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Autore: LuceSinistra    12/05/2015    2 recensioni
I Martell sono i signori di Dorne. Diversi da ogni altro casato di Westeros, hanno usanze, cibi e comportamenti che molti definiscono inusuali. Combattono, amano, e vivono ogni cosa con un'eccessiva passione.
Una serie di one-shots che raccontano episodi e momenti di vita dei vari componenti della famiglia.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arianne, Martell, Elia, Martell, Ellaria, Sand, Oberyn, Martell, Rhaegar, Targaryen
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Di tutte le sfide affrontate dai dorniani, nessuna supera quella lanciata da Aegon il Conquistatore e dalle sue sorelle.
Grande fu il valore mostrato dai dorniani in battaglia e grande il dolore per le perdite subite, alto fu il prezzo della libertà.
Tuttavia, unica dei Sette Regni, Dorne rimase indipendente…
 



Meria Martell governava Dorne da ormai sessant’anni. Era vecchia, obesa e cieca; i capelli radi e la pelle giallognola le erano valsi il soprannome di Rospo giallo. Sedeva spesso sul suo trono con aria stanca, mangiucchiando qualcosa di piccante, come era di uso a Dorne, e altrettanto spesso si ritrovava a pensare che i giorni su quella terra erano diventati troppi.
Quando Aegon arrivò a Westeros, con le sue sorelle e i loro draghi, Meria pensò che quell’arrivo non avrebbe portato nulla di buono; e ne ebbe la conferma nel momento in cui si diffuse la notizia che i primi lord erano capitolati.
Promise a se stessa che Dorne non avrebbe fatto quella fine.
 
Meria era vecchia, obesa e cieca, ma non stupida – e questo potevano ben testimoniarlo i suoi vecchi nemici. Aveva fatto tesoro di ciò che Aegon aveva destinato a Harrenhal e altrove; così non diede ordine ai suoi valorosi dorniani di attaccare, ma di scomparire tra le sabbie e rocce: come dei serpenti velenosi nascondersi nell’ombra e colpire la preda nel momento più propizio.
I suoi vassalli avevano addirittura abbandonato i propri castelli, lasciando indietro solo donne, bambini e anziani.
- Qualcuno potrebbe definire il nostro modo di combattere alquanto vigliacco. – le aveva detto una volta suo figlio, Nymor Martell.
Lei l’aveva guardato di sottecchi, arricciando la fronte.
- Non stiamo combattendo, - aveva sottolineato con voce gracchiante. – non ancora.
 
La prima a giungere a Lancia del Sole fu Rhaenys in groppa al suo drago Meraxes. La regina aveva vagato per il regno, passando da un castello all’altro, ma, ad eccezione di un esercito di lancieri schierati lungo il Passo del Principe, che lei aveva volutamente ignorato per andare oltre, non aveva trovato nessuno.
Nessuna resistenza, nessun attacco pareva provenire da Dorne.
Meria Martell sapeva bene che uno scorpione non può uccidere un drago, ma non lo riteneva un valido motivo per sottomersi.
- La tua ostinazione ci porterà alla morte, - disse Nymor, entrando nella sala del trono. Meria se ne stava seduta, con la schiena poggiata contro lo schienale e la testa cadente verso il busto. Mai come quel giorno la principessa sentiva su di sé il peso dei suoi ottant’anni. – non abbiamo possibilità contro dei draghi. – aggiunse.
Nymor non le somigliava: era debole, pacato. Dorne aveva bisogno di un principe forte ed intraprendente.
Meria alzò il braccio tornito e col dito indicò fuori dalla finestra. Nymor guardò appena, già intuendo cosa sua madre volesse dirgli.
- I Targaryen hanno i draghi, - replicò. Una leggera brezza aveva smosso i mantelli delle guardie ai fianchi del trono. Nessuno osava fiatare e la voce sottile della principessa si udì forte. – ma Dorne ha il sole con cui acceccare e streamare il nemico, le sabbie con cui confonderlo, le rocce dietro cui nascondersi e lance e frecce avvelenate con cui colpirlo.
Nymor scosse il capo, ma non osò aggiungere altro.
 
La regina Rhaenys arrivò poco dopo e Meria Martell potè osservarla in tutto il suo splendore. Aveva più volte sentito parlare della bellezza particolare della stirpe Targaryen, ma mai era riuscita a vederla da vicino.
La giovane regina era entrata con passo sicuro, avvolta in un abito scuro di seta. I capelli, lasciati sciolti, ricadevano lungo la schiena.
- Principessa, - esordì a mo’ di saluto. Meria non si fece incantare. – sono venuta qui per chiedere la vostra sottomissione in nome di mio fratello, il re Aegon.
Rhaenys aveva parlato a voce alta, sicura. L’anziana principessa notò che ci fosse un’autorevolezza innata nella giovane Targaryen. Fece dondolare un poco il capo, poi parlò.
- Dorne non ha motivi per sottomettersi.
- Ne avrete, principessa, se osate muovere guerra contro di noi.
A Meria venne da sorridere, ma riuscì solo in una piccola smorfia che indispettì la regina Rhaenys. Così bella, giovane e forte… doveva essere per lei un grosso sacrificio parlare a quella donna vecchia, obesa e cieca.
- Non combatterò contro di voi, - continuò la più anziana. – né mi sottometterò. Dorne non ha re, riferiscilo pure a tuo fratello.
Rhaenys contrasse la mascella. Arretrò di qualche passo e le vesti si mossero con lei.
- Lo farò, - replicò. Anche con una pessima vista Meria poteva vedere il sangue di drago scorrere nelle sue vene. – ma torneremo, principessa, e la prossima volta arriveremo con fuoco e sangue.
Meria Martell fece un profondo respiro e pensò per un misero istante che forse suo figlio, Nymor, avesse ragione. Perché combattere? Era una vecchia, obesa e cieca. Cosa avrebbe potuto lei contro dei draghi? Nulla.
Rhaenys la fissava con uno sguardo serio, ma a tratti pacifico. La regina credeva erroneamente che Dorne si sarebbe arresa.
A Meria rimaneva poco da vivere – se lo sentiva nelle fragili ossa. La turbava il pensiero di passare gli ultimi anni di vita a combattere contro degli invasori, i quali non avrebbero permesso che Dorne mantenesse la sua libertà, le sue tradizioni, i suoi costumi, tutto ciò che per secoli l’aveva resa diversa da ogni altro regno del continente. Pensò a suo figlio, sua nipote e ad ogni figlio o nipote di Dorne.
- È il vostro motto, - disse. Si era leggermente raddrizzata e la sua figura, sciatta e robusta, apparve per un momento più grande e forte di quella della regina Rhaenys. – il nostro è: “Mai inchinati, mai piegati, mai spezzati.” Ci potrete bruciare, milady… ma non ci piegherete, non ci spezzerete né ci farete inchinare. Questo è Dorne.
Non era staa solo la voce di Meria Martella a parlare, ma quella di ogni singolo abitante del regno. Ogni lord, ogni lady, ogni giovane scudiero, ogni maestro, ogni soldato, ogni ragazzo o ragazza, bambino o bambina… tutti loro, in quel preciso istante, attraverso la loro principessa, avevano giurato che mai avrebbero inchinato il capo.
- Qui non siete ben accetti, - aggiunse l’anziana. – Se tornerete, sarà a vostro rischio e pericolo.
Rhaenys non rispose nulla. Andò via, in groppa a Meraxes, portandosi dietro la dichiarazione dei Martell.
Meria sapeva, così come tutti i dorniani, che i Targaryen sarebbero tornati, ma loro avrebbero atteso pazientemente.
La principessa si alzò dal suo scranno per dirigersi nelle sue camere. La sua mente rifletteva ad un piano, mentre le sue labbra pronunciavano ancora: mai inchinati, mai piegati, mai spezzati, quello che non era solo un motto ma un atto di guerra e libertà.





Note:
Salve a tutti! Ho deciso di pubblicare una nuova raccolta che ha come protagonisti i Martell - famiglia che francamente adoro, ma molto poco conosciuta ancora nella serie tv. Meria Martell è la principessa al tempo della conquista di Aegon, colei che per prima si è rifiutata di accettare la sottomissione ai Targaryen. Ho deciso di inserirla perché quella che forse più rispecchia il motto di Casa Martell. La parte iniziale e alcune battute del discorso tra Meria e Rhaenys sono riprese da "Il mondo del ghiaccio e del fuoco".
Nei prossimi capitoli ci saranno sia personaggi noti (Oberyn, Elia e Rhaegar, Ellaria...) ma anche personaggi che vengono solo citati e di cui si conosce ben poco.
Spero vi sia piaciuta! Ogni recensione è sempre accetta, sentitevi pure liberi di dirmi qualsiasi cosa xD Un bacio e grazie a tutti coloro che anche solo leggeranno! ^^


 
  
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