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Autore: _Destiel    05/05/2015    0 recensioni
"C'era una volta, nel centro di New York, lontano pochi isolati da Central Park, un Istituto. Una scuola, possiamo dire, dove i giovani Nephilim, ragazzi che dedicavano la vita alla lotta contro il male e a distruggere ogni forma di demone presente in questo mondo, venivano istruiti, allenati, preparati alla vita lá fuori. Ogni istituto era aperto a tutti i cacciatori che chiedevano ospitalità, ma alcuni di essi ci vivevano stabilmente. 10 ragazzi, maschi e femmine, erano stati assegnati ad esso e potevano quasi definirsi quasi indipendenti. Le loro vite, la loro sopravvivenza, il loro mantenimento erano sotto la responsabilità del Conclave, ovviamente, ma rimanevano abbastanza autonomi. Il Conclave aveva deciso di provare a fare questa sorta di "esperimento", per assicurarsi che, al compimento della maggiore età, questi ragazzi fossero in grado di gestirsi da sé, di essere dei bravi cacciatori. E aveva affidato loro la gestione dell'edificio."
Questa storia non riguarda, non direttamente, i personaggi descritti nei libri di Cassandra Clare, perché riguarda la generazione seguente. Infatti alcuni dei protagonisti sono proprio i loro figli. Coinvolge sia i personaggi di TMI che di TDI, che sono contemporanei.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONCE UPON A TIME - Prologo.

 

C'era una volta, nel centro di New York, lontano pochi isolati da Central Park, un Istituto. Una scuola, possiamo dire, dove i giovani Nephilim, ragazzi che dedicavano la vita alla lotta contro il male e a distruggere ogni forma di demone presente in questo mondo, venivano istruiti, allenati, preparati alla vita lá fuori. Ogni istituto era aperto a tutti i cacciatori che chiedevano ospitalità, ma alcuni di essi ci vivevano stabilmente. 10 ragazzi, maschi e femmine, erano stati assegnati ad esso e potevano quasi definirsi quasi indipendenti. Le loro vite, la loro sopravvivenza, il loro mantenimento erano sotto la responsabilità del Conclave, ovviamente, ma rimanevano abbastanza autonomi. Il Conclave aveva deciso di provare a fare questa sorta di "esperimento", per assicurarsi che, al compimento della maggiore età, questi ragazzi fossero in grado di gestirsi da sé, di essere dei bravi cacciatori. E aveva affidato loro la gestione dell'edificio. Ovviamente per i primi tempi, erano stati forniti di capaci istruttori, che li avrebbero seguiti e avrebbero verificato le loro effettive capacità, per le quali erano stati scelti tra i molti candidati.

 L'edificio non appariva ai mondani, tutte le persone comuni,per quel che era, poichè questo mondo, dominato dall'oscurità era loro celato, ed appariva chiaro solo ai cacciatori stessi, dotata di quella che veniva chiamata "Vista". Agli occhi dei comuni, esso era solo una specie di chiesa abbandonata, e nessuno aveva la minima idea di chi, o cosa, si nascondesse al suo interno. Oltre alle numerose camere da letto presenti in esso, c'erano una varietá di stanze adibite a tutti gli usi possibili ed immaginabili: dalle stanza piú comuni come la cucina, si passava alle stanze non trovabili in una normale abitazione, come la palestra, l'armeria, l'incredibile ed enorme biblioteca, persino una sala da ballo e una varietà di salottini minori, oltre a quello centrale,molto più ampio, che costituiva il punto di incontro abituale. 

Era passato circa un anno e mezzo, sin dall'inizio di questa prova, nel momento nel quale Ella, la secondogenita di William e Tessa Herondale, e Damon, figlio di Sebastian Morgenstern, abitanti dell'edificio, rientrarono quella sera all'Istituto, proprio in uno di quei salottini.

  La luce era spenta e il silenzio regnava; subito la ragazza Herondale si arrestó sulla soglia e cliccó l'interruttore. Nella stanza tornó la luce, che illuminó le pareti dipinte di rosso, quasi nascoste dai numerosi quadri, il grande tavolo di mogano al centro della stanza, posto sopra un tappeto del medesimo colore delle pareti, di una tonalità leggermente più chiara e un grande scaffale, pieno di libri, appoggiato al muro che, rivolte  le spalle alla porta, appariva, rispetto a coloro che entravano nella stanza, a sinistra. I tre divanetti bianchi erano collocati davanti alle tre pareti, esclusa quella ospitante la porta, sempre di mogano, ma non erano appoggiati ad essa. Scomparso il buio, ci fu un attimo in cui l'aria si riempì di sussurri, ma subito Daniel, il caro fratello di Ella, i genitori di ambedue ragazzi e tutti gli altri amici, presenti all'Istituto,  balzarono fuori dai loro nascondigli, da dietro il divano, da sotto il tavolo, dalla cucina, collegata al salotto, urlando: "Buon compleanno, Damon!". Ella osservó il suo viso, la sua espressione felice, la sua bocca sorridente e i suoi occhi illuminati, e gli lasció un lieve bacio sulle labbra.
 "Sei stata tu, vero?" Disse Damon, guardando la sua fidanzata.
 "Cosa te lo fa pensare?" Rispose la ragazza, cercando di nascondere quella flebile risata, mentre Daniel stappava la bottiglia di spumante, facendo finire il tappo sulla fronte di Alaska, la sua dolce ragazza. Ella non era mai stata brava a dire le bugie, ma era riuscita a tenere nascosto il segreto, questa volta. Damon rise, perché dopo tanto tempo era felice. Felice per la festa sì, ma non per la festa materiale in sé. Era felice di essere circondato da tutte le persone che amava, di vederle scherzare e divertirsi. Ma soprattutto, era felice per il più bel regalo di compleanno che si potesse ricevere. Una cosa non materiale, o meglio non ancora, che lo aveva riempito di una gioia mai provata. E aveva deciso di rivelare a tutti il motivo di questa gioia. Dopo tutte le avversità che avevano dovuto sopportare, ma che erano riusciti a superare, infatti anche Ella e Damon avevano potuto raggiungere la felicità. Ovviamente sin da subito Will e Sebastian erano rimasti sconvolti dalla felice notizia, al contrario di Daniel, che aveva fatto i salti di gioia, appena Damon aveva pronunciato le parole: "Avremo un bambino".
Subito Ella aveva ribattuto, sapendo i trascorsi di Damon che, a causa di Sebastian, era diventato parecchio maschilista: "O una bambina, Damon." E lui aveva sorriso, innamorato, come la prima volta che l'aveva vista, mentre Daniel continuava a urlare e gioire per il futuro nascituro. O nascitura.
"Non mi importa se sarà maschio o femmina. Diventerò zio! Diventerò zio!" esclama il ragzzo Herondale. Egli aveva 18 anni, quasi 19, al tempo ed era, soprattuto in quell'occasione, di una bellezza mozzafiato. Sulle labbra aveva stampato un sorriso a 32 denti e i suoi bellissimi occhi blu, ereditati dal padre, erano ancora più luminosi del solito. Una ciocca dei suoi capelli castani, questi invece presi dalla madre, gli ricadeva sul viso, mentre abbracciava, quasi soffocando i due futuri genitori. Will e Sebastian, invece, dopo lo shock iniziale,  avevano preso come solito a litigare. Su ogni cosa. Ad Ella sembro persino di aver sentito una discussione sul futuro cognome del bambino.
Ma ai così detti "Damella" (ovviamente su suggerimento sempre di Daniel) non importava. Dopo lungo tempo erano felici, e nessuno gliel'avrebbe portata via. Tessa invece, per la troppa felicità, o forse per la troppa asfissiatezza del figlio, era svenuta all'istante. Ma subito Will era corso da lei, a soccorrerla, interrompendo la discussione e  lasciando Sebastian a blaterale le medesime parole: "Il sangue di Morgerstern. Corrotto da una stupida Herondale."
Lui non avrebbe mai trovato l'amore, secondo Ella. Non che nessuno potesse amarlo, quello non lo metteva in dubbio. Bene o male, Damon, a suo modo, lo amava. Nonostante tutto quello che avesse compiuto nella sua vita. Ma tendeva ad allontanare tutti quelli che provavano anche un solo minimo sentimento nei suoi confronti, e questo Ella non lo capiva. Insomma  anche Will non era una bella persona, prima di incontrare sua madre. O perlomeno, era quello che diceva sempre. Ma ora come ora, si vedeva che si amavano molto, in ogni azione. Gli occhi cielo di Will splendevano ogni volta che incontravano quelli grigi di Tessa e nonostante a volte litigassero, non potevano stare troppo tempo senza parlarsi o toccarsi. Tessa era rimasta sempre una bella donna, molto giovane, dimostrando, a causa della natura, mezza strega e mezza Naphilim, circa 25 anni. Ancora un po' e l'avrebbero scambiata come la propria sorella, pensava Ella ogni volta. Anche Will era rimasto un bel uomo, e dimostrava una decina di anni in piú di Tessa, o poco più. Il famoso e terribile Jonathan, meglio conosciuto come Sebastian era coetaneo di Will. I suoi capelli  sembravano più bianchi che mai, proprio come il padre, egli occhi che sfarfallavano dal nero sino al verde scuro, mostravano qualcosa di oscuro nascondersi nel suo cuore, ma allo stesso tempo sembravano provocare agli occhi altrui una certa pietà e mancanza di affetto nel corso della sua vita. In molti avevano cercato di smuovere i suoi sentimenti, ma l'unico momento in cui si era sentito davvero felice era stato Il periodo, che aveva passato con Il figlio Damon, dalla sua nascita fino ai 8/9 circa. Il piccolo Morgenstern era cresciuto senza una madre, solamente con l'affetto, se così si può definire, del padre, Erano in molti a chiedersi chi lo avesse messo al mondo, ma Sebastian, l'unico che conosceva la sua identità, aveva sempre taciuto la verità. Damon non aveva avuto un'infanzia molto felice, al contrario dei due giovani Herondale. Erano stati cresciuti da due genitori splendidi che si amavano veramente. Perché sì,  loro era vero amore, quel tipo di amore che non puó finire, perchè una persona privata di esso, rimane e si sente come un guscio vuoto. E questo era lo stesso tipo di amore che viveva tra Damon ed Ella.  Erano due anime gemelle, due pezzi di un puzzle che si incontrano alla perfezione, due ciottoli identici, come lo jing e lo Jang.
Platone, nel suo "Simposio" racconta un mito che ha superato i secoli e accompagna ancora oggi gli innamorati. Parla di un tempo lontano in cui non esistevano differenze di sesso e gli uomini e le donne convivevano in un unico involucro; il femminile e il maschile incluso in un unico corpo, che era composto da quattro braccia e quattro gambe e due teste. Gli dei, gelosi di questa perfezione, li divisero per sempre ed è da allora che l'uomo cerca la sua metà femminile, e viceversa. Le due metà, un giorno o l'altro, si incontrano: lo dicono i fatti. Ed Ella era sempre stata affascinata da questo mito, ma non aveva mai capito cosa significasse...Almeno fino a quando non aveva incontrato il suo amato Damon.

 In ogni caso, ritornando alla festa in onore del compleanno di Damon, appena Tessa si riprese dallo svenimento improvviso. corse subito ad abbracciare Ella, e poi il suo futuro marito. O almeno, il loro matrimonio era quello che sperava.  "Voglio subito sapere ogni cosa. Di quanti mesi, giorni, ore, minuti, secondi... "
Ed Ella aveva cercato inutilmente di calmarla, ridacchiando "Mamma, calmati! Sei più emozionata tu di quanto lo siamo io e Dam messi insieme!"
E la madre, da avere gli occhi lucidi per la commozione, era scoppiata in un pianto di gioia. La notizia era inaspettata perché, ovviamente negli ultimi tempi, i due ragazzi, sebbene così diversi sia di personalità che di aspetto, aveva avuto dei trascorsi, non troppo piacevoli. Ma erano ancora insieme, innamorati come mai e, mentre Ella sorrideva a Damon, e lui le teneva una mano sulla pancia, non ancora visibile, per poi posarsi un dolce bacio, nei loro occhi e nelle loro menti rividero tutti i ricordi che, sin dal primo momento in cui erano venuti al mondo fino a quel momento, avevano vissuto. Ricordi felici, tristi, malinconici, divertenti, strazianti, indimenticabili. Tutti, perché ognuno di quelli era importante. Ognuno di loro li aveva resi le persone che erano in quel momento. Perché i ricordi sono come le parole. Anche se tu non vuoi esprimerli, sono comunque parte di te. E anche se non li mostri, o cerchi di comprimerli, ti rendono ciò che sei. E nessuno può cambiarli, se non sei tu a volerlo. Ma ora, andiamo a raccontare tutti questi ricordi, che ci hanno condotti fino a  qua. Sin dal principio. Dal 1 Febbraio 1996. Da quando gli occhi di Damon si aprirono e la flebile voce dell'infermiera sussurró: "Benvenuto al mondo Damon, spero che ti sorriderà e che tu sia sempre felice." E il mondo ora, dopo 19 anni, sembrava finalmente essere un bel posto.

  
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