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Autore: katris jackson    06/05/2015    2 recensioni
-Ti sbagli, è solo l’effetto che fanno le tenebre, ti illudono che intorno a te ci siano molte cose che non puoi vedere, ma in realtà non c’è niente, proprio come sembra.- il figlio di Ade abbassò gli occhi e rimasero così, lui a fissare la sabbia e Will a fissare lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nico odiava l’infermeria, la odiava sul serio. Non avrebbe saputo dire se odiava di più le strane terapie naturali a cui lo sottoponevano o il doversene stare a letto tutto il giorno. Sta di fatto che non ne poteva più, avrebbe preferito pulire le stalle dei pegasi che stare un altro giorno lì. Quella mattina, quando Will entrò per il suo controllo di routine, Nico era steso sulla brandina a pancia in su con le braccia incrociate dietro la testa. – Ti prego non dirlo- sibilò tra i denti sentendo che qualcuno entrava, - Buongiorno Mister Morte! Com’è andata la notte?- esclamò pimpante il figlio di Apollo.
-Ripetimi perché non ti ho ancora trasformato in una pozza di tenebre?- chiese stancamente Nico fingendosi irritato.- Facile, perché ti ho salvato la vita!- il figlio di Ade detestava sapere che quell’affermazione era dannatamente vera, se non fosse stato per le cure di Will lui ora sarebbe un’ombra grigiastra nelle profondità dell’Abisso.
-Allora Mister Morte, ti va di fare un giro?- per poco Nico non rotolò giù dalla branda, perso nei suoi pensieri, Nico non si era neppure accorto che Will si era accovacciato accanto a lui, finchè non gli aveva sussurrato nell’orecchio. Lottò per non arrossire: ma ve lo immaginate, un figlio di Apollo che spaventa il re degli spettri?
-Aspetta- disse Nico – Vuoi dire che posso lasciare questo posto?-
-Mi avevi promesso quattro giorni di riposo no?- rispose Will sistemando con le punte dei polpastrelli i ciuffi di capelli sulla fronte di Nico – Bhè, i quattro giorni sono passati, adesso mi concederesti un ultimo pomeriggio?-
Il figlio di Ade si sentì come se l’Atena Parthenos gli si fosse seduta sul petto e ringraziò di essere sdraiato cosi non poterono cedergli le ginocchia, nei punti in cui le dita Will incontravano la sua pelle avvertiva dei brividi elettrici , ma riuscì prontamente a celare ogni emozione. Senza muoversi di un millimetro, sollevò una palpebra e si rivolse a Will – D’accordo dottor Solace, le concederò l’onore della mia presenza.-
°°°
-Ti  piace il mare?- domandò Will mentre lui e Nico passeggiavano sulla spiaggia della baia.
“Pessima domanda” aveva pensato Nico. Anche se adesso il pensiero di Percy non lo tormentava più, in tutti quegli anni si era abituato ad associare l’oceano al il figlio di Poseidone, e per questo si era convinto di odiare il mare. Ma quel pomeriggio, lì con Will, il mare non aveva più lo stesso sapore. Non sapeva di rimorsi e tristezza, sapeva di qualcosa di nuovo, qualcosa che Nico non aveva mai provato prima di allora. – Diciamo che oggi mi piace.- rispose infine sommessamente. Il figlio di Ade distolse l’attenzione dalla punta dei suoi piedi e levò lo sguardo verso l’orizzonte;incappò nel viso di Will che lo studiava con un’espressione interrogativa e un po’ maliziosa, si ritrovò con i suoi brillanti occhi color zaffiro puntati nei propri e si chiese se Jason fosse nei paraggi, perché l’aria era diventata ad un tratto rarefatta ed elettrostatica, gli sembrò persino di emettere scintille ad un certo punto, come se le molecole intorno a lui avessero preso ad oscillare al ritmo del suo battito cardiaco. Non poteva farci nulla, riusciva a controllare un esercito zombie ma era completamente inerme quando Will Solace si trovava così vicino a lui.
Doveva avere un’aria piuttosto imbarazzata, e stupida, molto stupida, perché il figlio di Apollo scoppiò in una risata così fragorosa che se Nico non avesse saputo che stava ridendo di lui probabilmente si sarebbe unito alla risata. Poi, completamente senza fiato, Will si distese sulla spiaggia e Nico si sedette accanto a lui, irritato e lugubre, tanto che una povera margherita solitaria che cresceva sulla duna vicino a loro, appassì all’istante.
-Ohoh, vacci piano Mister Morte, non volevo farti arrabbiare.- ridacchiò Will.
Il figlio di Ade fece una smorfia -Non sono arrabbiato con te, e non chiamarmi Mister Morte!- borbottò. Will strisciò sulla sabbia e si inginocchiò di fronte a lui, lo guardò negli occhi, a lungo e intensamente, come se stesse cercando di farsi strada nelle tenebre. – Non troverai nulla lì dentro- disse Nico indurendo lo sguardo , cercando di tenere per se le sue ombre.
-Oh ti sbagli Di Angelo, ci sono un sacco di cose da vedere, ci sono posti dentro di te in cui nessuno è mai stato, lati che tu stesso ti sei dimenticato di esplorare…-
-Ti sbagli, è solo l’effetto che fanno le tenebre, ti illudono che intorno a te ci siano molte cose che non puoi vedere, ma in realtà non c’è niente, proprio come sembra.- il figlio di Ade abbassò gli occhi e rimasero così, lui a fissare la sabbia e Will a fissare lui.
- Solo perchè in una stanza nessuno ha mai acceso la luce, non vuol dire che sia vuota- Will gli sollevò il mento con le punte delle dita e si avvicinò pericolosamente al viso di Nico, che si sentì come se gli stessero prendendo a martellate la cassa toracica. Le mani del medico emanavano un profumo inebriante di limone, miele e tè alla menta, i suoi ricci color granturco brillavano al sole. Nico ansimò. – Allora,- continuò Will- mi lascerai guardare dentro di te re degli spettri?-
Il figlio di Apollo non attese alcuna risposta, si sporse in avanti e premette le sue labbra calde e soffici su quelle Di Nico. Per lui fu come bere un sorso delle acque del Flegetonte, all’inizio gli tolse ogni briciolo di energia, poi man mano che i secondi passavano gli restituì la vita, non sentiva alcun dolore, ogni ferita era stata guarita.
Nico non aveva mai baciato nessuno quindi si chiese se fosse normale desiderare che non finisse mai, anche se quell’emozione lo stava consumando si disse che valeva la pena di morire così.
Quando Will si staccò Nico represse l’istinto di agguantarlo per la maglietta e tenerselo stretto, ma era paralizzato dalla sorpresa, dall’emozione e da qualche altra cosa che non conosceva. Stettero in silenzio per un tempo indecifrato, poi Nico sentì una perla umida di calore scivolargli lungo il viso. Una lacrima? Com’era possibile? Non era per niente triste, anzi! Will lo guardò con occhi teneri, avvicinò Nico a se, poggiò la sua fronte su quella del figlio di Ade e mormorò – Non avere paura di ciò che senti adesso.-
-Will…cos’è quello che sto sentendo adesso?-
-Felicità- 
   
 
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