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Autore: LittleWillow_    06/05/2015    14 recensioni
Di prime parole e di primi tatuaggi.
Una storiella senza pretese, ispiratami dal tatuaggio di Dhani Harrison, "Keoki" che in lingua hawaiana significa "George".
["Dhani, dì papà! Su, so che puoi farcela.”
George era seduto sul letto matrimoniale a gambe incrociate tenendo il suo piccolo cucciolo d’uomo in braccio, giocherellando con lui poco prima che arrivasse per il bambino l’ora di andare a letto, mentre Olivia seguiva divertita la vicenda. La prima parola di Dhani era stata “mamma” pochi giorni prima, e nonostante a George bastasse vedere il sorriso del bambino in cui cominciava a figurare qualche dentino e sentire i suoi gridolini entusiasti per essere felice, non poteva negare di aver desiderato che la sua prima parola fosse “papà”.
“Ma… ma … mamma!” esclamò il bambino mentre George si lasciò andare ad un sospiro sconsolato, guardando Olivia che non poté trattenere un sorriso compiaciuto, accarezzando la testa di suo figlio."]
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Il tatuaggio vero e proprio… racconta una storia. Mi piacciono le storie e i tatuaggi, non importa quanto ben fatti, se non raccontano una storia che ti coinvolge emotivamente, e sono lì solo per decorazione, allora non sono un vero tatuaggio.”
 (Margo DeMello)
“Dhani, di papà! Su, so che puoi farcela.”
George era seduto sul letto matrimoniale a gambe incrociate tenendo il suo piccolo cucciolo d’uomo in braccio, giocherellando con lui poco prima che arrivasse per il bambino l’ora di andare a letto, mentre Olivia seguiva divertita la vicenda. La prima parola di Dhani era stata “mamma” pochi giorni prima, e nonostante a George bastasse vedere il sorriso del bambino in cui cominciava a figurare qualche dentino e sentire i suoi gridolini entusiasti per essere felice, non poteva negare di aver desiderato che la sua prima parola fosse “papà”.
“Ma… ma … mamma!” esclamò il bambino mentre George si lasciò andare ad un sospiro sconsolato, guardando Olivia che non poté trattenere un sorriso compiaciuto, accarezzando la testa di suo figlio.
 George appoggiò il capo sul cuscino, quasi in un gesto di resa, ma senza lasciare nemmeno per un secondo la presa su Dhani, terrorizzato dall’idea che potesse cadere e farsi del male.
“Prenditi pure gioco di me, Liv” riprese teneramente sua moglie, per poi tornare a dare attenzione al bambino che si era sdraiato sul suo petto, prendendo a succhiarsi il pollice e a sbadigliare.
“Pa- pà. Pa – pà.” Tentò ancora di far ripetere a Dhani, che stava per addormentarsi e che non sembrava proprio volerne sapere, e a Olivia rincrebbe un po’ vedere George così abbattuto, ma decise di prendere in braccio il bambino che ormai sembrava stare per crollare a causa del sonno e di portarlo nella sua culla.
“Forza, campione. Ora ti porto a fare la nanna. Fa’ il bravo”
George seguì Olivia con lo sguardo, concentrandosi su suo figlio che nonostante stesse per addormentarsi in braccio a lui pochi minuti prima, era alle prese con i capricci che i bambini sono soliti a fare quando non hanno affatto voglia di andare a dormire. Sorrise, vedendolo tendere le manine verso di lui, ma fu qualcos’altro ad attirare la sua attenzione.
“Ke…. Ke….Keoki!”
L’uomo dagli occhi color inchiostro scattò immediatamente a sedere. Possibile che avesse davvero detto Keoki, che poteva aver sentito solo da qualche suo amico hawaiano, dopo che aveva cercato così a lungo di fargli dire papà?
“Keoki!” mugugnò ancora Dhani, mentre Olivia si era fermata ad ammirare George, che per un riflesso volontario si era trovato a sorridere. George di indole non aveva la tendenza a regalare sorrisi finti ed esagerati alle telecamere, e lei poteva considerarsi fortunata perché aveva l’onore di conoscere il sorriso più bello, luminoso e naturale di suo marito; quello che rivolgeva solo a sua moglie e a quel bambino che aveva migliorato la vita di entrambi, e che entrambi amavano più della loro stessa vita.
“Ha detto davvero...?” Olivia inclinò la testa e George, entusiasta, prese in braccio Dhani, accarezzandogli il pancino con affetto e facendolo ridacchiare.
“Piccolo imbroglione, cos’è questa storia che dopo tutto il pomeriggio in cui ho cercato di farti dire “papà”, tu dici il mio nome in hawaiano?”
***
E’  il tuo primo tatuaggio, sei un po’ in ansia e non puoi proprio negarlo. Vorresti girarti e trovare tuo padre al tuo fianco a supportarti e a dirti che va tutto bene, che è solo uno stupido ago, proprio come aveva fatto quando  a nove anni dal dottore avevi piantato un pianto disperato perché avevi paura del vaccino. Ma realizzare che questa volta non ci sarà nessuno a tranquillizzarti fa ancora più male dell’ago che è sotto la tua pelle e che sta incidendo lì quella parola che è già tatuata nel tuo cuore e che lo sarà per sempre. Non fai nemmeno in tempo a perderti nei tuoi ricordi che il tatuatore ti informa di aver finito e tu puoi ammirare quelle cinque lettere e notare come la tua pelle chiara risulti un po’ arrossata e ti faccia un po’ male, ma tu sai bene che quel dolore se ne andrà, e sarà un dolore più immenso e molto più grande a non andarsene mai. Percorri le lettere con le dita e puoi sentirlo ancora spiegare il significato di ciascuna di loro.

“Papà, mamma dice che “Keoki”  è stata una delle prime mie parole, ma cosa significa “Keoki”?”
Dhani si era seduto in braccio a George vicino ad una finestra cominciando a giocherellare con una lunga ciocca di capelli dell’uomo, curioso di ascoltare la sua risposta.
“Significa “George” in hawaiano, Dhani. Ma è molto più di un nome, ragazzino” aveva spiegato con pazienza, i suoi occhi inchiostro in quelli sempre inchiostro del bambino “La prima “K” rappresenta il lato bambino che è in ognuno di noi, quello che non ci abbandona fino alla morte. La “E” simboleggia le piccole cose extra, quelle in più che facciamo per rendere felici le persone che amiamo. La “O” indica le sfide che la vita ci porrà davanti e che dovremmo affrontare con coraggio. La seconda  “K” indica la gentilezza. Devi essere sempre gentile con tutti, Dhani.”
Il bambino a quel punto aveva storto il naso. Nell’ingenuità dell’infanzia, immaginare di andare d’accordo con tutti e di comportarsi in maniera gentile con chi non  fa lo stesso con te è molto arduo, quasi impossibile.
“Anche quando mi fanno arrabbiare, papà?”
George aveva sorriso dolcemente, riprendendo il discorso. Suo figlio era un bambino intelligente per la sua età e le conversazioni con lui potevano essere piacevoli e profonde, ma era appunto pur sempre un bambino.
“Anche quando ti fanno arrabbiare. Devi impegnarti e cercare di non ferire mai i sentimenti di nessuno, Dhani, anche se è difficile.” Continuò poi il discorso illustrando a suo figlio il significato dell’ultima lettera “ La “I” indica le idee positive e buone che ti porterà la vita, infine.”
Dhani sapeva che il suo papà aveva finito di parlare, ma quei momenti sembravano così intimi e speciali che nemmeno per un secondo pensò di scendere dalle ginocchia di George e anzi si ritrovò ad abbracciarlo. Aveva letto da qualche parte che un abbraccio poteva salvare una vita, dopotutto, e solo tanti anni dopo si sarebbe chiesto perché il suo di abbraccio non aveva salvato quella del suo papà.

Puoi comprendere solo oggi quanto ognuna di quelle lettere caratterizzasse un aspetto del carattere di tuo padre: il suo entusiasmo bambino quando giocherellava con te e quella curiosità che non aveva mai perso nella prima “K”, il suo cuore grande e quella generosità che avevano fatto di lui il padre dei concerti di beneficenza nella “E”, il coraggio con cui aveva affrontato la malattia - sempre a testa alta- nella “O”, la sua chitarra gentile come lui nella seconda “K”, e infine, nell'ultima lettera, i suoi ideali profondi, profondissimi  a cui aveva cercato  di mantenersi coerente nella sua brevissima, ma intensa esistenza; sorridi perché lo sai che quel nome, il suo nome,  Keoki, parla proprio di lui.
 
 
NDA.
Hello! Grazie mille per essere arrivati fino a qui e per eventuali recensioni. Questa storia è nata in tre giorni, tre giorni fa mi sono accorta del tatuaggio sul braccio di Dhani Harrison, e beh, provato a cercare “Meaning of keoki” su internet e ho scoperto che “Keoki significa George in lingua hawaiana” e che lo stesso George si era firmato così in alcune lettere.Alcuni amici hawaiani ho scoperto in seguito chiamavano George proprio così. Il significato che George dà ad ogni lettera è assolutamente il vero significato di ogni lettera del nome “keoki”. Il fatto che “Keoki” significhi “George” e che Dhani ce l’abbia tatuato mi ha distrutto le feels, so here I am.
Grazie mille per eventuali recensioni!
D.
  
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