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Autore: ayame90    11/05/2015    1 recensioni
e se John avesse chiesto a Jessica di aspettarlo quel giorno che la incontrò nell'aeroporto? E se Harold avesse avuto il coraggio di non lasciare Grace dopo l'attentato al traghetto? Come se la sarebbe cavata il detective Carter senza l'uomo con la giacca a girare per la città? E Fusco, avrebbe avuto il coraggio di lasciare l'HR?
Basta un se per cambiare la storia, qui è come avrebbe potuto essere.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold Finch, John Reese, Joss Carter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2006

“John! Non sapevo che fossi tornato. Ti ho aspettato tanto”
“Non te l'avevo chiesto”
“Dimmelo e lo farò” dimmelo John, forza, corri il rischio.
I secondi passarono, i voli furono annunciati, anche quello di Jessica. La donna fece per parlare quando lui l'anticipò.
“Aspettami Jessica” quasi un sussurro la sua voce coperta dai rumori dell'aeroporto, ma Jessica capì benissimo quelle parole e un sorriso le illuminò il viso.
“Ti aspetterò John”


2011

Nonostante fosse ancora febbraio il sole faceva capolino oltre le nuvole e riscaldava la giornata con tepore primaverile, le stagioni stavano cambiando, ormai non era più solo un modo di dire.
Questi erano i pensieri di James Jenkins, un anziano signore che nonostante ribadisse più volte alla moglie che era andato in pensione troppo presto, qualche volta si concedeva dei momenti in panciolle sulla veranda di casa sua.
Il signor Jenkins si portò il giornale fuori e si sedette aprendo la prima pagina, da tempo gli sembrava che i crimini che nelle grandi città fossero aumentati, troppe notizie di omicidi, incidenti, violenze; ogni giorno ne leggeva qualcuna e pensava che se anche il loro quartiere fosse tranquillo non sapevi mai cosa potesse accedere, purtroppo i supereroi di cui leggeva da bambino non esistono, ma sarebbe stato bello sapere che ci fosse qualcuno che ti avrebbe salvato.
Per fortuna il loro era un quartiere tranquillo, non c'era mai molto movimento se non dato da qualche famiglia che si trasferiva e a cui subentrava subito un'altra. Come oggi, a quanto pare i suoi vicini avrebbero presto traslocato a giudicare dalla quantità di valigie messe in macchina.

“Dorothy!” chiamò signor Jenkins “Sai dove vanno John e Jessica?” chiese l'uomo alla moglie che si era appena affacciata ad annaffiare i fiori sulla veranda.
“Ma James! Te l'ho detto! È da una settimana che te ne parlo! Si trasferiscono a New York! Jessica ha ricevuto un'ottima offerta dal Mercy Hospital. Ha deciso di accettarla e John ovviamente va con lei. È un uomo straordinario!” la donna rimproverò inizialmente il marito per la poca considerazione dimostratela mentre parlava e concluse con tono adorante quando parlò del bel vicino, spesso le capitava di pensare che se fosse stata più giovane, forse …. d'altronde da ragazza non era poi così male.
“Già! John è un brav'uomo e un ottimo compagno di partite, anche se con gusti discutibili ...”
“Lo tratti fin troppo bene per essere uno che non tifa la tua stessa squadra di baseball ...”


“È tutto in macchina Jessica?” chiese John pronto a chiudere il bagagliaio della macchina.
“Sì, John. Siamo pronti!” gli rispose la donna bionda controllando per l'ultima volta l'interno della villetta e chiudendo la porta. Con essa si chiudeva un capitolo della loro vita e ne iniziava un altro, a New York.
“Arrivederci Signori Jenkins!” Jessica salutò i vicini dirimpettai con un gran sorriso, John si limitò a un cenno del capo, ed entrambi quindi salirono in macchina e partirono.

In macchina Jessica ripensò ai due anni precedenti, due anni di splendido matrimonio con l'uomo che amava, l'uomo che le aveva chiesto di aspettarlo, solo un uomo ora e non più soldato, certo alcuni tratti del soldato che era c'erano ancora ma in fin dei conti facevano parte di lui e lei lo amava così. Jessica non pensò solo al passato ma anche al futuro, chissà cosa li avrebbe attesi in una grande metropoli come Ney York, loro che all'inizio avevano scelto una cittadina di periferia per scappare dalla vita frenetica che li aveva accompagnati precedentemente, ora ci tornavano, ma nessuno dei due rimpiangeva quella scelta. Erano insieme e tanto le bastava.

“Perchè sorridi Jessica?” le chiese John che l'aveva notata con la coda dell'occhio nonostante avesse gli occhi sulla strada, osservare tutto, le vecchie abitudini erano dure a morire.
“Perchè sono felice di averti qui con me” gli rispose lei con un sorriso e accarezzandogli il viso per non distrarlo troppo dalla guida.


“Credi che la ditta di traslochi abbia combinato qualche danno John?” finalmente erano arrivati e Jessica si fermò ad ammirare l'esterno della villetta a schiera in cui avrebbero abitato d'ora in poi.
I fiori sul balcone, i mattoni rossi a vista, una tipica casa borghese, una casa normale.
“Questo lo vedremo subito Jessica. A te l'onore” le rispose John porgendole le chiavi della loro nuova casa.
Jessica sorrise e prese il mazzo dalle mani del marito e si avvio lungo i gradini che portavano all'ingresso. John rimase a guardarla e pensò a come era bello il suo sorriso e non si pentì della sua scelta di 5 anni prima. Finì di scaricare le borse dalla macchina e raggiunse la moglie dentro casa.
“A quanto pare hanno seguito alla lettera le tue istruzioni” disse l'uomo poggiando le borse accanto alle scale che conducevano al piano superiore e raggiungendo la moglie in cucina “Però adesso che dici di concedere le tua attenzioni anche alla camera di letto di sopra?” chiese John alzando lo sguardo al soffitto mentre parlava e stringendo la moglie in un abbraccio.
Jessica si girò fra le sue braccia e avvicinandosi al suo viso gli sussurrò “Non vedo l'ora” e lo baciò.

La loro prima notte nella nuova casa fu molto movimentata per i due giovani, John avrebbe preferito mille volte restare lì nel letto piuttosto che andare al lavoro ma il trillare della sveglia continuava insistentemente anche se lui continuava ad ignorarla.
John si decise ad alzarsi, allungò la mano a spegnere l'apparecchio sul comodino e si girò a guardare la moglie accanto a lui.
Talvolta pensava a come sarebbe stata la sua vita senza Jessica, se fosse stato in silenzio quel giorno in aeroporto, cosa sarebbe stato di lui ora? Cosa avrebbe fatto se l'avesse persa per sempre?
Non sarebbe sopravvissuto, sarebbe sempre stato pronto a farla finita, avrebbe viaggiato con un proiettile così da poterla raggiungere sempre.

“Sono le sette” momorò Jessica stiracchiandosi e abbracciando John “Dobbiamo alzarci … O faremo tardi il nostro primo giorno di lavoro e ci licenzieranno ancor prima di aver iniziato”
“Non sei un po' troppo pessimista?”
“Non conosci ancora il tuo capo. E se fosse uno fissato con la puntualità?”
“D'accordo. Io scendo a preparare la colazione nel frattempo che tu ti prepari”
“Grazie John!” e così mentre Jessica si dileguava in bagno, lui scese in cucina a svuotare gli scatoloni alla ricerca delle stoviglie.


John parcheggiò l'auto nel garage sotterraneo dell'azienda per cui avrebbe lavorato e sali con l'ascensore fino all'ingresso.
Quando le porte si aprirono notò subito due persone che lo stavano guardando e si diresse verso loro, lungo il breve tragitto che lo separava dal desk d'accoglienza, notò con la coda dell'occhio, in quell'ambiente scarno e minimalista, il busto di un uomo.

“Salve. Io sono ...”
“Tu sei quello nuovo. Io sono Martin, il capo della sicurezza, e lui è Frank, dividerete il turno per i prossimi giorni. Vedo che sei puntuale, ottimo inizio” fu così che si presentò uno dei due uomini al desk. Martin era un uomo sulla cinquantina, portava i baffi e aveva una stretta di mano di tutto rispetto, forse un passato nell'esercito.
“Piacere John” e anche il secondo uomo gli strinse la mano. Frank era invece più giovane, alto e snello, e gli sorrise cordiale mentre il capo parlava.
Martin guardò l'orologio “Noto che Susan è ancora in ritardo, quella donna non cambierà mai. Vedi John di solito noi non siamo qui ad accogliere il personale e non, è la segretaria, Susan, che se ne occupa, brava persona e efficiente, ma con un problema di puntualità. Ok, ora ti spiego in cosa consiste il tuo lavoro: tu e Frank vi occupate della zona ingresso e ascensori, controllate, riferite le persone sospette che verranno sorvegliate dalle telecamere e provvedete a calmare eventuali dissapori che si verranno a creare, anche se finora non se ne sono mai verificati. Qui è quasi tutto personale, e vanno tutti molto d'accordo o perlomeno si sopportano, e le persone estranee  sono per lo più fornitori che si conoscono da anni. Ah! E come hai potuto notare c'è questo piccolo extra, aspettare Susan, ma non è niente di che, anche se arriva in ritardo nessun altro arriva prima di lei. Mi sembra di averti detto tutto per il momento. Ci rivediamo alla fine del turno per discutere di altri dettagli. Ciò che ti serve è tutto nella busta, eccola. Buon lavoro ragazzi” e detto questo Martin si congedò e sparì dentro uno degli ascensori.
“Rilassati John” disse Frank notando l'atteggiamento rigido del suo nuovo partner “Qui è sempre molto tranquillo, non siamo un'azienda che produce software importanti e non abbiamo denaro in contanti”
John stava per ribattere quando un uomo entrò dalla porta principale, zoppicava.
“Oh. Signor Wren, buongiorno” Frank salutò il nuovo arrivato e prese il tesserino che lui gli stava porgendo “Questo è il mio nuovo partener, John. Oggi è il suo primo giorno”
“Buongiorno Signor Wren. Il mio nome è John”
“Buongiorno John, il mio nome è Harold Wren”
I due uomini si guardarono negli occhi, ognuno di loro sembrò scorgere negli occhi dell'altro qualcosa di familiare. Avevano lo stesso sguardo di chi ha sofferto, di chi ha lasciato tutto, di chi è morto in passato.



Note Autore:
Un'altra storia, in tutti i sensi. Direi che il titolo dice tutto: come avrebbero potuto essere le vite di John, Harold se avessero cambiato quel piccolo avvenimento che li ha portati, l'uno a essere un senzatetto nella grande mela, l'altro a essere un miliardario misantropo e paranoico (come lo definì all'inizio Reese).

Non sarà una storia lunga, semplicemente tre capitoli dal punto di vista dei personaggi: John, Harold e la Carter. Probabilmente l'allungherò anche con altri capitoli dal punto di vista di Root e Shaw, appena riuscirò a smaltire un po' di lavori.

Grazie a chi passerà di qui, leggerà e/o commenterà! ^__^
   
 
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