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Autore: Tynuccia    05/05/2015    2 recensioni
[Gundam SEED Destiny]
Trascorsero qualche istante in silenzio, quindi Yzak riprese la parola. “Non ho intenzione di apparire disperato. O stupido, peggio ancora.” [Yzak x Shiho]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Matrimoni
 
*
 
   Lo trovò in piedi vicino alla balaustra in pietra, le mani cacciate nelle tasche dei pantaloni. Shiho si avvicinò a lui ed intrecciò le braccia dietro la schiena, lo sguardo fisso sul mare poco lontano. “Temevo fossi fuggito via,” notò con fare disinteressato.
  “Cosa sono, il tuo maledetto cane?” ribatté Yzak, forse con troppa crudeltà perché vide come Shiho, che pure era abituata e immune ai suoi scatti di’ira, aveva sgranato gli occhi, stranita. Esalò un verso rabbioso all’indirizzo di se stesso. “Perdonami.”
  Lei per qualche istante non disse nulla, quindi scosse lievemente il capo. “Stai bene?” si premurò di chiedere. “Ti osservo da un po’ di giorni ed è palese che sei assente.” Fece una pausa, mordicchiandosi il labbro inferiore. “Ho preferito non infierire con le mie domande assillanti, ma sto iniziando a preoccuparmi.”
  Yzak si voltò a guardarla mentre lei continuava a scrutare l’orizzonte. Il suo volto era disteso, e le sue labbra arricciate verso l’alto. Spesso non comprendeva se fosse davvero così placida o se sapesse nascondere bene l’agitazione. “Ti va una passeggiata?” propose infine, la mano tesa verso di lei.
  Shiho allargò il sorriso ed annuì, lasciando che il pallido arto del ragazzo inglobasse il suo. In tutta onestà sperava di scappare a sua volta dal ricevimento ed era sicura che la loro assenza non avrebbe fatto la differenza per gli altri.
  Erano stati invitati al grandioso matrimonio del Presidente di PLANT, Lacus Clyne, con il Comandante Kira Yamato e, come consono ad una coppia del loro calibro, la celebrazione era stata indimenticabile; da copertina patinata. Si erano sposati su Maius Six, famosa per il romantico panorama adatto a scambiarsi promesse eterne, davanti ad un centinaio di ospiti selezionatissimi ed altrettanti rappresentanti dei media. In seguito alla cerimonia si erano spostati in un’enorme e sfarzosa villa per il banchetto, se possibile ancora più pretenzioso dei voti pronunciati sulla spiaggia al tramonto.
  “Non sopporto gli sposalizi,” commentò Yzak mentre percorrevano il lastricato che costeggiava il lungomare. Notò come Shiho sospirò, sognante. “Appunto. Li odio anche perché poi devo assistere a reazioni simili.”
  “Sei un autentico guastafeste,” gli disse, ma non mancò di sorridere divertita di fronte al suo cinismo. “A me è piaciuto, e inoltre Lacus era davvero molto bella. Si vedeva che sia lei che il Comandante Yamato erano emozionati.” La sua voce non tradiva lo strascico di sentimentalismo che non tradiva il suo essere donna sotto l’uniforme maschile di ZAFT.
  “Banale. A momenti mi si sono cariati i molari, soprattutto quando hanno lasciato libere le farfalle, alla fine,” rammentò Yzak, disgustato. “O quando Yamato ha pianto nel vedere il Presidente Clyne camminare verso di lui. Non so cosa sia peggio, onestamente.”
  Lei scoppiò in una fragorosa risata poiché, sebbene non condividesse le sue opinioni, non mancava di notare il sincero disagio che lo faceva parlare. Ricordava come quel pomeriggio, quando Lacus aveva fatto il suo trionfale ingresso e Kira si era commosso, Yzak aveva storto il naso, rischiando una frattura, mentre tutti gli altri ospiti attorno a loro – Shiho inclusa – si erano inteneriti per quella tacita manifestazione d’amore. Si era augurata che nessuno lo vedesse palesare tanto disgusto, ma per sua fortuna il Comandante Joule ed i suoi modi spicci erano passati in secondo piano.
  Yzak esibì un sogghigno appena accennato, contagiato dalle risa di lei, e si fermò di fronte ad una balaustra di legno, appoggiandosi contro essa. “Il nostro matrimonio non avrà lacrime. O tramonti. O farfalline,” annunciò, irremovibile, sillabando specialmente l’ultima parte. Adocchiò il suo Maggiore brevemente prima di tornare a fissarsi le mani. “Non sei affatto brutta, ma non aspettarti che io mi sciolga in piagnistei nel vederti comparire. Come invece ha fatto quel babbeo di Yamato.” Nuovamente la sentì ridere e, come ogni volta, si stupì di come i suoi continui commenti caustici potessero divertirla in tale maniera. In barba a coloro che lo accusavano di essere un uomo di poco spirito.
  “Ti assicuro che non ci saranno animali. O lacrime,” concesse Shiho, “però il tramonto, volenti o nolenti, ci degnerà della sua presenza, ad un certo punto.”
  Davanti a quel commento, Yzak non riuscì a non emettere un verso graffiato e roco, come se stesse tossicchiando, ma il Maggiore Hahnenfuss sapeva riconoscere le peculiari risate del suo superiore.
  Trascorsero qualche istante in silenzio, quindi Yzak riprese la parola. “Non ho intenzione di apparire disperato. O stupido, peggio ancora.” Sentì il suo sguardo curioso addosso e sbuffò, passandosi una mano nei capelli chiari. Odiava dover esprimere certi pensieri, ma c’erano delle volte in cui tenerli per sé avrebbe peggiorato la situazione. Si girò ed incrociò le braccia sul petto, dandosi un tono autoritario. “Maggiore Hahnenfuss,” cominciò a bofonchiare, “vorrei capire se hai davvero intenzione di sposarmi o se adori semplicemente prenderti gioco del sottoscritto.”
  Shiho arrossì con fare colpevole e cominciò a giocherellare con una ciocca di capelli, vagante a causa del vento che soffiava dal mare. “Allora è questo argomento che ti rende così nervoso?”
  “Non solo. E rispondi alla domanda,” ordinò Yzak, come se fossero stati in ufficio. Non poteva sicuramente raccontarle dei recenti dissapori in Consiglio dovuti a questioni politiche riservate, causa principale delle sue emicranie e del suo pessimo umore, ma allo stesso modo non era nella posizione di contraddirla.
  Le aveva chiesto di sposarlo da un anno. Sapeva già da tempo che Shiho Hahnenfuss sarebbe stata l’unica donna con cui avrebbe voluto costruire una famiglia, quindi non aveva perso ulteriori mesi dopo la fine della guerra. Si era aspettato una risposta emozionata, ma la tedesca lo aveva stupito con uno sguardo confuso. Aveva accettato di buona lena, alla fine, ma lo aveva costretto ad aprire gli occhi sulla realtà dei fatti. Erano due alte cariche di ZAFT e, formalmente, non era permesso che marito e moglie lavorassero gomito a gomito. Al contempo l’esercito richiedeva la loro presenza per svariate missioni ed era impensabile che uno dei due si licenziasse per seguire sogni romantici. Yzak per primo si era rimproverato quell’errore di valutazione – soprattutto in preda all’imbarazzo – ma l’essere circondato da coppie di amici e conoscenti che convolavano a nozze aveva messo a dura prova la sua inesistente pazienza ed il suo pomposo orgoglio.
  Shiho esalò un sospiro. “Perdonami. Non è mia intenzione farti sentire uno zimbello.” Essendo lontani da occhi indiscreti, allungò una mano e gli lasciò una carezza sulla guancia. “Per quanto io desideri diventare tua moglie, sai benissimo che non è semplice prendere un congedo non temporaneo. Sono un Maggiore e da me dipende un team intero.” Con quel commento gli impedì di ribattere che avrebbe potuto andarsene lui: se lei, che ancora era una Redcoat, doveva rispondere di una quindicina di piloti, lui che comandava addirittura due navi da guerra non poteva permettersi leggerezze di nessun tipo. “So che sei cresciuto con l’idea di una moglie dedita alla casa e alla cura dei figli a trecentosessanta gradi, ma io non sono così,” riprese a dire, questa volta con tono meno pratico. “Ti sposerò nel momento in cui saprò di poter lasciare ZAFT a cuor sereno e con un interessante prospetto di lavoro. Lo giuro.”
  Yzak distese i lineamenti del volto, suo malgrado. Non sapeva come ci riuscisse, ma Shiho sapeva farlo ragionare meglio di chiunque altro avesse mai incontrato. E mai, mai, avrebbe ammesso che era proprio quel suo modo di fare risoluto e poco convenzionale che la faceva distinguere dalla massa, soprattutto ai suoi occhi. “Basta che non si sposi anche Dearka, nel frattempo. Non credo riuscirei a sopportare l’umiliazione.”
  Shiho si morsicò il labbro per non scoppiare a ridergli in faccia ed annuì. Glielo doveva, soprattutto perché quando il suo storico rivale, Athrun Zala, si era sposato con la sua Principessa di Orb, Yzak non aveva dato troppo di matto per l'ennesima vittoria dell'Ammiraglio, costringendola a sposarlo in fretta e furia pur di primeggiare. “In quel caso sarò io stessa a contattare il catering per il banchetto,” si arrese a dirgli, passandosi le mani sulle braccia nude, infreddolita.
  Di fronte a quel gesto Yzak roteò gli occhi chiari e si apprestò a coprirle le spalle con la sua giacca. “Dovremmo tornare alla vila,” propose, prima di fare dietrofront e ripercorrere i passi di qualche minuto prima.
  Shiho, intenerita da quella silenziosa accortezza, strinse la stoffa scura tra le mani e si affrettò a rincorrerlo, affiancandolo nuovamente nella passeggiata notturna. “Allora? Non sei arrabbiato, vero?” si premurò di domandargli, almeno per dare un senso all’originario motivo per cui si era spinta a cercarlo.
  “Io sono sempre arrabbiato,” le fece notare Yzak, ma si voltò leggermente con un ghigno appena accennato sulle labbra. “Solo che, adesso, lo sono un po’ meno.”
 



Grazie all'ultima shot di Shainareth (che è comunque di qualche mese fa) e un sacco di altre chiacchiere mi è tornata un po' di ispirazione per questi due stupidotti che non ho mai smesso di amare <3 Ah, mi era mancata questa sezione! <333
  
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