Sei tornato.
Dopo otto
mesi sei tornato dalle tue missioni.
Eri lì
perchè avevi bisogno di qualcosa che ti facesse sentire vivo, che ti
desse un
motivo per andare avanti.
Dopo la
morte di Derek tutti hanno affrontato la situazione a modo loro.
Meredith è
andata via.
April,
ancora in lutto per la perdita del suo bambino, ti ha seguito.
Maggie e
Alex non si sono dati pace e continuano a cercare Meredith.
Amelia ha
fatto a pugni con il suo sarcasmo e il non voler affrontare la perdita
del suo
unico fratello.
Ma tu, tu
avevi bisogno di andare via.
L'hai fatto
per te. O l'hai fatto per mettere migliaia di kilometri di distanza tra
te e
lei.
Non saresti
stato in grado di affrontare un altro incidente aereo. Perchè è così
che l'hai
definito, qualsiasi cosa fosse la vostra storia, l'hai definita così:
un
incidente aereo, a plane crash.
E lei è
stata male. Molto male.
Ti stava
respingendo e tu non l'hai capito. Non hai capito che lo stava facendo
perchè
ha una paura tremenda ad impegnarsi con le persone.
Tutte le
persone che ha mai amato sono morte, o meglio, tutti gli uomini della
sua vita,
incluso il suo bambino.
“Thank
you,
universe!”
E' la
persona più buffa al mondo, è quella ragazza che anima le feste, che ha
sempre
la battuta pronta, ma è tutta apparenza.
Lei ha
sofferto. È morta ed è risorta dalle sue ceneri, come una fenice.
Ha passato
le pene dell'inferno, ma ora è qui, sulle sue gambe, fiera di ciò che è
diventata, di quanto sia cresciuta.
Avresti
voluto conoscerla prima che diventasse una persona che scappa, ma non
ti è
stata data l'occasione.
Avresti
voluto essere con lei sempre in ogni occasione, ma l'hai lasciata
andare e lei
non ti ha fermato.
All'aeroporto
hai quasi invidiato April e Jackson mentre si salutavano, avresti
voluto che
lei fosse lì o che arrivasse all'improvviso e ti chiedesse di non
partire.
Ma non l'ha
fatto. Forse aveva bisogno di stare lontana da te per un po, solo il
tempo
necessario di guarire.
Non ti ha
mai chiamato. Non l'hai mai chiamata. Neppure una fottutissima volta.
Ma ti è
mancata, Dio solo sa quanto ti sia mancata in questi mesi.
L'avresti
voluta lì con te, avrebbe imparato tante cose e avrebbe tenuto la mente
occupata, non pensando a suo fratello.
Ma non le
hai chiesto di partire.
Tu sei stato
quello che le ha dato la brutta notizia, sei stato colui che le ha
detto di
Derek, e ancora non ti spieghi come abbia fatto a non versare una sola
lacrima.
Pensi che
sia così piccola e fragile, ma in realtà è una leonessa. È una
combattente, è
una che si è rialzata, sempre.
Ma tu
vorresti proteggerla, sempre.
Così
finalmente ti decidi a tornare dall’Iraq, dopo otto lunghi mesi.
La cerchi
all'ospedale ma nessuno l'ha vista.
Com'è
possibile?
Com'è
possibile che Richard non sappia dove sia? Dovrebbe essere in turno,
lei lavora
ancora lì. Lei lavora sempre lì.
Ma Richard
ti dice solo di andare a trovarla.
Ti
preoccupi, lei ti preoccupa. Forse non sta bene. E ti senti da schifo
perchè
l'hai lasciata così, da sola in un periodo dove lei aveva più bisogno
di te.
E se nel
mentre avesse ripreso a drogarsi? Avrebbe senso visto che sono stati
tutti
evasivi a lavoro.
Ti precipiti
lì, con addosso ancora la divisa. Non ti importa se è sera inoltrata e
se puzzi
di aereo o puzzi e basta.
Devi vederla
e devi assicurarti che non stia facendo cazzate.
Sei
finalmente arrivato e ti accorgi che hanno tagliato un albero secolare,
ma chi
se ne importa? Ti importa solo di lei.
Ti volti e
la vedi in cucina attraverso le porte a vetri.
E' stupenda.
Forse è ancora più bella di quando l'hai lasciata.
Ha il frigo
aperto in cerca di qualcosa, e quando lo chiude è soddisfatta di ciò
che ha
trovato.
Trova un
cucchiaio e con la coppetta di gelato in mano va a sedersi sul divano.
Ed è in quel
momento che la vedi.
Indossa una
camicia da notte verde acqua lunga poco sopra il ginocchio, e ha i
capelli
raccolti in una morbida coda.
Ma ciò che
attrae la tua attenzione è la sua pancia.
Lei è
incinta.
Ti senti un
verme.
Lei sta
bene. È incinta e sta bene. Ha iniziato una vita con qualcun'altro e
sicuramente
ora è felice.
Fai per
andare via ma mentre arretri sbatti contro la sedia a dondolo e fai
cadere una
seggiolina, probabilmente è di Zola.
Imprechi, ma
lei si volta quasi spaventata.
Ti ha visto
e il suo cuore si ferma per un momento. Non sa se essere felice o meno.
Così
resta immobile.
Fai un cenno
con la testa per salutarla e ti volti per andartene e poco dopo senti
la porta
aprirsi.
“Owen!”
Ti volti di
nuovo e le sorridi.
Sei davvero
felice per lei. Vorresti che lei fosse felice con te ma evidentemente
ha
trovato un'altra persona. Non eri la persona giusta per lei.
E Amelia si
merita questa felicità. Dopo tutto quello che ha passato, dopo essere
stata
all'inferno ed essere tornata, merita di essere felice.
“Ehi.
Scusa, non volevo
spaventarti” dici solamente.
“Sei
tornato.”
Annuisci.
“Già.
Sopresa!”rispondi
allargando le braccia “Anche tu ne hai fatto una a me” dici indicando
la sua
pancia.
Di quanto
sarà. Sette mesi? Ormai ci siamo quasi.
Lei apre la
bocca ma non sa che dire.
Vorrebbe
spiegarti ma lo sai bene, non è brava a gestire le sorprese. E tu
nemmeno.
“Scusa,
non volevo lo venissi a
sapere così”
Ma la
interrompi subito.
“Ehi,
non mi devi nessuna
spiegazione. Ti sei rifatta una vita come è giusto che sia, Amelia.”
“No,
non è come pensi” cerca di
spiegarti ma tu la interrompi ancora.
“No
davvero. Va bene. Ero solo
venuto a salutarti e a vedere se stessi bene, sai all'ospedale nessuno
mi ha
detto nulla, così mi sono preoccupato. Ma wow! Stai alla grande. Sei
davvero…
bellissima!” dici sorridendo.
Vuoi che
sappia che tu la reputi bellissima, perché hai tuoi occhi è splendida.
“Grazie”
arrossisce “Ma davvero
non… non è come pensi tu.”
“Nessuno
viene giudicato qui,
Amelia. Anzi dovresti tornare dentro, si chiederà dove sei finita.”
dici con
una punta di amarezza.
“Chi?”
ti chiede spaesata.
Ok ora non
ci sta capendo più nulla.
“Il...
tuo findanzato!” dici
come se fosse scontato.
Lei spalanca
la bocca.
Ora ha
capito. Pensi che il bambino sia di un altro, che lei abbia avuto
un'altra
storia e sia rimasta incinta.
Owen Hunt.
Non hai capito nulla.
“Non
c'è nessuno in casa Owen. E
decisamente non sono fidanzata.” dici con una punta di rammarico.
“Oh”.
Rispondi ma non sai
cos'altro aggiungere.
Ti avvicini
a lei. Forse stai iniziando a capire.
La
matematica Owen.
Lei abbassa
lo sguardo colpevole.
Sa che ti ha
tenuto nascosto questo bambino ma all'inizio non era sicura di volerlo,
aveva
paura anche lui fosse senza il cervello. E se fosse una di quelle
persone
capace di avere solo figli con questo problema?
Successivamente
non voleva dirlo tramite telefono e non avrebbe chiamato lei per prima.
Ma tu non
l'hai chiamata.
E ora sei
qui. Sei qui che la fissi, mentre lei trova affascinanti i suoi calzini
rossi.
È sempre
stata una ribelle.
“Amelia,
guardami” dici fermo.
E lei fiera
come non mai alza lo sguardo sostenendo il tuo, ma lo vedi, è sul punto
di
piangere.
“Mi
dispiace Owen, mi dispiace.
Volevo chiamarti ma eri lontano e non ci sentivamo da tanto e avevi
detto che..
che eravamo come un incidente aereo.”
Ora davvero
ti prenderesti a pugni.
E' tuo. Lo
sai e lei lo sa. Ma vuoi sentirtelo dire.
“Amelia,
è...”
Ma questa
volta è lei a interromperti.
“E’
tuo Owen”.
Ti passi una
mano nei capelli. Decisamente non affronti bene le sorprese.
Ma questa,
cavolo! Questa le batte tutte.
Volevi farle
una sorpresa e invece l'ha fatta lei a te.
Scende un
silenzio imbarazzante e lo sai, lei non gestisce bene neppure i silenzi.
“Owen,
non ti devi sentire
obligato in nessuno modo. Mi prenderò cura io del bambino, farò tutto
da sola.
Ho deciso di tenerlo io, è una mia responsabilità”.
Non sai cosa
dire. O meglio, lo sai. Sai che è la cosa giusta da fare.
La ami. E
ami il vostro bambino.
Lei ti sta
fissando per cui ti avvicini al suo volto e dici:
“Ora
ti bacerò Amelia, quindi
per una volta, stai zitta!”
In un
secondo la baci e in quel momento capisci che andare via non è stata la
scelta
giusta.
Il tuo posto
è lì con lei e con questa donna ti senti a casa.
Mentre la
baci ti accorgi di quanto ti sia mancata. Le sue labbra ti sono mancate
come se
fossero ossigeno e ora finalmente puoi riprendere a respirare.
Lentamente
vi staccate e la fissi negli occhi. Vuoi che capisca bene che non sarà
più
sola. Tu non te ne andrai.
“Io
starò con voi. Ci sarò
Amelia. Per te e per il bambino. Non mi interessa se non mi vuoi
intorno. Ho
capito che tu sei una scappa, l’altra volta mi hai respinto solo perché
hai
paura, ma questa volta non puoi scappare. Ci sei tu e ci sono io, e il
nostro
bambino” dice portando una mano sulla tua pancia.
Non
sa cosa dire. Le sembra tutto bello per essere vero.
“Owen...
Io...”
“Per
favore, non respingermi. Io
sono qui per te.”
Sta in
silenzio, senza emettere un fiato, e all'improvviso afferra i lembi
della tua
divisa e in punta di piedi ti bacia e tu sei l'uomo più felice della
terra.
La abbracci
e in quell’abbraccio ti senti finalmente bene.
Solo tra le
sue braccia hai questa sensazione. Neppure con Christina ti sei mai
sentito
così, per quanto la amassi.
Amelia è la
persona giusta per te. È la madre di vostro figlio.
Fino dieci
minuti fa eri una persona che pensava di aver perso l'amore della sua
vita,
mentre ora hai una famiglia con lei.
Si, sei
decisamente felice.
Sorridendo,
ti prende per mano
e ti porta in casa. Ti sta facendo entrare nella sua vita.
Sei completo
ora.
La ami e lei
ti ama.
Mentre state
entrando in casa le chiedi: “Amelia, è un maschio o una femmina?”
Lei continua
a sorriderti ma non ti risponde, torna semplicemente alla sua coppetta
di
gelato ormai quasi sciolto.
Sarà una
sorpresa.
Perchè è questa la vita. Una continua sorpresa.
ANGOLO MIO: Ciao
a tutti! Prima volt che
pubblico in questa sezione e sinceramente pensavo non avrei mai scritto
su Grey’s
Anatomy… ma c’è sempre una prima volta per tutto! xD
Diciamo che questa coppia mi da tanta ispirazione.
E nulla! J
Enjoy! ^-^