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Autore: Selhen    06/05/2015    0 recensioni
Anni di guerra, territorio conteso e fazioni eternamente in lotta nella terra del dio Aion. Com’è possibile per Selhen nutrire odio verso qualcuno che l’ha risparmiata? Com’è possibile odiare senza conoscere veramente il volto della guerra?
Com’è possibile parlare con un nemico e trovarlo così normale e uguale a se stessi?
Una nuova avventura di Selhen solo per voi. Recensite numerosi. Le vostre recensioni mi danno la carica per scrivere sempre di meglio. Un abbraccio, la vostra autrice.
N.b. avviso gli eventuali lettori che ho postato questa storia più corretta e revisionata su wattpad. Se la preferite con meno imperfezioni sapete dove andare, sono selhene. :)
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Essere nuovamente al lago della solitudine, dopo quei giorni di stremante subbuglio, e ripensare a quello che in quei luoghi era successo tra me e Velkam, mi faceva battere il cuore sempre un po' più forte.
Erano stati giorni frenetici. Adma, la resurrezione di Saephira, la maledizione di Dahn, Silyssa e la sua assurda richiesta. Tutto un insieme di cose che aveva tenuto la mia mente talmente impegnata da non farmi ricordare quanto Velkam mi mancasse.
Lo scroscio dell'acqua calda mi arrivava alle orecchie, continuo e rassicurante, mentre pensavo, e un profumo di fiori notturni appena schiusi mi riempiva i polmoni.
Era tutto perfetto. Ogni cosa prendeva una sfumatura argentea, illuminata dai raggi lunari. I miei occhi da asmodiana captavano perfettamente i movimenti dei ribbit di lago o delle fronde che mi circondavano mentre le orecchie erano tese a cogliere il più fine rumore.

Era cominciato tutto quel pomeriggio. Saephira era venuta a trovarmi agli uffici di legione insistendo per parlarmi in privato e continuando a dirmi che aveva qualcosa di urgente da riferirmi.
Avevo terminato le mie faccende e così avevo deciso di concederle qualche minuto del mio tempo per capire cosa avesse di tanto importante da dirmi.
La mia amica mi stupì, quando senza mezzi termini mi porse un rotolo di pergamena. Teneva gli occhi serrati e il braccio teso, come se stesse facendo qualcosa di sbagliato, come se fosse pentita di quel gesto, e i suoi occhi avevano un'espressione combattuta quando li aveva riaperti per fissare la mia espressione interrogativa.
"Cos'è?" domandai sciogliendo il nastro che la sigillava. Il filo di raso cascò sul pavimento di pietra di piazza Pandemonium, poi i miei occhi scorsero la grafia spiccia e spigolosa che riportava solo pochissime righe.

Ti aspetto al lago della solitudine domani a mezzanotte. Sempre tuo, 
Velkam


 Era scritta perfettamente in asmodiano e mi concessi solo qualche altro secondo per studiare ogni singolo dettaglio dei tratti di quel testo. Il corpo della grafia era svelto e sicuro, un po' ingarbugliato.
Quella lettera era stata scritta dal pugno di Velkam. 
Come era riuscita Sae ad ottenerla?
"Chi... come l'hai avuta?", domandai infine richiudendola frettolosa e infilandola a forza sul fondo della bisaccia.
"L'assassino, il tizio amico del tuo cacciatore. Mi ha praticamente teso un agguato ieri notte", disse imbronciata Sae sistemandosi nervosamente il fermaglio tra i capelli.
La sua frangia era scombinata, come se l'avesse tormentata tutto il tempo con le dita della mano, e gli occhi erano un po' stanchi e provati.
Non potei fare a meno di sorridere, nonostante la sua espressione combattuta e addolorata. Lei non poteva capire, non aveva idea di cosa significasse per me quella lettera!
Il sorriso si estese perfino ai miei occhi, mi illuminai, come se in quel momento fossi tornata a vedere tutto colorato. Il respiro che presi sembrò realmente darmi la vita.
Mi accorsi solo in quel momento di quanto Velkam mi era mancato fino a quel momento. Stritolai Saephira in un abbraccio, tutta presa dalla contentezza, ma notai che la sua stretta fu molto meno energica della mia.
"Sono preoccupata Selh, devi stare attenta...", aveva mormorato perchè solo io potessi sentirla.
"Non c'è nulla di cui preoccuparsi, Tess", era così che la chiamavo nei momenti di più eclatante affetto. Tess era un modo per abbreviare la parola tesoro, e lei per me lo era, era un vero tesoro, era una delle cose più importanti della mia vita, dopo Velkam naturalmente. 
Saephira sospirò e il nostro abbraccio si sciolse. "Se dovesse accaderti qual..."
"Shhh...", la interruppi accigliata, "Sae... lo amo".
La barda giocherellò malinconica con una ciocca dei suoi capelli, poi i suoi occhi azzurri ed espressivi fissarono i miei, e le sue labbra si distesero in un timido sorriso. "Per te ci sarò sempre, lo sai, vero Tess?".
Annuii. Certo che lo sapevo, e anch'io avrei potuto dirle lo stesso, ma non parlai. "Grazie", dissi infine in un mormorio, solo questo. E stavolta ci abbracciammo, ci abbracciammo forte, e potei percepire in quell'abbraccio tutto il calore e il conforto di cui in quel momento avevo bisogno

Adesso era mezzanotte, nel paradiso del Katalam, e io giacevo silenziosa sull'erba, con le gambe stese su di un fianco e il viso rivolto alla cascata d'acqua calda che scrosciava rumorosa quando si infrangeva sulla superficie del rigagnolo.
Potevo quasi rivedere, come in un flash, Velkam che mi baciava. Potevo rivedere tra quei vapori i nostri corpi avvinghiati fino a volerci rubare anche l'ultimo respiro.
Calai le palpebre e ricordai. Ricordai quanto alla fine non fosse contato essere così diversi, così distanti.
Era stato tutto così semplice, così naturale. Eravamo solo noi in quel momento.
Davanti a me non c'era un elisiano. C'era solo Velkam, indipendentemente da quale rango, classe o fazione appartenesse.
Non eravamo più guerrieri. Nè nemici. In quel momento ci amavamo e basta.
E non si poteva dare una spiegazione razionale a un sentimento di tale portata.
Nel silenzio più assoluto qualcosa guizzò dietro di me, ma se fosse stata una minaccia non avrei avuto nemmeno il tempo di rendermene conto.
Due mani mi avevano afferrata, delicate, e le sentii... sentii le sue labbra premere sul mio collo. Con la mano mi aveva coperto la bocca per non permettermi di urlare se mi fossi spaventata e il suo solido petto premeva contro le mie spalle, mentre mi stava inginocchiato dietro. Aveva usato la sua invisibilità, ed era stato incredibilmente silenzioso.
"Ciao Asmodiana", mi sussurrò melodioso, ad un orecchio.
Il cuore iniziò a battermi frenetico mentre la sua mano scivolava dalle mie labbra per lasciarmi libera di parlare.
"Velkam", mormorai agitata, voltandomi. 
Lui era là, bello come sempre. Bello come la prima volta in cui lo avevo visto, come la prima volta in cui mi aveva lasciata andare, con la sua aria austera e boriosa. I suoi occhi verdi erano ridenti nel semibuio di quella notte e le sue labbra appena atteggiate in un sorriso sghembo. 
Mi concessi qualche secondo per ripassare la sua immagine nella mia mente, per fissare ogni dettaglio di quel viso che i miei occhi da asmodiana potevano scorgere, poi gli gettai precipitosamente le braccia al collo per stringerlo a me.
Percepii le sue braccia ricambiare quella stretta con altrettanta energia. 
Respirai a fondo il suo profumo, come se fosse stato quello il mio vero ossigeno. Scorsi i palmi sulle sue braccia nude e muscolose, strinsi con energia le dita sul suo giubbino in pelle. Non volevo che se ne andasse, sentivo che non ce l'avrei fatta a sopportare una nuova separazione. Sentivo che quel momento sarebbe durato troppo poco, e che quegli attimi rubati, per noi due sarebbero stati sempre insufficienti.
"Mi sei mancato, terribilmente...", avevo sussurrato con una fitta dolorosa allo stomaco mentre mi abbandonavo a quella stretta come per saziare la mancanza che avevo patito fino a quel momento.
"Anche tu, Selhen, anche tu...", mi aveva risposto lui affondando una mano morbida tra i miei lunghi capelli albini.
Velkam spostò la punta del suo naso tra di essi e respirò, come se avesse avuto bisogno di sentirmi tra le sue braccia, come se avesse voluto imprimersi nella mente il mio profumo.
Faceva appello ad ogni senso. Le sue mani scorrevano lungo i miei fianchi mentre mi stringeva, e le sue labbra si erano precipitate con urgenza sulle mie.
"Mi è mancato tutto di te... non ce l'avrei fatta a starti ancora lontano".
"Cos'è successo?", gli domandai tra un bacio e l'altro senza sciogliere comunque quell'abbraccio.
Velkam mi baciò ancora, lento, poi rimanendo con le sue labbra sulle mie parlò. "Mi tengono sotto controllo, per via di una soffiata".
Mi incupii, e voltai il viso da una parte per riflettere. "Mh... c'era da aspettarselo".
A quel punto il cacciatore elisiano mi si sedette accanto, lasciando che mi rannicchiassi a lui. 
Chiusi gli occhi quando lo feci e la sua mano mi sfiorò il viso delicata.
"Sta diventando tutto molto più complicato", mormorò mentre scorreva la punta dell'indice sul dorso del mio naso. "Il nuovo governatore.. Silence, mi ha nominato suo Generale".
A quella parola sussultai. "Generale?!", quasi urlai. Dovetti abbassare il tono, mentre con gli occhi spalancati mi ero voltata a guardarlo seriamente preoccupata.
"Non avrei potuto rifiutare l'incarico o avrei destato sospetto...", disse Velkam spiccio prendendo nuovamente il mio mento tra le dita per sollevarlo all'altezza delle sue labbra. "ma questo non ci fermerà comunque", mi rassicurò dolcemente sfiorando le mie labbra con le sue.
"Sì...", risposi piano chiudendo gli occhi per lasciarmi andare ad  un nuovo bacio trasportato.
C'era un che di disperato in quel gesto. Era come se, mentre ci baciavamo, le nostre mani cercassero quel contatto troppo a lungo negato. Gli accarezzai i capelli, all'attaccatura delle orecchie, poi tenni la sua testa tra le mani e premetti ancora più forte le mie labbra sulle sue. Lo volevo vicino a me, il più vicino che mi fosse possibile.
Volevo sentire quella sensazione di sicurezza che provavo solo tra le sue braccia.
"Ti amo troppo per perderti", mi aveva mormorato infine poggiando il palmo sul mio collo.
Gli rivolsi lo sguardo più sincero che avessi potuto assumere. Uno sguardo colmo di mille richieste. Uno sguardo che lo implorava di non lasciarmi, di non abbandonarmi, di non morire.
Non mi importava niente del fatto che fosse un elisiano, che fosse un Generale, mi importava che non lo condannassero a morte, perchè se mai fosse successo ne ero certa, io l'avrei seguito.
"Velkam, voglio te per sempre...", gli dissi implorante e con la voce colma di emozione.
"Ti appartengo già...", mi rassicurò lui. Poi le sue labbra tornarono a baciare le mie, scivolarono sul mio collo, percorsero il petto che il vestito mi lasciava parzialmente scoperto, e le sue mani mi accarezzarono i fianchi mentre mi invitavano delicate ad adagiarmi sull'erba.
Eseguii, senza pensare a niente. Lasciai che i suoi baci mi annebbiassero la mente e che il suo respiro mi cullasse ancora una volta in quell'angolo di paradiso dimenticato da tutti.
Avrei avuto così tante cose da dirgli. Avrei dovuto raccontargli di tutti gli eventi singolari che mi erano capitati, avrei dovuto riferirgli che l'intuizione che aveva avuto su Adma si era mostrata fondata, che adesso Dahn era libero dalla maledizione grazie a lui, e per finire, avrei dovuto chiedergli una fiala del suo sangue. Domanda insolita, a cui non avevo idea nemmeno di come avrebbe risposto. 
Ma in quel momento non mi importava niente. Contavano solo i suoi baci.
Al resto, avremmo pensato a tempo debito.


[Attualmente sono ispirata quindi vado celere con la pubblicazione. Poi oggi ho avuto un attimo di riposo che mi ha concesso di dedicarmi alla scrittura (il mio passatempo preferito).
Noto dalle visualizzazioni che siete in tanti a seguirmi e il mio cuore è coooolmo di gioia *-*
beh ragazzi, spero di tenervi ancora col fiato sospeso per questa fic, e spero davvero che gradiate il mio lavoro <3
Volevo chiedervi, piuttosto, ripensando al capitolo precedente. Avete capito come e cosa recita Silyssa? 
Ci tenevo ad informarvi sul fatto che è un discorso di senso compiuto che può essere compreso solo se leggete il testo in un certo modo u.u 
Su su, vediamo se indovinate e se qualcuno riesce a comprenderlo. Muahahah io non vi do aiuti ma se state leggendo questa fiction e vi piace magari potreste anche essere in grado di arrivarci e avere il lampo di genio che vi permetta di scoprire che cosa significa u_u
Peace&love
Al prossimo capitolo, sssciao belli!!]
  
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