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Autore: MargaretMadison    05/05/2015    1 recensioni
"Penso che il mio racconto possa sembrare la trama di un film di Alfred Hitchcock. Peccato che le sue creazioni siano finzioni inventate per intrattenere un pubblico appassionato degli horror, mentre la mia è tratta da una storia vera, la storia della mia vita"
[...]
«Molte persona, vittime di stalking, si rifiutano di ammettere di essere in pericolo e questo spesso porta a eventi tragici come quello di stanotte. Il fatto che tu sia anche una testimone del assassinio ti rende ancora più vulnerabile. Sei sicura che lui ti abbia vista?»
[...]
«Bene, Behati. Ho parlato con alcuni colleghi e pensiamo che sia meglio che tu entri nel PPT» spiega.
«C-cosa significa?» balbetta Behati osservando l’uomo in modo interlocutorio.
«Significa che sei entrata nel programma di protezione testimoni. Verrai trasferita al più presto a Sidney, in una nuova famiglia e con una nuova identità. Questo finché non troveremo il tuo stalker»
Behati stringe la coperta tra le dita e reprime al voglia di urlare che non è una vittima di stalking che tutto quello è solo un incubo ma lo sguardo severo dell'uomo le fa abbassare gli occhi e sospirare.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1


 
 
 

 

Adelaide, Saint Louis College.
3 Novembre 2013






La lezione di scienze passa lentamente, fin troppo lentamente a dire il vero e Behati appena può butta un'occhiata fuori dalla finestra o chiede l'ora al vicino di banco che cerca freneticamente di prendere appunti.
É l'ultima ora e Behati deve andare alla prove dello spettacolo e poi andare a lavorare al Joey's, la gelateria che l'ha assunta da tre mese per qualche ora alla settimana con una paga davvero ridicola.
«B.» la chiama Sharon, qualche banco dietro di lei. Aspetta che il prof si volti nuovamente verso la lavagna prima di girarsi ad ascoltare la ragazza.
«Che c'è?» bisbiglia.
«Hai deciso che audizione vorresti fare per lo spettacolo?»
Behati mangiucchia il tappo della sua penna nera cercando di sembrare vagamente presa dalla conversazione «Uhm, penso che farò Giulietta, in alternativa mi accontenterò di un qualsiasi altro»
Detto ciò si rigira fingendo di prendere appunti in modo da non ascoltare le inutili parole della castana che cerca di persuaderla a scegliere il ruolo della Balia o qualcosa di poco rilevante, fare la comparsa come sempre, quindi.
Probabilmente non verrà presa manco per fare una comparsa e allora fingerà di congratularsi con Sharon dicendole che sarà la Giulietta più bella di tutte. In quattro anni di scuola non è mai riuscita ad ottenere un ruolo importante, quelli erano solo ed esclusivamente delle persone popolari. Non conta quanto tu sia portato per la recitazione, se non sei parte del giro giusto non vieni notato manco per sbaglio.
Non che Sharon sia popolare solo che suo padre, un ricco imprenditore, dona sempre copiose somme di denaro alla scuola e questo permette alla castana di avere sempre voti alti anche quando è impreparata e i ruoli principali nelle recite scolastiche sebbene tutto il Saint Louis College fosse a conoscenza delle sue scarse doti artistiche.
Però Sharon è l'unica che le rivolge la parola e la può quasi considerare un'amica.
Qualche minuto prima del suono della campana Behati ha già messo via il materiale in cartella ed è praticamente pronta ad uscire perché lei ogni giorno è l'ultima ad arrivare in classe e la prima a sgattaiolare fuori per respirare quell'aria di libertà nei corridoi del liceo.





 
 
 
 
 

Durante la pausa pranzo Sharon continua a raccontarle di quanto sia agitata e di quanto le tremano le gambe tutte le volte che sale sul palco o di quanto si senta a casa una volta che prende confidenza col copione e riesce ad «Entrare nell’anima del personaggio»
Behati alza gli occhi verdi al cielo quando l'amica non la guarda, stufa di tutte quelle paranoie che la castana si fa.
É carina Sharon, non il tipo di ragazza che ti colpisce e che guarderesti per ore ma tutto sommato non è male. Ha il viso squadrato, gli occhi castani e gli zigomi alti. Indossa sempre vestiti eleganti e non l'ha mai vista portare un paio di scarpe da ginnastica se non nelle ore di educazione fisica. Sono coì diverse che a volte Behati si chiede come Sharon possa definirla la sua amica del cuore nonostante conosca tutti nel College.
«Tranquilla, Sharon. Andrà benissimo» sorride nel tentativo di rassicurarla.
Sharon annuisce e poi si alza di scatto, non ha nemmeno toccato il piatto di pasta che ha nel piatto «Mi accompagneresti a provare di nuovo le battute?» domanda col suo tono di voce acuto porgendole la mano.
La bionda prende la mela dal vassoio e si alza buttando il pranzo nel cassonetto dell’umido. Sua zia essendo italiana le cucina la vera pasta, non quella cosa collosa che spacciano per tale a scuola.
«Andiamo, dai»
Sharon saltella sul posto e l’abbraccia lasciandole un bacio sulla guancia e sì, è l’unica forma di affetto che Behati è solita ricevere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Behati cerca di non sembrare cattiva quando corregge Sharon ma – in fin dei conti – chiunque sa che i protagonisti sono Romeo e Giulietta e non Ramon e Juliet.
Che poi da dove avrà pescato quei nomi?
«Prova a dirlo con un’intonazione diversa. Siamo in cortile, Giulietta è triste perché il suo amore è impossibile e confessa il suo amore per Romeo alla Luna. “Oh Romeo, Romeo perché sei tu Romeo!? Rinnega tuo padre, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, giura che mi ami e non sarò più una Capuleti. Solo il tuo nome è mio nemico: tu sei tu”» alza gli occhi verso il cielo, la voce si fa più bassa e cerca il più possibile di risultare credibile. Non deve nemmeno leggere il copione, quelle battute sono già impresse nella sua mente.
Sharon la guarda ammirata, è completamente stregata dall’amica e spalanca gli occhi passandosi una mano tra i capelli castani «Oh, B. sei così brava. Ti meriti il ruolo di Giulietta, io non sono alla tua altezza»
Behati sorride sfoderando la sua dentatura perfetta e arrossisce, non abituata ai complimenti «Con un po’ di allenamento ce la farai anche tu»
«Lo pensi davvero?» chiede Sharon speranzosa, gli occhi che brillano dall’emozione.
L’amica tossisce, cercando di non far sembrare falso quello sta per dire «Sì, insomma, io faccio il tifo per te, lo sai»
E sì, si sente uno schifo di persona a illudere così Sharon, ma d’altro canto non può rischiare di perdere l’unica amica che ha, anche se la maggior parte delle volte pensa che non sia una grave perdita. E un po’ le fa tenerezza, perché nonostante abbia diciotto anni è ancora ingenua e pura e se sapesse in che condizioni vivesse Behati, probabilmente ne rimarrebbe allibita.
«Ti voglio bene, B.» sussurra Sharon stringendola ancora a sé stessa.
«Anche io, Sharon»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Non c’è più meritocrazia in questo Paese» sbotta Joe appoggiato al bancone del Joey’s mentre osserva la sorella servire una coppetta di gelato a un bambino «Insomma, il teatro è la tu vita, dovrebbero spettare a te i ruoli più importanti. E non capisco nemmeno perché tu continui a stare dietro a quella fessa»
Behati si pulisce la mani sul grembiule di lavoro e si sistema la coda bionda «Si dà il caso che “quella fessa” sia la mia unica amica e anche se trovo ingiusto che lei abbia tutto e io niente, me la devo fare andare bene»
Joe si porta una mano sul cuore con fare teatrale «Io sono tuo amico e hai anche zia Maura, non sei da sola»
Behati sbuffa «Ma non è la stessa cosa. Per mia disgrazia tu sei mio fratello e poi zia Maura non posso considerarla mia amica, con lei non posso parlare di ragazzi o altre cose di cui parlano le ragazze, mi sentirei in imbarazzo, ecco»
La bionda appoggia i gomiti sul bancone e avvicina la testa a quella del fratello. Hanno gli stessi occhi verdi e le stesse labbra sottili ma Joe ha ereditato la chioma scura del padre e ha il naso aquilino, se non fossero imparentati Behati ci avrebbe di sicuro provato.
«Che ruolo ti hanno dato questa volta? Farai di nuovo l’albero?» scherza Joe pizzicandole una guancia.
«Stronzo» borbotta «Quello è stato due anni fa»
Joe ridacchia mentre il campanello che segna l’entrata di un nuovo cliente invita Behati ad alzarsi e tornare alla sua posizione «Ciao, cosa desideri?» chiede sorridendo osservando distrattamente il ragazzo difronte a lei.
«Ehm… un cono cioccolato e menta» balbetta passandosi una mano tra i capelli biondicci.
La bionda annuisce preparando l’ordinazione. Sente che lo sguardo del ragazzo non si stacca dal suo corpo e questo un po’ l’imbarazza ma, da brava attrice, finge che la cosa non la turbi anche se dentro di sé vorrebbe alzare lo sguardo e urlagli “Hai finito di farmi la radiografia?”.
«Eccoti, sono due dollari e quaranta» dice porgendo il cono al ragazzo che le cede una banconota da cento dollari.
«Ehm, non ho il resto esatto da darti, non hai della moneta?» chiede imbarazzata.
Il ragazzo scuote la testa «Oh tranquilla, non importa» le sorride mostrandole le sue fossette.
Behati lo guarda sbalordita «Non puoi pagare un cono cento dollari, dai» scuote la testa divertita «Se vuoi puoi prendere la vaschetta da cinque gusti che costa quindici dollari così magari riesco a darti il resto che ti spetta» propone
Il ragazzo sembra troppo preso nell’osservare le sue labbra muoversi per ascoltare quello che sta dicendo e continua ad annuire a ogni parola della ragazza «Si, va benissimo»
«Veramente ti ho chiesto che gusti vuoi» precisa lei mentre lancia un’occhiata stranita al fratello. Ma che problemi ha questo?
Il biondino scuote la testa come se si fosse risvegliato dai suoi pensieri «è indifferente, scegli tu»
Prima di girarsi a prendere la vaschetta, Behati lancia un’occhiata stranita a Joe che ridacchia.
«Eccoti, ti ho messo cioccolato, menta, panna, stracciatella e mango. Spero che ti vadano bene» porge il sacchetto al ragazzo che non smette di sorriderle.
Guarda la cassa sconsolata «Posso darti sessanta dollari oggi, se torni domani posso darti il resto dei soldi»
Il ragazzo le sorride nuovamente «Va benissimo così»
Behati prende due banconote da venti e un da dieci e allunga le banconote al ragazzo che nell’afferrare il soldi, sfiora i polsi sottili e le dita lunghe e affusolate della giovane, che s’irrigidisce.
Si muove lentamente, come se fosse una scena al rallentatore e appena Behati è sicura di non avere più i soldi in mano si allontana «Lascerò un messaggio alla mia collega dicendole che ti deve dei soldi, buona giornata» borbotta imbarazzata, nascondendo le mani dietro il corpo.
Il ghigno sul volto di Joe sparisce, quel ragazzo non lo convince e soprattutto non gli piace come stia osservando la sorella.
«Oh e… quando posso trovare te, invece?» balbetta
Behati apre e chiude più volte la bocca nel cercare una scusa credibile da rifilargli quando il campanello la salva annunciando l’entrata di un gruppo di mamme con i loro bambini.
Lancia un ultimo sguardo al ragazzo «Ehm, come vedi sono occupata ora, non ti preoccupare per i tuoi soldi, li riavrai»
Il ragazzo annuisce con lo sguardo basso e esce dalla gelateria.
Behati sospira, quel ragazzo non convince nemmeno lei.































MY LITTLE TALK.
Eccomi ancora qui, col primo capitolo di Animals *urla da stadio*
Allora, in questo capitolo troviamo Sharon e Joe che saranno personaggi importantissimi ma vi consiglio di non affezionarvi perché dan dan daaaaaan guai in vista per i nostri amici.
E poi un ragazzo "biondiccio" che entra in gelateria e non convince Joe... Uhm, chi potrà mai essere?
Adesso vi lascerò con questi dubbi che vi assaliranno anche la notte e vi invito a passare di qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3105743&i=1

bacissimi
Megghy
  
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