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Autore: Oth    12/05/2015    4 recensioni
Rin, Sousuke, Haruka e Makoto si sono diplomati. Si è chiuso un capitolo delle loro vite ed ora devono scriverne un altro. Che futuro li attende? Si può sognare in grande o si rimane indietro?
Vuole essere un piccolo capitolo, un pezzetto che chiarisca quel futuro che è rimasto vago alla fine dell'anime. Spero di avervi incurisotiti.
E' una Sourin con accenni HaruRin, litigi, introspezione e chiarimenti. Sono da poco diventata autrice, mi fate sapere cosa ne pensate?Grazie ^^ buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Se sei entrato/a per leggere già ti sono grata! Sono diventata autrice da poco anche se sono una lettrice veterana di efp, soprattutto di questo fandom. Spero che la storia ti piaccia e che magari tu voglia lasciare una recensione per farmi sapere in positivo o negativo cosa ne pensi.
Come sempre i personaggi non sono miei, la storia è però di mia completa invenzione. Spero ti piaccia ^^
Buona lettura!!!
N.B. Ci sono una serie di dialoghi verso alla fine, spero si capisca chi parla, in fondo è un botta e risposta a due, ma se avete consigli per farlo capire meglio sono ben accetti

 
 
Sogni infranti
 
Erano appena entrati nell’appartamento e Rin non aveva potuto far a meno di sbuffare mentre si toglieva le scarpe e senza parlare si era diretto verso la camera da letto. Sousuke era ancora lì, all’entrata, con la faccia tesa e gli occhi pieni di furia mal repressa. Non ce la faceva più.
Si erano diplomati solo da qualche mese e dopo che Rin aveva scoperto della spalla c’erano stati momenti di rabbia, tensione, che poi erano sfociate in dichiarazioni urlate al culmine di un litigio tra lacrime amare e abbracci stretti.
Erano insieme, ma Sousuke sapeva che presto Rin sarebbe corso dietro al suo sogno.
Sarebbe partito per l’Australia e lui, per il momento, sarebbe stato costretto a rimanere in Giappone, lontano chilometri e chilometri. Ne avevano parlato, ne avevano discusso e poi erano arrivati ad una decisione comune. Sarebbero rimasti insieme, si sarebbero aspettati e avrebbero parlato via Skype, si sarebbero scritti, vedendosi quelle poche volte che avrebbero potuto.
Ora, Sousuke tutto questo lo sapeva, non era pronto, ma già solo il pensiero di avere Rin per sé, di avere quella promessa per sé lo rendeva felice.
Allora perché adesso se ne stava lì arrabbiato e ferito?
Aveva bisogno d’aria, non poteva rimanere lì con lui che ostentava quel silenzio. Si era girato ed era uscito di casa senza guardarsi indietro, sbattendo la porta perché la sua rabbia non venisse ignorata come la sua esistenza.
Pioveva. Un classico. Andava bene così. Quella pioggia forte e persistente, penetrante e fredda, riassumeva tutto. Il suo stato d’animo, la voglia di piangere e quel freddo che mano a mano che camminava si insinuava nelle ossa, superando l’ostacolo dei vestiti, e si annidava lì, negli arti, nel petto, scosso dall’affanno e dal pianto. Aveva corso finchè i polmoni non avevano chiesto pietà e pianto finché le lacrime erano finite e poi si era ritrovato lì.
Assurdo.
Di tutti i posti, si era ritrovato in quello che più amava e odiava insieme. L’oceano…quell’immensa distesa d’acqua a breve lo avrebbe diviso di nuovo dall’unica cosa che amava e che gli era rimasta. Rin.
Un tempo, da piccolo, quando il suo amico era partito, aveva fantasticato di attraversarlo a nuoto, ora con quegli anni in più e una spalla in meno, sapeva che non avrebbe mai potuto farlo. Mai.
Era lì la colpa di tutto questo. Quella spalla che faceva male ad ogni ora del giorno, che peggiorava con gli sforzi, il freddo e che si sarebbe volentieri amputato se questo avesse significato poter seguire Rin. Invece no, invece ora che era seduto sulla spiaggia bagnata, sentiva un dolore perpetuo alla spalla e un vuoto nel petto. Probabilmente, solo qualche ora prima, aveva perso Rin per sempre.
 

Qualche ora prima
 

Rin sarebbe partito da lì a due settimane ed i suoi amici dell’Iwatobi avevano deciso che avrebbero dovuto utilizzare ogni istante a disposizione pur di vedere l’amico. Così erano stati invitati ad una cena a casa di Nanase.
Sousuke aveva storto il naso, ma Rin aveva insistito e lui aveva ceduto con qualche borbottio.
L’ora dell’incontro era giunta in fretta e si erano fatti trovare puntuali a casa di Nanase, dove ad attenderli c’erano già tutti. Avevano mangiato, parlando del più e del meno, tra uno strepitio di Nagisa e continui tentavi di contenderlo di Rei. Makoto era stato come sempre gentile e pacato aiutando l’ago della bilancia dell’umore a tendere al positivo. Poi era avvenuto.
Gou si era schiarita la voce e con entusiasmo aveva annunciato che Haruka sarebbe partito alla volta dell’Australia perché alcuni scoute volevano vederlo.
Ciò che era arrivato alle orecchie di Sousuke era stato solo : Nanase, Rin, insieme, soli, in Australia.
Aveva provato a guardare Rin, voleva una rassicurazione, ma Rin tutto eccitato si era buttato accanto a Nanase proponendo già future sfide, luoghi da visitare e chissà cos’altro.
Non sentiva nient’altro che il suono della voce di Rin felice, eccitata e quel sorriso affilato che gli copriva il volto.
Nanase era lì, fermo e silenzioso come al solito. Lo odiava. Lui non avrebbe potuto vederlo per mesi, mentre quel cretino avrebbe potuto passarci giorni interi, avrebbe avuto il posto che lui non poteva avere e forse anche il suo cuore.
Sentiva un miscuglio di emozioni : rabbia, disappunto, frustrazione, ansia e gelosia. Era geloso. Sì, lo era sempre stato, ma in quel momento ancora di più perché Rin non lo guardava, Rin non stava parlando con lui, non lo rassicurava, non lo calcolava. Ecco era lì il nocciolo della questione. Fin da quando era piccolo e aveva saputo dell’esistenza di Nanase, aveva iniziato a germogliare in fondo al suo cuore un piccolo dubbio, era cresciuto, era stato alimentato dall’abbandono, dalla gelosia, dalla frustrazione ed ora era un mostro che teneva in scacco tutta la sua esistenza.
Non si sentiva all’altezza. Da quando c’era quel ragazzo non si era più sentito sicuro di niente.
I fatti avevano parlato da soli.
Lo aveva sconfitto nella staffetta, si stava prendendo il suo sogno e a breve si sarebbe preso anche Rin…era apatico eppure tutti lo amavano, soprattutto Rin!
E lui? Era una semplice comparsa che aveva pensato, si era illuso di poter essere amato da Rin così com’era. Un uomo privo di sogni e futuro.
Aveva pensato tutto questo e nel mentre nessuno lo aveva interpellato, nessuno gli aveva rivolto parola, tutti troppo impegnati a congratularsi e a parlare del futuro, dei loro sogni per lui ormai infranti-
Poi Haruka lo aveva guardato nel caos generale e Sousuke aveva digrignato i denti fulminandolo. Tutto era degenerato. Il dubbio, il suo mostro era sbocciato in tutto il suo terribile splendore e aveva offuscato la mente e il giudizio di Sousuke.
Lo sguardo di Haruka si era trasformato in sfida, le chiacchiere di Rin in tradimento e tutto il mondo aveva perso senso. Non c’era più nessuno da aspettare, nessuna promessa. Rin sarebbe partito e in breve, come aveva già fatto, avrebbe infranto la promessa e sarebbe rimasto lì, in Australia, con il suo grande amore e rivale.
Non avrebbe però fatto un’uscita di scena da comparsa, oh no, meditava da troppo di spaccare la faccia a Nanase, e quella era un’occasione perfetta.
Le parole erano uscite dure e taglienti “ Chissà se sanno che il grande Nanase l’ultima volta ha lasciato una gara a metà. Pensi davvero di avere la stoffa? Sei solo un codardo e..” , le parole avevano tagliato l’aria, tutti lo guardavano scioccati, ma lui no, “e tu? Credi di poter parlare dato che non sei più in grado di nuotare? Ti sei rovinato da solo. Io sarò un codardo, ma tu sei un fallito”.
Non ce l’aveva fatta.
Voleva ferirlo e andarsene, ma il pugno era partito senza preavviso impattando sullo zigomo di Nanase.
In due secondi avevano iniziato ad azzuffarsi e solo il pronto intervento di Makoto e di Rin aveva potuto evitare il peggio.
Rin era lì, in mezzo, scioccato e affannato. “Ma che cavolo ti prende?! Ti sei bevuto il cervello?”.
Sousuke non aveva il coraggio di guardarlo, arrabbiato con se stesso, ma anche consapevole di non essere il solo artefice di tutta quella situazione. Si era morso le labbra, stretto i denti e taciuto.
Poi era uscito senza uno sguardo fuori dall’abitazione.
Rin doveva essersi scusato velocemente e lo aveva raggiunto mentre camminava lentamente. Lo aveva sentito arrivare, correva, si era fermato di fronte a lui e lo aveva preso per il collo della felpa.
“ Ora tu mi dici che cosa cavolo ti è passato per la testa. Come hai potuto dirgli quelle cose? Dopo tutte le difficoltà..perchè cavolo lo hai fatto?uhm? Spiegami!”.
Sousuke lo guardava, ma taceva, in fondo all’anima si vergognava di ciò che aveva fatto, ma la ferita del suo cuore sanguinava senza sosta e non sapeva come farla smettere.  Rin aveva fatto scioccare due volte la lingua sul palato e stizzito si era girato mormorando un “Idiota..”
“ Perché la vita ha dato tutto a lui e a me niente?Io sono infelice perché la vita mi ha tolto tutto, lui che scusa ha per essere infelice e apatico quando la vita gli sorride?”
Rin lo guardava con uno sguardo tra il sorpreso e il compassionevole. “Pensi davvero sia così? Pensi che non ci sia niente per cui vivere e che invece Haruka abbia la vita che sogna? Pensavo che avessimo dei progetti delle promesse..”
“Che non manterrai..” non aveva potuto fermare quell’unica frase.
Se prima Rin sembrava vagamente comprensivo ora era addolorato e arrabbiato “La pensi così? Stupido io che credevo mi avessi capito, perdonato…che idiota sono stato! Sai che c’è? Non mi va più di discutere. Sono stanco di ascoltare le tue parole, voglio andarmene a letto. Tu fa come ti pare!”.
Le parole erano uscite chiare e amare. Rin si era girato ed era andato a casa, Sousuke lo aveva seguito in silenzio, umiliato e frustrato, senza sapere se vi fosse soluzione.
 
* * * * * * *

Era andata così. Ripensandoci non sapeva che fare. Il suo peggior incubo aveva preso vita e lui non aveva potuto fare nulla.
Spesso dopo aver fatto l’amore aveva gli incubi. Sognava Rin, lo sognava insieme ad Haruka che lo portava lontano da lui o ancora Rin che gli diceva che quel giorno si era sbagliato, che lo vedeva solo come un amico. Altre volte ancora erano in piscina, tutti e tre si tuffavano, ma lui iniziava a sentire dolore alla spalla e ad affogare. Nessuno a salvarlo. Era tanti e ripetuti, lo facevano svegliare sudato nel cuore della notte e solo guardare Rin, accoccolato a lui gli permetteva dopo ore di riprendere sonno.
Non aveva mai detto nulla a Rin. Non voleva che magari confermasse le sue paure o che lo ritenesse uno stupido. Quello che lo affliggeva maggiormente era che Rin non gli aveva mai detto di amarlo, aveva detto di voler stare insieme, aveva detto che avrebbe mantenuto la promessa, ma in fondo al cuore Sousuke non era mai riuscito a sciogliere quelle angosce ed ora tutto era perduto.
 
La spalla faceva male, la testa pulsava forte e la sensazione di vuoto e nausea aumentava senza poterla fermare.
La pioggia lentamente era diminuita, il mare, burrascoso e scuro si era lentamente calmato, seppur ancora scosso. Poi era cessata. Le nuvole si erano diradate lasciando il posto ad una pallida Luna.
Il giorno dopo la spiaggia sarebbe sicuramente stata piena di alghe, pesci e di rifiuti.
Dopo la tempesta tutto sarebbe venuto a galla, già vedeva i bagnini che con solerzia ripulivano la spiaggia e il mare facendoli tornati al loro splendore consueto.
Chissà se anche per lui era possibile? Chissà se dopo tutti quei dubbi emersi, quelle parole dette, c’era possibilità per lui di tornare a stare con Rin.
Forse qualcosa poteva ancora farla. Forse Rin non lo amava e mai lo avrebbe fatto, forse non poteva perdonarlo, ma doveva provare. Non poteva rimanere immobile e lasciare che anche i loro ricordi si distruggessero.
Aveva faticato. La spalla intorpidita, tirava e pulsava, la testa era un continuo tormento e i vestiti zuppi pesavano sulla sua figura e i piedi quasi li strascicava a terra.
Alla fine era arrivato, ma entrando aveva trovato Rin rannicchiato sul gradino del genkan con i capelli umidi, un asciugamano in testa e il cellulare in mano.
Appena entrato aveva sollevato il viso, sconvolto e si era messo a piangere. Con quel poco di forza che aveva si era inginocchiato davanti a lui e aveva chiesto, supplicato il suo perdono “Rin guardami” “ti prego perdonami. Non volevo ferirti, mi dispiace tanto. Io ti amo ed ho paura, ho paura di quel domani che non vedo, di non essere abbastanza, che tu stia con me per pietà..”
Un bacio improvviso, frettoloso, subito un altro e le braccia al collo a stringere forte.
Rin aveva pianto e singhiozzato senza sosta. Sousuke si era sentito triste e felice allo stesso tempo perché era lì, con lui, tra le sue braccia. I suoni si erano fatti ovattati, le figure sfocate e il buio lo aveva avvolto.
“Uhm..che male..” prima ancora di aprire gli occhi aveva sentito il dolore alla spalla,più pungente del solito e poi era sopraggiunto un vago mal di testa. Aveva sollevato le palpebre trovandosi un Rin sdraiato al suo fianco che lo accarezzava e guardava con apprensione.
“Idiota, hai la febbre alta.” Oh beh ora capiva il dolore. “Mi hai fatto venire un infarto! Prima sparisci e poi svieni..cosa devo fare con te?”
Sinceramente non lo sapeva. Si chiedeva tutti i giorni cosa ci facesse lì insieme a lui e non si era saputo dare una risposta, però sapeva cosa voleva fare lui.. Aveva preso Rin e lo aveva abbracciato, cullandolo delicatamente e tra un bacio sui capelli e l’altro aveva sussurrato incessantemente ti amo, perdonami, ti amo. Rin lo aveva guardato arrossendo con le lacrime agli angoli degli occhi e aveva sussurrato un dolce ti amo anche io .
Sousuke si era sentito sbalordito, pieno e colmo di gratitudine e amore. Amor per quel ragazzo così complesso e bellissimo, per quella sua mania di essere apprensivo come una mamma e sensibile come una ragazza e soprattutto per quel cuore grande che possedeva in grado di amarlo nonostante tutto quello che aveva detto e fatto.
Lo aveva avvolto tra le sue braccia, lo aveva baciato sulla fronte e poi sulle labbra.
Si erano baciati, una, due, tre volte e Sousuke forse per la prima volta si era sentito libero e leggero.
Si erano guardati. C’era molto da chiarire, ma non ora, non ora che finalmente si stringevano senza ansie e confermavano i loro sentimenti. Ci sarebbe stato tempo, si sarebbero guardati ed una volta per tutti avrebbero detto tutto senza remore.
Un giorno a letto, qualche antidolorifico e quel bagno caldo lo stavano rimettendo al mondo.
La spalla ancora non voleva smetterla di pulsare, ma andava meglio. Si stava schiarendo la mente. Doveva parlare con Rin assolutamente. Uscito, si era tamponato il corpo con l’asciugamano, frizionato i capelli, poi era andato in camera e con solerzia si era infilato dei vestiti comodi e caldi da casa. oveva fatta. ardo, ma tu sei un fallito" grado di nuotare? odardi non ente più Nanase, e quella era un'vrebbe infranto la promes
Si era diretto in salotto dove sul divano Rin già lo aspettava e si era seduto.
Si erano guardati intensamente.
Quei due giorni erano stati una parentesi idilliaca, ma dovevano assolutamente chiarirsi prima che Rin partisse.
“ Rin mi dispiace. Da quando non ho più il nuoto mi sento inutile, i miei sogni sono infranti, ho paura di vederti sempre più lontano e di non poterti seguire..Non ho alcun sogno a cui aggrapparmi e invece Nanase sì. Mi fa rabbia, ma so che tu in fondo lo hai sempre ammirato e anche amato e io non posso competere con lui! Non così! Non senza il nuoto!”
“Sei proprio un cretino..” .Ecco ora ci si mettevano pure le lacrime. “credi davvero che se avessi voluto Haruka starei con te? Lui per me è un amico, un rivale, ma nulla più! Non potrei mai stare con lui! Ho scelto te perché mi capisci e mi accetti.” Aveva preso fiato, era arrossito, ma poi guardandolo negli occhi gli aveva detto “ A te ho promesso di tornare, con te ho sognato un futuro in Australia. ”
“Davvero? Davvero non ti stancherai di aspettarmi?”
“Sousuke, ci siamo aspettati per così tanto, pensi che aspettare ancora un po’ consapevoli di amarci possa veramente farci male? Io, io ti amo. Non vuoi credermi? Non è un punto da cui ricominciare? L’amore di una persona non basta?”
“In realtà è più di quanto potessi sperare o immaginare, ma.."
“Ma cosa..?”
“Ma se non dovessi riuscire a venire da te?”
“ Allora sarò io a venire qui. Non permetterò che quella spalla ci allontani di nuovo. Io credo che tu abbia milioni di possibilità, ma devi crederci! Non importa chi sarai un giorno purché tu sia mio e mi stia accanto”.
Rin era arrossito, aveva spiato l’espressione di Sousuke con incertezza, vergognandosi di tutte quelle parole, ma gli occhi acqua marina si erano accesi e le labbra formavano una curva dolce e felice. Era bellissimo.
“Rin ti amo anche io e sono geloso. Non voglio che Nanase ti stia troppo intorno e questo non esclude tutto il resto del mondo. Ti voglio solo per me. Ti prego aspettami perché io lo voglio quel futuro con te.”
Si era spinto avanti e lo aveva baciato.
Si erano stretti e lo aveva baciato sulla bocca, le guance rosate, il mento, il collo e poi i vestiti erano diventati ingombranti. Rin sospirava piano nel suo orecchio e lui si era perso lì.
Si erano spogliati lentamente, avevano baciato, accarezzato i rispettivi corpi vezzeggiandosi a vicenda.
Rin aveva accarezzato in punta di dita la sua spalla e poi vi aveva lasciato un bacio leggero.
Per la prima volta avevano fatto l’amore con lentezza, godendosi ogni istante, scoprendo tutto dell’amante, cercando il piacere altrui allo stremo per strappare un sospiro ed un gemito in più e poi si erano uniti dolcemente e Sousuke si era sentito in pace con il mondo.
Finalmente la sua anima era calma come il mare dopo la tempesta, era stata squassata dal vento e dalla pioggia ed aveva portato a galla molto dolore, ma poi era sopraggiunta la calma e quella dolce Luna. Quella Luna che anche nelle tenebre lo illuminava. Il suo Rin. Com’era bello quell’aggettivo.
Suo, suo. Niente più dolore, solo amore.
L’amore che sarebbe stato il motore delle loro vite, la colla per quei sogni infranti, la cura per guarire la sua spalla e la su anima. Si sarebbero amati sempre.
Avrebbero avuti momenti difficili. Rin sarebbe partito, ma l’amore avrebbe trovato sempre la sua via. Sarebbe sempre arrivata la quiete dopo la tempesta..
 
Fine
 
°Angolo dell’autrice°
 
Grazie per averla letta tutta! Sinceramente sono soddisfatta della storia, forse la trama può risultare scontata (spero di no), però rileggendola ritengo che non avrei potuto o saputo scriverla diversamente. E’ solo la mia terza storia e spero di essermi destreggiata bene tra la prima e la terza persona perché volevo dare l’effetto di un qualcosa di esterno, di una persona che guarda da fuori, però facendo delle incursioni che permettessero al lettore di condividere i sentimenti di Sosuke e Rin….Spero tanto mi facciate sapere che ne pensate. E’ un Otp che sinceramente mi piace molto e chiedo scusa (mica tanto XD) ai fan della HaruRin, ma Haru deve stare con Makoto perché solo quell’angelo può sopportarlo.
Grazie ancora! Fatemi sapere che ne pensate!(si va a nascondere)
  
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