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Autore: Rinalamisteriosa    31/12/2008    8 recensioni
Arrivò la sera e i quattro, di comune accordo, decisero di cenare al ristorante più vicino, per poi dirigersi al parco ad assistere ai giochi pirotecnici di mezzanotte, poiché arrivava l'anno nuovo, il 2000. Qui, finalmente, Riza si prese di coraggio. " Tesoro, dobbiamo parlare!" cominciò, guardandolo negli occhi. " Proprio adesso? Guarda che bello quel fuoco d'artificio!" fece Roy, cingendole la vita e alzando incantato lo sguardo verso il cielo. " Sì, adesso!" E dopo aver preso un bel respiro, con gli occhi lucidi, si avvicinò al marito e, in contemporanea all'esplosione di luce di un altro fuoco d'artificio, gli rivelò quella sorpresa che serbava gelosamente dentro di sé. " Cosa? P-puoi... puoi ripetere?" domandò incerto Roy, sgranando gli occhi. // RoyAi alternativa. (All'interno, i ringraziamenti per l'anno appena trascorso... TANTI AUGURI A TUTTI!!! ^O^)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata con tutto il mio affetto a shurei, valerya90, Red Robin, Shatzy e antote.

Consideratelo un regalo... e grazie di tutto care! Vi voglio bene <3

 

 

 

 

 

 

Sorpresa per Roy:

il Capodanno più bello!

 

 

 

 

 

-31 dicembre 1999

Vigilia di Capodanno

ore 10 di mattina-

 

 

 

C'era quasi!

Un ultimo sforzo e avrebbe ultimato la sua minuziosa opera.

Non credeva di essere così bravo a dipingere, fino a quando i suoi occhi ambrati di diciassettenne non si erano concentrati su quel lavoro.

Era una sensazione bellissima e appagante.

Specie se il quadro che stava per portare a termine doveva essere il degno regalo per la padrona di casa.

Perché, se non fosse stato per la gentilezza e l'ospitalità di lei, che gli aveva affittato, per una modesta somma di denaro da versare una volta ogni due mesi, l'appartamento al secondo piano di quella palazzina, lui e il fratello maggiore sarebbero rimasti in mezzo a una strada.

Orfani di entrambi i genitori, erano stati costretti a lasciare la loro casa in campagna per trasferirsi nella città di Tokyo.

Alphonse si sfregò la fronte sudata con la mano.

Non voleva più pensare ai due anni di vagabondaggio che aveva passato col fratello: degli anni davvero terribili!

Per questo motivo, era felice di stare lì, al calduccio, con un tetto sopra la testa e un camice bianco macchiato di colore.

Dopo aver dato l'ultima pennellata di marrone, si fermò ad ammirare il proprio capolavoro.

 

Nell'altra stanza, intanto, Edward era seduto comodamente sul letto, intento a sfogliare il quotidiano.

Come al solito, nessuna notizia era degna della sua attenzione.

Ed ecco che la voce festosa del fratellino lo chiamò.

" Ehi, Ed! Forza, vieni! Vieni a vedere che bello!"

" Un attimo, Al! Tra poco arrivo..." fece lui, annoiato, voltando pagina.

Il fatto che non aveva voglia di alzarsi era lampante.

" Eddai, fratellone! Tanto il giornale non scappa..." lo richiamò Alphonse.

Il diciottenne si alzò a malincuore, abbandonando il quotidiano sul letto.

Era già vestito per uscire: difatti, appena sveglio, si era ricordato di avere un impegno importante.

 

" Allora? Che ne pensi?" domandò felice Al, vedendolo avvicinarsi con la coda dell'occhio.

" Uhm... carino!" si limitò a rispondere.

" Pensi che potrebbe piacerle?"

" Ma certo!"

Anche se Edward non poteva sapere i gusti della signora Riza Mustang, gli diede comunque una risposta affermativa, per non deluderlo.

E dopo avergli stropicciato i capelli in segno d'affetto, dicendogli che aveva il naso "pittato" di rosso, prese il suo cappotto marrone e lo indossò.

" Al, io esco! Ci vediamo dopo, ok?"

" Va bene! Ma cerca di tornare per il pranzo. Abbiamo promesso alla signora che avremo mangiato da loro, al piano di sotto!"

" Sì, sì! Lo so..." confermò vago Ed.

E dopo aver fatto un cenno di saluto con la mano, uscì dalla porta.

Alphonse ne approfittò per mettere in ordine il casino che aveva fatto e per darsi una sistemata.

 

Riza fischiettava un motivetto allegro, mentre passava l'aspirapolvere e sbrigava le faccende domestiche con maniacale precisione.

Tutto doveva essere perfetto quel giorno, continuava a ripetersi.

Serbava dentro di sé un segreto che avrebbe rivelato al marito solo al termine della giornata.

Erano sposati da circa sette mesi, e per lei quello era stato sicuramente il periodo più bello della sua vita.

Perché, nonostante lui fosse un bell'uomo che, se voleva, poteva vantare la compagnia di donne molto più affascinanti, alla fine Roy Mustang aveva chiesto proprio a lei, Riza Hawkeye, di sposarlo.

Si era impegnato a conquistarla in ogni modo possibile e le aveva letteralmente rubato il cuore.

Per amor suo, aveva rinunciato persino alla "bella vita" che conduceva per entrare nel mondo a lui sconosciuto del lavoro.

Un mondo intricato e opprimente con il quale non sarebbe andato mai d'accordo.

Persino l'ultima mattina di dicembre, che avrebbe voluto trascorrere in compagnia della sua adorata mogliettina, si era dovuto alzare dal letto e dirigersi in ufficio, a setacciare dei seccanti documenti per conto del suo capo.

Dopo aver concluso, Roy si diresse spedito nello studio di quell'uomo spregevole, che portava l'occhialino e un sorriso da ebete stampato in faccia.

Che grandissimo ipocrita!

" Ecco i suoi documenti, signore! Io ho finito per oggi..." cominciò, lasciando i fogli sulla scrivania, senza abbassare la testa per paura di perdere la sua dignità, alla quale non avrebbe mai rinunciato al cospetto di qualcuno, specie se questo qualcuno era suo superiore.

" D'accordo, signor Mustang. Ci rivedremo dopodomani! E mi raccomando: passi un bel capodanno!" fece quello, di ottimo umore, attorcigliando le dita.

" Grazie! Auguro lo stesso anche a lei. Arrivederci!"

Dopo avergli teso gentilmente la mano, se la strinsero e lui lasciò più in fretta che poté l'edificio.

Non vedeva l'ora!

Dentro di sé, c'era un minuscolo se stesso che faceva i salti di gioia.

Salì nella sua decappottabile blu e la fece partire: direzione casa.

Dopo aver percorso solo un chilometro, però, fu costretto a fermarsi.

Gli era sembrato di vedere un viso familiare che passeggiava imbronciato e con una busta rossa in mano sul marciapiede opposto.

Suonò il clacson una volta per richiamare la sua attenzione e abbassò il finestrino.

" Ehi, piccoletto! Che cosa ci fai solo soletto per strada? Eh?" si informò ad alta voce.

Lo disse in tono di scherno, naturalmente, tanto che il "piccoletto" in questione si irritò, guardandolo male.

" Che c'è, signor Mustang? Adesso è vietato andare a far compere?" domandò sarcastico il biondino, alzando la busta come se l'altro non l'avesse notata.

" Dai, salta su! Fa freddo: qui in macchina si sta meglio..." gli consigliò Roy, aprendogli la portiera.

Anche se si divertiva a prenderlo in giro, in fondo si preoccupava: sentiva come una specie di inspiegabile istinto paterno, sia per Edward che per Alphonse.

Il ragazzo, dopo aver sbuffato, ubbidì.

" Allora Edward: che cosa hai comprato di bello?" chiese Roy, rimettendo in moto, mentre Ed si sistemava la cintura di sicurezza dopo aver deposto la busta ai suoi piedi.

" Nulla che la riguardi..." rispose mesto.

" Come siamo permalosi!" appurò l'adulto.

" Posso tirarle un pugno? Lo gradisce?" fece l'altro, ancora irritato per il "piccoletto" di prima.

" Certo che no! Rovineresti il mio bel viso!" si vantò Roy.

" Tsk! Narcisista del cavolo!"

" Se io sono un narcisista, tu sei un antipatico! Se continui a comportarti così, non troverai mai la RAGAZZA!"

Pensò di marcare bene l'ultima parola, per metterlo in imbarazzo.

E infatti...

" Eccolo che ricomincia! Neanche questi sono affari suoi, signor Mustang! Lei non è né mio padre, né mio zio, né il mio tutore..."

" Lo so, stai calmo! Però è tempo che anche tu te ne trovi una: alla tua età, il sottoscritto ne aveva avute già una trentina, se non di più!" si vantò ancora.

" Sì, ma io non sono un casanova egocentrico come lei!!" sbottò, diventando rosso al pensiero di dover trovare una ragazza e dichiararsi.

Per lui, così scontroso e testardo, è sempre stato difficile andare d'accordo con qualcuno che non fosse Al.

Figuriamoci con una ragazza! Sarebbe di certo scappata via appena avrebbe avuto prova del suo carattere.

" Ho deciso! Un giorno ti farò da maestro... eheh! Vedrai: coi miei insegnamenti, nessuna potrà resisterti!" gli promise, ghignando, dopo essersi accorto del colorito del ragazzo, che a queste parole divenne ancora più rosso.

" No! N-non mi interessano i suoi consigli!" esclamò Edward, indispettito.

Così, presi nella loro discussione che ricordava quella di un padre col figlio ribelle, arrivarono a casa.

Edward scese velocemente dalla macchina e salì le scale, mentre Mustang si occupava di chiudere bene la sicura.

Poi diede un'occhiata al proprio orologio da polso: era mezzogiorno e un quarto, segno che mancava ancora un'ora al pranzo.

 

Riza stava mettendo a posto l'aspirapolvere, quando sentì la porta d'ingresso aprirsi e un sonoro sbadiglio che annunciava l'arrivo di suo marito.

" Bentornato a casa, tesoro!" gli gridò, mentre trafficava con il filo per arrotolarlo bene.

Dopo aver finito, si guardò intorno soddisfatta.

Inutile dire che aveva fatto un lavoro perfetto: la casa brillava così tanto di pulito che in ogni angolo o superficie ci si poteva specchiare.

Persino Roy non poté nascondere un'esclamazione di meraviglia, che la fece arrossire.

" Sono... sono stata brava, vero?"

Questa domanda le uscì spontanea, non voleva dirla.

" Non brava... divina! Sembra che in casa sia appena passata una fata, per quanto questa brilli: una bellissima fata dai capelli biondi e gli occhi ambrati!"

si congratulò così, avvicinandosi.

" Oh... grazie amore! Una fata? Ma non ti sembra di esagerare?" chiese modesta Riza, senza perdere il rossore che le imporporava le guance.

" Non sono mai stato così sincero..." rispose lui, galante, attirandola a sé.

" E adesso: posso permettermi di rubare un bacio a questa graziosa fata?" continuò lui.

Riza sorrise e annuì, chiudendo gli occhi.

Non c'era neanche bisogno di chiederlo: si sarebbe fatta baciare comunque da lui, sempre.

 

" Ehi, Ed! Io sono pronto: possiamo scendere!" fece Alphonse rivolto al fratello, tenendo in mano il suo quadretto incartato con la carta regalo che aveva comprato il giorno prima.

" Aspetta... pensi che la signora Riza abbia già finito di cucinare?" domandò Edward, che portava ancora quella busta rossa.

" Io dico di sì! In caso, aspettiamo nel loro salotto! Non credo li disturberemo!" rispose Al, sorridendo e aprendo la porta di casa.

" Se lo dici tu..." finì il discorso, seguendolo.

" Non vedo l'ora di mostrarle il mio regalo!" mormorò Alphonse, scendendo piano le scale.

Arrivati a destinazione, suonarono alla porta e aspettarono.

Dopo un minuto, Roy venne ad aprire loro.

" Ciao ragazzi! Siete stati puntualissimi!" appurò, fingendosi sorpreso.

" Grazie, signor Mustang! La signora che fa?" domandò Al, in fermento.

" E' andata a controllare se in cucina è tutto a posto! Accomodatevi pure!"

Detto questo, si ritrasse per lasciarli passare.

Poi fece andare avanti Al e afferrò Ed per un braccio, dicendogli all'orecchio:

" Non potevate aspettare a scendere, vero? Io speravo di stare un po’ da solo con mia moglie, qualche minuto!"

" Mi scusi, ma sa com'è! Al era così felice che ho voluto accontentarlo!" bisbigliò a sua volta Edward, aggiungendo poi, malizioso:

" Ma avrà stanotte per restare solo con sua moglie, no?"

" Lasciamo perdere…" terminò Roy, scuotendo il capo.

In cucina, intanto, Al stava salutando allegramente Riza, mostrandole il suo regalo.

" Oh, Alphonse! Grazie! E' un pensiero bellissimo... davvero! Non dovevi!" si mostrò grata lei.

" Si, ma... ho visto un disegno che raffigurava questo vaso di rose e ho voluto provare a dipingerlo!" fece Al, imbarazzato, grattandosi la testa.

" Bene... io adoro le rose! Poi vedrò dove appenderlo: per adesso lo lascio qui. Grazie!" disse felice Riza, poggiandolo su un ripiano e tornando a controllare il tacchino nel forno.

Non se l'aspettava, doveva ammetterlo.

Ormai si sentiva come una seconda madre per quei due ragazzi: le bastava che fossero felici, nulla di più!

Quando li aveva trovati, morti di fame, non ci aveva pensato due volte a cedergli l'appartamento di sopra e a dare un lavoro part-time al maggiore dei due, nel negozio di fiori di suo padre.

" Allora: che cosa si mangia?" Edward era entrato così, facendo questa domanda e sedendosi su una sedia, sfregando impaziente le mani e osservando con interesse le pietanze preparate con dedizione dalla signora Mustang.

" Tutto quello che vedi, più il tacchino nel forno! Adesso... da bravi: apparecchiate la tavola, mentre io mi occupo degli ultimi preparativi!" impose radiosa, rivolgendosi a tutti e tre gli "uomini" di casa.

Darle una mano non avrebbe certo fatto loro del male, no?

 

Pranzarono in serenità, tra le "frecciatine" che si lanciavano Roy ed Edward, e Alphonse che cercava goffamente di trattenere il fratello dal lanciare addosso all'uomo il cibo, solo perché lo chiamava "piccoletto", o "nano", oppure alludeva al fatto che non si era ancora trovato la ragazza.

Edward sentì che quell'uomo l'avrebbe perseguitato a vita, o perlomeno per tutto il tempo che lui e Al sarebbero rimasti lì.

Fosse stato per lui, non avrebbe accettato l'offerta dell'affitto dalla signora Mustang: non voleva pesare su nessuno.

Era cresciuto facendo affidamento sulle proprie forze, e portava con sé il fratellino dovunque andasse.

Ma vedere Alphonse così felice e sano, lì, accanto a lui, aveva levato dalla mente al giovane Edward l'idea di scappare.

Aveva accettato di lavorare per il padre di Riza.

E, in fondo, Roy Mustang e Riza Hawkeye erano bravissime persone: difficilmente ne avrebbe trovate come loro, se avesse mollato tutto.

 

Anche il pomeriggio trascorse sereno, in casa Mustang, tra chiacchierate sotto l'albero di Natale, partite a carte o a monopoli (quest'ultimo era nella busta rossa di Edward), e la visione di un film in videocassetta.

Arrivò la sera e i quattro, di comune accordo, decisero di cenare al ristorante più vicino, per poi dirigersi al parco ad assistere ai giochi pirotecnici di mezzanotte, poiché arrivava l'anno nuovo, il 2000.

Qui, finalmente, Riza si prese di coraggio.

" Tesoro, dobbiamo parlare!" cominciò, guardandolo negli occhi.

" Proprio adesso? Guarda che bello quel fuoco d'artificio!" fece Roy, cingendole la vita e alzando incantato lo sguardo verso il cielo.

" Sì, adesso!"

E dopo aver preso un bel respiro, con gli occhi lucidi, si avvicinò al marito e, in contemporanea all'esplosione di luce di un altro fuoco d'artificio, gli rivelò quella sorpresa che serbava gelosamente dentro di sé.

" Cosa? P-puoi... puoi ripetere?" domandò incerto Roy, sgranando gli occhi.

" Amore... io aspetto un bambino!" ripeté Riza, a voce un po’ più alta e scandendo bene quelle importanti parole.

L'uomo non riusciva ancora a crederci, però i suoi profondi occhi neri brillavano di nuova speranza.

Come se, nel profondo, avesse sentito che uno dei suoi desideri nascosti si era appena avverato.

" Sarò padre..." fece, piano, come se volesse dar voce al suo pensiero.

" Sì, amore mio! Sì!" lo rassicurò la sua donna, dandogli una carezza sulla guancia, mentre una lacrima di gioia le solcava il delicato viso.

Lui non sapeva che cosa fare o cosa dire: provava una sensazione nuova e indescrivibile.

Dopo qualche minuto di smarrimento, si limitò a prenderle il viso tra le mani e a darle un tenero bacio sulle labbra.

Esternare i propri sentimenti era davvero difficile!

Eppure, in quel momento, nulla aveva più importanza della notizia appena ricevuta.

 

Mentre avveniva questo, Edward e Alphonse, distanti dalla felice coppia, erano seduti sul prato del parco, intenti ad ammirare i fuochi d'artificio.

Finché il minore dei due non distolse un attimo lo sguardo per cercare i signori Mustang.

E non poté che sorridere.

Perché osservandoli così, abbracciati e innamorati, Al si rese conto che non avrebbe mai potuto trovare una seconda famiglia migliore di quella che aveva.

Una nuova famiglia di quattro persone che, presto, avrebbe contato un piccolo membro a recare felicità ai loro cuori.

Anche se Ed e Al, ancora, non sospettavano nulla.

 

FINE 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 .:.Spazio speciale di Rinalamisteriosa.:.

 

Salve, gente!

Questa è la terza AU in cui mi cimento!

Ed è anche la mia ultima fic del 2008! *festeggiamo XD*

I quattro personaggi che ho utilizzato non mi appartengono ma, siccome li adoro, ho voluto dar vita a una storia che li riguardasse!

Vi anticipo con immensa gioia che potrei farne un seguito in futuro, considerato il bellissimo finale *O* (al pensiero, divento gelatina)

Non so quando, ma lo progetterò...

Che ne pensate?

 

Adesso, voglio passare ai ringraziamenti di quest'anno appena trascorso...

 

RINGRAZIAMENTI (spero di non aver dimenticato nessuno^^):

 

- le 5 scrittrici a cui la fic è dedicata, naturalmente!^^

- strawberry_

- elyxyz

- Sloth

- saku-chan the crazy dreamers

- beautiful_disaster

- Lely1441

- Bad Girl

- Aki_

- Liris

- Chibisimo

- ZARI

- Angel Natalie

- A_DaRk_FeNnEr

- nueblackcowfriend

- Rya

- Riza_Yamanaka

- alice brendon cullen

- LallaMatta4e

- valy88

- Swwtcicia

- Elly Chan

- piccola tammy

- _BellaBlack_

- evelyn_cla

- SpadaccinoDellaNebbia

- stuck93

 

 

Vi ringrazio per i commenti che avete lasciato alle mie fic su Fullmetal alchemist e per tutto il sostegno che mi date (chi di più, chi di meno) : qualcuno di voi ne ha lasciato uno solo, ma per me è stato comunque importante! ^_^

GRAZIE A TUTTI, dal profondo del cuore!

GRAZIE per avermi detto (anche solo inconsciamente) che sono brava: vi prometto che col nuovo anno cercherò di migliorare ancora…

GRAZIE anche a quei lettori ignoti che mi seguono silenziosamente, senza esporsi!

 

Rinalamisteriosa è fatta così: lei è grata a tutti quanti!!! ^O^

Bacioni!

 

 

 

 

 

 

Buon anno!

 

 

 

 

  
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