Anime & Manga > Suzumiya Haruhi no yūutsu
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Autore: Annie Black     01/01/2009    6 recensioni
[Suzumiya Haruhi no Yuuutsu] L'epilogo della serie televisiva mandata in onda in Giappone. Pairing [HaruKyon] ATTENZIONE: PESANTI SPOILER SU TUTTA LA SERIE!
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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[Over the world she is known as a girl,

[Over the world she is known as a girl,
to those who are free the mind shall be key,
forgotten as the past cause history will last!

 

[Ricordando si scopre e si vede
che in tutto il mondo ,
è conosciuta come una ragazza,
e a quelli che sono liberi
, saranno mantenute le menti,
dimenticato il passato, perchè la storia durerà.]

 

 

Se ne stava seduta in postura rigida, con i gomiti sul banco e il viso tra le mani strette a pugno; i capelli castano chiaro erano legati in una coda da un elastico, eppure vi erano ciuffi color miele imbrunito, qua e la, che si ribellavano alla costrinzione. Gli occhi ambrati scrutavano il nulla, e il suo volto aveva assunto un broncio assolutamente adorabile, a parere della persona che la stava osservando. La vide spostare lo sguardo sul computer vicino alla finestra e far soffermare lo sguardo sulla scritta 'Comandante' sul banco. Un piccolo sorriso le nacque sulle labbra, uno di quelli che erano in grado di fargli girare la testa.

<< Quando hai intenzione di entrare, Kyon? >> volle informarsi lei, un sorrisino di trionfo sul volto. Kyon la guardò sorpreso, ma poi scosse la testa rassegnato: << Mi hai visto dal riflesso della finestra. >> disse, più a se stesso che a lei. Haruhi lo guardò contrariata: << Sapevo già che eri sulla soglia. >> disse, altezzosa. Kyon sorrise: Haruhi era davvero troppo orgogliosa per ammettere che qualcosa - o qualcuno, meglio - fosse ancora in grado di coglierla di sorpresa. << Sì, certo. >> le disse, quindi, cercando di rabbonirla. Entrò nell'aula che fungeva da Quartier Generale dell'SOS Brigate, e fece scorrere lo sguardo per la stanza - più per abitudine che per vero interesse. Lo sguardo si riposò poi su di lei.

 << Sei arrivata presto, oggi. >>, le disse, posando sul grande tavolo la cartella con dentro tutti i libri che gli servivano per le ripetizioni che aveva preso per poter restare a scuola oltre l'orario scolastico, per aspettare Haruhi. La ragazza sbuffò, incrociando le braccia al petto: << Già, prestissimo. Così presto che mi sono persa tutta la riunione dell'SOS Brigate. >> esclamò ironicamente lei, sempre più contrariata.

Kyon decise che sarebbe stato molto più saggio non dirle che quel giorno la riunione non si era tenuta affatto: << Non ti sei persa niente, oggi è rimasto tutto tranquillo. >> cercò di rincuorarla, con voce convinta.

Sul volto di Haruhi si fece spazio un sorriso di sollievo, e come ogni volta che la osservava Kyon dovette concentrarsi per far si che lo stupore non trapelasse dal suo viso. Haruhi, la ragazza che aveva davanti, aveva davvero scelto lui? Possibile, che una creatura così bella, fosse stata destinata a lui?

... Beh, 'destinata' non era proprio la parola giusta da usare... Infondo, era lei il destino...

<< Comunque non capisco perchè debba per forza far parte di quel noiosissimo club sportivo. >> ricominciò con quella voce irritata che pareva riservare solo a lui. Kyon alzò gli occhi al cielo guadagnandosi un occhiataccia da Haruhi. << Ne abbiamo già parlato, mi sembra. Devi tenerti impegnata, se non vuoi combinare qualche tremendo pasticcio. E sei stata tu a scegliere quel club. >> le rammentò saccente lui, sedendosi alla sedia a capotavola stancamente: parlare con Haruhi costituiva un notevole sforzo, persino per le persone che avevano tanta pazienza come lui. Chiuse gli occhi vinto per un attimo dalla stanchezza e subito due rumori consecutivi lo fecero sobbalzare: Haruhi si era alzata dalla sedia così velocemente da farla cadere per terra, e , subito dopo, aveva battuto con forza le mani contro il tavolo, ormai in piedi. << Kyon! Mi stai ascoltando?! >> chiese, mettendo di nuovo su quel broncio che la rendeva tanto tenera quanto letale agli occhi di Kyon. Lui represse un sorriso. << Certo, Haru-chan. >> Questa volta Kyon non riuscì a trattenersi dal ridere, vedendo quel leggero rossore che aveva colorato le guance di Haruhi. << Scemo! >> gli disse Haruhi, facendogli la linguaccia e voltandosi fino a dargli le spalle. << Ti ho già detto mille volte di non chiamarmi con quel nome così ridicolo! >> esclamò, arrabbiata. Kyon sospirò con rassegnazione: non sarebbe cambiata mai...

<< E comunque ho scelto quel club solo perchè mi sembrava il meno noioso rispetto agli altri... >> mormorò Haruhi, abbassando lo sguardo con aria stranamente abbattuta. Kyon la guardò preoccupato: che cosa aveva? Le era successo qualcosa? ... Sapeva di essere stato duro con lei, costringendola a scegliere almeno un altra attività oltre la gestione dell'SOS Brigate, però... era stata lei a dire che voleva essere una normale adolescente, come tutte le altre. Era stata lei a dire - da persona inspiegabilmente matura - che forse cercare qualche altro svago era il modo migliore per evitare di creare qualche altra catastrofe come quella volta che aveva rischiato di 'ricreare' completamente il mondo. Da quando Kyon l'aveva messa al corrente dei propri poteri, lei aveva detto che in fondo l'aveva sempre saputo di non essere una ragazza come tutte le altre. Era stato lo stesso giorno in cui Kyon le aveva detto che ci sarebbe stato lui ad aiutarla, a far si che non rappresentasse un pericolo per il mondo e per se stessa. Lo stesso giorno in cui si erano messi insieme.  Kyon quasi stentava a credere che erano passati davvero più di quattro mesi da quel giorno. Si accorse solo dopo che Haruhi attendeva che lui agggiungesse qualcosa, sebbene gli stesse dando ancora le spalle.

Lo sguardo gli cadde involontariamente sull'orologio da polso: le 18:40, dovevano andare...

<< Haruhi, è tardi, dobbiamo tornare a casa. >> l'avverti, alzandosi dalla sedia e agguantando nuovamente il proprio zaino, mettendoselo in spalla con un gesto fluido e automatico, ripetuto nel tempo. Gli parve di sentire un sospiro tormentato provenire da Haruhi, ma non ne era affatto certo: la finestra dell'aula era aperta, e poteva essere stato anche uno scherzo della propria immaginazione o un leggero sbuffo del vento.

Si avvicinò alla soglia e le sorrise, << Andiamo? >>

<<... Sì. >>

 

 

[God is a girl wherever you are,
do you believe it can you receive it,
God is a girl what ever you say,
do you believe it can you receive it,
God is a girl however you live,
do you believe it can you receive it,
God is a girl she's only a girl,
do you believe it can you receive it?]


[Dio è una ragazza,ovunque tu sia,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, qualunque cosa tu dica,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, ovunque tu viva,
puoi crederci?puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, è solo una ragazza,
puoi crederci?puoi accettarlo?]

 

Scesero le scale ed uscirono dall'edificio in silenzio, mano nella mano. Ad un certo punto, proprio quando erano appena usciti dal cancello della scuola, una palla da volley rimbalzò fuori dal muro scolastico a pochi passi da loro. Haruhi lasciò la mano di Kyon e, dopo avergli lanciato uno sguardo interrogativo, si chinò a prenderla. << Non è una di quelle che usate nel club sportivo, vero? >> chiese Kyon, osservando la palla decorata a strisce arancioni e nere. Haruhi scosse la testa: << Le nostre sono celesti e bianche. >>.

Dal cancello uscì proprio in quel momento una ragazza del terzo anno con delle trecce bionde che le cadevano dolcemente sulle spalle, gli occhi azzurri e una spruzzatina di lentiggini a colorarle il viso altrimenti pallido; indossava la classica divisa sportiva della scuola, solo che era arancione e nera. La ragazza fece un sospiro di sollievo vedendo la palla nelle mani di Haruhi. La castana, invece, sembrava quasi a disagio.

<< Kimidori-san! >> esclamò infatti Haruhi, sorpresa, << Non sapevo facessi parte di una squadra! >>

Anche Kyon scrutò sorpreso la ragazza: quella era davvero Kimidori-san? Emily Kimidori, la ragazza che aveva portato il primo caso all'SOS Brigate denunciando la scomparsa del Capitano del club di Programmatori e presentandolo come il suo ragazzo? Emily parve piacevolmente sorpresa di ritrovarsi davanti Haruhi. << Grazie per aver preso la palla, Suzumiya-san! >>

Haruhi le fece un mezzo sorriso e le tese la palla. Emily l'afferrò sorridendole, << E ciao anche a te, Kyon-san. >> si affrettò ad aggiungere Emily, come temendo di averlo offeso. Kyon le sorrise gentilmente: << E' un piacere rivederti, Kimidori-san >> disse, accennando un leggero inchino. Haruhi lanciò un occhiata nervosa in direzione della squadra di Emily, che oltre il muro scolastico stava ancora aspettando la loro palla. Indietreggiò, prendendo la mano di Kyon nella propria come per trasmettergli un messaggio particolare. Kyon la guardò interrogativo: in genere Haruhi non si lasciava andare tanto facilmente a certe manifestazioni di affetto. Emily parve animarsi tutto un tratto. Haruhi strinse più forte la mano di Kyon mentre la ragazza dava voce ai suoi pensieri: << Perché non andiamo a mangiare qualcosa insieme? Naturalmente offro io, però dovete aspettare che finisca gli allenamenti… per voi non è un problema, vero? >> chiese gentilmente, senza abbandonare il sorriso. << Veramen… ! >> Haruhi non poté finire la frase, perchè Kyon parlò, coprendo il suono vagamente intimidito della ragazza. << Accettiamo volentieri. E offro io: un gentiluomo non farebbe mai pagare il conto a una ragazza! >> disse, scherzando. Emily quasi saltò dalla gioia, voltandosi verso il cancello e gridando alle compagne: << Ragazze, ho ripreso la palla! Avremo un ospite speciale a seguire gli allenamenti! Si tratta di Haruhi Suzumiya, è una mia amica, quindi cerchiamo di fare buona figura, ok? >>.

Haruhi, approfittando della distrazione dell’amica, dette un pizzicotto a Kyon, lasciando improvvisamente la sua mano: << Non dovevamo tornare a casa?! >> chiese retoricamente, contrariata. Kyon le sorrise: << Dai, poverina, hai visto com’era contenta di averti incontrata? Non potevamo dirle di no. >>  fece lui, guardandola un po’ stranito. Per tutta risposta Haruhi gli dette un altro pizzicotto, questa volta più forte del primo, facendo gemere il povero malcapitato dal dolore. << Si può sapere che fai, scema?! >> esplose quindi, prendendo a massaggiarsi la parte offesa. Haruhi lo fulminò con lo sguardo: << La prossima volta impari a lasciar parlare me! >> mormorò, perché Emily, che si era nuovamente voltata verso di loro, non la sentisse. << Entriamo? >> chiese gentilmente la ragazza, facendo un cenno verso il cancello. Haruhi e Kyon annuirono, ma appena il ragazzo avanzò di un passo lei accelerò fino a superarlo, per poi attraversare il campetto da palla a volo e andarsi a sedere tra le tribune. Kyon sospirò con aria da martire, e Emily, che aveva seguito i movimenti di Haruhi con una certa curiosità, lo guardò come se lo ritenesse responsabile: << Ma avete litigato? >> chiese, con interesse.

Kyon scosse la testa e fece un cenno con la testa in direzione di Haruhi, che si era sistemata nella fila più alta delle tribune: << Ma chi la capisce, quella! >> sbuffò, incrociando le braccia al petto.


[She wants to shine forever in time,
she is so driven
she is always mine,
clearly and free
she wanted to be,
a part of the future
a girl like me,
there is a sky illuminating us,
someone
is out there that we truly trust,
there is a rainbow for you and me,
a beautiful sunrise eternaly]

[Vuole brillare, per sempre nel tempo,
lei ha
cosi tanta grinta, ed è sempre mia,
chiara e libera,
vorrebbe essere te,
una parte del futuro, una ragazza come me,
c'è un cielo, che ci rischiara,
qualcuno c'è laggiù, di cui possiamo veramente fidarci
c'è un arcobaleno , per te e me,
una bellissima alba, in eterno ]

 

Per la decima volta da quando si era seduto in quelle tribune in prima fila, si chiese che cosa diamine ci facesse lì. Insomma, quelle ragazze erano amiche di Haruhi, no?

Lentamente, e in modo assolutamente veloce e silenzioso, si voltò per guardare Haruhi. Si irrigidì, constatando con sorpresa che anche la ragazza lo stava guardando. Ma, invece di distogliere lo sguardo come Kyon si era aspettato che facesse, Haruhi continuò a guardarlo con volto inespressivo.

Un brivido gli percorse la spina dorsale: che cosa stava succedendo? Perché, all’improvviso, gli sembrava di essere tornato ai primi giorni di scuola? L’occhiata che Haruhi gli stava rivolgendo era terribile: non lo stava guardando né con rancore né con interesse. Lo stava semplicemente guardando, e nei suoi occhi ambrati non vi era alcun riflesso. Sembravano vuoti, dannatamente vuoti. Si accorse di essersi alzato per raggiungerla solo quando se la ritrovò davanti, i gomiti sulle ginocchia e il volto tra le mani, un altra volta. Aveva la stessa espressione con cui l'aveva vista nell'aula del loro club: assorta e indecifrabile. Le si sedette accanto aspettando che dicesse qualcosa, che gli urlasse contro di andarsene, anche. Bastava che parlasse, a Kyon bastava anche una sola, piccola ed unica parola per capire che cosa stava pensando la sua imprevedibile ragazza. Ma questo lei lo sapeva, e di conseguenza evitava di proferir parola. Kyon si passò una mano fra i capelli con aria esasperata, incerto sul da farsi. Stava per parlare, quando Haruhi lo interruppe, voltandosi leggermente verso di lui e guardandolo con il capo inclinato di lato, come una bambina confusa: << Per te sarebbe meglio se io fossi come loro, vero? >>.

Kyon si riprese in fretta dalla sorpresa del vederla rivolgersi a lui come se il minuscolo litigio di poco prima fosse già stato dimenticato; fu lui a guardarla confuso. << Di che stai parlando? >> le chiese, spiazzato.

Haruhi si rabbuiò improvvisamente, e Kyon sentì nuovamente l'innegabile impulso di proteggerla, da tutto e da tutti. << Se io fossi solamente umana... se tu non dovessi misurare ogni parola per non irritarmi o modificare il mio umore... o se tu non dovessi stare con me solo per... >>. La ragazza non riuscì a finire la frase, poiché il suono della sua voce venne completamente coperto da quella di Kyon. << Si può sapere cosa diamine stai dicendo? Non è affatto così! >> esclamò lui guardandola come se fosse pazza. Haruhi non sopportò di vedersi rivolegere la parola in quel modo << Non permetto a nessuno di parlarmi così, nemmeno a te! >> ribatté, pronta, come se facesse tutto parte di un copione già scritto in precedenza.

Un brivido, questa volta di puro terrore, lo lasciò scosso dalla testa ai piedi: e se quello che stava accadendo, se quelle frasi facessero veramente parte di un copione già scritto in partenza? Se Haruhi avesse deciso tutto fin dall'inizio? ... Non si era mai trovato in una situazione simile con lei, sebbene vi fosero stati numerosi piccoli litigi per delle sciocchezze... Haruhi aveva intenzione di lasciarlo? In un attimo, completamente smarrito, ripercorse mentalmente tutti i passi che avevano fatto insieme: l'inizio del loro rapporto, quasi di tacito accordo; il loro primo bacio, casto e leggero come un battito d'ali;i loro battibecchi che finivano sempre per essere dimenticati pochi minuti dopo, perchè nessuno dei due era in grado di sopportare il vuoto che lasciava l'altro... Possibile che Haruhi si fosse stancata anche di questo? Che si fosse stancata di loro?

<< Che cosa stai dicendo? >>, chiese allora, gli occhi fissi sulla sua postura decisa e sul suo cipiglio irritato. Per la prima volta non si era accorto dei suoi occhi lucidi o del leggero ma consistenze tremore delle sue mani.  << Sto dicendo che sarebbe stato molto meglio se io fossi stata un semplice essere umano, e non una specie di semi-Dio intrappolato in un corpo capace di esplodere da un momento all'altro come una bomba atomica!  Voglio che tu sia sincero, che tu mi dica che non vorresti stare con me ma che sei costretto, perchè sono solo una bambina capricciosa! >> Sembrava che si stesse punendo da sola con quelle parole, e Kyon ebbe l'impressione che non fossero destinate a lui. Ma gli fecero male lo stesso. << E' questo che credi? Tu sei un essere umano, un essere umano di nome Haruhi Suzumiya! E io sto con te perchè mi piaci e perché sei spiritosa, coraggiosa, perché sei l'unica persona capace di farmi esasperare e preoccupare tanto nello stesso momento! Io sto con te perché sei tu, Haruhi, non per qualche stramba diavoleria aliena, esper o qualsiasi altra cosa sia, che minaccia di esplodere da un momento all'altro! >> Come aveva fatto a ritrovarsi all'improvviso a corto di fiato?

Haruhi superò la sorpresa provacatale da quelle parole e rispose, abbassando lo sguardo e arrossendo leggermente: << Io non ti capisco. Davvero. >> Qui alzò lo sguardo, e per un attimo Kyon li vide ardere della stessa passione per la vita che avevano sempre alimentato il suo animo, e che per fortuna ancora non si era spenta. << Se io fossi te, sceglierei di lasciarmi. >> Scosse la testa guardando l'espressione assolutamente invariata di Kyon a quelle parole e lo interruppe, quando fece per ribattere: << No, aspetta, sto parlando io. Che cosa ci guadagni tu? Sei costretto ad assecondare ogni mio capriccio, mi accompagni ovunque vada perché sai che è quello che vorrei, anche se questo vuol dire entrare in un centro commerciale e tenere tutte le buste per poi riaccompagnarmi a casa mia tenendole tu, rimani a scuola ogni volta oltre l'orario facendo delle ripetizioni di materie in cui hai il massimo dei voti, e solo per poterti assicurare che io frequenti gli allenamenti del club sportivo... Per non parlare poi del fatto che ti lasci fare di tutto, lasci che io ti tratti male senza lamentarti o protestare e sembra che l'idea di lasciarmi non ti sfiori mai neanche lontanamente... Anche adesso, dannazione, smettila di guardarmi così! >> lo implorò alla fine, guardandolo nuovamente negli occhi con quelle due fiamme ambrate completamente arse dal suo fuoco inestinguibile. Poi, esattamente come pochi minuti prima, lei chiuse gli occhi e li nascose all'ombra dei capelli abbassando il capo, lasciando che una piccola lacrima - di rabbia - le scivolasse giù per la guancia.

Kyon sollevò lentamente una mano e la posò sulla sua guancia, asciugando con il pollice quella lacrima tanto insolita sul viso di Haruhi. Da quanto tempo era che si teneva dentro tutte quelle cose? ... Possibile che non se ne fosse mai accorto? Haruhi sollevò  la testa di scatto pronta a gridargli contro che non voleva la sua pietà, ma fu costretta al silenzio dalla bocca di Kyon, che prepotente si era impossessata delle sue labbra. Provò a ribellarsi con poca volontà, provò persino a dargli uno schiaffo, ma il suo polso venne bloccato e poi attirato verso il viso di Kyon da lui stesso, con dolcezza. Haruhi chiuse gli occhi con stizza: ancora una volta Kyon era stato in grado di capire quello che veramente voleva fare e la aveva accontentata senza che lei dovesse dire nulla... ancora una volta era stato in grado di capirla, anche dopo tutto quel discorso e quell'implicito invito a lasciarla - perché lei non ne aveva propria la forza - era stato nuovamente capace di dimenticare e perdonare...

Kyon sentì la mano di Haruhi farsi più sicura e accarezzargli prima la guancia per poi scendere lungo il collo e aggrapparsi al colletto della sua uniforme scolastica, per spingerlo più verso di sé.

La ragazza schiuse le labbra quando sentì Kyon cercare un contatto più intimo tra loro, e non poté far altro che aggrapparsi a lui almeno con l'unica mano libera, per cercare di rimanere aggrappata alla realtà circostante - per quanto quello fosse possibile. Ogni bacio, ogni carezza e ogni abbraccio di Kyon era in grado di coglierla di sorpresa e di farla sorprendere a tal punto da dimenticarsi di tutto il resto. Pensava che dopo la prima volta quella sensazione sarebbe scomparsa, ma sembra che tornasse sempre, ogni volta più forte e intensa dell'ultima. Si sentì una stupida - qualcosa che non succedeva spesso: come aveva fatto a credere di poter resistere senza di lui? Era stata una stupida e come al solito si era sopravvalutata: aveva creduto di essere abbastanza forte da poter superare la loro separazione senza nessuna conseguenza. Aveva persino pensato di cambiare scuola o città per poterla affrontare meglio. La verità era che non poteva assolutamente vivere senza di lui, senza il calore che avvertiva ogni volta che sentiva il suo sguardo addosso, senza la consapevolezza di non essere sola, senza la sicurezza che solo la sua voce era capace di infonderle, senza lui.

Kyon lasciò che la propria lingua accarezzasse un ultima volta quella di Haruhi  e poi, dopo aver premuto un altra volta le labbra contro quelle di lei, si allontanò, tenendole il mento alzato con la mano.

Haruhi lo guardò, colta alla sprovvista e un po' delusa: era già finito? Perché? Provò a parlare, ma senza nemmeno chiedersi il come, si ritrovò avvolta nella morsa delle braccia di Kyon, che calde e rassicuranti l'avevano circondata all'improvviso. Sentì il mento del ragazzo posarsi con delicatezza tra i suoi capelli, mentre con una mano andava dietro al capo per carezzarle la nuca.

Voleva alzare lo sguardo per vedere l'espressione che aveva in volto, ma la verità era che non ne aveva né la forza né il coraggio: non riusciva a non pensare che quello poteva essere l'ultimo abbraccio che avrebbe ricevuto da Kyon, gli ultimi memorabili momenti di quel loro che si sarebbe concluso di lì a poco. Nessuna lacrima cadde dai suoi occhi questa volta: non voleva rovinare quell'ultimo, dolce abbraccio. Doveva essere contenta, invece. Aveva ottenuto quello che voleva. Adesso Kyon l'avrebbe ringraziata per l'avergli reso la sua libertà e se ne sarebbe andato, come voleva lei. O come era meglio per lui, piuttosto.

Sì, si ripeté nella mente strizzando gli occhi e reprimendo un singhiozzo nella propria gola, lo sto facendo per il suo bene, ed è questo che è importante adesso.


[God is a girl wherever you are,
do you believe it can you receive it,
God is a girl what ever you say,
do you believe it can you receive it,
God is a girl however you live,
do you believe it can you receive it
God is a girl she's only a girl,
do you believe it can you receive it?]

 

[Dio è una ragazza,ovunque tu sia,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, qualunque cosa tu dica,
puoi crederci?, puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, ovunque tu viva,
puoi crederci?puoi accettarlo?
Dio è una ragazza, è solo una ragazza,
puoi crederci?puoi accettarlo?]

 

<< Pensavo che l’avessi capito. Sei più sveglia – e precoce, aggiungerei – della media, e sono veramente poche le cose che ti sfuggono. >> La voce di Kyon era leggermente roca ma riflessiva, e Haruhi si chiese di cosa stava parlando, maledicendo la sua impossibilità ad alzare lo sguardo in quel momento.

<< Io non sono… come credono tutti. Non sono assolutamente perfetto, e vanto una vasta gamma di difetti di cui non parlerò neppure sotto tortura. Ma ce n’è uno, in particolare, che non vale la pena nascondere. L’essere umano, la stessa natura umana, è alla base dell’egoismo.  E io, Haruhi, sono l’essere umano più egoista di questa terra. >>. Kyon esitò, incerto se dover andare avanti o meno. Ma a questo punto, ovviamente, fu la curiosità di Haruhi a vincere la lotta interiore e silenziosa che stava avendo luogo dietro il suo sguardo ambrato.

<< Che cosa stai dicendo? Tu sei la persona più buona che conosca, Kyon, e non avrei mai sospettato che soffrissi di questo complesso di inferiorità. Tu non… >> tentò di parlare lei, venendo però interrotta dalla voce profonda e paziente di Kyon. << Prima hai parlato tu, ma adesso spetta a me parlare, no? >> Per la centesima volta da quando stavano insieme, Haruhi non si sentì che una bambina nelle braccia del suo babysitter, incaricato da chissà chi di insegnarle le buone maniere. Normalmente, quel pensiero avrebbe finito per irritarla, ma in quel momento si sentiva troppo attratta da quella voce calma di Kyon, che per la prima volta nascondeva una nota di tormento tra le parole. << Non ti ho raccontato di quando mi è stato detto che molto probabilmente questo mondo era opera tua, vero? >> No, non gliene aveva mai parlato, e si era sempre dimostrato restio a parlargliene. Haruhi era confusa: perché le stava parlando di quelle cose adesso? << La prima a darmi i primi…dubbi’… è stata Nagato-san. Sinceramente, prima mi disse di essere un alieno e… beh, non le credei molto. Anzi, si può dire che non avevo letteralmente capito un accidente di quello che mi aveva detto.* >> Kyon spezzò la tensione che si era venuta a creare con una piccola risata, ripensando a una battuta che Haruhi non era riuscita a cogliere. << Mi disse che tu possedevi quello che lei ha chiamato ‘il potenziale per l’evoluzione’. >> A questo punto la presa sulle spalle di Haruhi si fece leggermente più forte, e la ragazza si ritrovò costretta a posare entrambe le mani sul petto del ragazzo, per poter stare più comoda e respirare meglio. << La seconda è stata Asahina-san. Mi fece un discorso altrettanto complicato che riguardava il quadro generale di quello che noi chiamiamo ‘Tempo’. Poi mi disse che tu costituivi una ‘frattura tra i piani temporali’, Qualche tempo più tardi Koizumi mi disse che tu eri quello che gli umani definivano ‘Dio’. >>. Haruhi sospirò debolmente, posando il capo sul petto di Kyon. << … Perché mi stai dicendo queste cose? >> chiese ancora, come se ogni parola di Kyon le stesse succhiando via parte della sua energia vitale. << Perché devi capire che razza di persona sono. Almeno tu, devi. >> Kyon esitò ancora, poi continuò con voce più sicura. << Dopo la prima volta che… che ti influenzai a livello inconscio perché tu cambiassi questo mondo – Haruhi fece nuovamente per interromperlo, ma Kyon glielo impedì alzando ancora il tono della voce -, decisi che avrei cercato di capire. Sapevo che per Nagato-san tu rappresentavi ilpotenziale per l’evoluzione’, per Asahina-san ‘una frattura tra i piani temporali’ e per Koizumi eri addirittura ‘Dio’. Il punto era che non sapevo che cosa era per me. Avevano tutti cercato di influenzarmi con le loro idee, ma in quel momento ero io a dover decidere. E sapevo che tu, fra tanti, avevi scelto me. Hai creato un club in cui hai raccolto quelli che per te potevano essere i rappresentanti dei tre gruppi che più ti interessavano, vale a dire gli esper, gli alieni e i viaggiatori del tempo. Io non c’entravo niente nella Brigata, ma tu hai voluto che ne entrassi a far parte lo stesso. Mi avevi scelto. E solo il giorno dopo essere tornati nel nostro vecchio mondo capii l’importanza della tua scelta. >>

Adesso basta, non ce la faceva più, doveva guardarlo negli occhi. Haruhi premette leggermente le mani sul petto del ragazzo e le sue braccia allentarono la presa all’istante, liberandola da quell’abbraccio.

Adesso Haruhi lo fissava con le sopracciglia castane inarcate a formare due mezze lune perfette, gli occhi ambrati traboccavano della stessa sicurezza che permeava ogni fibra del suo essere: << Che cosa c’entra questo con l’egoismo? >> chiese, tagliente. Kyon ricambiò lo sguardo e riprese a parlare: << Quando ho capito di… di essermi innamorato di te, ne parlai con Koizumi. Non so perché andai a raccontargli degli affari miei, ma lo feci. Lui… non si dimostrò nemmeno sorpreso. Ma mi disse che c’erano dei pericoli. Se io avessi scelto di espormi, di farmi avanti, avrei potuto scatenare una serie di reazioni a catena che avrebbero portato alla vera fine del mondo. C’erano due opzioni, e mi resi conto di esserne sempre stato a conoscenza nello stesso momento in cui Koizumi me ne parlò: o tu mi respingevi e lo shock per questa mia ‘sgarrata’ ti avrebbe demoralizzata a tal punto da convincerti a cambiare questo mondo, o saremmo diventati una coppia e di conseguenza le mille difficoltà che ne conseguono avrebbero potuto agire sulla tua ‘particolare’ attivazione emotiva. >> Per la prima volta da quando avevano iniziato a parlare, Haruhi abbozzò un sorriso, timido e incerto. << Ne avete parlato molto, a quanto pare. >> disse, ironicamente. Kyon le sorrise di rimando, altrettanto incerto: <ero certo di una cosa: qualunque decisione io avessi preso, sarebbe stato un per sempre, senza scampo. Una cosa decisiva e definitiva. Un impegno eterno. Io lo sapevo, lo sapevo davvero. Ma ero troppo fiducioso nel fatto che tu avessi già scelto me. E’ per questo che sono un egoista. Sapevo i rischi che la mia decisione comportava, ma l’ho fatto lo stesso: ho allungato la mano e ti ho preso, infischiandomene sia dei pericoli di cui parlava Koizumi sia dell’intero universo. Volevo essere felice, e volevo esserlo con te. Non mi interessava di nient’altro al mondo. >> mormorò infine, abbassando lo sguardo.

Haruhi lo fissò per un momento che a Kyon parve infinito, poi proferì le uniche parole che non si sarebbe mai aspettato di sentirsi dire dopo una confessione del genere. << Non mi stai lasciando. >>.

Sembrava una constatazione, e Haruhi sembrava quasi sorpresa quanto Kyon.

Lui scosse la testa guardandola incerto se dover essere preoccupato per la sua salute mentale o arrabbiato perché sembrava che nessuna delle parole che le aveva detto avesse mosso almeno un po’ il suo interesse.

<< No. >> disse, infine. <<… E tu mi stai lasciando? >> chiese, non riuscendo più a trovare un senso in quello che stava succedendo. Anche Haruhi parve sorpresa da quella domanda. << No! >> esclamò, sorpresa e contrariata. Ma Kyon la conosceva bene, ormai: << … Che cosa c’è, allora? >> le domandò, confuso.

Haruhi sospirò quasi esasperata. Se Kyon non la conoscesse bene probabilmente non si sarebbe accorto che Haruhi cercava le parole per dire quello che voleva. Kyon tirò su gli angoli della bocca nel più grande sforzo di volontà che sentiva di aver fatto in tutta la sua vita per sorridere. Ci rinunciò, in tempo per vedere Haruhi prendere fiato. << Credo… che nessuno mi abbia mai detto una cosa più bella. >> disse infine, sul viso un espressione vagamente imbarazzata sul volto e il corpo rigidamente seduto, come se si trovasse su degli spilli acuminati. Kyon le sorrise un tantino più rilassato: << Cioè, io ti dico che sono la creatura più egoista dell’universo e dintorni e ti mi rispondi che è la cosa più bella che ti abbiano mai detto? >>

Anche Haruhi parve accorgersi della tragi-comicità della situazione, perché come in un soffio tutta la tensione provata in quegli attimi svanì completamente spazzata via da una risata di cui Kyon si godette ogni suono e angolazione. Poi, senza il minimo preavviso, si tuffò nelle sue braccia facendolo sbilanciare e battere con forza la testa sulla panchina degli spalti – naturalmente portandosi Haruhi dietro.

Haruhi, sopra di lui, lo guardò preoccupata. << Ehm… tutto bene, Kyon? >>. Per tutta risposta, il ragazzo le circondò la vita con le braccia e scoppiò in una sonora risata, baciando la ragazza che aveva preso a guardarlo con genuina sorpresa. << Mai stato meglio, Haru-chan. >> mormorò sulle sue labbra, prima che la distanza tra loro venisse nuovamente annullata da Haruhi.

<< Kyon… quindi noi siamo per sempre? >>

<< Si, Haruhi. Per sempre. >>

 

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Finire questa prima One-shote,  lo ammetto, è stata un impresa a dir poco titanica. E non perché tra una cosa e l’altra nonostante ci fossero le vacanze e stessi a casa dalla mattina alla sera non riuscivo a fare altro che scrivere solo cinque righe a giornata, ma anche perché nel progetto originale non doveva assolutamente finire così! E comunque, anche così strutturata, non mi piace per niente. Se lo notate, la trama ha numerosi buchi… per esempio, che fine hanno fatto gli allenamenti della squadra di Kimidori-san nella parte praticamente centrale della storia? Si sono volatilizzati, così come molti altri piccoli particolari che avrebbero dovuto esserci ma che per vari motivi non sono stati scritti… Comunque, non credo di aver combinato un pasticcio molto grosso con i caratteri dei personaggi… ci sono tratti in cui sembrano proprio loro, e altri in cui sembrano del tutto originali…

Va beh, pazienza, la prossima volta andrà sicuramente meglio.

Ah, la canzone citata nel corso della storia – che poi avrebbe dovuto avere molto più attinenza ai fatti narrati di quanta ne abbia avuta effettivamente – è ‘ God is a Girl ‘, e non mi appartiene, in quanto è una – abbastanza – nota canzone delle Tatu di cui mi sono letteralmente innamorata. Credo che fosse destino che ci scrivessi sopra,  e alla fine – dopo mille peripezie, aggiungerei – ce l’ho fatta.

Inoltre è doveroso ricordare che la frase detta da Kyon e contrassegnata dall’asterisco appartiene alla mente geniale di Stephenie Meyer, l’autrice di Twilight, Midnight Sun, New Moon, Eclipse  e Breaking Dawn.

Mi aspetto commenti, e per chi segue la sezione di FullMetal Alchemist si aspetti di veder comparire presto una mia long-fic sulla serie, quindi se vi piace il mio modo di scrivere tenete d’occhio il mio account^^

Alla prossima, Annie Black.

 

p.s. BUON 2009!

  
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