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Autore: _lofel_    06/05/2015    1 recensioni
Dopo una giornata come tante e una cena insolitamente silenziosa, Misaki e Usagi-san si preparavano per andare a dormire. Misaki era molto felice di ciò perchè significava che quella notte non avrebbero fatto "quelle" solite cose, che facevano tutte le notti da quando viveva da lui, ma non poteva nascondere di essere preoccupato per lo strano comportamento schivo dell'uomo. Il ragazzo sapeva che qualcosa non andava e, infatti, era così. Scoprirà solo la notte stessa, che lui voleva passare dormendo profondamente come non gli capitava da tanto, cosa tormentava Usagi-san.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Misaki Takahashi
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Il mal di pancia di Usagi-san

E’ notte e tutto tace. Fino a quando, a passo di carica, Misaki entra sbattendo violentemente la porta, in camera di Usagi-san.
-vuoi piantarla di fare tutto sto casino?!- grida, infastidito dai costanti rumori e tonfi provocati dall’uomo e assonnato per l’ora indecente –perché non mi rispondi?! Il gatto ti ha mangiato la lingua?!- insiste ancora più infuriato, ma Usagi non risponde e continua a mugugnare e a lamentarsi.
Decide allora di addentrarsi nella sua camera e avvicinandosi al letto lo trova accucciato su un fianco, piegato su se stesso intento a nascondere il dolore acuto che prova allo stomaco. A quel punto la furia di Misaki si spense, appena riuscì a vedere, lì vicino a quel letto sfatto, il volto dell’uomo che gli aveva cambiato la vita, contratto dal dolore e rigato da gocce di sudore freddo.
-Usagi-san ti senti bene?- chiede con cautela e sempre mantenendo una distanza di sicurezza, ma non ricevendo risposta la sua preoccupazione aumenta –Usagi-san stai male? Perché non rispondi?- si avvicina pericolosamente al letto –Usagi-san…- è interrotto, afferrato per un braccio e trascinato nel letto –ah!- grida mentre la stretta ferrea al suo polso si trasforma in un abbraccio che lo stringe forte al busto nudo dell’uomo –Usagi-san lasciami… che vuoi fare?!- inizia a dimenarsi per riuscire a liberarsi da quelle avvolgenti braccia muscolose che lo premono sempre di più contro il suo petto duro.
-Misaki..- la dolce e profonda voce di Usagi rimbomba nella notte, zittendo il ragazzo che si bloccò come pietrificato mentre il suo cuore inizia a battere all’impazzata.
Aveva la testa bassa, incapace di sostenere il suo sguardo, le mani appoggiate sul suo petto caldo mentre lui gli accarezzava la schiena e giù, in basso, quello che più lo preoccupava, quell’intimo contatto, reso non poi così intimo dalla stoffa dei pantaloni del pigiama, ma proprio il fatto che lui non approfittasse di quel loro contatto gli fa capire quanto davvero seria sia la situazione.
-Usagi-san dove ti fa male?-
Gli afferra la mano e lì per lì il ragazzo si allarma, come gli succede ogni volta che lui lo tocca, poi gliela appoggia sul suo stomaco, poco sopra l’ombelico. Misaki sente i suoi addominali scolpiti, la pelle liscia, calda e lui che si rilassa, si eccita anche solo per quella singola carezza, ma deve concentrarsi perché ora ha bisogno di lui.
-è qui che ti fa male?- la sua voce arriva dolce e premurosa alle orecchie dell’uomo che risponde con un lieve cenno della testa e riportandolo alla stessa vicinanza di quando teneva le sue esili mani sul suo petto.
In quella situazione a Misaki sembra come di dover tranquillizzare un bambino, coccolandolo perché soffre di mal di pancia e, in effetti, quell’uomo è proprio un bambino un po’ cresciutello, sempre così capriccioso che vuole tutto e subito. Il problema, pensava Misaki, è che questo “bambino” è più grosso di lui e tende alla perversione e il suo gioco preferito è proprio lui.
-ahah Usagi-san mi hai fatto preoccupare, andiamo, grande e grosso come sei, ti fai buttare giù da un mal di pancia?- dice distratto dai suoi pensieri
Alza lo sguardo aspettandosi di incontrare il suo bellissimo sorriso e invece si congela vedendo i suoi occhi chiusi, la fronte aggrottata e soprattutto i tremiti che smuovevano il suo corpo statuario.
-uh..andiamo Usagi-san- sussurra come per supplicargli di dire che non è così grave come sembra, che è tutto uno scherzo, che è stato semplicemente un pretesto come un altro per farlo andare lì da lui e finire per fare “quelle” cose, ma l’espressione dell’uomo non cambia e la sua sofferenza si riflette sullo stato d’animo di Misaki che, non potendo più sopportare di vederlo così, abbassa lo sguardo.
-e va bene, dai lasciami, ti vado a preparare qualcosa di caldo- deciso a mettere fine a quella sofferente situazione e tornarsene a dormire.
Ha già in mente di allontanarlo, sollevargli il braccio e così girarsi, alzarsi e uscire dalla stanza, Usagi non gli permise di fare niente, anzi lo strinse ancora di più a sé al suono di quelle parole.
-no Usagi-san lasciami! Ti ho detto che vado a prepararti qualcosa di caldo, così starai meglio..- più si dimenava e più lui lo stringeva come fosse il suo peluche
-Misaki..- la sua voce aveva il potere di scatenare il lui diverse emozioni contrastanti, la paura, l’eccitazione, il desiderio, la sorpresa e non riusciva a controllarle, a controllare il suo stesso corpo –non andare… non lasciarmi da solo- quelle parole lo stupiscono, a volte Usagi sapeva mostrarsi davvero insicuro ed indifeso.
-ma cosa dici? Stupido Usagi, non me ne vado mica per sempre, andavo solo..-
-Misaki se mi stai vicino mi sento molto meglio- ormai nella sua rete, il giovane arrossisce e spalanca gli occhi, sorpreso, incontrando quelli di lui, pieni di amore e disperazione.
Rimasero in silenzio per qualche istante in questo scambio di emozioni, poi, soprafatto dallo sguardo di lui, Misaki torna a rivolgersi alle sue mani, imbarazzato e sempre più desideroso che tutto ciò finisca presto per tornare a dormire.
-e va bene, se non vuoi niente peggio per te, ti saresti sentito molto meglio dopo- cerca di convincerlo per l’ultima volta.
Nel frattempo il loro abbraccio era mutato, Usagi, scivolato verso il basso, ora poteva guardare dritto il volto del ragazzo, continuando ad accarezzargli teneramente la schiena, mentre quest’ultimo, perennemente imbarazzato, tiene gli occhi bassi evitando accuratamente quelli di lui. I loro respiri si fondono in un caldo vapore che riscalda i loro animi, in questo tepore, la mano dell’uomo sale lentamente, senza farsi notare fino alla testa del ragazzo che subito s’irrigidisce sotto le sue carezze e ancora di più quando le loro fronti si toccano e i loro nasi si sfiorano, chiude gli occhi, sperando che finisca, sperando che non finisca. Stava andando in ebollizione, pensa a qualcosa da dire, ma niente! Non riesce a concentrarsi.
-ahi!!- grida, quando Usagi gli tira una ciocca di capelli per fargli alzare la testa e baciargli il collo –ah- sospira
Il suo corpo era tutto un fremito ogni volta che l’altro sollevava e appoggiava le sue morbide e calde labbra lungo la giugulare, sotto il mento, lungo la mascella e dietro all’orecchio, tutto con una dolcezza e lentezza straordinaria. Deglutisce, ormai più eccitato di quanto avrebbe voluto essere.
-bhe..- biascica buttando fuori l’aria, facendo fermare, incuriosito, Usagi -..magari hai mangiato qualcosa che ti ha dato fastidio- voleva andarsene, stava prendendo una brutta piega quel suo mal di pancia –hai preso qualcosa dopo cena?-
-solo un caffè- lo guarda divertito
-eeeh??.. ecco perché tutte le notti.. –accortosi di quello che stava per dire, gli muore la voce in gola
-Misaki..-
-emh.. no niente.. e tu non farti venire strane idee- lo avverte facendolo sorridere –comunque non può essere per il caffè.. allora perché?- assorto nei suoi pensieri –Usagi-san per caso devi dire qualcosa a qualcuno?- ingenuamente pone la domanda, che era proprio quella giusta.
Non avendo la reazione che si aspettava, alza leggermente gli occhi che teneva fissi sulle sue mani e incontra i suoi velati di una tristezza che ben poche volte gli aveva visto e che ancora non sapeva spiegarsi.
-cioè… intendo che magari hai qualcosa da confessare che ti mette a disagio, può essere, a me è capitata una cosa simile da piccolo quando…- interrotto da una presa soffocante è costretto ad alzare le mani e ad appigliarsi al collo di Usagi che affonda il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla.
Misaki incomincia ad agitarsi, è convito che da un momento all’altro lui incominci a toccarlo, ma in realtà l’uomo desiderava solo restare accoccolato tra le sue braccia, passarono minuti infiniti in quella posizione che Misaki trascorse preoccupato per le intenzioni del’uomo che invece si era addormentato, o forse no.
-Misaki.. che cosa provi tu per me?-
Rompe il silenzio, mentre quella frase si diffonde in tutta casa e rimbomba nella mente di Misaki, sa quanto gli sia costato fare quella domanda, non si era mai esposto così tanto, e lui, preso alla sprovvista, non sapeva che rispondere
-ma cosa stai dicendo? Ahah-
Usagi solleva la testa, per guardarlo, accusandolo di non aver capito la serietà di quella domanda, il ragazzo, in colpa, cerca di formulare una risposta adeguata.
-emh.. ecco io..- butta fuori l’aria -..io ti voglio bene- sussurra, cauto, in un soffio
L’uomo sorride, felice, sollevato, stupendo il ragazzo e subito si riimmerge nel suo collo strofinando il viso sulla sua pelle morbida.
-mi vuoi bene..- sospira di sollievo, stringendolo sempre più forte
-ah..Usagi-san così non respiro..-
-oh Misaki..- le sue mani si abbassano fino a passare indiscrete sotto ai pantaloni del pigiama e ai boxer, per accarezzare e palpare i glutei del ragazzo che subito si irrigidisce.
Ma il suo tocco è leggero, dolce, non porta in sé quel suo solito desiderio carnale e infatti l’agitazione di Misaki si stava placando, inizia a rilassarsi, non pensa neanche più a quelle mani, è stanco, è tardi e piano, piano si addormentano. Quel piacevole momento non durò tanto purtroppo, infatti, il ragazzo, sentendosi intorpidito, inizia a muoversi e di conseguenza a strusciarsi contro Usagi che subito se ne accorge e interpreta male il volere del giovane.
-ahi!!- urla Misaki, dopo aver avvertito il morso dell’uomo all’orecchio, ormai era convinto che non avesse più quella voglia, che anche lui fosse stanco e invece, eccolo all’opera nella sua parte più intima, ma è così stanco che non riuscirebbe a rispondere a nessuno delle sue piacevoli provocazioni. L’uomo non accenna a fermarsi, nonostante le proteste di Misaki e quando lo penetra deciso con un dito, il ragazzo ispira violentemente, spaventato e preso alla sprovvista, tossendo contro il suo petto.
-Misaki tutto bene?- preoccupato, ritrae il dito
-NO!! Ma si può sapere che ti è preso??- gli sbraita contro assonnato e infuriato con gli occhi velati di lacrime, lasciandolo senza parole –allora?? Che intenzioni hai eh?? Non savi malissimo fino a un momento fa?- lo spavento di poco prima e l’arrabbiatura mischiati al sonno fanno si che le lacrime scendano indisturbate, accompagnate dai singhiozzi, Usagi è sconvolto, non capisce cosa abbia potuto fare per ridurlo così,poteva solo continuare a tenere il suo cucciolo stretto fra le braccia.
-Misaki..-
-NO!! Niente “Misaki”- scatta, spingendolo via non potendo più sopportare i suoi capricci –basta, lasciami andare!- continua scalciando e battendo i pugni, l’uomo gli afferra un polso –No! Lasciami!-
-basta, calmati- ma non lo ascolta
-lasciami andare- urla con le lacrime e il viso nascosto
-ora basta Misaki!!- la sua profonda voce calma la situazione, facendo cadere il silenzio nella stanza
Il ragazzo è stremato, esausto, non riuscirebbe più a muovere un solo muscolo mentre gli occhi si chiudono da soli, l’uomo lascia la presa e il polso cade sul materasso, tra di loro, sopra l’altro braccio di Misaki, senza forza. Usagi, piano, cerca il viso del ragazzo, nascosto dai capelli, li scosta e gli accarezza dolcemente le guance, asciugandole.
-Misaki, guardami Misaki- cercando di convincerlo ad aprire gli occhi e alzare la testa
-no..- sussurra
L’uomo non insiste, non volendo stressarlo ulteriormente e continua a coccolarlo cercando di tranquillizzarlo meglio che poteva.
-Usagi-san..- sussurra dopo una breve pausa
-si dimmi-
-ho sonno Usagi-san- ammette ormai dormendo, allora l’uomo, indisturbato, gli alza il volto ammirando i suoi lineamenti dolci -mmh..- protesta
-Misaki..- incomincia deciso a volergli dire un ultima cosa
-mmh..- risponde, semicosciente
-… io ti amo- e posa un tenero bacio con tutta la delicatezza che poteva avere, sulle sue incustodite labbra, per poi appoggiare la testa sul cuscino e la fronte alla sua, sfiorare il naso con il suo e abbracciarlo.
Si addormentarono così, come tutto iniziò, l’uno fra le braccia dell’altro.                                                                                                                       THE END.

                                                                                     
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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