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Autore: emmeline    11/05/2015    1 recensioni
Yuichiro si sentì improvvisamente colpevole.
Chiuse gli occhi, fece un profondo respiro e poi pronunciò quelle parole di cui, poteva già sentirlo, si sarebbe pentito per il resto della sua vita. « Va bene. »
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mikaela Hyakuya, Shihō Kimizuki, Shinoa Hīragi, Yūichirō Hyakuya, Yoichi Saotome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: seconda fic su Owasera! Non ho... davvero scuse per questa fic. La mia ragazza mi ha detto di scrivere di Yuu vestito da principessa e io le ho dato corda e questa cosa è nata. C'è, dunque, del cross-dressing. La ship su cui si sofferma è la MikaYuu, ma ci sono altri personaggi come Shinoa, Yoichi, Kimizuki e un piccolo intervento da parte del nostro piccolo Guren. 
Also non doveva essere così lunga, ma-- mi sono lasciata prendere la mano. Eheh. 
AU in cui basically tutti sono felici e frequentano normalmente la scuola e nessuno rischia la morte. Non so che altro dire, per cui, buona lettura!

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La maggior parte degli studenti era impegnata nella preparazione degli stand in vista del festival scolastico. I traguardi per la maratona erano stati sistemati, i ragazzi del club di cucina si vedevano alle prese con gli ultimi dolci appena sfornati e una ragazza del club di arte, con un sorriso soddisfatto sul volto, stava esponendo la sua opera migliore, speranzosa che qualcuno potesse davvero interessarsi alle sue doti. Durante quel periodo dell’anno tutti gli studenti erano predisposti ad aiutarsi a vicenda: scene abbastanza comuni erano quelle che vedevano ragazzi dell’ultimo anno aiutare quelli del primo a trasportare pesanti scatole su per le scale, e altre veloci gentilezze scambiate tra un addobbo del maid café e un fiore del club di ikebana ficcato nella base di spugna.
In quel clima pacifico che circondava l’edificio scolastico, nulla sembrava poter andare storto. Nulla, tranne quell’urlo proveniente dall’aula di teatro, situata al secondo piano, accanto al laboratorio di scienze.
« Cosa vuol dire che dovrei indossare questo?! »
 
Yuichiro Amane, nella sua divisa scolastica, guardava la ragazza che occupava il posto alle sue spalle in classe come se avesse appena pronunciato la peggiore eresia possibile.
Dal canto suo, Shinoa si limitò a sorridere sorniona, portando entrambe le mani dietro la schiena e intrecciando le dita tra di loro. « Esattamente quello che ho detto, Yuu. » ripeté tranquilla.
Quello negli occhi di Yuu era puro orrore, non si preoccupò neanche di nasconderlo. « E’ uno scherzo, vero?! » il capo color pece si voltò verso il resto dei presenti nella stanza: su un Kimizuki visibilmente divertito (che si stesse tenendo la pancia dalle risate era un eufemismo), su un Yoichi dallo sguardo colpevole seppur lui non avesse alcuna colpa in questa questione e, per terminare, gli occhi di Yuichiro si posarono su un Mika che stava davvero cercando – con non poche difficoltà – di trattenersi dal ridere – peccato le sue labbra lo tradissero, tirandosi verso l’alto nonostante tutti gli sforzi del biondo di mantenere un’espressione seria. « D-dai, Yuu-chan— » tentò il ragazzo, solo per ricevere in risposta uno sguardo che lo mise a tacere immediatamente. In quegli occhi verdi c’erano tutte le minacce di morte che il cervello di Yuichiro avrebbe potuto formulare in un lasso di tempo di dieci secondi, e conoscendo il moro fin dalla più tenera età, Mika sapeva che gli sarebbero bastate almeno per le prossime cinquanta vite. Inutile dire che Mika non pronunciò più parola.
« Non ci penso nemmeno a vestirmi da principessa! Tanto meno a recitarne la parte! »
 
Il vestito di un delizioso rosa se ne stava di fronte allo specchio dell’aula, una vaporosa gonna, uno stretto bustino e tanto di corona incastonata di (palesemente finte) pietre preziose, poggiata sulla sedia in un angolo della stanza.
Yuichiro tornò a guardare l’abito con fare accusatorio.
« Ma la ragazza che doveva interpretare il ruolo da principessa si è ammalata e non sarà presente oggi. » gli ricordò Shinoa.
Yuu storse il naso. « E quindi?! Non è un mio problema! »
La ragazza dai capelli lilla dondolò sui talloni, lanciando sguardi elusivi alle spalle del compagno di classe. Sguardi a Mika, per la precisione, perché non passò molto tempo prima che Yuichiro sentisse le braccia del biondo attorno al proprio collo e il suo mento poggiato sulla testa scura. Mika lo stava abbracciando da dietro – o braccando come un animale in gabbia sarebbe stato più appropriato. « Yuu-chaaaan! » cinguettò la voce del suo amico di infanzia.
Braccia conserte e sguardo che non ammetteva repliche (ancora fisso su quel pomposo vestito, sperando forse che potesse esplodere in fiamme sotto il peso di quegli occhi verdi) Yuu-chan risposte con un secco « Non se ne parla. »
« Ma Yuu-chan! » Mika strinse la presa e le guance di Yuichiro divennero più rosse di quanto consentito dal genere umano.
« Y-yuu- » la voce di Yoichi parve più un sussurro in quella baraonda, ma lo sguardo del ragazzo, interrogativo, si voltò comunque nella sua direzione « Ehm— potresti... farlo? V-voglio dire, è per i bambini dell’orfanotrofio Hyakuya... »
« Esatto! » fece eco Mikaela a quel punto, sciogliendo l’abbraccio solo per posare le mani sulle spalle del proprio amico e farlo voltare verso di sé. « I bambini si aspettano uno spettacolo, Yuu-chan. Non possiamo lasciarli senza nulla. »
Yuichiro si morse il labbro inferiore: era consapevole, ovviamente, che quella recita sarebbe stata messa in atto per i bambini dell’orfanotrofio Hyakuya. Aveva assistito a tutte le prove, aveva aiutato Shinoa nella preparazione dello scenario e più volte, sotto richiesta di Mika, l’aveva accompagnato alle prove e aveva ripassato le scene con lui. In quanto principe, e quindi protagonista, il suo amico non poteva permettersi di fare una figuraccia dinanzi a quei bambini speranzosi di vedere una favola realizzarsi di fronte ai loro occhi.
Yuichiro sospirò, abbandonando quell’aria austera. « Non potete chiedere a qualche altra ragazza? »
Shinoa scosse la testa. « Non ci sarebbe abbastanza tempo per farle imparare la parte, non ti sembra? »
« Mitsuba? Anche lei ha assistito a tutte le prove e ti ha aiutata a scrivere il copione, sbaglio? »
Shinoa negò nuovamente. « Non sbagli! Ma la nostra cara Mitsuba è al momento impegnata con il maid café~ quando l’ho vista stamattina indossava un vestitino adorabile~ e poi— » lasciando Shinoa al suo blaterare, Yuichiro sospirò nuovamente, smettendo automaticamente di ascoltare le parole della compagna.
Non poteva fare una cosa del genere. Conosceva le battute abbastanza bene, ma sarebbe andato contro qualsiasi sua convinzione indossare quel vestito ed esibirsi di fronte a dei bambini – ancora peggio, di fronte a dei compagni di scuola. Cosa ne sarebbe stato di lui dopo quella recita.
Un pizzico su una guancia lo distrasse dai pensieri di ragazzi che l’avrebbero preso in giro per il resto degli anni scolastici, riportandolo alla realtà, rendendosi conto che Mika se ne stava ancora lì di fronte a sé, con un sorriso stampato sul viso. « Yuu-chan, pensa a quanto saranno felici i bambini, non puoi deluderli. »
« Non può farlo Shinoa? » tentò ancora, al limite dell’esasperazione « Anche lei conosce bene le parti, e quel vestito starebbe meglio a lei che a me, senza alcun dubbio. »
Mika sembrò ponderare sull’ultima parte, rispondendo con una scrollata di spalle e un inudibile “mh”, poi, a voce più alta, aggiunse « Shinoa avrà il suo da fare durante il festival, in quanto rappresentate d’istituto. »
Poteva già vedere i sorrisi dei bambini e i loro occhi illuminarsi nel vedere una storia incantata prendere vita di fronte ai propri occhi. Era qualcosa che i bambini come quelli dell’orfanotrofio Hyakuya non avevano mai conosciuto: l’amore.
Per quegli esseri innocenti era nulla più di qualcosa letto nei libri e visto nelle illustrazioni che accompagnavano le fiabe.
Yuichiro si sentì improvvisamente colpevole.
Chiuse gli occhi, fece un profondo respiro e poi pronunciò quelle parole di cui, poteva già sentirlo, si sarebbe pentito per il resto della sua vita. « Va bene. »

Per un attimo, in risposta, ebbe solo silenzio.
Kimizuki e Yoichi si lanciarono uno sguardo perplesso, mentre gli occhi verdi di Yuu videro nascere sul volto di Shinoa un sorriso trionfante. Sbocciò come un fiore in una meravigliosa giornata di primavera e Yuichirò non desiderò mai come in quel momento di poter scappare il più lontano possibile da quell’aula.
L’istante successivo, però, il suo migliore amico gli passò un braccio attorno alla vita, afferrandogli poi una mano con quella rimasta libera.
Prima che Yuu potesse controbattere a quell’improvvisa posizione (che si addiceva perfettamente ad un principe ed una principessa) fu zittito dal sorriso nato anche sul viso di Mikaela. A differenza di quello visto poco prima sulle labbra della compagna, quello di Mika non gli fece provare l’irrefrenabile voglia di spalancare la porta e nascondersi in qualche angolo buio della scuola, ma piuttosto di restare e impegnarsi con tutto se stesso in ciò in cui, alla fine, aveva accettato di fare.
Mikaela aveva fiducia in lui e in quel momento Yuichiro si rese conto che non aveva bisogno di nient’altro per intraprendere quella recita.
« Yuu-chan sarà la mia principessa! »
Peccato l’incantesimo si frantumò pochi istanti dopo al suono di quella frase.
 


Non avrebbero saputo dire quanto tempo era passato da quando Yuu era sparito in camerino, con aria afflitta, trascinato dalla ragazza dai capelli lilla, ma Mikaela, Kimizuki e Yoichi si erano accomodati su una panca su cui buste erano state accatastate l’una sull’altra per avere abbastanza spazio per tutti e tre. Yoichi indossava la coroncina in plastica che Yuu avrebbe dovuto posare sul suo non-troppo-regale capo, mentre gli altri due ragazzi discutevano su chi, secondo le loro conoscenze, avrebbe vinto la maratona che si sarebbe tenuta da lì a poche ore. Kimizuki sembrava simpatizzare per un ragazzo dell’ultimo anno, mentre Mikaela gli spiegava che una delle nuove matricole sembrava del tutto intenzionata a rubare il posto al loro vincitore fidato. Quando Yoichi fu sul punto di esprimere la propria opinione a riguardo, la porta di quel camerino finalmente si aprì.
Vari erano stati gli improperi che i tre ragazzi avevano potuto sentire durante l’attesa, vari gli schiamazzi e le urla di Yuu-chan (alle quali Mika era sempre scattato e Kimizuki l’aveva sempre fermato prima che si catapultasse in quello spazio già abbastanza stretto per due persone) ma nonostante tutti i modi in cui aveva programmato di punzecchiare il ragazzo una volta tornato da loro— ciò che Yuichiro ricevette fu solo silenzio.
 
Il rosa di quel vestito fu la prima cosa che colpì tutti e tre. Era rosa abbandonato in un angolo della stanza, ma in quel momento quella gonna vaporosa aveva preso vita ad ogni passo del sedicenne, fronzoli gli ruotavano attorno e accompagnavano il suo camminare goffo come in una danza. Lunghi guanti di un rosa più chiaro e spalline gonfie e vaporose allo stesso modo. Il viso di Yuu-chan era sempre lo stesso: aveva le guance molto più rosse del solito, le labbra piegate in una smorfia, gli occhi che cadevano in qualsiasi punto della stanza meno che sui suoi amici (che invece sembravano non riuscire a staccargli gli occhi di dosso neanche per un istante). E poi i suoi capelli— gli stessi capelli neri, scuri, lucenti; gli stessi capelli se non fosse stato per quel loro essere molto più lunghi. Ciocche di parrucca gli incorniciavano perfettamente il viso e ricadevano sulle spalle di Yuichiro.
In quel vestito sembrava ancora più minuto di quanto non apparisse di solito camminando al fianco di Kimizuki e Mikaela.
Shinoa fu la prima a rompere quel silenzio, battendo le mani due volte – e come il rompersi di un incantesimo i tre ragazzi sembrarono tornare al mondo reale. Yoichi arrossì, Kimizuki tossicchiò spostando lo sguardo altrove e borbottando un “ridicolo” mentre Mikaela regalò al suo migliore amico un grande sorriso.
Yuichirò desiderò prendere a pugni ognuno di loro.
« Allora, cosa ne pensate? » chiese Shinoa, gongolando, nel suo tono di voce si poteva sentire tutto il suo divertimento per quella situazione. Il pentimento era arrivato prima di quanto Yuichiro credeva. « Non è una perfetta principessa? »
Gli occhi della ragazza sembravano quasi brillare e il ragazzo avvolto in quella stoffa rosa e morbida mimò con le labbra un “me la pagherai” che l’altra ignorò.
« Yuu-chan! » cinguettò Mikaela e prima che il ragazzo potesse fare qualsiasi cosa le mani del più alto avevano già catturato le sue portandolo nuovamente a volteggiare in quella stanza, seguito dal fruscio della pomposa gonna.
« R-razza di idiota, cosa stai facendo?! » lo riprese Yuichiro pizzicandogli un fianco – mettendoci decisamente troppa forza per un’aggraziata principessa, perché sul viso del biondino si espanse una smorfia dolorante. Non durò molto però, sostituita da un nuovo sorriso.
« Yuu-chan è davvero una graziosa principessa! » continuò, incurante dello sguardo di fuoco che quegli occhi verdi gli stavano lanciando.
Mikaela lasciò le mani del suo migliore amico solo per avvicinarsi a Yoichi e appropriarsi della coroncina dalle pietre dagli sgargianti colori. Quando si voltò nuovamente verso il proprio amico di infanzia la rabbia di Yuu si attenuò nel vedere quanta luce quel suo sorriso emanasse.
« Yuu-chan. » lo richiamò, stavolta senza alcuno scherno nel tono di voce, e Yuichiro tentò di ignorare quella sensazione che avere altri tre paia di sguardi curiosi e pronti a prenderlo in giro alla prima occasione puntati addosso gli provocava. Non era affatto piacevole.
Poi Mikaela posò la corona sulla sua testa e quando Yuichiro lo vide inginocchiarsi di fronte a sé una voce nella sua testa urlò così forte da sembrargli strano che nessun altro l’avesse sentita. I suoi occhi si spalancarono a quel baciamano galante e degno dal ruolo da principe che era stato assegnato al suo amico. 
Un coro di “oooh” da parte di Yoichi e Shinoa si alzarono.
Yuchiro, per la prima volta nella sua vita, non trovò parole da pronunciare.
Kimizuki roteò gli occhi lasciandosi sfuggire un sospiro: che lunga giornata da sopportare.
 


Quando Yuichiro salì sul palchetto adibito a quella recita qualsiasi sensazione negativa provata fino a quel momento sparì del tutto. Di fronte a quegli occhi grandi, speranzosi e brillanti non gli importava più di indossare un enorme vestito dal colore di un confetto né di quanto Kimizuki l’avrebbe preso in giro per i giorni a seguire – ok, questa è una bugia: gli importava eccome, ma in quel momento decise semplicemente di ignorare quel particolare.
Restò immobile, fermo più del dovuto a perdersi negli occhi di quei bambini che, lo sapeva, non avevano avuto alcuna felicità né fortuna nelle loro vite. Erano stati rifiutati dalle loro famiglie o non ne avevano mai avuta una per cominciare.
Yuichiro sentì una bambina chiedere a quella che doveva essere la bambina più grande del gruppo “Akane-chan, Akane-chan! Anche io un giorno potrò indossare un vestito come quello ed essere una bella principessa?”. La ragazza dal nome di Akane aveva sorriso e, carezzando gentilmente la testa della più piccola, le aveva risposto che da grande sarebbe potuta diventare tutto ciò che desiderava.
Al suo fianco Mika era avvolto negli abiti da perfetto principe azzurro, con tanto di cappello dalla “strana e stupida forma” così come Yuichiro l’aveva allegramente descritto e spada nel fodero, vestito di un bianco e blu che gli calzavano a pennello.
Yoichi, seduto ad un angolo del palco, faceva loro da voce narrante.
Pochi erano gli alunni che si erano presentati, non perché non avessero voluto - come gli avrebbe poi detto Shinoa - ma perché quel festival aveva portato via tempo a molte persone. La maggior parte delle persone presenti non facevano parte della sua scuola - amici degli alunni, forse; parenti. Non poteva andare poi così male.

La storia era una delle più semplici: la principessa tenuta prigioniera da una strega cattiva e liberata dal principe, destinata poi a vivere con lui felice per il resto della sua vita. Una storia perfetta per bambini.
Yuichiro si ritrovò coinvolto nella parte molto più di quanto chiunque dei suoi amici avrebbe creduto e Mikaela non fu da meno. Kimizuki si lanciavano sguardi sconcertati ad ogni loro battuta recitata con perfetta enfasi e sentimento, non sapendo se doversi ritenere soddisfatti del risultato o preoccuparsi del fatto che i loro amici fossero calati così tanto nella parte.
Nessuno dei due sapeva che per i due era diventata una sfida a chi fosse più capace di non rompere quella facciata.
« Oh, principessa, oggi la sua bellezza mi abbaglia... » una bambina dal palco si strinse al vestito di Akane, mentre le mani di Yuichiro venivano prese tra quelle di Mika « La prego, venga via con me! »
« N-non posso. » balbettò da copione l’elegante principessa dai capelli scuri, voltando lo sguardo altrove e lasciando che le ciocche della parrucca gli coprissero il viso « La mia matrigna— »
« Lei non può nulla contro il nostro amore! » insistè la voce del principe, avvicinandosi di un passo al suo eterno amore « Insieme, noi— »
 
« Tu! »
 
Un solo urlo si levò rovinando completamente l’atmosfera creatasi. Il principe e la principessa vennero strappati via dalla bolla dei loro sentimenti e riportati alla crudele realtà.
I bambini si voltarono verso la fonte della voce, mentre sul volto di Yuichiro prese posto orrore e sgomento.
« Merda, è il professore Ichinose— »
« Cosa sta succedendo-? » bisbigliò Mikaela.
« Ecco, ehm, mi sono appena ricordato che— »
L’uomo dai capelli scuri e gli occhi ametista procedette imperterrito verso il palco, passando accanto ai bambini che lo guardavano confusi e incuriositi, chiedendosi se facesse anche lui parte dello spettacolo. « Abbiamo aspettato tutto il giorno, era tuo compito aiutare allo stand di tiro con l’arc— »
« Il fato sta tentando di dividerci nuovamente! » esclamò improvvisamente Mikaela, guadagnandosi così lo sguardo allibito di tutti i presenti; Yuichiro e Guren compresi.
Col suo vestito da fiaba il ragazzo si portò di fronte all’amico, nascondendolo. La testa scura di Yuu fece comunque capolino alle sue spalle. « Si può sapere cosa diavolo stai facendo?! » sibilò praticamente all’orecchio del biondo che, invece di rispondere, gli fece segno di tacere con un dito.
« Non lascerò che portino via da me la mia principessa ancora una volta! »
“Vai così!” urlò un bambino dal pubblico, “Salva la principessa!” concordò una piccola figura con gli occhiali. Guren non era mai apparso così confuso agli occhi di Yuu e cercò una spiegazione da Yoichi. Ovviamente non ne trovò.
« M-mi dispiace, non ho idea di cosa stia succedendo... » farfugliò il ragazzino.
Mikaela, che sembrava avere nuovamente tutta l’attenzione dei bambini, approfittò di quel momento per portare avanti lo spettacolo apportando qualche leggera modifica al copione originale. Le qualità di un vero attore si vedono nel momento dell'improvvisazione, si disse.
Yuu-chan non ebbe idea di come accade né tantomeno perché accade, ma i suoi piedi non stavano più toccando terra; prima che potesse ribellarsi Mikaela gli aveva già passato un braccio sotto le ginocchia e l’altro dietro la schiena. Yuichiro si ritrovò tra le sue braccia come una vera principessa, con la parrucca che dovette tenere con una mano per non far scivolare via e rompere la magia del momento. Non che in quel momento fosse fondamentale, ma i bambini li stavano ancora guardando: non voleva affatto deludere quei piccoli esseri, quegli occhi pieni di sogni che sperava si sarebbero realizzati.
« Mika, cosa—?! »
« Mia principessa, non dovrà più preoccuparsi di nulla, adesso! Mi prenderò io cura di lei da oggi in poi! » con un solo salto si ritrovarono giù dal palchetto e prima che Yuichiro potesse rendersene conto stavano già correndo lontano, sotto gli sguardi allibiti del professore Ichinose e dei loro compagni.
I bambini, tuttavia, convinti che quella scena facesse davvero parte dello spettacolo si alzarono in piedi e applaudirono contenti. Yuichiro sentì urla di gioia, unite alla voce debole di Yoichi che cercava di calmarli.
Yuichiro sapeva di aver segnato la propria condanna a morte col professore Guren Ichinose.
« MIKA DANNAZIONE--! »
 


« Mi dispiace, Yuu-chan! » seduti ad un tavolo del Maid Cafè Mikaela se ne stava seduto accanto al suo migliore amico, a mani unite, implorando il suo perdono. Gli occhi smeraldo, scocciati da quella situazione, vagavano distrattamente sul menù, saltellando da un nome strano ad un adesivo colorato applicato all’angolo della pagina. « Volevo aiutarti! »
« Lo so. » brontolò controvoglia Yuichiro, spostando una piccola ciocca nera impigliatasi tra le sue ciglia « E’ stato solo molto— improvviso. »
Mika annuì e, constatando che Yuichiro non era davvero arrabbiato con lui, apparve notevolmente più rilassato.
Il moro sospirò e lanciò uno sguardo al ragazzo seduto accanto a lui. « Grazie. Mi hai risparmiato una seccatura. » avevano corso per corridoi ed era abbastanza sicuro che l’intero corpo scolastico l’avesse sentito urlare le peggiori imprecazioni nei confronti di Mikaela Shindo; poteva solo sperare che gli altri alunni dimenticassero presto il principe e la principessa che avevano corso per i corridoi il giorno del festival scolastico inseguiti dal professor Guren Ichinose.
« Non è stato un problema, sono felice di aver aiutato Yuu-chan! »
« U-uhm... » in quel momento Yuu desiderò solamente poter nascondersi ancora di più dietro quel menù. Sparirci per sempre, perché no. Si sentì terribilmente in colpa per il mondo in cui gli aveva urlato contro solo poco prima, ma il suo migliore amico era sempre stato un idiota e Mika lo sapeva: Yuichiro perdeva le staffe fin troppo facilmente. « Mi piacerebbe sapere come ha fatto a trovarmi quell’idiota con questo travestimento... »
« Yuu-chan, non dovresti parlare così dei tuoi professori. » lo riprese gentilmente Mikaela, sporgendosi verso di lui per poter leggere il menù allo stesso modo. Yuichiro, senza volerlo, a quella vicinanza si irrigidì. Mika aveva un buon profumo.
« Beh, perché no? E’ un idiota. » rimarcò il ragazzo.
Ci fu un attimo di silenzio, riempito solo da una leggera risata di Mikaela. Mentre il moro leggeva il nome di una torta che dalla descrizione era farcita da panna, fragole e scaglie di cioccolato, Mikaela richiamò nuovamente il suo nome. A quel “Yuu-chan” appena mormorato nel loro piccolo angolo, il diretto interessato voltò appena il viso, aspettando che Mika continuasse a parlare. Ma Mika non lo fece.
Portò invece una mano sulla guancia di Yuu-chan – pelle calda e morbida che sfregò col pollice.
 
Le labbra di Mika erano estremamente morbide, premute con leggerezza contro le sue. Yuichiro si ritrovò ad esserne sorpreso – e a trattenere il fiato per qualche istante, stringendo gli occhi più di quanto si dovrebbe fare durante un bacio. Ma era davvero così? E quello era davvero un bacio? Non ne aveva idea. Non sapeva neanche cosa stesse succedendo— o perché. Tutto ciò di cui riusciva a rendersi conto era che quel contatto non fu spiacevole neanche per un attimo e non provò affatto il desiderio di allontanarsi.
Quel bacio leggero – il primo bacio per entrambi – avvenne nascosti dietro quel menù pieno di nomi fin troppo fantasiosi. Mika sapeva del tea verde che aveva ordinato mentre Yuu-chan era ancora indeciso su quale dolce volere.
Quando quel contatto delicato si interruppe Mika sorrise dolcemente all’espressione visibilmente imbarazzata di Yuu-chan. Gli pizzicò piano una guancia. « Sono contento che tu sia stato la mia principessa oggi. » la sua voce era melodiosa e per un attimo pensò che non avrebbe potuto chiedere di meglio da quel festival.
Yuichiro sbuffò, tornando a posare i suoi occhi sul menù. « Stai zitto. »
Mika rise e passò entrambe le braccia attorno alla vita di Yuu. « Eri davvero calato nella parte, ero impressionato dalle tue abilità! »
« Stai zitto! »
 


« Ehi, ehi! »
La bambina con i codini indossava la corona che solo poche ore prima se ne era stata sulla testa scura di Yuu e che la principessa aveva perso, sicuramente senza rendersene conto, quando il suo meraviglioso principe l’aveva presa tra le braccia ed erano corsi via. Yoichi guardò verso il basso e suddetta bambina era aggrappata alla sua gamba destra, richiamando la sua attenzione. « Posso tenerla? Davvero posso tenerla? »
« Certo. » rispose Yoichi con un sorriso gentile « Quella coroncina ti sta molto bene. »
Alle loro spalle, Kimizuki sospirò rumorosamente. « Non è roba tua, dovresti chiedere a Shinoa prima di decidere. » si strinse nelle spalle « Non che mi interessi cosa fate con queste cose stupide. »
« Kimizuki-kun, non questo atteggiamento davanti ai bambin— »
 
« Raaaagazzi! » trillò Shinoa, sbucando sulla soglia della porta, finalmente libera dai suoi impegni con il corpo del consiglio studentesco. Yoichi lanciò uno sguardo di supplica al ragazzo con gli occhiali che, senza troppi problemi, lo ignorò. « Allora, com’è andata la recita? »
« Ehm... »


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... non ho scuse. aiuto. mi dileguo. o/ se vi sono errori chiedo scusa, l'ho riletta più di una volta ma essendo lunghetta qualcosa potrebbe essermi sfuggito!
   
 
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