Un grazie speciale alla mia migliore amica che mi ha convinta a pubblicare la storia.

                                                                                                 Nightmare

Maia camminava al buio, su una stretta striscia di terra, che, alla sua destra, si affacciava su un precipizio del quale non riusciva a vedere la fine. In fondo alla via, riusciva a scorgere una luce rossastra, che le feriva gli occhi. Procedette per un altro paio di minuti, prima di fermarsi improvvisamente con un terribile senso di disagio allo stomaco. Si sentiva controllata, seguita. Si voltò di scatto, estraendo gli artigli e pronta ad attaccare. Ma di certo, non era pronta per la persona che scorse nell'oscurità. Daniel. Daniel, con i capelli biondi, gli occhi colmi di malvagità e un sorriso maligno sulle labbra.

-Ciao, sorellina. Come va? - disse avvicinandosi pericolosamente. Nella mano destra, stretta a pugno, qualcosa luccicava sinistramente. Una lama. Maia aprì la bocca per urlare, ma non ne uscì alcun suono. Si senti persa. È la fine, pensò. E mentre il pugnale calava su di lei, chiuse gli occhi e pensò che infondo era ciò che meritava.