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Autore: Fratres sanguinem    11/05/2015    1 recensioni
Dio ci ha dato il cibo, ma il diavolo gli ha dato sapore, ed io, di sapore ne ho fin troppo...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 PROLOGO
-Cosa ci distingue realmente dagli animali? L’intelligenza? La furbizia? La lealtà? No,è la forza di vivere,la forza di cambiare il proprio animo ad immagine somiglianza del nostro inconscio… tendiamo spesso ad agevolare il peso dei nostri peccati mentendo al nostro cuore. Ho commesso un reato al cuore di una persona a me cara, è questo il mio grande errore. Ho avuto fortuna però, non sono ancora stato giudicato sotto gli occhi di Dio, potevo rimediare e plasmare il mio pensiero in maniera completa,che al tempo era ruvido come il legno e non liscio come la seta.  Andrew Foster è il mio nome, e sono servo soltanto di me stesso. Ogni uomo è responsabile delle proprie azioni ma quando si tratta di difendere un’idea, siamo tutti uguali; io sono stato testimone diretto della forza delle idee,ma non le ho mai protette.
Ho vissuto per molto tempo all’interno dei miei incubi, ho visto scene e provato dolori che nessun umano merita di conoscere, vivevo ogni notte in una torre diversa, ogni giorno scontavo un peccato se non erro, urlavo spesso di essere libero, ma nella mia mente ero solo uno sgherro. Sognavo lei  in ogni occasione ma il desiderio di quella che io chiamavo “vendetta”  bruciava troppo in fretta, del mio cuore la passione. Fu il 15 Novembre il giorno  in cui mi piegai dinanzi ad una statua di Giuda chiedendo perdono,a nulla servì , fui abbandonato da tutti molti anni or sono. Mi piace autodefinirmi un Dio della ragione, sono consapevole che dentro me c’è sempre sete di rivoluzione, potrebbe sembrare alquanto positiva la cosa ma per me non lo è, odio il mio pensiero, è troppo tagliente,più delle spine  di una rosa.
Possiedo una mentalità molto bizzarra sull’analisi dell’umanità, penso che non siamo stati creati per vivere come burattinai, anzi al contrario, siamo nati per fare i burattini, abbiamo paura di ciò che conosciamo ma non ci alteriamo quando assistiamo a qualcosa di ignoto, difatti non battiamo ciglio davanti ad un avversario devoto. La devozione… che sentimento inutile a mio parere, ma nonostante questo è fondamentale al compimento dei nostri sogni, infondo le persone vagano in cerca di qualcosa per cui vale la pena vivere, ed è questa la mia prova, tutti noi siamo i burattini di un grande desiderio, un motivo di vita.
Sono tutti in grado di intendere, ma molti non sono capaci di volere. Ricordo sempre queste parole, me le  disse  Alice  Wilkman  la donna che con una freccia il mio cuore trafisse. Sono grato al mondo intero di averla  vista nascere, ma lo ringrazio ancora di più per avermi permesso di farla crescere, era il 24 Ottobre la notte in cui trovai Alice sotto la pioggia battente. Mi chiedevo con aria curiosa il perché una bambina era svenuta in strada, abbandonata da tutti e dal mondo, pioveva a dirotto e dovetti prendere una decisione molto importante per una futura vita, fingere di non avere visto nulla oppure avvicinarmi e prendermi per sempre cura di quella splendida fanciulla…
Passarono 14  anni da quella notte, Alice crebbe a vista d’occhio e padroneggiò l’arte dell’innocenza con disumana destrezza,  fu lo stesso 24 Ottobre di quel giorno che mi disse di farle una promessa, con parole fredde, serie e colme di amore mi chiese di non abbandonarla mai, mi chiese di proteggerla dalle false verità e dalle vere bugie, mi disse piangendo di insegnarle a ridere con allegria, non con disprezzo come ha sempre fatto, il tutto accompagnato da un lieve ed intenso bacio, io la abbracciai e mi addormentai con lei. Allo scoccare della mezzanotte le dissi che lei per me era preziosa come un asso, dopo le mie parole si addormentò sorridendo leggermente, fu per me una visione divina, fu allora anche il mio cuore battè profondamente.
   
 
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