11/04/2016
A distanza di non so quanto, ho deciso di rivedere questa mia vecchia OS e cambiare qualcosa, renderla ancora più drammatica (ci sono riuscita?) e correggere i miei vecchi errori. Nonostante ciò, ho riletto questa cosa solo una volta e mi scuso se ci sono degli errori. Detto ciò, ci si vede in giro!
DEAR STILES
Lettera al fratello
Caro
Stiles...no, così non va bene. Caro Stiles un
corno.
Ricomincio.
Stiles,
mi manchi. Tsk, nemmeno questo è adatto. Chi inizierebbe mai
una lettera con un “mi manchi”? Ma, alla fine, chi scrive
più lettere?
Fratello,
perché? Già, così è meglio, ma un perché
può avere tanti significati. Allora forse è meglio che
io specifichi.
Stiles,
perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciato da solo
anche tu? Anzi, perché proprio tu? Con chi parlerò,
ora, durante le lezioni, con chi progetterò quei maledetti
piani B, che non funzionavano mai, ma, alla fine, non era importante
perché eravamo sempre io e te? Con chi, eh Stiles? Non con te,
sicuramente. Perché non ci sei più. Non sei alla ne
alla mia destra, ne alla mia sinistra. Non sei dietro di me, a
proteggermi le spalle da qualche lupo psicopatico, non ci sei ad
avvertirmi. Non sei nemmeno dall’altra parte del telefono, a
parlare ininterrottamente.
Ci
eravamo promessi che ci saremmo sempre stati, che non ci saremmo
lasciati, però alla fine sei stato tu ad andartene. Te ne sei
andato per salvare tutti noi. Ed è buffo, perché tu eri
solo l’umano, quello senza poteri, ma di sicuro valevi molto
più di tutti noi licantropi. Eri solo un ragazzo che con il
soprannaturale centrava poco o niente. Eri solo il mio migliore
amico, quello che affrontava la paura, quello che l’unica sua
difesa era il sarcasmo. Ma, a pagare i nostri errori, sei stato
tu.
Hanno
pianto tutti al tuo funerale, persino Derek, che in realtà ci
teneva tanto a te, più di quanto penseresti. Persino
Isaac.
Vorrei
dirti che ho parlato a cuore aperto, che ho parlato a tutti del tuo
coraggio, ma la verità è un altra. Mi sono ritrovato a
leggere una lettera come quasi tutti, una lettera piena di
bugie.
Lydia
mi dice che dovrei andare avanti, che dovrei lasciarti nei miei
ricordi e basta, lo dice a tutti, ma intanto lei piange.
E
piango anche io.
A
volte mi chiedo, sai, cosa sarebbe accaduto se io non fossi stato
morso, quante lacrime non sarebbero state versate. Penso che non
sarebbero successe tante di quelle cose. Penso che non saresti stato
costretto a sacrificarti per tuo padre, così che il Nogitsune
non si sarebbe mai impossessato di te. Penso che se io non
avessi fatto il bambino che gioca al supereroe, tu saresti qui, a
dirmi sorpreso un “non sapevo che tu sapessi pensare!” o
a prendermi in giro per il mio scodinzolare dietro ad
Allison.
Allison.
Anche
lei non c'è più, ora.
Strano
che tutte le persone, quelle che volevo rimanessero con me in eterno,
alla fine se ne sono andate. Per colpa mia. Perché si, Stiles,
è colpa mia se voi siete morti. Morti, capisci?
E
chi mi resta, adesso?
Ci
sono giorni, in cui mi ritrovo a camminare per casa, con la
sensazione di aver perduto qualcosa di importante, e mi accorgo che,
quella cosa, sei tu. Perché io non ci credo, non posso credere
che sei morto, nonostante io continui a ripetermelo, nella mia
testa.
Ti
ricordi quando, nell’hotel dei suicidi, mi salvasti? Eri
disposto a morire con me. Mi dicesti che ero tuo fratello, che avevi
bisogno di me*. Adesso sono io che ho bisogno di te, Stiles. Mi
getterei volentieri tra le fiamme se solo questo servisse a
riportarti indietro. Mi strapperei la pelle con i denti, così
che le mie cellule lupesche non funzionino più.
Se
servisse, tenterei qualsiasi cosa, per riaverti qui, ma non posso
fare nulla. Nulla.
Io
sono solo un licantropo maledetto che non è niente senza
di te.
E
so che non è il modo migliore per finire una lettera, che
avevo giurato di non scriverlo, ma mi manchi, mi manchi seriamente e
fa male reprimere l’istinto di mandarti un messaggio, perché
non ci sarà nessuno a rispondermi con battute di scarsa
qualità e citazioni tratte da StarWars.
Ho
ancora il tuo numero di cellulare salvato, a proposito, e so che
dovrò cancellarlo una volta per tutte, dimenticarlo, ma non
posso. Quel numero è l’unico modo per sentire la tua
voce, nella segreteria telefonica, e, dannazione!, so che presto lo
disattiveranno ma quelle dieci cifre** sono la sola cosa che mi resta
di te e scordarle sarebbe come dirti addio, accettare il fatto che tu
sei morto, che te ne sei andato per sempre. Ed io non posso. Non sono
pronto.
Per
dire addio ad una persona ci vuole volontà, e tanto coraggio.
Ed io non sono coraggioso.
Dire
addio significa proseguire, ed io non ce la faccio. Non questa
volta.
Mi
dispiace di averti deluso.
Tuo
fratello, nonché migliore amico,
Scott.
Alcune precisazioni:
*riferimento all'episodio 3x06, Motel California. Così come la battuta “io non sono nulla senza di te”, che è vagamente ispirata a quello che dice Scott a Stiles.
**in realtà non so veramente quante sono le cifre di un numero americano, ho presupposto che fossero dieci. Se sapete quante sono realmente, potete scriverlo nelle recensioni.
Ora
so di dover dare qualche spiegazione riguardo questo obbrobrio
testo.
Come avrete capito, Stiles è morto per salvare la “squadra”
dal Nogitsune, dopo che questo ha ucciso Allison. Non vi do i
dettagli della morte, non credo che vi interessino più di
tanto. La FF è già abbastanza deprimente così.
04/05/2015
Angolo della pazza:
TANTARATAN!!! Sono tornata! Felici, eh? *non si sente una mosca*
Bene, dopo secoli torno con una nuova” storia. Avevo questa shottina da un sacco di tempo, ma, per un motivo o per l'altro, non sono riuscita a scrivere il finale. Qualche giorno fa mi è capitato tra le mani questa vecchia bozza e mi è venuta l'illuminazione. Spero solo che vada bene ^=^ Giuro che presto pubblicherò qualcosa di più allego, ma che ci posso fare se nelle mie storie l'angst regna!
Okay, vi ho scassato fin troppo. Vado a cercare immagini di panda cucciolosi per scrivere qualcosa di fluffuoso!
*scompare nel nulla*
Daughter_