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Autore: Pen_Inkwell    05/05/2015    5 recensioni
Tre figli delle tenebre all'alba partiranno,
Il flagello e la maledizione la verità trapelar faranno,
Il caos e la morte al tramonto della luna il dio caduto libereranno.
-SPOILER BLOOD OF OLYMPUS-
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I raggi del sole che splendevano sulla sua carnagione candida sembravan quasi potessero penetrargli sin dentro le ossa, ogni bagliore che toccava la sua pelle lo bruciava come ferro rovente.
Era da più di un mese in viaggio e ogni volta che si fermava per ristorarsi o riposarsi era per lui una vera tortura. Guardò il cielo limpido e un dolore lancinante lo travolse, corse in direzione dell'ombra più vicina, lì sarebbe stato al sicuro.
Si sedette sotto un grande albero di quercia, le braccia gli fumavano per il calore e nella sua mente aleggiavano tre specifiche domande “Perché mia madre mi ha fatto tutto questo? Questa è la libertà di cui tanto mi parlava? Il dolore è libertà?” se l'ultimo quesito aveva un si come risposta sarebbe voluto tornare nel tartaro seduta stante.

Si rimise in piedi guardando nuovamente le sue braccia bruciacchiate, da quando il suo corpo era diventato più concreto si bruciava molto di meno ma era costretto a fermarsi più spesso, e questo rallentava di molto i suoi spostamenti.
Ripartì, viaggiando fra le ombre come aveva fatto ormai per giorni e giorni, costretto ad udire storie che non gli appartenevano narrate da voci troppo lontane. “Almeno non sono lamenti” si disse il ragazzo, pensando all'acheronte.
Le sue riflessioni sul fiume dei lamenti lo avevano così distratto da non farlo accorgere di essersi fermato.

Osservò il posto in cui era capitato, dava tutta l'idea di essere una vecchia soffitta. L'unica piccola finestrella era coperta da libri e i pochi raggi di sole che erano riusciti ad entrare illuminavano vecchi trofei polverosi appoggiati su bauli in cuoio. Si avvicinò ai trofei, forse gli avrebbero rivelato in che strano luogo era andato a finire, su una targa c'era scritto 'testa d'idra n.1 woodstock, NY, 1969'.
Continuò ad osservare quel posto,confuso, notò delle armature coperte di ragnatele.«Ma in che razza di posto sono?» sussurrò piano avvicinandosi a un tavolo zeppo di barattoli di vetro pieno di cose in salamoia: artigli mozzati,grandi occhi gialli e altri pezzi di mostri.

Ad un tratto, Michael, così si chiamava il ragazzo, sentì una fitta al lato sinistro del costato “Devo avere qualche costola rotta, devo aver sbattuto da qualche parte quando sono arrivato qui” pensò puntellandosi alla spada per alzarsi cercando appoggio nel vecchio scaffale, che troppo usurato dagli anni crollò sotto il suo peso facendolo finire lungo disteso tra la polvere e i barattoli rovesciati.

Alzandosi si trovò una spada di bronzo puntata al collo «Fermo, non muoverti» ordinò un ragazzo dai capelli neri e gli occhi verdi in piedi davanti a lui, per un attimo Michael rimase allibito.Ma da dove era entrato? Era sicuro di non aver visto porte. Si guardò nuovamente intorno e notò sul pavimento una botola verdastra sollevata.

«Chi sei? E.. ecco.. come sei arrivato qui?» la voce del giovane lo riportò alla realtà e prontamente portò in alto le mani con la spada dalla lama nera ancora stretta in pugno. «Posala bello e dimmi chi sei» ripeté nuovamente il suo interlocutore, Michael, sofferente, posò a terra la spada, ma rialzando lo sguardo vide che altre tre persone erano sopraggiunte passando per la botola «Percy sei qui?» Chiese una ragazza alta dai capelli biondi e gli occhi grigi avanzando verso di loro. «Si Annabeth sono qui, venite, c'è una cosa che dovreste vedere.»Gli rispose lui senza muovere la spada dal collo di Michael.

Altre due figure si fecero avanti cosicché riuscì a distinguerli meglio, oltre ad Annabeth c'erano una ragazza dai capelli arruffati color caramello intrecciati con piume d'aquila che portava un Gilet Apache sopra una stinta maglietta arancione che riportava la scritta: 'Campo Mezzosangue', La  teneva per mano un ragazzo alto, snello e muscoloso, dai capelli chiari e dagli occhi azzurro intenso «Chi è questo? E emh... perché è in soffitta?» chiese il biondo, divertito. «Beh sicuramente non è un trofeo» rispose la giovane ridendo un poco.

Percy aprì la bocca ma prima che potesse rispondere Michael lo anticipò «Io sono Michael Light figlio di N..» Stava per concludere la frase quando fu interrotto dallo sbattere della botola e da un semidio dalla pelle pallida e dai capelli neri lunghi che con aria visibilmente allarmata entrò declamando a gran voce «Percy! Perseus Jackson dei del cielo, dove sei?» Questo si girò e gli rivolse un rapido sorriso «Nico, Mi cercavi?» Il giovane si ricompose e annuì serio, dicendo «Devi seguirmi abbiamo un grosso problema.» In quell'istante Michael alzò la mano sinistra per disarmare il semidio distratto, ma il dolore lo piegò in due e cadde a terra, svenuto.

 

   
 
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