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Autore: Althalea    05/05/2015    2 recensioni
Solitudine, tristezza, paura, terrore, gelo, lamento, morte...
Tutto ciò che ripeteva come se fosse un mantra, una preghiera.Tutto ciò che ricordava: la solitudine dilaniante, la tristezza avvolgente, la paura persistente, il terrore invadente, il gelo sconfinato, il suo lamento perpetuo e una morte, la sua morte lenta e angosciante.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mondo vuoto



Solitudine, tristezza, paura, terrore, gelo, lamento, morte...

Tutto ciò che ripeteva come se fosse un mantra, una preghiera.Tutto ciò che ricordava: la solitudine dilaniante, la tristezza avvolgente, la paura persistente, il terrore invadente, il gelo sconfinato, il suo lamento perpetuo e una morte, la sua morte lenta e angosciante.

Vagava per quella società che l'aveva rinnegata, umiliata, e abbattuta come un animale da macello, perchè è così che si sentiva in mezzo a quel gregge di persone, quando era ancora in vita. Un animale che vive solo per essere inizialmente appagato e poi trucidato.

Dondolava con lentezza fra quegli ammassi di carne chiamati uomini, incolore, piatti, vuoti, senza verità. Uomini aggrappati ad un benessere ed un'esistenza fittizia. Avrebbe voluto "contaminare" con i suoi terrori la loro inutile vita, ma non avrebbe avuto senso accanirsi su un pezzo di carne che non sa di essere già decomposto. Avrebbe dovuto trovare qualcuno realmente vivente. Qualcuno che avrebbe potuto provare la tristezza o la paura. Non passò molto tempo prima che la trovasse.

Sembrava un barlume, una lucciola nella notte, una fiaccola nella disperazione. Subito ne fu attratta, non per vendetta,ma per gelosia. Quella ragazza la rappresentava quando ancora era in vita. Una forza di volontà immensa, una voglia di scrollarsi di dosso la tristezza dei prodotti di una società morta dalle radici, una fede nella vita inestinguibile.

Le si avvicinò con una fame atroce, fame di quella vita che le avrebbe spezzato, dilaniato e poi divorato. Le avrebbe fatto a pezzi la mente, l'avrebbe uccisa dall'interno. Stava già pregustando il momento con un ghigno famelico sul volto, mancava poco ad esserle vicina, avrebbe voluto affrettare il passo ma preferì gustarsi il momento.

Tanto nessuno l'avrebbe vista, era morta, sia fuori che dentro. Era solo una piccola matassa di tutte le frustrazioni umane, di tutti gli orrori di questo mondo, e la Morte l'aveva incaricata di portare i suoi "demoni" nei cuori di colore che possedevano ancora speranza. Un fantasma di odio e paure che si aggirava in una terra di uomini come deserti. La Morte l'aveva scelta, prediletta,per questo compito. Colei che era stata rinnegata dal marciume e dalla putrefazione di una civiltà ormai in decomposizione, che tenta disperatamente di definirsi società.

Era a pochi centimetri dalla sua vittima, ancora ignara del male che avrebbe patito. Si alzò in punta di piedi per avvicinarsi al suo orecchio, immediatamente il volto della giovane si fece più cupo e preoccupato. Il piccolo fantasma di mali ne rimase estasiato, decise di proseguire. Le sussurrò nell'orecchio le uniche parole che ormai conosceva: "Solitudine, tristezza, paura, terrore, gelo, lamento, morte..." .

La ragazza gridò presa dallo sconforto per quelle parole che, come dardi avvelenati, le stavano penetrando nella mente. Allora per cedere a quelle parole delle immagini, il piccolo corpicino la sfiorò. Bastò un piccolo gesto per farla cadere a terra urlante. Nella mente della ragazza si susseguivano immagini di sofferenze, torture, morti, delitti, terrori. Come se fossero in loop. Persone squartate, dilaniate, trucidate torturate fino ad una morte atroce. Chi moriva affogato nel proprio sangue, chi come ultima umiliazione moriva con l'odore della propria urina e delle proprie feci.

E' quello che doveva capire quella ragazza così felice. Non c'è via di scampo alla morte,inutile vivere serenamente, tanto l'uomo è disgustoso. Nessuno si sarebbe fermato per aiutarla o soccorrerla, è così che ragiona la massa "Ci sarà sempre qualcun'altro a farlo,no?". Infatti così accadde, come cavalli costretti ad guardare avanti dai paraocchi, le amebe circostanti non la osservavano neanche. Incuranti di tutto, a loro bastava continuare a vivere la loro esistenza grigia.

Continuò la lenta tortura. Quando la ragazza cadde a terra le conficcò la mano nel petto. Questa inarcò la schiena e smise di gridare. Iniziarono a scendere copiose lacrime dal quegli occhi straziati e rossi. Iniziò a muoversi convulsamente facendo uscire dalla bocca ingenti quantità di bava e sangue. Alla fine in preda alla disperazione, alla paura, e allo sconforto non riuscì più a trattenere l'urina.
Quell'orrore continuò sempre di più a sorridere, a godere di tale scena, di tale dolore. Lentamente scese con la mano verso lo stomaco, lo afferrò con forza e la povera vittima non riuscì a trattenere un conato di vomito che zampillò fuori dalla bocca spalancata.

Sempre più divertita decise di afferrarle il cuore, l'avrebbe portata alla fine. Mancava poco alla sua morte. Stava per sfiorare quel cuoricino infranto. Ma qualcosa la fece allontanare, le fece ritrarre la mano. Una luce abbagliante. Tentò di osservarla ma era troppo forte, troppo intensa per un essere di puro odio come lei. Così osservò la ragazza che lentamente smise di muoversi convulsamente. Riacquistò pochissima lucidità. Osservò la figura lucente dinanzi a lei. Con un ultimo respiro sorrise. 

La bambolina di tristezza in preda allo sconforto osservò direttamente la luce. Sentì una pace che non aveva mai provato, una tranquillità eterna. Vide l'essere di luce sfiorare la mano ad una donna grigia che immediatamente acquistò colore e vita. La giovane corse verso il cadavere e con frettolosità prese il cellulare chiamando disperatamente un'ambulanza.

La figura di luce si voltò verso la portatrice di ombre e le sfiorò il petto. Questa terrorizzata vide volar via dal suo corpo le ombre oscure che
l'avvolgevano, rivelandola per come era una volta. Una ragazza vogliosa di vivere e uccisa da una società di ignoranti e menefreghisti. Riuscì a sentirsi libera delle sue paure ma si sentì anche inquietata un poco da ciò che stava accadendo. Stava piangendo lacrime calde. La luce la guardò e le sussurrò:

"E' più facile morie di gioia,che di paura e terrore."

Con queste parole afferrò la sua mano e quella dell'anima della ragazza. Si mostrò per quello che era, un angelo. Spiegò le ali e portò via da quella inumanità ciò che un tempo ne era appartenuto.
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Angolo dell'autrice


Grazie per aver letto, e nel caso, recensito.
Spero che vi sia piaciuta questa storia,
recuperata purtroppo da un ricordo lontano di una storia che avevo scritto 
e poi cancellato perché sono scema .-. ( come suggeritomi da Stella Cadente).
Ringrazio, infatti, la mia cara amica per avermi costretta a riscriverla e a migliorarla (speriamo)
 
  
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