Sandra è stanca, annoiata dal ruolo che svolge. Essere la capopalestra di Ebanopoli non è più divertente come quando era solo una ragazzina poco più che sedicenne, ora ha venticinque anni e ovviamente  con il cambiare dell’età cambiano anche gli interessi, da quando vive da sola ha imparato a essere una ragazza autonoma, ma vivere la solita vita monotona la porta la maggior parte dei casi all’esaurimento nervoso, soprattutto se sente parlare di Lance.
Lei ha sempre avuto una cotta per lui, secondo la ragazza, infatti, sono e sempre saranno fatti per stare insieme.
Da qualche tempo avevano iniziato a uscire insieme.
A lei facevano impazzire i suoi capelli rossicci e i suoi occhi castani, senza parlare poi delle labbra carnose che il ragazzo portava in quel viso che a Sabrina pareva perfetto.
La loro relazione sembrava procedere a gonfie vele fino al giorno in cui il Campione la lasciò sola.
Il motivo di questo “abbandono” fu per via del ruolo che il ragazzo svolge alla Lega di Kanto, gli sfidanti vennero fuori come funghi e Lance non poté assentarsi per un lungo lasso di tempo dall’Altopiano Blu.
Per questo la Capopalestra soffriva come non mai, spesso accendeva la televisione in cerca del viso del ragazzo di cui si era infatuata da tempo immemore.
Aveva perfino rincominciato a fumare, cosa che non faceva da 2 o 3 anni per via della condizione in cui l’aveva ridotta il tabacco (senza contare il danno che creava al portafoglio), in poche parole la lontananza la distruggeva. Aveva, inoltre, quasi lasciato completamente la cura del suo aspetto estetico, ora i lunghi capelli lisci erano diventati crespi e con un perenne segno lasciato dal cuscino, quelli che prima erano i suoi bellissimi occhi azzurri ora erano avvolti dalle terribili occhiaie tanto nascoste dalle comuni ragazze della sua età, senza parlare del suo look curato come un povero in un ospedale americano.
Si era stancata di tutto questo, aveva abbandonato l’idea di poter continuare ad avere una relazione con il potente domadraghi, ormai stava sdraiata ventiquattro ore al giorno sulla poltroncina della palestra ad aspettare di rovinare i sogni dei nuovi allenatori che aspirano a diventare campioni.
Almeno fino al giorno in cui si presentò alla porta uno sfidante davvero speciale.
“Hei Sandra.” Era un bel ragazzo dai capelli rossi e gli occhi castani e alle spalle un nero mantello che dava alla sua immagine un ché di stiloso.
“L-Lance sei tu?” Sandra aveva le lacrime agli occhi, era paralizzata da quella magnifica presenza che emanava quel ragazzo, una sensazione di calore la colpì in un istante.
Il campione allungò lo sguardo sul posacenere di fianco la poltroncina su cui la ragazza restava pietrificata, dentro vi erano presenti una ventina di mozziconi spenti.
“Da quanto tempo hai ripreso a fumare?” Il suo sguardo era preoccupato come se stesse dicendo quelle parole a sua figlia.
“Da quando te ne sei andato, Lance.” Ora le lacrime sembravano zampillare dai suoi occhi, litri e litri di liquido scendevano veloci fino al mento.
All’udire quelle parole Lance si avvicinò piano alla ragazza, si chinò e le diede un leggero bacio nelle morbide labbra della ragazza.
“Scusami, non capiterà mai più, Sandra.”
“Promesso?” disse lei con un accenno di sorriso stampato in faccia.
“Promesso.”