Note: A Clau.
Perché è colpa sua se sono approdata qui ._.
UsUk perché sì ♥ Dopo la Spamano,
credo siano la mia OTP
Nota di
copyright ©: Fic
ispirata a un’altra Fic letta tipo secoli or sono.
Purtroppo non mi ricordo né il titolo, né il fandom
né l’autore di tale Fic… Se dovessi ritrovarla o
dovesse venirmi in mente il titolo lo aggiungerò.
Indipendence Day
***
And
all I feel is this cruel waiting
***
Quattro Luglio.
Qualcuno lo
chiama “Il giorno dell’Indipendenza americana”.
Arthur Kirkland vorrebbe solo che quelle ventiquattro ore
passassero in fretta. O che non esistesse proprio, quel giorno, che si passasse
direttamente da Tre al Cinque. Perché quello è il giorno peggiore dell’anno,
per Inghilterra…
***
Qualcosa non
torna, Arthur lo sa – lo sente.
Si guarda
intorno, ma non riconosce il luogo in cui si trova…
Eppure gli sa di famigliare, quell’immenso prato tempestato di margherite…
Tuttavia,
riconosce la figura che gli sta correndo incontro.
-AAAARTHUUUUR!-
urla Alfred correndo verso di lui e fermandosi
a qualche centimetro dall’inglese. –Finalmente, eccoti qui! Ti ho
cercato ovunque… Perché ti nascondi, England?-
Arthur abbassa
lo sguardo. Non ce la fa, è più forte di lui. Non riesce a sostenere lo sguardo
dell’americano.
-Dai, muoviti, asociale
che non sei altro!- esclama all’improvviso Alfred, prendendolo per mano. –Non
varrai mica fuggire dalla festa organizzata da Francia per il compleanno della
tua colonia preferita, spero!-
-Cosa? Colonia?-
balbettò l’inglese. –Ma, Alfred: tu non sei più una mia colonia da… più o meno duecento anni… -
-Ma che stai
dicendo, Athur?- Alfred sorride. –Io sarò sempre una
tua colonia… -
Per un po’ cala
il silenzio sui due. Un silenzio carico di parole non dette e di gesti non
fatti.
Poi, Arthur
parla.
-… Alfred, cosa significa tutto
questo?- balbetta ancora Inghilterra.
-T’importa?- il
sorriso di Alfred è stupendo, in controluce rispetto al sole.
No, non gli
importa. Gli importa solo della dolcezza del bacio di Alfred.
- … Inghilterra… ?-
-Ehy, Arthur!-
Arthur apre
piano gli occhi ancora frastornato dal sogno appena fatto.
-Ah, sei
sveglio!- esclama Francis. –Io e Canada stiamo andando da America per
festeggiare il suo compleanno.- spiega, indicando con un cenno della testa
Matthew dietro di lui. –Vuoi venire con noi?-
Inghilterra non
ci pensa nemmeno un istante: nega subito. Perché fa troppo male.
Francia sospira.
-E va bene: gli
porteremo i tuoi auguri anche quest’anno… Passa una
buona serata, Arthur.- ed esce brontolando qualcosa in francese che sembra molto
un “Razza di cretino testardo.”.
Prima di uscire,
Matthew si volta verso di lui.
-Senti, Arthur… Prima, mentre dormivi, a un certo punto hai
iniziato a sorridere… Cosa sognavi?-
Arthur Kirkland sorride.
-T’importa?-
***
Quattro Luglio.
Qualcuno lo chiama “Il giorno dell’Indipendenza americana”.
Arthur Kirkland vorrebbe solo che quelle ventiquattro ore
passassero in fretta. O che non esistesse proprio, quel giorno, che si passasse
direttamente da Tre al Cinque. Perché quello è il giorno peggiore dell’anno,
per Inghilterra…
Il giorno in cui
ha perso un pezzo di cuore,lì, in un immenso campo tempestato di margherite e
cadaveri.
Nota piè pagina completamente
inutile: And all
I feel is this cruel waiting
è un verso della canzone degli Evanescence ‘Lost in Paradise’
D.P.P.: Deliri Post Partum
Non
mangiatemi, pls ç_ç *sventola mutandoni della nonna*
Bene,
ehm, non ho molto da dire… Primo esperimento in un fandom che a essere sincera mi terrorizza un pochino, ma
sommariamente sono soddisfatta di cosa è uscito.
Sappiate che probabilmente non vi libererete di
me così facilmente.
Lasciate due righe di recensione. Se lo farete,
avrete una fetta di torta *indica il Delirio al Cioccolato
sul tavolo*.
Adieu!
Maki