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Autore: Black Swan    02/01/2009    2 recensioni
Junayd Kamil Alifahaar McGregory ha tutto.
E’ l’unico punto di contatto fra due delle più potenti famiglie del paese, ha ricchezza, bellezza, intelligenza, una posizione di prestigio.
Junayd Kamil Alifahaar McGregory ha le idee chiare.
Sa cosa deve o non deve fare, ha imparato molto presto come far girare il mondo nel verso che gli fa più comodo, ha preso la decisione di condurre una doppia vita a soli quindici anni e custodisce segreti che i suoi genitori neanche immaginano lui possa conoscere.
Junayd Kamil Alifahaar McGregory è convinto di avere già tutto quello di cui ha bisogno: i pilastri della sua vita sono già stati piantati, i confini già marcati. Si renderà conto che anche lui può sbagliare.
Junayd Kamil Alifahaar McGregory non ha mai fatto i conti con il suo cuore. Si accorgerà quanto prima dell’errore commesso.
Junayd Kamil Alifahaar McGregory non ha mai realmente ascoltato il suo cuore. Scoprirà che non è mai troppo tardi per cominciare…
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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on E’ Mai Troppo Tardi - Capitolo 16

Non E’ Mai Troppo Tardi

16

 

 

 

 

 

 

 

 

Sua madre era elettrica.

«Sono così felice, non vedo l’ora che arrivino!»

Conoscere i genitori di Sharon era un qualcosa che aveva acquisito importanza man mano che il tempo passava.

Fra meno di un’ora sarebbe cominciato ufficialmente il rinfresco per il compleanno di Jennifer… e il fatto che fosse il compleanno di Jennifer era forse l’unica cosa che superava in importanza quell’incontro.

Lui si sentiva ad un passo da un baratro senza fine… o alla soglia di una luce eterna.

Drake probabilmente stava improvvisando riti e preghiere per non trovarsi davanti Matthew.

Qualcosa gli diceva che sarebbe finita esattamente così.

Aveva provato in tutti i modi a smontare il proprio ragionamento… e non aveva trovato neanche una leggera crepa.

Incontrò lo sguardo critico di sua madre, «Non penserai di scendere così, vero?» gli disse.

Si diede un’occhiata, «Non mi sembra di aver scordato qualcosa.»

Sua madre incrociò le braccia al seno, «Vuoi farmi la cortesia…?» cominciò.

«Mamma…»

«… di andare oltre il tuo accostamento preferito almeno per un rinfresco, per quanto informale sia?» concluse.

«Sai come si vestirà Jennie?»

Erano giorni che cercava di arrivare a capo di quella cosa, ma la ragazza aveva issato un vero e proprio fortino a difesa di quel vestito.

«Non cambiare discorso.»

«Per farmi un’idea di cosa indossare…»

«Fila in camera tua a cambiarti. Adesso.»

Ubbidì ridacchiando.

Optò comunque per qualcosa di informale anche se elegante.

Bussarono.

«Avanti.»

«Ciao compare» lo salutò Drake entrando.

«Ciao, come stai?»

«Ragionevolmente nervoso.»

Anche Drake aveva optato per il classico. «Tu?» aggiunse.

Scosse le spalle dandosi un’ultima occhiata allo specchio.

Casual, informale ma elegante. Mamma sarebbe stata contenta.

«Bene. Direi» rispose. «Non sono riuscito a capire come si veste Jennie per l’occasione.»

Il sorriso di Drake lo bloccò. Essenzialmente perché aveva cercato di nasconderlo.

«Drake, devi dirmi qualcosa?» gli chiese guardandolo dallo specchio.

Drake scosse le spalle. «Sì, ma non posso.»

Si voltò verso di lui, «Tu lo sai.»

«Juna, c’è chi è pronto ad uccidermi se mi scappa una parola!»

«La tua non-fidanzata?» gli chiese ironico.

«No, la tua non-fidanzata» fu la risposta.

Sbuffò alzando gli occhi al cielo.

Bussarono di nuovo.

«Avanti!»

Alison fece capolino, «Juna, scusa se…»

«Non disturbi, entra dai.»

Aveva dovuto far fronte ad un piccolo imprevisto ed Alison lo aveva raggiunto al volo.

Alison scosse la testa rassegnata, «Fra poco Stephen è qui.»

«Ma resti al rinfresco con lui?»

«Ho già parlato con Jennie… non è proprio possibile.»

«Se va bene a lei…»

Apparve la testa di Justin, «Ragazzi, sono arrivati i Castlemain al completo. Direi che la festa ha inizio.»

«Scendiamo subito» disse Drake.

Justin annuì e sparì com’era apparso.

«Ma i tuoi?» chiese rivolto all’amico.

«Arriveranno nel giro di mezz’ora» fu la risposta… piuttosto rassegnata.

Molto cavallerescamente mandò avanti Alison e Drake gli si affiancò.

Arrivarono all’inizio dell’ultima scalinata e l’allegro chiacchierare li accolse festoso.

Scannerizzò l’ingresso e… appena la schiena di Matthew, perché era lui, inutile cercare di girarci intorno, entrò nel suo campo visivo… come un flash si ricordò improvvisamente che Alison aveva sentito la sua voce al telefono.

E si era presentato proprio con il nome di Aaron.

Maledizione.

Quasi sicuramente la ragazza non avrebbe fatto una piega davanti agli altri, ma una volta soli avrebbe potuto chiedergli perché non conosceva qualcuno con cui aveva parlato al telefono… senza fra l’altro preoccuparsi di chiederle di cosa si trattava.

Stramaledizione.

Cercò una soluzione… e la trovò in meno di cinque gradini.

Improvvisazione, era la parola chiave.

«Fammi capire, Aaron… fai Castlemain di cognome?» esordì.

Drake accanto a lui non fece una piega.

Sua madre, proprio davanti a Matthew e accanto a suo padre, sussultò.

Matthew si voltò lentamente e sorrise. «Mi chiedevo se mi avresti riconosciuto.»

«Vi conoscete?» chiese suo padre sbalordito.

Alison, due o tre gradini avanti a lui, si voltò verso di lui e sorrise, «Ho riconosciuto la voce. E’ il signor Aaron che ti ha chiamato in ufficio.»

Ci avrei giurato ragazza mia, so quanto sei efficiente.

Una delle cose che rendevano Alison una segretaria come poche altre al mondo era la sua capacità di abbinare immediatamente la faccia, la voce e l’eventuale carica ad una persona, in qualsiasi ordine venisse a conoscenza dei vari pezzi del puzzle: in un angolo della sua mente aveva “registrato” la voce di Matthew e l’aveva associata al nome di Aaron, attendendo che altre informazioni si aggiungessero al quadro… chiarendolo, possibilmente.

«Ci siamo visti due o tre volte. Di solito ci sentiamo al cellulare… quando si decide ad accenderlo» disse Matthew assecondando immediatamente la situazione… e rendendo improvvisamente logica la presenza del proprio numero nella memoria del suo cellulare.

Richard glielo aveva sempre detto: era stato addestrato dal migliore.

Alison rise divertita, «Ricordo che quel giorno anche Drake lo cercò in ufficio… solito motivo» asserì.

Drake tirò fuori dal cilindro magico la sua migliore faccia da poker. «Buongiorno signor Castlemain, mi chiamo Drake Tyler. Sono il migliore amico di Juna… ma credo che mi abbia sentito nominare anche per altri… motivi.»

Matthew spostò su di lui uno sguardo… compiaciuto. «Effettivamente, sì.»

Sharon era a bocca aperta accanto al padre. «Ma scusa… hai detto che non lo conoscevi.»

Matthew si rivolse alla figlia. «Juna non sapeva il mio cognome. Se gli avessi detto di essere la figlia di quell’Aaron che lo ha tenuto intere notti al cellulare con la storia dei titoli Boddtlard avrebbe capito subito chi ero!! Io ho voluto tendergli… un’imboscata» ammise candidamente. «Se ti avessi detto di conoscerlo glielo avresti detto subito ed è così raro sorprenderlo che ho voluto provarci. Ho avuto la conferma che è impossibile coglierlo impreparato» aggiunse tornando a guardarlo… e stavolta la nota di compiacimento nella voce era evidente.

Fantastico, in una botta sola lo aveva informato di aver creato un punto d’inizio in comune (ricordava la fluttuazione da urlo di quei titoli qualche anno prima) e gli aveva anche detto che lo aveva fatto a bella posta a piombargli in casa in quella maniera!

«E’ vero» disse compiaciuto suo nonno Mansur. «Mio nipote non è uno che si lascia sorprendere.»

Anche suo nonno Patrick annuiva compiaciuto.

«Farò un favore a tua moglie e a tua figlia e passerò sopra l’imboscata» lo avvisò raggiungendolo. «Ma non ci prendere l’abitudine.»

Arrivati uno davanti all’altro si abbracciarono.

«D’accordo» concesse magnanimo. Gli cinse le spalle, «Vogliate scusarmi un attimo, devo chiedere alcune informazioni a Juna su un certo ragazzo.»

«Papà!!» esplose Sharon sconvolta.

Una donna accanto a Sharon scoppiò a ridere, «Tesoro, prima potresti almeno finire le presentazioni…» gli fece notare.

Era ben altro il motivo per cui era necessario che almeno loro due riuscissero a parlare da soli.

Matthew sospirò. «Non te lo scordare» gli disse poi.

Appunto.

«Tranquillo.»

Finalmente aveva le risposte che cercava da quindici anni a portata di mano.

Drake seguiva la scena in bilico fra il rassegnato (come futuro ragazzo ufficiale di Sharon), il divertito (come pseudo ex agente dell’F.B.I. sotto gli ordini di quell’uomo) e l’incredulo (come suo amico).

Furono presentati a Corinne Castlemain, Connie per gli amici, la moglie di Matthew.

«Jennie, non indovinerai mai!!» esplose Sharon all’improvviso.

Jennifer fece la sua apparizione dentro un vestito di chiffon azzurro molto, ma molto carino, correlato da scarpe decolté dello stesso colore che ad occhio la portavano all’altezza del suo mento.

I capelli, per fortuna, erano sciolti.

Guardò l’amica, poi lui… «Cos’ha combinato Juna?» chiese direttamente.

Scoppiarono tutti a ridere, lui incluso.

«Lui e mio padre si conoscono!! Juna ha l’attenuante di non sapere tutto, ma mio padre me lo ha coscienziosamente nascosto!!!»

Jennifer lo guardò sbalordita e fu Matthew a spiegarle la situazione.

Suo padre si voltò improvvisamente verso di lui, «Pensa, prima che ti sentissi male pensavo che i titoli Boddtlard mi avessero fatto passare uno dei peggiori momenti della mia vita.» Poi si rivolse a Matthew, «Ora che ci penso non ho neanche riportato a Juna i suoi auguri di pronta guarigione… forse se lo avessi fatto mio figlio avrebbe iniziato a porsi domande.»

Matthew sorrise, cingendo le spalle alla moglie, «Sarò molto franco con lei adesso: mia figlia è rimasta a dormire in questa casa perché sapevo che c’era Juna.»

Connie gli diede una gomitata, «E io lo avevo intuito…» sembrò ricordargli.

Matthew alzò gli occhi al cielo, «Ero tranquillo: la sua propensione per le bionde è ampiamente risaputa e riconosciuta» aggiunse. «Vai a pensare che ha un amico…»

«Papà!!!»

Scoppiarono tutti a ridere… anche Jennifer.

Sharon era troppo occupata a scendere a patti con la nuova scoperta. «Ma è roba da pazzi!!» esplose «Juna, ti diffido dal parlare di Drake a mio padre!»

Connie le accarezzò la testa, «Sai che comunque tuo padre troverebbe…»

Sharon sbuffò, «Già… dimenticavo di dirvi che è una spia del governo mancata!!»

Lui e Drake si guardarono… non poterono proprio evitarlo, poi fu Drake il primo a piegarsi in due dalle risate.

«Prevedo solo guai nel mio futuro!!» esclamò «Comunque Shasha, dubito che tuo padre troverà qualcuno che gli parlerà meglio del sottoscritto!» aggiunse.

Lo seguirono tutti nella risata.

Anche Matthew.

 

Se fossero stati ancora ai suoi ordini, si sarebbero meritati una promozione su due piedi… anche di un paio di gradi tutti insieme.

Darkness poi era stato a dir poco geniale.

Niente di nuovo sotto il Sole, ma quel ragazzo sembrava superare costantemente se stesso.

Aveva inquadrato il problema, lo aveva analizzato e aveva trovato la soluzione nel giro di quattro o cinque gradini.

Fermo restando che non pensava di trovarla lì, lui si era completamente scordato che la segretaria aveva sentito la sua voce, maledizione!!

Comunque la situazione non avrebbe potuto mettersi meglio.

Sembrava che lui, Darkness e Falcon potessero parlare tranquillamente perché solo loro tre capivano cosa effettivamente veniva detto.

Purtroppo per aggiornare Darkness sulle ultime novità e le conseguenti conclusioni che aveva tratto, doveva parlarci da solo e quel ragazzo lo aveva capito.

Rivolse la sua attenzione a Jennifer, «Festeggiata, dove metto questo prima di rischiare di riportarmelo a casa?» chiese facendo ondeggiare il pacchetto che conteneva il regalo suo e di Connie.

Sharon agiva separatamente quando si trattava della sua migliore amica. Quella volta in particolare anche Falcon partecipava al regalo in tandem.

Sua moglie aveva gli occhi alzati al cielo fra le risatine, «Capacissimo di farlo…» convenne.

«Ci penso io ai regali!!» si fece avanti Michael «Sono al gazebo, li apre tutti insieme!»

Lo consegnò al bambino, «Ciao Michy» lo salutò con affetto.

«Ciao Aaron, sono contentissimo di rivederti» rispose Michael accettando di essere issato in collo.

«Come stai?»

«Bene! Tu?»

«Bene!»

Michael salutò la notizia con una squillante risata.

Su una cosa Richard aveva ragione: era impensabile, vedendolo, associare quel bambino a cosa aveva passato.

E sapeva che il merito di quella ripresa era esclusivo di Darkness e Falcon.

«Volete seguirmi? Il rinfresco è nel gazebo» disse la madre di Darkness… che fra l’altro poteva essere davvero scambiata per la sorella: si assomigliavano in maniera impressionante.

«Sai Aaron, è uno dei posti preferiti di Jennie e Juna!» lo informò Michael.

«Deve essere bello» disse sua moglie.

Michael le annuì con convinzione.

«Fra poco dovrebbero arrivare anche Jessica e Brian Tyler» disse il padre di Darkness. «I genitori di Drake» aggiunse a mo’ di post scriptum.

Connie lo fissò titubante.

Questa poi.

Falcon faceva davvero sul serio allora.

D’altra parte, dubitava che quel ragazzo avrebbe potuto essere più onesto quando gli aveva chiesto di indagare su sua figlia.

«Se se lo stesse chiedendo, signor Castlemain» disse calmo e tranquillo Falcon, «l’idea è stata di Juna.»

«Veramente è colpa di Jennie» ribatté l’interessato.

«Juna!» esplose la madre di quel ragazzo.

«E’ vero! Io l’ho solo proposto! La festa è di Jennie e lei ha dato il consenso, vero Jennie?» chiese poi.

La ragazza in questione lo stava fissando pensierosa. «Sai cosa mi ha convinta, Juna?»

«Cosa?»

«Hai anche detto che Drake avrebbe potuto ucciderti per molto meno.»

Falcon si piegò in due dalle risate, seguito a ruota da sua figlia.

In breve stavano tutti ridendo.

Tranne Darkness che fissava Jennifer fra il perplesso e il pensieroso. «Ok, ti rendo atto che ci hai provato con stile» le concesse magnanimo. «E dire che pensavo fosse per il mio fascino irresistibile…» aggiunse poi a mezza voce… e neanche tanto mezza.

Anche Jennifer cedette e scoppiò a ridere.

Sua figlia le aveva detto che Darkness piaceva a Jennifer. Aveva un po’ mitigato i toni. Quella luce che le illuminava lo sguardo quando lo posava su di lui aveva un nome ben preciso.

Al gazebo, quando ci arrivarono, trovò il resto della famiglia di Darkness.

Erano un bel po’, dannazione.

Quando fosse successo il patatrac c’erano un bel po’ di persone da mettere al sicuro… ed era troppo realista per poter solo pensare di mandare avanti Richard.

Sarebbero saltate coperture come tappi di champagne la notte dell’ultimo dell’anno!!!

Accantonò i funesti pensieri per concentrare la sua attenzione sulle presentazioni.

 

Registrò appena l’arrivo di Stephen e la successiva partenza di Alison con il fidanzato.

Dannazione. Dannazione.

E dannazione.

Era veramente Matthew.

Si era innamorato della figlia di Matthew.

E se Juna non fosse stato il genio che era, sarebbe successo subito un disastro.

Per fortuna si era ricordato di Alison… e Matthew lo aveva assecondato.

Lì per lì non aveva capito cosa stesse facendo Juna… ma si fidava ciecamente di lui, e a ragione.

Il lato positivo era che finalmente il suo migliore amico aveva le risposte che cercava da una vita a portata di mano.

I suoi genitori spaccarono il secondo, ovviamente… ancora restava un mistero da chi avesse ripreso lui. Stavolta però Juna non lo sottolineò con il suo solito stile.

Il vestito di Jennifer aveva fatto il suo effetto.

Fatte le presentazioni, e consegnato il regalo che sua madre aveva comprato per Jennifer, Michael e Melissa non ressero più e Jennifer fu costretta ad aprire i regali.

Per primo aprì quello di Sharon, con lui incorporato: una maglietta e un paio di jeans che riscossero molto successo.

Sua madre, con suo padre incorporato, aveva optato per uno scialle multiuso con colori adatti ad una bionda… probabilmente lo aveva comprato come se dovesse usarlo lei!

Matthew e consorte avevano regalato un completo orecchini, bracciale e collana.

Il regalo dei genitori, Jennifer lo stava già indossando: il vestito. E Juna non lo avrebbe perdonato facilmente.

Michael e Melissa le avevano regalato tutta una serie di disegni… uno dei quali la ritraeva con Juna, ovviamente. Abbracciati, altrettanto ovviamente.

Tutti, chi più chi meno, aveva optato per abbigliamento o gioiellini vari.

All’apertura del regalo di Diana e Justin, Juna sbuffò, «Ma secondo te lo sta facendo apposta?» bisbigliò.

«Di lasciare il tuo per ultimo? Cosa le hai regalato?» chiese con lo stesso tono.

Il suo migliore amico lo fulminò con lo sguardo, «Ti aspetti veramente che te lo dica dopo che hai ammesso che già sapevi del vestito e non mi hai detto niente?»

Appunto.

«Che state confabulando voi due?» chiese sua madre.

Salvandolo.

«Niente» risposero in un coro intonatissimo.

«Ahi…» fu il commento di suo padre.

«Concordo…» gli dette mano Connor.

Finalmente Jennifer prese in mano il pacchetto… l’unico rimasto, salvandoli entrambi.

Lo scosse appena vicino all’orecchio.

«Non esplode» la rassicurò Juna.

Mordendosi il labbro inferiore per non mettersi a ridere come tutti gli altri lo aprì e tirò fuori una specie di valigetta trasparente.

Spalancò gli occhi per la sorpresa.

«Oh Juna… ma sono bellissimi…» disse senza fiato.

Da quella distanza non riusciva a capire cosa contenesse.

Sharon si affiancò all’amica e spalancò occhi e bocca, «Dove li hai trovati??» esplose.

Jennifer aprì la valigetta e tirò fuori una… pinza per capelli? Varie pinze di varie grandezze, seguite da fermagli vari e tutto quello che poteva venirti in mente per i capelli.

Trasparenti con disegni blu scuro.

Michael saltellava, «Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto!!!» esclamò.

«Juna sa sempre cosa regalare ad una ragazza» sentenziò Melissa.

«Oh grazie…» fu il commento del suo migliore amico.

Manaar guardava rassegnata il cielo.

«Rose!» esclamò Sharon «Sono rose blu su sfondo trasparente!»

Jennifer li fissava ancora sbalordita. «Non ho mai visto niente del genere…» mormorò.

Sarah si avvicinò alla figlia e prese la pinza più grande. «Accidenti, sono splendidi. Sembrerà che siano solo le rose a trattenerti i capelli.»

Sharon volò verso Juna, fermandosi a meno di cinque centimetri da lui «Mi porti dove li hai comprati vero?» chiese.

Juna si voltò verso di lui, «E’ suonata retorica solo alle mie orecchie?» s’informò.

«Sono molto contento di non essere nei tuoi panni» gli rese noto.

«Perché, credi veramente che ti lasci a casa?» ribatté Juna.

Sharon batté le mani, «Mi ci porta!! Papà, dovrai darmi la paghetta in anticipo!!»

«Includetemi nel programma» disse Georgie studiando i fermagli.

Justin scoppiò a ridere, «Juna, ti sei appena tuffato in un mare di guai!»

«Grazie Juna, sono bellissimi» disse Jennifer ancora sbalordita.

«Mh, basta che non li usi troppo spesso.»

«Perché non dovrebbe?» chiese Jeremy sorpreso.

«Preferisco quando ha i capelli sciolti» fu la risposta di Juna.

«E cosa glieli hai regalati a fare?» s’informò altrettanto sorpreso e un po’ incuriosito Patrick.

«E’ sempre alla caccia di pinze e affini.»

Un coro di risate salutò la logica di ferro del suo migliore amico!

Anche Jennifer scoppiò a ridere. «E’ vero!! Ma questi non li perderò mai, te lo giuro!!» esclamò.

«E quando potrebbe usarli?» chiese Madeline interessata.

«Beh, quando studia, quando mangia… quando è a scuola.»

E lui non l’aveva sott’occhio… un genio.

«Allora ragazze» prese la parola Georgie, «ricordiamoci di metterci d’accordo su quando prenderlo e portarlo con noi.»

«Verrei volentieri anche io» disse timidamente Diana… prendendo per la prima volta la parola da quando era cominciata la festa.

«Sei la benvenuta cognatina: più siamo e più possibilità abbiamo di aver ragione di lui» sentenziò Georgie.

Juna alzò gli occhi al cielo, «Drake, Just… tenetevi liberi. E dovrò mobilitare anche Gary.»

«Amore, andiamo a fare shopping?» chiese Justin rivolto alla fidanzata.

Diana annuì felice.

Justin sorrise soddisfatto.

«E’ l’unico felice alla prospettiva» prese atto della realtà.

«E’ l’unico fidanzato» gli fece notare Juna.

«Cosa stai cercando di insinuare?» chiese Manaar.

«Io non sto cercando di insinuare niente, mamma, io sto dicendo che…»

Ritenne più saggio chiudere la bocca a Juna.

Altre risate.

Juna si liberò dalla sua presa divertito, «Sei già più là che qua» lo avvisò.

Alzò gli occhi al cielo… e ritenne di nuovo più saggio non ribattere.

 

Sua figlia non aveva esagerato descrivendole quei due.

E neanche i relativi genitori.

Era felice che alla fine Aaron avesse abbattuto le sue reticenze e l’avesse convinta a partecipare a quel rinfresco.

Sharon in quel momento era felice da risplendere. Era così felice per la sua bambina.

Drake era davvero un bel ragazzo, spigliato e con senso dell’umorismo.

Il suo sguardo fu di nuovo attirato da Juna.

Era strano che suo marito non le avesse mai parlato di lui… era molto raro che Aaron istaurasse rapporti che sfociavano negli abbracci, e il gesto verso quel ragazzo era stato spontaneo e naturale.

«Ne gradisce uno?»

La voce di Manaar la riscosse, abbassò lo sguardo su un vassoio di bignè.

Ne prese uno e le sorrise, «La ringrazio.»

Manaar, che aveva passato a Juna tutto quello che una madre poteva trasmettere ad un figlio maschio, rispose al sorriso.

«Signor McGregory…» cominciò suo marito rivolgendosi al padre di Juna.

L’interessato rise, «Mi chiami Connor, per favore. In questa casa le potrebbero rispondere in sei altrimenti!»

Suo marito asserì, «Allora io sono Aaron, intesi?»

«Intesi!»

«So che forse non è il momento migliore, e mi scuso con Jennie, ma è la prima occasione che mi capita a tiro: qual è stata la causa del malore di Juna?»

Rimase troppo stupita.

«Perché lo chiedi a lui?» chiese Sharon sbalordita.

«Perché voglio sapere la verità… e Juna tende a glissare o minimizzare su certi argomenti. Specie se lo riguardano. Sta sempre bene

Manaar stava fissando il figlio, «E se ti conosce…»

«Ecco perché andate così d’accordo» commentò lei. «Riservatezza è una delle vostre parole preferite.»

Juna stava fissando Aaron fra il rassegnato e il… non sapeva neanche lei cosa.

Connor spiegò la causa del crollo fisico del figlio nel silenzio più assoluto.

«… ovviamente ha ripreso a fare quegli esercizi» concluse Connor. «Purtroppo per il bene della compagnia non ho potuto oppormi quando, una volta perfettamente guarito, ha deciso di tornare a lavorare… ma è ben lontano dai ritmi folli che aveva fino a qualche mese fa.»

«Quanto è il tuo punteggio?» chiese incuriosita.

«Duecentosessanta» rispose Juna.

Rimase a bocca aperta, «Cosa? Stai scherzando?»

Il ragazzo scosse la testa.

«Oh Gesù… neanche riesco ad immaginarlo!» ammise.

«Mamma, pensavi che stessi scherzando quando ti ho detto che nel giro di venti minuti ha ripassato tutto il programma di storia, di inglese e di arte per aiutarmi?» chiese Sharon «Ci vedremo ancora una volta prima del mio esame, ma per scrupolo.»

«Quanto prevedi di media per mia figlia?» chiese suo marito rivolto al ragazzo.

Juna ci pensò qualche secondo, «Dipende dal nervosismo. Direi dall’otto al nove.»

Sharon lo abbracciò di slancio, «Ti promuovo a portafortuna!!» esclamò.

Juna scoppiò a ridere rendendole l’abbraccio. «Non hai bisogno di fortuna! Vedi di non farti prendere dal panico!»

Rimase senza parole per la seconda volta nel giro di un’ora.

Lanciò un’occhiata a Drake che stava sorridendo.

Jennifer seguiva la scena con un sorriso.

Quindi era naturale che sua figlia abbracciasse quel ragazzo?

Ma che stava succedendo? Solo il padre batteva Sharon in quanto a riservatezza dei propri sentimenti.

 

Non riusciva a crederci.

Doveva pensare che Juna fosse molto più attento a lei di quanto supponesse?

Quel regalo le aveva fatto un piacere che l’aveva sorpresa.

Sharon abbracciò Juna, «Ti promuovo a portafortuna!!» esclamò.

Juna rise rendendole l’abbraccio, «Non hai bisogno di fortuna! Vedi di non farti prendere dal panico!»

Rimase a fissarlo imbambolata.

Dio, era… bellissimo in quel momento. Sembrava stesse risplendendo di luce propria.

Sorrise.

Senza neanche sapere il perché.

«Allora principessa, contenta dei regali?» le chiese suo padre cingendole le spalle.

Distolse l’attenzione da Juna.

«Sì, sono bellissimi. Grazie infinite a tutti» disse rivolgendosi agli invitati.

Le rispose un coro.

Michael le tirò il vestito e automaticamente lo prese in collo.

«Sei felice?» le chiese il suo fratellino.

«Sì. Moltissimo.»

«Passiamo al piatto forte del rinfresco?» propose Madeline.

La domanda la colse di sorpresa, «Quale piatto forte?» chiese perplessa.

Patrick rise divertito, «Tu e mio nipote siete riusciti ad arginare mia moglie… ma Maddy ha sempre una risorsa in più!»

«Oh Pat, per favore!» disse Madeline «Che compleanno sarebbe stato senza la torta?»

«Torta??» esplose Juna «Ricordo male o avevamo deciso che…?» cominciò.

Madeline sorrise, «Ho cambiato idea.»

«Nonna, parola mia…» riprese Juna.

Madeline agitò una mano, «Juna, sii obiettivo per favore!»

Charmaine affiancò immediatamente la… beh, chiaramente la complice, «Lo sai che tu e Jennie avete gli stessi gusti in fatto di dolci?» lo informò serafica.

Juna si voltò verso di lei, «Millefoglie alla crema con le fragole?» chiese.

Rimase a bocca aperta, «Ma stai scherzando?» chiese di rimando.

Lo vide alzare gli occhi al cielo, «Flalagan, io e te dobbiamo rivedere le basi della nostra coalizione: non può obiettivamente reggere se poi abbiamo gli stessi punti deboli!»

Esplosero tutti in una fragorosa risata… mentre Howard, Susan e Anne stavano arrivando con un millefoglie di tre piani.

«Il mio punto vita…» gemette Georgie.

«Amore… fai qualcosa…» supplicò Diana.

«Portarti via o legarti: non vedo altre vie d’uscita. Cosa preferisci?» chiese Justin.

Sharon le si affiancò, «Amica mia, prevedo momenti drammatici.»

«Per prima cosa le candeline!» esclamò Madeline tutta contenta.

«Posso aiutarti a spegnerle?» chiese Michael.

«Certo Michy.»

«Ci aiuterà anche a finire la torta, vero Michy?» chiese Juna improvvisamente vicinissimo.

«Anche io!!» esclamò Melissa.

Sorrise. «Beh, come si dice… se non puoi combattere il tuo nemico, unisciti a lui» commentò.

«Ecco il modo giusto di affrontare la cosa!» approvò Patrick.

«Insomma nonno» disse Juna. «Sei stato proprio tu a insegnare a mio padre, e poi lui a me, che se non puoi vincere il tuo nemico lo devi confondere

«Vero!!» esclamarono Paul e Ryan.

Patrick si tappò scherzosamente la bocca con una mano.

Aaron a quel punto stava piangendo da come rideva. «E immagino tu abbia sempre applicato tale regola a meraviglia!» esclamò.

Juna lo guardò scherzosamente di traverso, «Aaron, se questo è tutto l’aiuto che mi darai…» scosse la testa e lo seguì nella risata.

«Dai Jennie» disse Drake con le lacrime agli occhi, «fuoco alle polveri!»

 

Il rinfresco era stato un successo, su tutta la linea.

Erano rientrati in casa quando il Sole era tramontato e mentre guardava i vari ospiti sistemati nel salotto a parlare in gruppetti non poteva che congratularsi con sua moglie: sapeva quanto ci fosse in gioco e aveva superato se stessa.

I genitori di Sharon si erano trovati subito a proprio agio, a prescindere dal fatto che Juna già conoscesse quell’uomo, e anche il loro incontro con quelli di Drake era andato a gonfie vele.

Mansur gli si affiancò. «Allora Pat, che ne pensi?»

«Stavo giusto congratulandomi mentalmente con la mia dolce metà.»

Lo vide annuire, «Fra me e te, quando pensi che si decideranno quei due?»

I suoi occhi cercarono e trovarono Juna e Jennifer.

Insieme ai suoi nipoti, a Michael, a Drake, a Sharon e a Diana formavano il gruppetto più bello e rumoroso che avesse mai visto.

«Credo che mia moglie e tua figlia abbiano visto giusto: nostro nipote è troppo leale per fare un passo verso di lei sotto questo tetto.»

Mansur accolse la notizia con un mugolio. «Anche troppo per essere vero» ammise. «A volte mi chiedo se mio nipote ha un vero difetto.»

«E’ testardo come un mulo» gli fece notare in un impeto di onestà.

Mansur mugolò di nuovo, «Ho detto vero difetto» sottolineò.

Scoppiò a ridere, «E mia moglie accusa me di essere poco obiettivo nei confronti di quel ragazzo!!»

«Non ti lamenteresti se sentissi cosa dice la mia al sottoscritto…»

«Cosa state confabulando voi due?» chiese Manaar avvicinandosi.

Mansur prese la figlia e l’abbracciò, «Stavamo dicendo che oggi non sarebbe potuta andare meglio. Concordi?»

Manaar annuì rispondendo all’abbraccio del padre.

Sua moglie si alzò in quel momento, «Mi chiedevo se Jessica, Brian e i signori Castlemain ci farebbero il favore di rimanere a cena» esordì.

Jessica e Corinne stavano parlottando allegramente con le sue nuore mentre Aaron e Brian erano occupati in un fitto dialogo con i suoi figli, a quelle parole si voltarono fissando sbalorditi sua moglie.

«Beh…» cominciò Corinne guardando il marito.

«A me va benissimo» disse Aaron, «sto ancora cercando il momento in cui avere Juna tutto per me.»

«Papà!» lo rimproverò Sharon… con un sorriso immenso.

Quella ragazza adorava il padre, in maniera direttamente proporzionale a quanto Aaron Castlemain stravedeva per lei.

In momenti come quello gli rimbombava in testa uno scambio di idee che aveva avuto con Mansur quando quest’ultimo aveva finalmente ceduto Manaar in sposa a Connor.

Alla sua osservazione che poteva stare tranquillo perché la figlia non sarebbe potuta cascare meglio, Mansur lo aveva fulminato con lo sguardo ribattendo che lui non poteva capire: aveva avuto la fortuna di avere solo figli maschi.

Aveva aggiunto che era lui a perdere una figlia mentre lui acquisiva una nuora che valeva oro quanto pesava… e che in ultima analisi era suo figlio che non sarebbe potuto cascare meglio.

Adorava ognuno dei suoi figli, ma spesso Madeline gli aveva detto che gli sarebbe piaciuta tanto una femminuccia da coccolare e viziare.

Si stava sfogando in questo senso con le nuore e con le nipoti.

«Aaron, che ne dici di una passeggiata nel parco? Così libero i cani.»

Si voltò verso il nipote.

Juna era già in piedi.

Segno che aveva appena fatto una domanda retorica.

Aaron non si fece ripetere l’invito due volte.

«Perfetto» stabilì sua moglie. «Brian, Jessica… vi includo automaticamente» li informò poi.

Juna ed Aaron uscirono dalla sala.

Sharon si voltò verso sua madre, «Ma era proprio necessario?» chiese.

Corinne guardò la figlia con affetto, «Sai com’è fatto tuo padre.»

«E poi te l’ho detto Shasha» disse Drake, «meglio Juna che chiunque altro.»

«Questo è inderogabilmente vero» ammise Jessica.

Brian stava scuotendo la testa, «Io non ho sentito niente.»

 

Appena furono ragionevolmente lontani da orecchie umane, Matthew sospirò. «Te lo dico per puro spirito di cronaca: se fossi ancora sotto i miei ordini ti saresti meritato una promozione d’oro su due piedi. Complimenti ragazzo, davvero.»

«Mh, meno di quanto pensi, Matt. Io ho capito giorni fa che oggi mi sarei trovato davanti te.»

All’occhiata sbalordita del comandante gli spiegò per filo e per segno cosa era successo.

Matthew alla fine scuoteva la testa, «Mi ostino a dimenticare che tu ragioni ben al di sopra della media. Ovviamente hai avvisato anche Drake.»

«Ohlalà… siamo passati ai nomi di battesimo?»

Matthew lo guardò di traverso. «Molto spiritoso. Penso ancora a te e a Drake come a Darkness e Falcon, è più forte di me. Credo di non aver ancora superato il trauma delle vostre dimissioni.»

«Fermo restando che penso sia ben altro il trauma che non hai ancora superato…» Matthew lo gratificò di un’altra occhiataccia, «sappiamo perfettamente che fino a quando ci sarà un solo Estrada su questo pianeta io e Drake non possiamo smettere di essere Darkness e Falcon.»

Matthew annuì con un sospiro, «Credimi: non mi è minimamente di conforto.»

«Lo so.»

Seguì un breve silenzio.

«Pensi che dovremmo essere noi a fare il primo passo?» riprese.

«Dare la caccia agli Estrada?» tradusse Matthew.

«Sono convinto che loro ci stiano dando la caccia. Non possono arrendersi solo perché abbiamo ucciso Carlos: perderebbero di credibilità con le altre famiglie, ti pare?» Matthew annuì con un mugolio «Credo che Diego abbia preso il comando.»

«Fonti attendibili me lo hanno confermato. Sembra che abbiano cambiato qualche base, ma non hanno rinunciato a Boston.»

«Hanno rinunciato ai Flalagan?»

Matthew prese qualche secondo per rispondere, «Per quanto possa valere… sì. Sembra proprio di sì. Tengo d’occhio questa villa da quando Jeremy ci ha messo piede e non ho notato assolutamente nulla. Cosa che mi da molto da pensare.»

«Si sono concentrati su un altro bersaglio.»

«Esatto. E temo di sapere quale sia. Vogliono voi due.»

Si trovò ad annuire.

«Tu e Drake siete armati?»

«Diciamo che all’occorrenza sapremo difenderci.»

Matthew annuì.

«Cosa sai di mio fratello?»

Lo vide sussultare. «Ero convinto che tu non sapessi niente» ammise.

«L’ho scoperto a quattro anni e Drake lo ha saputo pochi giorni fa. Correggimi se sbaglio: tu hai saputo della mia esistenza quando Sharon ha avuto bisogno del trapianto. Probabilmente hai continuato a monitorare i miei genitori quando hai scoperto le origini del donatore.»

«Tutto esatto.»

«Tu sai perché i miei hanno nascosto l’esistenza di Jawad?»

Matthew rimase in silenzio.

Arrivarono alla gabbia e l’abbaiare dei cani riempì l’aria.

«So adesso il suo nome» ammise Matthew.

Aprì la gabbia e i cani si riversarono fuori facendogli le feste.

«Sai il significato del mio nome?»

«So solo che è arabo. Ha un significato preciso?»

Annuì. «Junayd Kamil. Giovane Guerriero e Completo, Perfetto. Mio fratello invece si chiamava Jawad Tareq. Che Da' A Piene Mani e il nome di una stella.»

«Ragazzo… non credo che dovrei essere io a dirtelo.»

«Credi che dovrei chiederlo ai miei? Matt, chi altro può dirmelo, senza che scoppi un nuovo sessantotto?»

Matthew accarezzò la testa di Dragar e chiuse gli occhi.

«Per sopravvivere, hai ucciso tuo fratello.»

 

«Cosa?» chiese Darkness.

Annuì. «Ho parlato con il medico che ha partecipato all’operazione con il professor McIntyre per separarti dal tuo gemello. Eravate uniti dalla testa al torace… ma tuo fratello era semplicemente un… un sacchetto dove erano rimasti i pezzi che non sono serviti a te per sopravvivere. Nei nove mesi di gestazione hai inglobato il cervello, il cuore e un polmone di tuo fratello. Una volta al mondo sei stato tu a tenerlo in vita e sei quasi morto per farlo: vi hanno separato per salvare almeno te. Gli occhi di Jawad sono stati la salvezza di Sharon e, egoisticamente, non ho voluto sapere altro a riguardo. Mi dispiace. Appena ho scoperto l’identità dei tuoi li ho tenuti d’occhio e… ho seguito il tuo sviluppo passo passo. Ecco come sono arrivato a te.»

«E…?» chiese semplicemente Darkness.

Maledizione.

«Matt, non è finita, vero? Te lo leggo in faccia» chiese al suo silenzio.

«Mi sto chiedendo se non sto facendo il peggior errore della mia vita a parlartene» ammise. «Voglio dire, dobbiamo tornare là dentro e cenare tranquillamente con i…»

«Sei stato tu ad addestrarmi, Matthew. Pensi che non possa reggere a tanto? Mettiamola così: pensa che stai sollevando i miei dal farlo. Secondo te per chi è più facile affrontare l’argomento?»

Tanto per cambiare, aveva ragione.

«Ok. I tuoi non potevano neanche lontanamente immaginarlo, ma tutti gli specialisti che ti hanno visitato, erano in contatto con me. Quando ho saputo che i tuoi genitori facevano firmare una dichiarazione di segretezza prima di far visionare le tue lastre, ho capito che era finito il tempo delle buone maniere e… beh, gli specialisti erano anche al servizio dell’F.B.I.. Ciò che sto per dirti è il particolare che spiega sia la tua incredibile intelligenza che i tuoi devastanti mal di testa… ma voglio una promessa da te.»

«Quale promessa?»

«Hai ragione: sono stato io ad addestrati e so che sei a prova di bomba, fisicamente e psicologicamente. Ma questo, esula dall’addestramento, ragazzo. Esula anche dal mio lavoro e dalle mie mansioni. Se fosse un qualcosa di troppo… troppo, per te, me lo dirai e accetterai di parlare con uno psicologo di mia fiducia.»

Darkness rimase… frastornato a guardarlo. «Matthew, mi hai detto che ho cominciato la mia esistenza uccidendo mio fratello, cosa può esserci di peggio?»

«Promettimelo» insistette. «Non potrò darti tutte le spiegazioni che meriti a riguardo, dovrò prima fare le ricerche che ho evitato fino ad ora.»

«D’accordo. Te lo prometto» si arrese.

Respirò profondamente, «Dentro il tuo cranio ci sono due cervelli. Il tuo e quello di tuo fratello. E’ già un miracolo che tu sia sopravvissuto, ma che ti rivelassi anche un genio… non credo sia stata inventata una parola adatta al caso se non miracolo

Darkness era una maschera. «Continua» disse poi.

«Sei stato ad un passo dalla morte per i primi quattro anni della tua vita. Poi hanno scoperto la tua intelligenza. Ed è proprio lo studiare che ti ha salvato: ha assestato la tua massa celebrale. Non è molto scientifica come spiegazione, ma è l’unica che posso darti adesso. Quando ho avuto i risultati del tuo primo test non riuscivo a credere ai miei occhi. Non hai eguali su questo pianeta, ragazzo.»

I cani si erano sparpagliati intorno a loro, ma sentiva ancora l’allegro abbaiare. Solo uno di loro era rimasto ben attaccato alle gambe del ragazzo.

Darkness rimase in silenzio per un po’.

«Mi credi se ti dico che posso reggerla?» chiese poi «Finalmente capisco tutto.»

«Cosa esattamente?»

«Perché mio padre ha scatenato l’inferno quando si è trattato di farmi fare il primo test… non sapendo esattamente di cosa si trattasse, temeva che saltasse fuori questo fatto. Con mia madre ha deciso di tenere nascosta la perdita di un altro nipote, proprio per mano del nipote sopravvissuto… le famiglie erano in guerra, all’epoca, e non potevano sapere cosa sarebbe successo.»

Non riuscì a trattenere un sospiro di sollievo.

Sì, Darkness poteva reggere. I segni erano chiari.

«Per qualsiasi cosa, Juna… io ci sono. E ci sarò sempre.»

«Lo so Matt. Lo so, stai tranquillo. Adesso dovrò affrontare una delle controindicazioni peggiori.»

«Cioè?»

«Dire tutto a Drake.»

«E ai tuoi?»

«Ad oggi non so se affronterò mai il discorso con loro» ammise. «Per me l’importante era sapere. Onestamente, non mi interessa che tu faccia altre ricerche in proposito: so tutto quello che mi occorre adesso. Mia madre e mio padre vivono tranquilli perché pensano che io non sappia nulla… e mai lo saprò. Lasciamoli vivere tranquilli» sembrò decidere in quel momento. «Grazie Matt.»

«Di niente ragazzo. Ho un debito immenso con i tuoi… e per ripagarli ho trasformato te in un killer. Sono ben lungi dal saldo.»

«Torniamo indietro?» propose.

«Certo.»

Si avviò.

«Ah Aaron…»

Si voltò verso di lui perplesso… perché lo chiamava…?

«Per quanto riguarda tua figlia… penso che Drake ti abbia già detto tutto quello che un padre debba sapere quando ti ha chiesto quel favore. E non penso di doverti dire qualcosa su di lui che già non sai.»

Sorrise senza poterselo impedire, «Penso anche io.»

 

Quando dopo quasi tre quarti d’ora Juna e Matthew tornarono, era sul punto di andarli a cercare con una qualsiasi scusa.

«Accidenti» disse Connor, «gli hai raccontato l’intera vita di Drake?»

«Non ci scherzerei» disse suo padre, «la conosce bene.»

Gli sorrise, «Ah ah ah.»

C’era una sola spiegazione: Juna aveva chiesto a Matthew del fratello omozigote.

Cercò lo sguardo del suo migliore amico e lo agganciò senza problemi.

«Tranquillo» gli disse Juna, «la tua reputazione è intatta.»

«Grazie.»

Juna gli fece l’occhiolino.

Sentì le sue ossa sciogliersi.

La tensione svanire come nebbia al Sole.

Allora era andato tutto bene. La spiegazione del perché l’esistenza di quella creatura era stata tenuta nascosta era più semplice del previsto.

Forse Manaar e Connor aspettavano solo la maggiore età di Juna per raccontargli tutto.

Sorrise.

Poteva aspettare di parlare con calma con Juna.

«La cena è pronta per essere servita» disse Howard.

Si alzarono tutti e automaticamente cinse le spalle di Sharon, che rispose all’abbraccio.

«Ah, ma allora è ufficiale!» esclamò Jennifer.

«Cosa?» chiese senza capire.

«Mica si è accorto che la sta abbracciando…» commentò Connor divertito.

«Macché abbracciando» gli andò in aiuto Juna, «è inciampato e si è appoggiato a lei che lo ha sorretto, vero?»

Lui e Sharon si guardarono, mollarono la presa e…

«Quando si dice amicizia…» commentò Justin.

Sharon si voltò verso Jennifer. «Già…»

Jennifer le rispose con un ghignetto. «Ricordati che è il mio compleanno!»

«… e che la scambiano per la mia fidanzata senza bisogno che ci abbracciamo» aggiunse Juna.

Jennifer divenne color fragola.

Sharon fu la prima a scoppiare a ridere, seguita da tutta la stanza.

 

 

 

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NOTE:

 

Forse il fatto che posti alle 2.00 di notte la dice già tutta!!!

 

Per prima cosa: nihal13, ho risposto alla tua mail ma il msg mi è tornato indietro dopo 2 gg per un errore. Grazie della mail, mi ha fatto piacere sapere che senti la mancanza dei post!! Ho provato a rimandarti un’altra mail all’indirizzo che forse è quello giusto, spero tu l’abbia ricevuta.

 

Zarah: ehm, no. Non sbagli… *un sorriso diabolico le piega le labbra*

 

giunigiu95: ti ho tolto qualche curiosità? ;) Grazie dell’appoggio!

 

Comunicato stampa: mi trovo in un punto della storia in cui scorrazzo allegramente con un carro armato su delle uova fresche… ciò che scrivo deve tornare con quello che ho già pubblicato (lo capite il dramma?) e con quello che devo ancora scrivere (lo capite il dramma??).

I tempi forse saranno un po’ più lunghi del solito perché devo riannodare dei fili che devono reggere alla fine della storia! XD

Vi chiedo scusa già da ora e faccio appello alla pazienza che so alberga in tutti voi…!

 

Grazie a chi mi ha aggiunto fra i preferiti *inchino*

   
 
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