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Autore: Ciulla    10/05/2015    2 recensioni
Edward decide di scrivere una lettera al suo amore segreto, il colonnello. Purtroppo non si rivela una buona idea...
“Ma come avrei dovuto prenderla, Ed?” Chiese il fratellino allibito. “Sei mio fratello! Sono le emozioni che provi, è giusto così! E inoltre... Condivido tutto quello che hai scritto, e lo sai.”
“CHE COSA?” Strillò Edward. “ANCHE TU SEI INNAMORATO DI MUSTANG?”
“No io... Cosa?”
Genere: Commedia, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang | Coppie: Roy/Ed
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Caro colonnello,
non è mai stato un mistero il motivo per cui il tuo secondo nome sia alchimista di fuoco. Tuttavia dietro al significato lampante in questi anni sono riuscito a trovarne uno nascosto e, se possibile, ancora più distruttivo. Tu sei l’alchimista di fuoco perché con un solo sguardo, con un semplice schiocco di dita, sei capace di farmi bruciare della più accesa e primordiale passione d’amore.


“Fratellone!” urlò Al, entrando di corsa nella stanza che affittavano nei giorni in cui erano a Central City. L’Elric più giovane si bloccò non appena vide Edward nascondere frettolosamente alcuni fogli, rosso in volto. “Oh... Scusa fratellone” balbettò mortificato. “Stavi scrivendo qualcosa di importante?”
Ed si passò una mano tra i capelli spettinati, sciogliendo la treccia e sorridendo al fratello. “Ma no, Al” replicò. “Era solo una lettera per... Ecco.. Una persona.” Notando il rossore che si stava diffondendo sulle guance del maggiore Al sorrise, intuendo il tema di fondo della lettera, e cominciò a battere le mani. “È per Winry vero? Ti sei finalmente deciso a dichiararti! Fammi leggere fratellone!” Si avventò sui fogli che giacevano sparsi sulla scrivania, cercando la lettera incriminata, mentre Ed, impanicato, cercava di impedirglielo spingendolo via col peso del proprio corpo. Purtroppo Al era sempre stato più forte di lui, e il  risultato di quel gesto fu semplicemente quello di infastidire la gigantesca armatura e incitarla alla ricerca, che si concluse con un pugno in faccia ad Edward ed un grido di successo al ritrovamento dell’oggetto cercato. Pronto per leggere le parole d’amore del fratello per Winry ed eventualmente correggere alcune dichiarazioni poco consone, Al rimase basito. Rilesse la lettera più e più volte, spostando ripetutamente lo sguardo dal fratello imbarazzato e mortificato al pezzo di carta che aveva tra le mani, e infine lo appoggiò sul tavolo, senza distogliere lo sguardo dal fratello. “Ed...” Mormorò. “Perché non mi hai detto nulla?”
L’alchimista d’acciaio guardò il pavimento con fare timido. “Beh... Mi vergognavo... Non sapevo come avresti potuto prenderla.”
“Ma come avrei dovuto prenderla, Ed?” Chiese il fratellino allibito. “Sei mio fratello! Sono le emozioni che provi, è giusto così! E inoltre... Condivido tutto quello che hai scritto, e lo sai.”
“CHE COSA?” Strillò Edward. “ANCHE TU SEI INNAMORATO DI MUSTANG?”
“No io... Cosa?” Al esitò perplesso, poi sollevò il foglio di carta e mormorò “Ah.. Non stavi scrivendo questa? Questa è una lettera per la mamma in cui le dici che.. Ti manca tanto...”
Edward maledì la sua lingua lunga. Quella era una lettera che aveva scritto da bambino e che solo recentemente aveva rintracciato in mezzo ad uno dei pochi libri di alchimia da cui non si era mai separato in ogni suo viaggio. Evidentemente, dopo aver sfogliato quel libro, si era dimenticato di rimetterla a posto, ed ora all’imbarazzo di veder condivise e compatite emozioni tanto infantili quanto intime, si aggiungeva la consapevolezza che con la sua stupida impulsività si era scavato la fossa da solo.
Dopo diversi istanti di silenzio, infatti, Al perse comprensibilmente il controllo e lo stupore prese il sopravvento, portandolo a  urlare ancora più forte di quanto il fratello aveva precedentemente fatto. “TU SEI INNAMORATO DI MUSTANG?”
Edward stava per rispondere, cercando una scusa qualsiasi, ma le sue parole balbettate furono interrotte da un’irruzione nella stanza: evidentemente nell’esercito i superiori si avvalevano della possibilità di intrufolarsi nelle case dei sottoposti senza avvertire, bussare, o mostrare il minimo cenno di cortesia, interpretando a proprio modo la frase, peraltro mai pronunciata, “fate come se foste a casa vostra”.
“Chi è innamorato di chi?” Affermò perciò il colonnello Mustang in persona, varcando la soglia con poche eleganti falcate. “Ero venuto per assegnarti una missione suicid.. Cioè, di elevatissima importanza, Acciaio, e gradirei non essere costretto a fare i conti con certe assurde quanto certamente false affermazioni.” Ridacchiò, avvicinandosi alla scrivania del più giovane per cercare una penna. “Ora, se cortesemente vuoi firmare questo foglio e accettare l’incarico di...” Il colonnello si bloccò, la sua attenzione attirata da poche righe scritte su un foglio malamente nascosto sotto una pila di carta. Lo estrasse, mentre Ed, in parte rassegnato in parte immobilizzato dalla fretta con cui eventi diversi e catastrofici si stavano accavallando, non reagì. Mustang lo lesse, poi lo riappoggiò sospirando sulla scrivania. “Alphonse.” Affermò. “Potresti uscire e lasciarci un attimo soli, per cortesia?” Il fratello minore esitò, guardando prima il colonnello poi il giovane alchimista, ma infine annuì e uscì in fretta dalla stanza.
Rimasti soli, Mustang si voltò lentamente verso Edward, sventolandogli sotto il naso il foglio di carta. “Piccoletto, cosa significa questo?”
Come prevedibile, Edward si infuriò. “CHI SAREBBE COSÌ BASSO CHE SI FA PRIMA A SCAVALCARLO CHE A GIRARCI INTORNO?”
Mustang sbuffò, accomodandosi su una sedia senza che questa gli venisse offerta. “Questo è il tuo problema, sei troppo permaloso. Ti comporti sempre da bambino, il che è l’unico motivo che mi rende questa tua dichiarazione leggermente ostica.”
L’alchimista d’acciaio stava per ribattere quando si bloccò, la sua attenzione catturata dal significato celato in quelle parole. “Colonnello”, mormorò. “Che cosa intende con “unico motivo”?”
Mustang sorrise, anche se più che un sorriso era un ghigno, e si alzò in piedi. “Mi piaci, Acciaio”, affermò. “Mi sono sempre piaciute le ragazze un po’ basse”, e qui schivò un gancio diretto alla sua mascella, “E adoro il nostro tipo di rapporto.” Aggiunse con tono più serio. “Gli scherzi, le prese in giro, le schermaglie... Mi fanno sentire vivo.” Si avvicinò piano all’orecchio di Edward, sussurrando “A volte mi fanno persino eccitare.”
Edward indietreggiò, le mani in tasca e rosso in volto, guardando il pavimento. Mustang gli porse le carte da firmare, e il ragazzo lo accontentò senza nemmeno leggere di cosa si trattasse. “Devo tornare al lavoro” aggiunse poi il colonnello, avviandosi verso la porta. Appena prima di uscire si voltò e disse: “Per quanto riguarda la lettera, diciamo che se la completi in modo interessante e me la consegni domattina prima della partenza, potrei farti trovare una sorpresa al tuo ritorno.” Detto questo gli strizzò l’occhio e se ne andò.
Incredulo ma felice, Edward si sedette alla scrivania, rilesse quanto aveva scritto e concluse la lettera in un modo bizzarro, ma che, ne era certo, un uomo come il colonnello avrebbe apprezzato.


Caro colonnello,
non è mai stato un mistero il motivo per cui il tuo secondo nome sia alchimista di fuoco. Tuttavia dietro al significato lampante in questi anni sono riuscito a trovarne uno nascosto e, se possibile, ancora più distruttivo. Tu sei l’alchimista di fuoco perché con un solo sguardo, con un semplice schiocco di dita, sei capace di farmi bruciare della più accesa e primordiale passione d’amore.
Ora che mi si è rivelata questa brillante verità, anche tu dovresti sapere qualcosa sul mio secondo nome. Perché quella che immagini tu non è una spiegazione esaustiva: la gamba e il braccio non sono le mie uniche parti del corpo che possono essere definite “d’acciaio”... E se un giorno volessi controllare qual è la terza, beh, quel giorno sarebbe il giorno più bello di tutta la mia vita.

Rispettosamente, vostro
Edward Elric
   
 
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