lo prometti? Prometti che… che l’eco se ne andrà?” sospirò stanca, chiudendo le palpebre.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia è stata scritta per l’iniziativa “Ready, Set, Prompt!” indetta dal gruppo Facebook The Capitol”. Il prompt è "Eco".





Image and video hosting by TinyPic







Caldo.
Faceva caldo, un caldo soffocante.
Katniss sentiva rivoli di sudore colarle lungo la fronte, insinuandosi nel colletto della divisa da Ghiandaia.
Attorno a sé, le persone si muovevano a rallentatore, esasperando ogni singolo movimento. Nessuno sembrava far caso a lei, che avanzava a tentoni tra quel mare di corpi, tra quelle facce spente e vuote.
Finalmente, il caldo sembrò diminuire e Katniss si ritrovò nell’Anfiteatro, vuoto. Si voltò in cerca di qualcuno, ma era completamente sola. La folla di poco prima era scomparsa e così il caldo.
Poi, li vide.
Milioni di paracadute argentati che planavano dolcemente su quella distesa deserta, oscillando nell’aria come tante piccole sfere luminose.
Ed eccola, Prim.
Era ritta in mezzo all’Anfiteatro, due trecce bionde a incorniciarle il viso e gli occhi fissi su di lei.
“Katniss.” la sentì pronunciare con la sua voce flebile.
“Katniss!” la sentì urlare spaventata, quando i paracadute iniziarono a toccare terra e a esplodere.
Katniss inorridì, cercando di raggiungere Prim, ormai sommersa dal fumo e dal fuoco. Cercò di urlare il suo nome, di andarle incontro, ma ad ogni passo sentiva di allontanarsi sempre più da lei.
E, allora, fu di nuovo sola.
Il caldo tornò a divampare con forza, risucchiandole l’ossigeno dai polmoni e alimentando le fiamme, alte e voraci.
Katniss raccolse un piccolo paracadute argentato planato lì vicino e lo fissò con rabbia, aspettando di essere inghiottita dall'esplosione.
L’ultima cosa che sentì prima di esplodere fu l’eco delle esplosioni ripetuto all’infinito misto alle grida di paura di sua sorella Prim.

 

***
 
Katniss si alzò di scatto, annaspando in cerca d’aria e guardandosi attorno impaurita. Cercò di capire da dove provenisse quell'urlo gracchiante che le perforava le orecchie, prima di accorgersi, con terrore, di essere lei stessa a urlare.
Subito, una piccola luce si accese alla sua destra e qualcuno la abbracciò stretta, posandole un bacio tra i capelli madidi di sudore.
“Katniss” bisbigliò Peeta, tirandola più vicino a sé, “Katniss, era solo un incubo.” la rassicurò.
La ragazza rimase inebetita a fissare il vuoto, il respiro ansante e il battito ancora accelerato, mentre Peeta le carezzava lentamente la schiena. A poco a poco sentì i muscoli contratti sciogliersi e si abbandonò contro il ragazzo, stanca.
Sentiva la gola riarsa e poteva giurare di avvertire il calore del fuoco sul suo corpo, come se stesse bruciando in quel momento.
“Che cosa hai sognato?” sentì chiedere da Peeta in un bisbiglio. La ragazza non aveva voglia di ripercorrere le immagini del suo incubo, ma esse le stavano davanti agli occhi con forza, con prepotenza. Le lacrime iniziarono a scendere improvvise e Katniss si ritrovò a singhiozzare, nascondendo la faccia contro il torace di Peeta.
“Va tutto bene, Katniss. Starai bene.” cercò di dire Peeta, ma la ragazza non accennava a calmarsi. Peeta le scostò la faccia bagnata dal suo petto e la costrinse a guardarlo negli occhi.
“Guardami, Katniss.” le chiese, carezzandole il mento. La ragazza alzò gli occhi rossi e pieni di lacrime su di lui e attese, paziente.
“Andrà tutto bene, capito? Ci sono io con te, sempre.” le disse. Katniss annuì, incapace di ribattere, e si accoccolò nuovamente tra le sue braccia.
Passarono i minuti, lenti e silenziosi, scanditi solo da piccoli fremiti del corpo della ragazza. Poi, Katniss parlò, dapprima lentamente, incerta, poi sempre più veloce, sbrigativa.
“C’era… c’era Prim. Lei era lì… mi chiamava ed io… io non sono riuscita a raggiungerla, a salvarla. I paracadute esplodevano ed io ero lì, impotente. Potevo correre e non ci riuscivo, ero inchiodata al suolo, a guardarla morire. Non sono andata da lei, non l’ho salvata!” quasi gridò, dimenandosi tra le braccia di Peeta in preda ad una crisi. Il ragazzo la strinse a sé più forte, il volto atteggiato in un’espressione di dolore.
“E poi… poi c’erano le esplosioni, così forti! Ho ancora l’eco nelle orecchie, non se ne va mai, non se ne andrà mai, Peeta!” urlò ancora, mettendosi a sedere scomposta sul letto.
Peeta aspettò che si calmasse e riprendesse a respirare normalmente. Poi, silenzioso, le si mise accanto, una mano a circondarle le spalle.
“Se ne andrà, Katniss. Presto, se ne andrà. Devi crederci.” le sussurrò accorato, provando a insinuare le sue parole oltre la corazza di dolore che la ragazza aveva eretto attorno a sé. Katniss dondolò ritmicamente, assaporando le parole di Peeta come un balsamo per le ferite.
Doveva davvero crederci? Doveva.
“Se ne andrà.” ripetè meccanicamente, cercando di convincersi da sola. Poi, alzò il viso e si specchiò negli occhi di Peeta. Sentì la tranquillità invaderla e si sporse a baciarlo, con urgenza. Sentiva la necessità di perdersi, di scappare da se stessa, di nascondersi in un posto sicuro, che non era altro che Peeta.
Il ragazzo ricambiò il bacio, trascinando Katniss su di sé e stringendola con dolcezza. Se la accoccolò addosso e la cullò tra le braccia, come una bambina.
“Peeta?” lo chiamò poco dopo lei, la voce già impastata di sonno.
“Sì?” le rispose il ragazzo, scostandole una ciocca dal viso.
“Me lo prometti? Prometti che… che l’eco se ne andrà?” sospirò stanca, chiudendo le palpebre.
Peeta sentì il suo cuore stringersi e con un dito seguì le tracce delle lacrime ormai secche sul viso di Katniss, già addormentata. Sospirò pesantemente e poggiò la sua bocca accanto all’orecchio della ragazza.
“Te lo prometto, se ne andrà. E presto non ci sarà che un solo eco: quello dei nostri baci, Katniss.” le sussurrò, poggiando la testa su quella della ragazza.
Sì, presto il dolore se ne sarebbe andato, e con lui gli incubi.
Presto l’eco di morte si sarebbe trasformato in un’eco di vita, di speranza.
E, finalmente, Katniss avrebbe vinto.
Avrebbero vinto, insieme.








Senza titolo 1







NOTE:
Sì, sono di nuovo io >.<
Purtroppo l'iniziativa del gruppo cui sono iscritta proprone prompt troppo "ispirosi", quindi sento proprio la necessità di scrivere e.e
Stavolta, mi sono voluta cimentare con una "vera" Everlark, visto che non ne avevo mai scritta una prima, tranne degli accenni in altre mie storie. Questa storia è un missing moment post MJ, quando Katniss è ancora piena di incubi e paure e sta cercando disperatamente di aggrapparsi alla vita, a Peeta.
Spero di aver reso entrambi Ic e di non aver scritto un'enorme cavolata, perchè tengo a questa storia e sentivo il bisogno di scrivere su questa coppia da tempo.
Grazie a chiunque abbia letto <3

bacioni,Giraffetta
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: giraffetta