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Autore: Jeles    06/05/2015    0 recensioni
Il mio nome è Kaori, e in quelle giornate felici da ragazza libera avevo appena compiuto 17 anni, frequentavo il liceo di città, e non avevo la minima esperienza con l'altro sesso. Per quanto avessi avuto piccole cotte o sguardi di interesse, non ero mai riuscita ad arrivare a confessare il mio amore, o a stringere un rapporto con un ragazzo. Mai. Finché non ho conosciuto lei: Saki.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Scolastico
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PLIC PLIC PLIC PLIC PLIC
Gocce di pioggia cadevano in picchiata dal cielo, e le sentivo nella mia stanza come un rimbombo dalle tegole del tetto. Mi rigirai più e più volte su quel letto, stringendomi a quelle lenzuola calde, per poi levarle di getto di dosso. Inspirai, un poco turbata da quella sensazione di calore improvvisa, e sollevai il busto andando a toccarmi la fronte grondante di sudore.
”Ma che diamine..”
Sospirai, e dopo aver incrociato le gambe da seduta imitando i monaci in meditazione, cercai di calmarmi. Per un istante, mi ritornò in mente la professoressa, e sbigottita, scossi il capo. L'avevo sognata, non lo posso negare, non ricordo cosa avvenne in quel sogno, ma so che mi lasciò un dolce ricordo, e ripensando ancora a lei mi si palesò un sorriso inebetito sul volto. La settimana prima ci eravamo trovate il pomeriggio dopo scuola per la correzione dei compiti di inglese, non avevo mai trovato una lezione così divertente e interessante, e ci eravamo accordate di ritrovarci nuovamente la settimana dopo per revisionare i miei studi. Quel giorno era proprio domani. Sbuffai, e decisi di scendere da quel comodo giaciglio per rinfrescarmi la bocca con un bicchiere d'acqua fredda. Con sorpresa, non appena feci per scendere le scale, notai le luci della cucina accese. Sgranai gli occhi, e scoprii mia madre frugare nel frigorifero.
”Oh accidenti.. ho una fame da lupi...”
”E' perché non hai voluto cenare! Tu e la tua dieta, se non mangi la sera, non puoi affrontare la notte.”
Mormorai, e tirando qualche sbadiglio mi diressi verso la credenza per afferrare un bicchiere, lasciando che mia madre si spaventi alla mia improvvisa entrata.
”Kaori! Per l'amor del cielo, stavi per farmi venire un infarto! Che ci fai alzata a quest'ora?”
”Avevo sete..”
Preso il bicchiere scostai con il sedere mia madre, e afferrai dal frigorifero una bottiglia d'acqua. Tuttavia nel momento in cui mi chinai ebbi un giramento di capo, e per poco non mi cadde il bicchiere dalle mani, mentre mia madre mi afferro da sotto le braccia.
”Oddio, Kaori, va tutto bene?”
”Ma si, ho solo un po' di sonno.”
”Oh no mia cara.”
Avvicinò la sua mano alla mia fronte, e la scostò spaventata.
”Tu scotti! Su su, fila a letto, ti porto io il bicchiere d'acqua, e magari ci aggiungo anche un'aspirina per la tua febbre. E un termometro. Su, vai!”
”S-si si, vado!”
Un poco confusa, mi voltai, e tornai sui miei passi procedendo verso camera mia. Non appena salii sul letto, mi rimboccai le coperte, mi girai sul lato, e lasciai cadere le mie palpebre facendomi sprofondare nel sonno. Quando mi risvegliai trovai le tende aperte che facevano filtrare una luce fioca, lasciandomi giusto intravedere il maltempo di fuori, e mia madre seduta su un lato del letto mi stava togliendo l'ennesimo panno bagnato dalla fronte. Scattai il busto in piedi, e mi agitai cercando l'orologio sul comodino, ma dovetti fermarmi non appena la testa mi dette il suo buongiorno con un giramento.
”Ouch...”
”Non ti conviene muoverti tanto, hai proprio una brutta febbre. Forse ti sei presa qualcosa stando fuori con questo tempaccio.”
”Nnh.. Ma che ore sono..?”
”Sono le 9.30. Hai dormito proprio come un ghiro, e pensare che stanotte non riuscivi a dormire! Ma fai bene, se ti riposi per bene domani potrai già tornare a scuola.”
Inzuppò in una bacinella di acqua fredda il panno, e dopo averlo strizzato per bene me lo riposò sulla fronte, portando la mia mano sopra di esso per reggerlo.
”Ecco fatto. Io finisco le faccende di casa, se hai bisogno chiamami.”
”Aspetta! Hai già avvisato la scuola che non ci sono? Oggi avevo una lezione di recupero, sai..”
”Già fatto, non preoccuparti, ora pensa solo a riposarti.”
Mi rivolse un sorriso, e uscì dalla stanza lasciando la porta semi-aperta. Sbuffai, e mi lasciai cadere sul letto con la mano sulla fronte.
”Di tutti i giorni proprio oggi...”
Velocemente afferrai il cellulare dal cassetto del comodino, e lo accesi, ricevendo due messaggi da Sho e da Aya. Deglutii alla vista. Dopo l'evento della settimana scorsa non parlai poi così molto con entrambi, finsi di essere tranquilla, ma mi aveva dato estremamente fastidio il loro atteggiamento nei miei confronti. Era ovvio che stavano nascondendo qualcosa, ma non credevo che mi avrebbero tenuta sulle spine in tal modo, e da Aya questo non me l'aspettavo di certo. Dopo averci ripensato un po', risposi esclusivamente a Sho chiedendogli di riferire lo stesso messaggio ad Aya, spiegandogli il motivo della mia assenza da scuola. Pensai alla professoressa Okamoto, e speravo che non si arrabbiasse non vedendomi quel giorno. Mi rivolsi di nuovo sul letto, e mi addormentai nuovamente.

DIN DON DAN
”Ehi Aya! Mi ha risposto Kaori!”
”Kaori?”
Con sguardo afflitto fissò malamente il ragazzo.
”E perché ha risposto a te e non a me?”
”Non lo so, comunque mi ha detto di riferirti il messaggio, sapeva che in ogni caso ci saremo visti durante la pausa. Nessun problema, visto?”
”Tsk.. che dice?”
”A quanto pare si è beccata la febbre e ora è bloccata a letto, perciò non è potuta venire. Dice che, comunque, entro domani dovrebbe riprendersi, e ci ringrazia per averle chiesto come sta.”
”Tutto qui?”
”Tutto qui.”
Aya prese qualche respiro, e sorrise verso Sho porgendogli un bacio sulla guancia.
”Grazie, pausa finita! Non aspettarmi dopo scuola, ho un impegno, perciò non aspettarmi.”
”Eh, un impegno? Cosa dovresti far..”
Quella gli prese il volto tra le mani e lo modellò a piacimento facendogli fare facce buffe. Scoppiò quasi a ridere, al che lui stesso rise imbarazzato, e quella mollò la presa correndo via.
”Allora non aspettarmi! Ciao a domani!”
Sventolò la mano in segno di saluto, e quello ricambiò con un sorrisetto, osservandola allontanarsi. Sospirò poi, portando la mano sulla testa.
”Va bene l'amicizia, ma bada un po' anche a me.. non stiamo forse insieme noi due?”
Mormorò tra sé e sé, per poi avviarsi verso la propria classe.
Aya nel frattempo smise di correre non appena girò l'angolo, e portò il pollice destro vicino alla bocca, mangiucchiando l'unghia con un'espressione alquanto irritata.
”Ce l'ha ancora con me, cavolo! Devo assolutamente fare pace con lei!”
”Fare pace?”
La ragazza si fermò di colpo sollevando il capo per vedere chi stesse origliando le sue parole. Dal volto bianco che aveva, assunse dubito un sorrisetto allegro.
”Oh, salve prof! Non è nulla di che, solo un litigio tra amiche..”
La professoressa Okamoto le sorrise in risposta, avvicinandosi poi per bisbigliare.
”Allora non ti preoccupare, l'amicizia è un rapporto molto più forte di quanto pensi! Sono sicura che risolverete.”
Le rivolse poi un sorriso rinquorante, al che Aya arrossì di fronte alla donna, e chinò il capo, facendo per andarsene. Tuttavia venne fermata dalla stessa quando cercò di prenderle il braccio, e Aya si voltò di scatto, mentre l'altra mollò subito la presa.
”Si? Ha bisogno?”
”Oh, nulla di che, volevo solo chiederti se per caso Kaori non è venuta a scuola oggi. Dovevamo avere una lezione questo pomeriggio, ma non l'ho ancora vista stamattina. Per caso sai qualcosa?”
”Ah si. Kaori è rimasta a casa per la febbre. Ma da quanto mi ha detto domani sarà in forma, per cui glie lo riferirà lei stessa!”
”Capisco. Grazie per l'informazione Aya, ci vediamo più tardi a lezione!”
”Certo..! Arrivederci prof.”
Entrambe sollevarono i tacchi e si allontanarono in quel corridoio. Solo ad un certo punto Aya si voltò verso la professoressa, per poi tornare sui propri passi.

DLIN DLON
Mi risvegliai al suono del campanello, e tutta agitata feci per vedere l'ora, di nuovo. Le 14 passate. Ottimo. Dormii non so quanto quella mattina, e sbuffai tornando su quel letto unto di sudore e di calore, ben convinta che fosse qualche amica di mia madre venuta a trovarla o a scambiare qualche pettegolezzo. Con grande sorpresa, invece, sentii bussare alla mia porta, e inarcai un sopracciglio sollevando almeno il busto dal letto.
”Mamma?”
”No, Aya! Posso entrare?”
”Oh, Aya! Ma certo, vieni pure!”
La porta si spalancò e sbucò Aya con un dolce sorriso. In un certo senso, la sua visita mi rilassò, e le sorrisi a mia volta, per poi scoppiare interiormente quando alle sue spalle vidi la professoressa Okamoto. Il mio cuore che finalmente si era calmato da quella febbre ricominciò a palpitare, e abbassai lo sguardo intimidita, mentre urlai nella testa alla pompa di sangue di stare calma. Risollevai lo sguardo, e sorrisi a entrambe le donne.
”Ciao Kaori. Spero di non averti sorpresa troppo facendoti visita, ho trovato fuori da scuola Aya senza ombrello con questa pioggia, e appena mi ha detto che sarebbe venuta a trovarti, ho pensato di fare un salto.”
Mi sorrise come solo lei sa fare.
”Allora? Come ti senti?”
Aya non si fece scrupoli a sentirsi a suo agio in quella stanza in cui aveva passato già molto tempo, e afferrò la sedia della scrivania per far accomodare la professoressa. Dal canto mio, mi resi conto che quella donna stava contemplando la mia cameretta. Sbarrai quasi gli occhi. Merda! Non ho riordinato neanche un po' questi giorni, e la stanza puzza pure! Di sudore e del mio alito, perché non faccio mai nulla? No aspetta, perché sono così agitata? Non è la prima persona che entra in camera mia e trova disordine, voglio dire, l'ha vista anche Sho, e non me ne fregava poi così tanto, chissene frega, dai.... Il mio sguardo cadde sul reggiseno e i calzini a terra alle spalle delle due femmine, e di scatto mi alzai dal letto per afferrare il casino a terra, buttarlo nell'armadio, e chiuderlo sigillandolo con la chiave.
”Benissimo! Come vede, mi sto già riprendendo! Non c'era bisogno che venivate in camera mia, vi dispiace andare in cucina? Mi vesto e scendo subito! Due minuti!”
Allargai un immenso sorriso, mentre Aya mi fissò con un sorrisetto sospetto, e la professoressa annuì alzandosi da quella sedia.
”Magari ne aprofitto per scambiare quattro chiacchiere con tua madre. Sembra una così brava donna!”
”Se non le spiace, io la raggiungo poi.. vorrei parlare un po' con Kaori. Da sola.”
La professoressa sgranò gli occhi, e posando lo sguardo prima su Aya e poi sulla sottoscritta, ci sorrise annuendo, quindi uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle. Io volli tirare un sospiro, ma la questione di Aya mi preoccupò un poco.
”Ti spiace se mentre ti ascolto mi cambio? Sono tutt'orecchi, tranquilla.”
Aya divenne rossa in volto, e acconsentì, mentre io mi voltai subito aprendo quell'armadio gigante e incasinato, e mi chinai afferrando un paio di jeans e una felpa molto semplici.
”.. Volevo parlarti di quello che è successo la settimana scorsa. Ecco io..”
”Se mi stai per chiedere scusa, risparmia il fiato. Non sono arrabbiata, ma perché non mi hai detto niente? Sarei stata la prima a gioire per voi, siete i miei amici, credi che mi sarei sentita esclusa solo perché vi siete messi insieme?”
Quella spalancò gli occhi, e portò le mani dietro la schiena, corrucciando le sopracciglia.
”Temevo che ti saresti sentita di troppo ogni volta che saremo stati insieme, e che avremo passato sempre meno tempo in compagnia.. Kaori, qualsiasi cosa accada, io non voglio vederti o parlarti di meno, sarai sempre più importante di chiunque io frequenti!”
A quelle parole mi voltai di scatto proprio mentre mi stavo sfilando la maglia del pigiama, per cui la gettai nell'armadio e mi avvicinai ad Aya.
”Accetti l'abbraccio di un'amica un po' ammalata?”
”Sempre.”
Allargai le braccia e la strinsi forte a me.
”Scusami, lo so che non ho motivo di dubitare di te, ma sei la mia migliore amica, non voglio neanch'io perderti per un futile motivo...”
Quella rise, andando poi a parlparmi il sedere.
”Perdonata, vedo che il tuo culo soddisfa sempre di più gli standard di una donna matura, ci sei vicina!”
”Ehi!”
Ridemmo divertite legate a quella presa, quasi dimenticai della bella donna che attendeva al piano di sotto, e al solo pensiero mi scostai dall'abbraccio.
”Wah, la prof sta aspettando con mia mamma, spero non si arrabbi!”
”Uhm.. Kaori, sbaglio o hai molto a cuore quella professoressa?”
”Beh, si, è una donna in gamba! E poi lotta con me contro Ozaki, se non è un aiuto dal cielo quello...”
Mormorai, ridacchiando e infilandomi la felpa, ma prima di poterlo fare dalle spalle tornò Aya ad abbracciarmi. Le sue mani mi accarezzavano il ventre, con un tocco gentile.
”Se trovi un ragazzo interessante me lo dirai, vero?”
”Ma che domande fai? Certo, verrò da te a chidere consiglio.”
”Quindi... non provi niente per Sho? Se te l'avessi portato via, non so cosa mi farei..”
”Aya.”
Mentre le sue mani salivano verso il seno, glie le presi e le strinsi tra le mie.
”L'avresti saputo. Stai tranquilla, non provo nulla del genere per Sho, è un amico, niente di più.”
Aya dapprima un poco sorpresa mi sorrise, e mi mollò un bacio sul collo, per poi lasciare la presa.
”Grazie Kaori. Scendo di sotto a dire alla prof che sei lenta come una lumaca!”
”Cosa? No aspetta!”
Quella uscì dalla stanza lasciando la porta spalancata, mentre io la rincorsi infilandomi la felpa e rischiando di inciampare per quelle scale. Regalammo alla professoressa una bella scenetta in cui io alla fine caddi comunque nel tentativo di fermare Aya, e quella rivolse un ampio sorriso verso la docente, per poi scoppiare a ridere insieme all'altra, tutto in presenza di mia madre, ovviamente, che si unì al coro.

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Ed eccomi qui con un nuovo capitolo!
Ero partita con zero idee, lo confesso, ma in un modo o nell'altro ho combinato qualcosa. Lo so, il personaggio maschile del precedente capitolo è ancora un essere anonimo e sconosciuto, ma, come ho già detto, abbiate fede, con calma, con calma...


Celestite
  
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