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Autore: Stivaneo    04/05/2015    0 recensioni
E' la storia di Marina che dopo la morte della mamma viene cresciuta dal fratello Nereo, un rapporto così forte e simbiotico che impedisce al ragazzo di costruirsi una vita propria, la bambina cresce e la sfortuna ci mette lo zampino, i due ragazzi ritrovandosi senza casa dovranno trasferirsi in città, Marina rincontrerà l'antipatica compagna di banco che farà di tutto per conquistare il suo Mammo, ma lei non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia è un'opera di fantasia, l'ho completamente inventata e ogni eventuale somiglianza è casuale.
Non è una storia molto lunga, l'ho suddivisa in tre capitoli, li pubblicherò a distanza di pochi giorni uno dall'altro.
Se qualcuno vuole commentare leggerò con piacere le vostre impressioni qualunque esse siano, quindi scrivete!
Se questa storia vi piace potete provare a leggere anche l'altra che sarà molto più lunga e completamente diversa,
il link è questo:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3111860&i=1


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Era solo una vecchia cartolina, una cartolina ingiallita dal tempo, eppure guardandola si ha l'impressione di stare in mezzo al mare, un'acquerello verde e azzurro d'acqua, sullo sfondo un piccolo villaggio e dei pescatori.
Ricordo quel mare, conoscevo quel villaggio, e in fondo dopo la pineta passava un sentiero di sassi che si allungava fino a giungere ad una piccola casetta.

C'era una volta...
una bella famiglia molto umile e tanto felice...
Maria e Giannino si erano sposati molto giovani e avevano avuto due figli maschi.
A quarant'anni Maria era nuovamente incinta, un arrivo imprevisto, ne furono comunque contenti.
Il parto si presentò subito difficile, alla fine nacque Marina la femminuccia tanto attesa, purtroppo mamma Maria morì.
E da quel giorno tutto cambiò.

Il primo figlio si chiamava Dario e aveva vent'anni, smise di studiare per fare il pescatore insieme al padre; era un momento troppo difficile, il lutto aveva reso scostante e quasi assente Giannino preoccupando tutti quanti.
Poi c'era Nereo che aveva appena compiuto quindici anni,  era sempre stato l'ombra di sua madre e quando il padre disse che avrebbe affidato la neonata alle cure di una zia lontana il ragazzo subito si oppose categoricamente dichiarando che avrebbe seguito la sorellina in capo al mondo.
Durante la gravidanza della madre si era prodigato nelle faccende di casa diventando una perfetta massaia e iniziò immediatamente a curare lui la piccola Marina, e per quanto l'idea potesse apparire bislacca nessuno trovò mai il coraggio di criticarla.
Tanti pensarono che Nereo avesse preso tutto come un gioco, che seguisse la bambina un po' come fosse una bambola, ma nel tempo furono costretti ad ammettere che aveva un gran senso di responsabilità.
Nereo prese il posto di sua madre e passò tutta la sua gioventù tra faccende, pappe e pannolini, mentre il fratello Dario e il padre lavoravano per mantenere la famiglia.
Intanto la bimba cresceva vispa e allegra da fare meraviglia, non riuscendo a pronunciare il nome "Nereo" aveva finito per chiamarlo "Tato" e in casa tutti presero a chiamarlo così.
Aveva appena cominciato a camminare che già aspettava il ritorno del padre e del fratello per portar loro le ciabatte e farsi prendere in braccio.
Passarono cinque anni e Marina dimostro grande entusiamo nel frequentare l'asilo del paese, le piaceva tanto giocare con gli altri bambini, ma si rese anche conto che la sua famiglia per gli altri era qualcosa di insolito.
Tutte le mamme si fermavano a parlare con Nereo, lo chiamavano "ragazzino", lo riempivano di consigli, lui dimostrava anche meno dei suoi vent'anni, attirava sguardi e pettegolezzi nonostante i suoi modi gentili e garbati.
Marina sapeva che la sua mamma era volata in cielo, aveva un papà e  per lei "Tato" era come una mamma, non comprendeva cosa ci fosse di strano.
Ogni tanto le capitava di sentire qualche discussione sull'inopportunità di far crescere una bambina circondata da uomini, ma erano discorsi troppo complicati e senza sapersi dare una ragione decise di far finta di non sentirli.

Quando iniziò a frequentare le elementari le capitò come compagna di banco Rosanna, la figlia molto viziata del sindaco del paese.
Marina con i suoi modi allegri e solari spesso riusciva a catturare l'attenzione dei suoi compagni e Rosanna ingelosita reagiva facendole i dispetti.
Le bambine erano così diverse, litigavano in continuazione e proprio non riuscirono mai a legare.
Per la festa della mamma la maestra aveva deciso di far preparare una bella letterina, disse a Marina che poteva dedicarla a chi più si prendeva cura lei.
Rosanna non perse l'occasione per  punzecchiarla ricordandole che non aveva una vera mamma e che non poteva sapere cosa volesse dire averne una.
Marina si arrabbiò molto, aggrappò entrambi le mani sui ricci neri della sua compagna e li tirò così forte da farla scoppiare in un pianto dirotto.
La maestra si vide costretta a spostare di banco le due bambine.
Quando tornò a casa Nereo disse a Marina che avrebbe dovuto scusarsi con Rosanna per averle tirato i capelli, che la mamma era un angelo e l'aveva affidata a lui, e che non era importante quello che pensavano gli altri.
Il giorno dopo la bambina tutta orgogliosa presentò la sua prima letterina scritta a mano al fratello Nereo

Grazie perché mi svegli ogni mattina,
mi dedichi il tuo tempo e le tue cure,
grazie per tutti gli abbracci e i baci,
sei la rosa più bella.
GRAZIE MAMMO

Nereo si commosse molto, gli veniva da ridere e da piangere allo stesso tempo, abbracciò la bambina ricevendone in cambio un grosso bacio sulla guancia.
Da quel giorno Marina lo chiamò sempre "mammo" e ancora una volta nessuno disse niente.

continua...

   
 
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