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Autore: j_j_joker90    06/05/2015    0 recensioni
Carlo aveva un bel lavoro, tanti amici ed era simpatico, ma tutti gli attribuivano un solo difetto, essere mammone.
Chi ha bisogno di un’appiccicosa e glicemica ragazza sempre pronta ad accontentarti?
Una storia per raccontare una figlio e una madre, puramente inventata... oppure no?
Genere: Dark, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carlo aveva un bel lavoro, tanti amici ed era simpatico, ma tutti gli attribuivano un solo difetto, essere mammone.
Carlo amava la sua mamma e fu per questo che a 35 anni ancora abitava a casa con lei.

Con questo non voglio dire che non abbia mai voluto sistemarsi, con una moglie e dei bambini; ci ha provato, ma per oscure ragioni ogni suo tentativo era sempre finito con un insuccesso e sofferenze, a cui la madre aveva sempre prontamente rimediato.

Un giorno Carlo conosce Sara una ragazza universitaria, più giovane di lui, che studiava medicina nella sua città; Carlo fu estasiato dalla sua dolcezza e amorosità nei confronti dei bambini.

Passarono un po’ di mesi e Carlo si convinse che quella era la donna fatta per lui, una moglie intelligente e sensibile, una gran lavoratrice che desiderava una famiglia, cosa poteva chiedere di meglio?

Così la portò a conoscere finalmente sua mamma, Angela.
Angela era una donna che ne aveva viste tante nella sua vita e suo marito, il padre di Carlo, era morto giovane in circostanze misteriose, ma nonostante tutta la sofferenza era riuscita a dare al figlio un futuro.

Una donna di classe, una donna con dei principi e che non disdegnava la bellezza naturale; negli ultimi anni sembrava diventare sempre più bella anche se più vecchia.
La serata in compagnia di Sara fu stupenda e le due si trovarono subito d’accordo soprattutto grazie alla passione di entrambe per la cucina.
Sara era una vera maga ai fornelli, sin da bambina aveva avuto la passione per la cucina, così Angela in privato chiese alla giovane per quale motivo avesse deciso di fare il medico.

Sara non rimase stranita da quella domanda ma lo rimarrà di più della reazione di Angela a quella risposta.

La ragazza era la quarta di figlie femmine, quattro sorelle.
La loro famiglia era molto matriarcale; Sara raccontava che ella, come il padre, aveva paura di sua madre e delle sue sorelle che possedevano il potere in famiglia.
Le tre sorelle maggiori erano cresciute con l’idea che tutte le donne erano migliori di tutti gli uomini, che non facevano altro che stringere il cappio sulla felicità e creatività delle donne e per questo andavano puniti.
La madre era cresciuta durante dei periodi pericolosi e discriminatori e non volle fare ciò che avevano fatto a lei alle sue quattro belle, intelligenti e potenti figlie.
Solo che le prime tre erano ribelli e indocili, ma anche senza un lavoro e chiuse in quella mentalità di superiorità che regnava nella loro casa.
Sara al contrario era una ragazza docile ma intelligente, forse non era la più estroversa delle persone ma sapeva ciò che voleva a prescindere dal ruolo affibbiatosi dalle altre donne o dagli uomini.

Angela, con sguardo impietrito si chiese come parole quali “potere” e “paura” potessero essere affibbiate ad una madre, ma con una risatina beffarda risolse tutto come fosse una chiacchierata sul tempo.

La serata finì nella zuccherosità più assoluta con due dolci, uno preparato da Angela, una classica ma indimenticabile torta della nonna ed uno di Sara una peccaminosa torta al cioccolato ricoperta di deliziose e delicate fragoline di bosco.
Carlo era al settimo cielo, due pasticcini squisiti e due torte altrettanto deliziose, cosa poteva chiedere di più; mangiò due fette di Sara e una della madre, con la promessa che se ne sarebbe portato una fetta a lavoro, la madre sorrise come sempre.

Durante la notte Angela, in confronto al solito, non riuscì a dormire bene.

Pensò che Sara era forse troppo per Carlo che era così innamorato da non vedere e capì come fosse riuscita a prendere il cuore di suo figlio.
Sara nascondeva dietro la dolcezza e la falsa modesta la capacità di rapire gli uomini dai lettini le cui mamme sistemavano ogni mattina e un orribile senso le attaccava all’intestino fino a farlo colare bile.

Così quella notte si alzò e andò a bussare alla porta della ragazza, che secondo le direttive di madre, era divisa da quella di figlio.
La svegliò e spostate in cucina, la stanza in cui fino ad ora si era sentita più sicura, le chiese scusa per essere sembrata così insensibile alle sue vicende familiari, Sara rispose con gentilezza che non ce ne era bisogno e che avrebbero comunque potuto parlarne al mattino, così dopo un abbraccio la dolce fanciulla si avvio di nuovo verso il sonno, ma Angela si sentiva troppo in colpa per lasciarla andare così.

“Mi dispiace” disse.

“Mi dispiace di aver creduto che tu potessi essere quella giusta per mio figlio.
Per un attimo ho pensato che tu volessi il suo bene e solo quello, ma poi mi sono chiesta perché una ragazza così intelligente e che odia la sua famiglia, dovrebbe volerne una…ho capito che non è così.
Tu non sei quella che pensi di essere, credi di essere migliore delle tue sorelle, credi che disprezzare il lavoro di tua madre su di te ti renda un ottima scelta per un matrimonio da favola, credi di essere una principessa, beh non lo sei, io lo sono.
Sono sempre stata una moglie fedele e una madre amorevole, ho tenuto più alla vita dei miei cari che alla mia, ma più di tutti io amo mio figlio e mi sentirei tremendamente in colpa a lasciare che una puttana femminista come te lo incateni ai suoi ideali.
Fidati delle miei parole, ti sto facendo un favore; un giorno ti sveglierai e non lo amerai più, pretenderai che faccia ciò che tu ti eri prefissata di fare, che ti capisca nei momenti di debolezza, capirai che lasciare un lavoro per il quale avevi tanto faticato ti ha resa schiava e odierai tanto quell’uomo che invece dovresti amare, ma non ti accorgerai che l’artefice della tua vita “misera” e “infelice” sarai solo tu.
Credi di poter essere qualcosa che non sei, io sono la donna che tu desideri essere per mio figlio.
Devi andartene questa sera stessa e non solo da questa casa ma dalla vita del mio bambino e ti aiuterò a farlo”

Sara non ebbe il tempo di capire a fondo il significato di quelle parole che una leonessa bionda si preparava a morderle il collo.
Angela mostrò le sue corna, i suoi denti lunghi e scintillanti sotto la luna e con gli occhi forti di una luce abbagliante la guadava; era un’immagine orribile e disgustosa, non c’era più niente di quella dolce signora.
Ebbe pochi secondi per ammirare quella figura rivoltante ma incantatrice, sembrava aver risparmiato quella naturale bellezza che affascinava.

Dopo che Angela si rivelò non perse tempo e prese atto della promesse fatte; Sara non urlo, non combatté, senza una parvenza di spiegazione si sentì improvvisamente libera e leggera.
Non stava morendo, ma una parte di lei, una parte che le era sempre stata antipatica le veniva staccata lentamente e dolorosamente, ma quel dolore non pesava tanto quanto la felicità che stava provando.

Il demone rivelò le sue ali angeliche e con i denti e gli artigli Angela strappo via tutta la dolcezza e la finezza dà Sarà e la ingoio, nel suo ventre ora si celava tutto ciò che Sara, in fondo al cuore, odiava.

L’orrore di quella scena che sembrava provenire dagli inferi finì come era iniziata e niente sangue fu sparso.

Quando la ragazza si risveglio il giorno dopo, fu orribilata dall’uomo che fino al giorno prima amava spezzando il fidanzamento e il povero ragazzo.
Non era la prima volta che Carlo veniva lasciato così bruscamente da una donna, a volte però capitava che fosse lui a non vedere più ciò che lo aveva fatto innamorare e come al solito si ritrovò con un buco fresco nel cuore pulsante che andava riempito.

A quel punto sua madre apparve come una manna dal cielo consolando il figlio e facendolo aggrappare per l’ennesima volta alla sua sottana, a nutrirlo con il suo latte e non facendogli mancare niente.

“Mamma non sei mai stata tanto…dolce in vita tua, ti amerò il resto della mia vita”

E quelle furono le parole, che per l’ennesima volta la facevano sentire soddisfatta e piena di vita.

Ogni volta però qualcosa cambiava in Angela, sperava che questa fosse quella giusta che finalmente suo figlio avesse trovato l’amore della sua vita, forse questa volta avrebbe potuto sentirsi anche lei libera come lo era stata Sara quella notte, ma qualcosa le impediva di lasciarlo andare.
Carlo, d’altro canto adorava essere viziato mortalmente dalla madre sembrava accettare ogni volta con più grado l’abbandono dell’ennesima fidanzata, tanto avrebbe sempre avuto la mamma a leccargli le ferite.

Quella sera stessa sua madre gli preparò una torta, una dolce al cioccolato ricoperto di fragoline di bosco, ma questo era decisamente più buono di quello di Sara, questo glielo aveva preparato la sua mamma, questo era più peccaminoso e più saporito e sembrava che ogni morso producesse un orgasmo in Carlo.

Qualche tempo dopo, come al solito Carlo inizio a passare sempre meno tempo con Angela e ad amare sempre di meno quella nauseabonda torta al cioccolato, sempre così noiosa e d in quel periodo che conobbe Anna.

Anna era un’affascinate cameriera, sfacciata e provocatrice, proprio ciò che cercava Carlo; chi ha bisogno di un’appiccicosa e glicemica ragazza sempre pronta ad accontentarti?
 
 
Ciao, non sono una scrittrice ma mi piace scrivere.
So che ve lo chiedono in tanti ma mi piacerebbe sapere la vostra opinione; non vi prometto niente ma mi aiuterebbe ricevere dei feedback per capire come migliorare.
Vi ringrazio per essere arrivati comunque fino in fondo
Saluti
Ceelogreen
  
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