Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Bunny05    11/05/2015    0 recensioni
Martina Stoessel - Jorge Blanco
" 《 Dice una calda e sensuale voce maschile. Alzo lo sguardo e vedo due grandi occhi verdi. 》"
Cosa succede quando due regazzi tanto diversi si incontrano? Tutto può cambiare la realtà, una ragazza forte e passionale si scontra con il classico ragazzo che non prova sentimenti, ma cosa succede quando i sentimenti entrano in gioco, quando il destino fa di tutto per avvicinarli. L'amore è il sentimento più forte e più pericoloso di tutti, l'amore gli cambierà la vita.
Amicizia, divertimento, pericoli, tensioni e amore si concentrano in questa storia di due ragazzi destinati ad incontrarsi.
"L'amore è un fulmine, non si sa dove cade finchè non è caduto "
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Famiglia Comello.
SONO stordita. Quando apro gli occhi mi sento come se non avessi dormito affatto, uno strano sogno, ecco cosa ha tormentato il mio sonno. Mi ricordo poco quasi niente, ma sono sicura di aver sentito una voce che cantava e dentro di me volevo raggiungerla ma non ci riuscivo. << Tesoro! >> dice mio padre piano quasi come un sussurro aprendo la porta << Si sono sveglia papà>> dico assonnata, <<è pronta la colazione!>> esclama lui. Piano piano mi alzo dal letto e in pigiama mi trascino nella sala principale. Prendo un succo d’arancia, non ho molta fame e in più sono un po’ nervosa. << Alle 14 ci aspettano i Comello, prepara tutto per quell’ora e non dimenticarti nulla >> << Lo so papà >>, ha sempre avuto quel vizio di ripetermi le stesse cose. Decido di passare una mattinata tranquilla, per passare il tempo decido di mettermi lo smalto nuovo che ho comprato ieri durante la mia passeggiata, verso le 11 mi vesto, mi metto una maglietta di un bel rosa che mi arriva appena sopra l’ombelico e dei pantaloncini di jeans a vita alta chiari e i miei anfibi che lascio sempre slacciati. Mi stiro i capelli e mi trucco un po’ ma non troppo.
 Dopo pranzo sentivo l’agitazione salire, ho una strana sensazione dentro di me e non ne capisco il motivo. Alle 13 e 30 mio padre prede le valige e va a caricarle in macchina. << Pronta? >> dice lui guardandomi preoccupato << Certo>> rispondo io un po’ in ansia. Mentre sono in macchina noto che passiamo davanti al parco in cui sono stata ieri e dove ho incontrato o meglio dire scontrato quel ragazzo dai profondi occhi verdi. Ci allontaniamo dal centro di Buenos Aires per inoltrarci nei quartieri più ricchi, ci sono case enormi in questo posto e sono una più bella e grande dell’altra. Ci fermiamo davanti a un cancello e mio padre tira giù il finestrino e citofona, in un batter d’occhio il cancello si apre e percorriamo questo vialetto quasi infinito circondato da grandi alberi, dopo una curva ci troviamo davanti ad una casa assolutamente splendida, << Credo che ti troverai bene qui, Tini! >> dice ridendo, Io lo guardo con gl’occhi sgranati e non dico una parola. Ci fermiamo davanti a 3 garage sulla sinistra, scendo dalla macchina e inizio ad ammirare quella casa, tutta bianca, difronte all’entrata ci sono degli scalini che portano a quell’enorme ingresso, ha due piani e ha grandi finestre che mi fanno intravedere l’interno, si nota subito che dietro di essa c’è un enorme giardino anche se la casa ne occupa la visuale. Sicuramente si sono trasferiti qui dopo la mia partenza perché la casa io non me la ricordavo sicuramente così, grande. Ad un certo punto la porta si apre e compare una donna paffutella e deliziosa, è vestita da cameriera e ha dei capelli scuri a boccoli, a primo istinto penso sia simpatica, ma la cosa che mi attrae di più in quel momento è la donna che sta dietro di lei, sembra un angelo, ha un vestito bianco aderente con le spalline, le sta a pennello nel suo corpo alto e magro, ha i capelli biondi che gli arrivano poco sotto le spalle e ha due grandi occhi azzurri pieni di una dolcezza quasi infinità e noto che anche mio padre rimane incantato da quella donna. << Io sono Clara! La sorella di Vittorio. E lei è Rosa la nostra governante >> dice lei. << Io sono Martina e lui è mio padre, Alejandro Stoessel >> dico io dopo l’imbarazzante silenzio di mio padre che si riprende solo quando il signor Comello pronuncia il suo nome << Vittorio che grande piacere rivederti! >> dice mio padre, è diverso da come lo ricordo, è un uomo molto alla mano e molto simpatico, alto poco più di me, ha un completo grigio con una camicia bianca, si capisce che è un uomo con la testa sulle spalle. In parte a lui c’è una donna, credo che si sia risposato dopo la morte della moglie, è elegante con un vestito che arriva alle ginocchia di un blu scuro, i capelli di un biondo cenere, ma la cosa che attira la mia attenzione sono i suoi occhi, quei occhi verdi e profondi come quelli di quel ragazzo penso subito io, chissà forse qui tanta gente ha gli occhi di quel colore. << Tu devi essere Martina? Come sei cresciuta, è davvero incantevole Alejandro. >> << Si, sono io >> rispondo << ma può chiamarmi Tini, signor Comello >> << E tu puoi chiamarmi Semplicemente Vittorio >>, << Lei è mia moglie Isabella >> continua lui, << E’ un piacere conoscervi >> dice lei con una voce melodiosa, << E lei è mia sorella, te ne avevo già parlato Alejandro >>, dice Vittorio continuando le presentazioni mentre mio padre annuiva con la testa mentre fissa quella donna angelica << quella che ha studiato in spagna, ora insegna canto allo studio 21 >>, bene un insegnate in casa penso io, mentre mio padre ancora la guarda. << Allora entriamo?>> dice la voce melodiosa di Isabella.
Quando varco la porta entriamo in un atrio spazioso con al centro un tavolino rotondo e grande vaso di fiori rossi, sulla destra c’è una porta e poco più in là una scala che porta al piano superiore, è molto moderna come casa, sulla sinistra c’è un enorme salotto con un grandissimo divano bianco girato verso un grande televisore, alla destra del televisore c’è una grande vetrata che dà su un pezzo di giardino, le pareti sono anch’esse bianche come il pavimento in marmo, ma spiccavano i piccoli dettagli, come i quadri colorati e il tappeto nero davanti al divano. Lo noto poco dopo il piano a coda difronte alla vetrata, sembra proprio il pianoforte di mia madre. << Lo tenuto tutti questi anni, non potevamo portarlo con noi ma siccome sei tornata qui ho chiesto a Vittorio se non fosse un problema per lui sistemarlo in casa sua, dove ci sei tu! >> ho le lacrime agl’occhi e abbraccio forte mio padre e poi ringrazio Vittorio. Mi avvicino al piano e mi ricordo di quando da piccola mi sedevo in parte a mia madre mentre suonava e stavo ore ad ascoltarla. Quanto vorrei che lei fosse qui con me e vedere che sto realizzando i miei sogni, sarebbe fiera di me.
<< OH MIO DIO, TU SEI MARTINA? >> dice una voce squillante alle mie spalle distogliendomi dai pensieri, mi arriva addosso di corsa come un treno e mi abbraccia. Sicuramente è lei Lodovica, la bambina con cui giocavo, ha gli stessi capelli neri corvini di sempre che gli arrivano sulle spalle, è poco più bassa di me e sfoggia un sorriso raggiante, si vede che è una ragazza vivace e solare e mi ci vuole proprio un amica così. Indossa un vestito azzurro a collo alto, alla vita ha un cinturino blu scuro e le scarpe dello stesso colore. << Ciao Lodovica >> dico io dopo che mi ha lasciato dal suo abbraccio, << Sei diventata una gnocca da paura >> dice lei senza pudore e io mi sento un po’ in imbarazzo, << Chissà come reagirà nel vederti >> dice lei ridendo sotto i baffi, ma non capisco di cosa sta parlando. << A proposito dov’è? >> dice Isabella rivolgendosi a Lodo, << Al telefono con una ragazza, sai com’è, MASCHI. >> dice lei guardandomi nel pronunciare quella parola. << Isabella ha un figlio che vive qui con noi, anche lui frequenta l’accademia e ha la stessa loro età >> dice Vittorio << Si ma è in quella fase da ribelle >> continua Isabella << Un donnaiolo si può dire, non farti abbindolare >> dice Lodo guardandomi ancora. << Su Lodovica non dire così è un bravo ragazzo >> la riprese il padre.
Cominciò a parlare con Lodovica e mi sembra di conoscerla da sempre, in fondo è così ma per 10 anni non ci siamo mai viste, ma con lei mi viene naturale parlare. Mi sta parla dell’accademia dei corsi di canto e di ballo, mentre mio padre e Vittorio parlano della mia permanenza qui. << Ah ecco il mio Jorge! >> esclama Isabella ad un tratto, << Eccomi Mamma! >> dice una voce, quella voce. Mi giro di scatto e incrocio i suoi occhi verdi e lui incrocia i miei. << TU! >> diciamo all’unisono dopo pochi secondi che parvero un eternità. << Non ci posso credere >> dico a bassa voce, Lodo mi guarda e domanda se ci conosciamo, << Certo, ieri quella svampita mi è venuta addosso >> dice lui spavaldo. Vorrei sbranarlo all’istante. << Io non sono svampita >> ribatto a tono. << Già dimenticavo mia figlia ha un caratterino tosto >> dice mio padre a Vittorio e i due si mettono a ridacchiare. << Quindi sei tu la nostra ospite, quella che verrà a studiare con noi? Non credevo che tu cantassi con quella voce stridula che hai >> dice lui con un tono da sfottermi. << Senti coso, io non ho la voce stridula, sei tu che mi irriti >> ribatto subito io. << Io mi chiamo Jorge, non “coso”, ma tu puoi chiamarmi come vuoi dolcezza >>, questa volta il suo tono è più basso e più suadente << Io sono Martina Stoessel, per gli amici Tini, ma tu puoi chiamarmi Martina >> dico io schietta e con sguardo severo. << Martina! >> mi chiama mio padre << Sii, gentile! >>, intanto Lodo se la ride di gusto. << Beh, felice di conoscerti >> dice lui guardandomi << io esco vado a fare un giro con i miei amici >> dice Jorge alla madre senza staccare mai gl’occhi da me, << Altri Donnaioli >> ribatte lodo con una faccia buffa << Zitta tu! >> dice il fratellastro e gli fa un sorriso che lei ricambia, infondo si vede che si vogliono bene come dei veri fratelli. << Ci vediamo allora! Ciao TINITA!>> dice lui girandosi mentre se ne va, mi fa un sorrisino malizioso e sento la porta chiudersi. Sono irritata, perché proprio quel ragazzo deve vivere sotto questo tetto? E’ irritante tutto ciò, spero solo che non mi stia troppo addosso con questi suoi stupidi giochetti. Ma ad un tratto penso ai suoi occhi verdi e l’irritazione che provo svanisce in un secondo, forse perché in quei occhi mi ci sono persa, come fa ad avere due occhi cosi profondi ma essere così stronzo.
<< Allora io posso andare >> dice mio padre ad un tratto. Ho le lacrime agl’occhi, infondo ho passato i miei ultimi dieci anni con lui, non ci siamo mai separati per così tanto tempo. Mio padre vedendo il mio sguardo un po’ triste mi abbraccia forte << Ti chiamerò tutti i giorni e verrò a trovarti ogni volta possibile >> << Promettimelo! >> << Promesso >>. Saluta tutta la famiglia Comello e la ringrazia di nuovo finché non incrocia gli occhi di Clara e rimane lì a fissarli, non so come ma gli prende la mano e gliela bacia dolcemente sulle nocche, devo dire che è al quanto imbarazzante vedere mio padre comportarsi in quel modo. Lei gli rivolge un sorriso timido e lo saluta dolcemente. Fisso mio padre salire in macchina e andarsene mentre ancora con la mano lo saluto << le valige le portiamo noi nella tua stanza, perché Lodo intanto non gli mostri la casa? >> << Certo con piacere >> risponde lei. Su quel piano oltre l’atrio e la sala si trova anche lo studio del signor Comello, la sala da pranzo che si usa quando ci sono ospiti e la cucina. La cucina è spaziosa, anche qua le pareti sono bianche e l’arredamento è tutto in diverse tonalità di grigio, molto moderna, con un’isola immensa e un grande tavolo con al centro un cesto pieno di ogni tipo di frutta. Dal soffitto pendono del lampadari moderni argentati. << Qui si scende al piano di sotto >> un piano sotto?  Noto dietro ad un muro una scala che scende, scendiamo e mi mostra una palestra con il bagno turco, una biblioteca con delle poltrone per sedersi e leggere e una stanza per ragazzi, molto grande con vari tipi di videogiochi, un tavolo da biliardo e altre cose passatempo. << Ora la parte più bella >> dice Lodo guardandomi con un sorrisino, ritorniamo al piano di sopra e mi porta sul retro della casa dove c’è una stanza per la musica, non è enorme ma neanche piccolina, all’interno ci sono delle chitarre, una batteria, una tastiera, microfoni, mixer e tantissime altre cose, << Wow >> sono senza parole. << è insonorizzata!>> dice Lodo, << E in questa stanza in parte c’è anche la sala da ballo >> apre la porta e mi ritrovo in una stanza piena di specchi << è bello poter provare anche a casa >> << Non vedo l’ora di cominciare >> gli dico con un grande sorriso. Poi mi porta dietro nel giardino, dove si trova una grande piscina stupenda, sul lato sinistro ci sono più o meno dieci sdraio con ombrelloni e una doccia da esterno, sulla destra a 4 metri di distanza circa c’è un grande tavolo sotto ad un gazebo e difronte a noi oltre la piscina una casetta, << A me e mio fratello piace fare feste tra amici qua >> << Immagino! >>, << Beh, da oggi anche tu parteciperai!! Credo che sarà molto più divertente con te! >> e Lodo inizia a ridacchiare << Perché? >> chiedo, << Sai nessuno ha mai parlato così a Jorge, nessuna ragazza soprattutto. Lui è abituato alle ragazze che pendono dalle sua labbra, tutte “ok Jorge”, “hai ragione Jorge”, “Sei stupendo Jorge” tu invece lo hai attaccato ed è stato assurdo! >> << Mi infastidisce, insomma fa lo sbruffone >> << Si, ma infondo non è così, lo fa per farsi vedere, come i suoi amici. Però ha fascino e non si arrende facilmente quindi stai attenta…>> mi guarda come per avvertirmi, << Cosa vorresti dire? >> gli chiedo io, << Dai vorresti dirmi che Jorge non ti piace? Insomma l’hai visto, ok è mio fratello ma non sono cieca. Nessuna ragazza è immune a Jorge Blanco!! >> esclama lei << Davvero no! >> dico velocemente << Non ti credo! Però meglio se è così, non vorrei che tu ci stessi male per lui. >> mi dice sorridendo << Dai vieni che ti mostro la casetta della piscina! >>. E’ un appartamento praticamente, ha due piani, la parete davanti è di vetro e si apre quasi del tutto e si unisce al portico con i tavoli e le sedie sul davanti. E’ tutta di tonalità chiare come tutto il resto della casa, al piano di sotto c’è una cucina, dei divani e un mini bar. La televisione è al centro della parete in modo che dalla piscina si possa vedere. Al piano superiore c’è un bagno una stanza da letto e una camera enorme con una specie di enorme divano << Qua ci facciamo i pigiama party di solito! >> << Amo questa casa!! >> dico. Dopo più di mezz’ora finalmente mi porta al secondo piano della casa, dove si trovavano tutte le camere, ben sei. Ogni camera ha il suo bagno e una cabina armadio. Lodo mi indica tutte le camere, la sua, quella di Jorge, quella dei signori Comello, quella di Clara e quella degl’ospiti, ed infine la mia.
La mia stanza è strepitosa. Una stanza spaziosa, quando apri la porta c’è una specie di corridoio corto, ha tre pareti bianche e la parete sinistra è di un viola scuro, su quel lato si trova il letto enorme a due piazze bianco e viola, alla destra del letto c’è il comodino e subito dopo la porta che dà al bagno. Sulla parete difronte c’ è una finestra che dà sul giardino e sulla piscina, alla destra della finestra c’è uno spazio per la mia pianola e un porta chitarra, sul lato destro della stanza invece c’è una grande scrivania viola come la parete del letto, sul lato della porta d' entrata si trova la cabina armadio. Io amo le cabine armadio! Questa stanza è esattamente come la volevo, devo ringraziare ancora il signor Comello per tutto questo. << La amo! >> dico guardando Lodo e lei mi sorride, << Spero tu sia felice qua! >> e mi abbraccia.
Da questo momento la mia nuova vita ha inizio.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Bunny05