Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Giulia_SerVA CApuleti    13/05/2015    9 recensioni
E' passato un anno da quando Elsa ha posto fine all'inverno perenne che ha causato involontariamente.
Elsa vive felice accanto ad Anna, governando saggiamente Arendelle, che ama la sua Regina.
Anna sta per fidanzarsi ufficialmente con Kristoff, da poco nominato Principe di Arendelle e ormai stabilitosi al Palazzo Reale.
Ma durante un ricevimento in onore della Regina e dei due giovani principi, un misterioso Uomo Nero si presenta ad Arendelle con l'intenzione di servirsi dei poteri di Elsa per creare un mondo buio e gelido. Al rifiuto di Elsa, Uomo Nero rapisce Anna e imprigiona Arendelle nell'oscurità.
Per salvare Anna e il suo popolo, Elsa, accompagnata dal fedele Olaf, dovrà partire alla ricerca delle misteriose Leggende dei Fiordi, gli unici in grado di sconfiggere Uomo Nero, ma soprattutto di colui che ha i suoi stessi poteri...
Mia prima fanfiction su un probabile seguito di Frozen e sulla coppia Jack&Elsa, spero vi piaccia =)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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27- I ricordi di Jack (parte 2)

27- I ricordi di Jack

Quando la luce è ormai sparita, alzo lo sguardo su Elsa, che ancora si copre gli occhi con la mano.

Dopo poco, la abbassa e comincia a guardarsi intorno, perché non siamo più nella sua stanza gelata al Polo Nord, ma in un giardino. Un giardino pieno di grandi querce, le cui chiome si allungano verso un cielo limpido, colorato dal tramonto. Elsa si gira e mi guarda negli occhi.

ELSA: Dove siamo?

JACK: Vieni con me.

Le offro la mano. Lei la guarda, per poi rialzare dubbiosa lo sguardo su di me.

Capisco la sua diffidenza, ma voglio che veda.

Dopo un po' la sua mano stringe la mia. Cerco di non pensare al calore che mi provoca quel semplice contatto e la guido tra questi grandi alberi, che mi sono piacevolmente familiari.

Non guardo Elsa, ma sento il suo sguardo su di me. Ad un certo punto, mi fermo e mi volto verso sinistra. Da dietro il ruvido tronco di una delle querce, sento il clangore di due spade che cozzano l'una contro l'altra, seguito poi da una risata. Una risata che Elsa riconosce, perché la vedo spalancare sorpresa gli occhi.

ELSA: Ma...

Stringo più forte la mano di Elsa.

Giriamo intorno al tronco della quercia, Elsa solleva di poco la sua veste per non inciampare nelle radici, ed è lì che lo vedo. Anzi, mi vedo.

Un ragazzo dai capelli quasi bianchi, gli occhi azzurri come il ghiaccio che illuminano un viso dalla carnagione chiara, ma non pallida, alto e dal fisico esile, ma allo stesso tempo forte, sta duellando con un uomo alto, robusto e con le spalle larghe, le spalle di chi ha visto e combattuto molte battaglie.

Io, Jack di Firnen, che combatto contro Caius, il mio maestro di scherma, ma soprattutto il comandante dell'esercito di Firnen e braccio destro di mio padre.

ELSA: Jack, ma sei tu!

Elsa non riesce a credere a quello che vede. Io non dico una parola e continuo a guardare quello che ho davanti, soffermandomi per un po' su Caius.

Caius è sempre stato un uomo forte, caparbio e dai modi duri, ma nessuno come lui riusciva a tirar fuori la forza e il coraggio dai propri allievi. Lui mi aveva visto crescere e speravo che mi avrebbe visto diventare uomo e Re.

CAIUS: Mantenete la posizione, Principe, e non affannatevi a cercare una strada più facile per colpirmi: le vostre mosse diventano più prevedibili.

Il ricordo di quello che ero sorride con affanno e si asciuga la fronte imperlata di sudore con il dorso della mano.

CAIUS: En guard!

Non appena sono in posizione, Caius tenta un affondo con la sua spada, ma il Jack umano lo para con destrezza, per poi rispondere con velocità e forza al suo attacco.

Il mio duello con Caius continua fino a che non vedo avvicinarsi una bambina.

Una bambina bassina, piccolina in tutto, dai capelli castani e gli occhi vivaci, che corre verso di me, reggendo la gonna marrone del suo vestitino per non inciampare, mentre una donna alta e vestita con abiti semplici, la nostra balia, le corre dietro dicendole di stare attenta a non cadere.

Il mio cuore perde un battito vedendo quella bambina, che non è una bambina qualunque.

E' Emma, mia sorella.

EMMA: Jack, Jack!

Caius interrompe il duello e abbassa la spada. Emma raggiunge il Jack umano e gli salta in braccio, abbracciandolo forte.

Un colpo al cuore più forte di tutti gli altri mi fa appoggiare al tronco della quercia. Il ruvido legno su cui ho posato la mano comincia a ricoprirsi di uno strato di ghiaccio che si fa sempre più spesso. I miei occhi sono fissi su quell'abbraccio, che ora come tutti i giorni, vorrei che fosse reale e non un ricordo fatto di rimorsi e colpe.

ELSA: Jack... lei è...

La voce di Elsa mi arriva come da un altro mondo, come se lei fosse solo un eco lontano, come se io fossi ancora parte di questo mondo che ho perduto.

JACK: Mia sorella.

Completo la sua frase, senza voltarmi.

Vedo la balia avvicinarsi a me e mia sorella, che si lascia mettere giù.

La balia mi fa un breve inchino, che mi fa alzare gli occhi al cielo. Non sopportavo le cerimonie, anche se ero tenuto ad impararle e rispettarle.

BALIA: Vostro padre mi manda a chiamarvi, Principe.

JACK (ricordo): Grazie, Balia.

Dico, chinandomi a raccogliere la spada. Passo una mano sulla lama, per poi riporla nel fodero che ho legato alla cinta. Faccio un cenno col capo a Caius, a cui lui risponde con lo stesso cenno. Emma mi prende la mano e comincia a tirarmi.

EMMA: Jack, fa' la magia, fa' la magia!

Accanto a me, sento Elsa trattenere il respiro. Con la coda dell'occhio, la osservo e vedo che il suo sguardo ora è basso e perso, come se anche lei fosse in balia di un ricordo.

Torno a guardare me stesso e mia sorella, che mi guarda estasiata mentre uso i miei poteri per provocare una piccola nevicata.

EMMA: E' stupendo!

Emma alza le braccia al cielo e ride, cercando di acchiappare i fiocchi di neve. Stendo le braccia e il prato intorno a noi si ricopre di neve bianca e soffice. Emma ride e comincia a saltarci dentro, mentre la balia la rincorre, dicendole:

BALIA: Ma no, principessa! Così prenderà freddo!

Ma la mia adorata sorellina non la ascolta e continua a saltare in mezzo alla neve, mentre la sua risata risuona per tutto il giardino.

Quanto mi mancava sentire la sua risata... e quanto mi manca tuttora.

Vorrei muovere i piedi e andare da lei, abbracciarla e farla ridere, ma lei non può vedermi, non appartengo al suo mondo. Se provassi ad avvicinarmi, mi passerebbe attraverso come se fossi un fantasma.

La Balia si ferma e raggiunge il Jack umano, che ancora sorride alla sorella.

BALIA: Non fate aspettare vostro padre, Altezza!

JACK (ricordo): No, Balia!

Risponde il mio me stesso con aria divertita. La balia mi fa un altro piccolo inchino e se ne va. Io chiamo mia sorella, che mi raggiunge ridendo e mi prende la mano, stringendola forte. Li osservo andare via, finché la loro immagine non si spezza in un nuovo fascio di luce.

ELSA: Jack!

Sento la mano di Elsa stringersi alla mia, il suo viso appoggiato alla mia spalla per proteggersi dalla luce. La sento tremare, ma io chiudo gli occhi, aspettando che il prossimo ricordo arrivi.


Riapro gli occhi e giro il viso verso destra. Elsa si tiene ancora stretta alla mia spalla, nascondendo il viso e stringendomi la mano.

Vorrei tanto baciarla, accarezzarla, dirle che non deve avere paura, ma a che servirebbe? Non mi farebbe stare bene, non mi darebbe il coraggio per continuare a mostrarle tutto. Un coraggio che già sento venirmi meno.

JACK: Elsa...

Lei solleva la testa e i nostri sguardi si incrociano.

Vedo le sue guance colorarsi di rosso e la sento trattenere il fiato.

Abbasso lo sguardo sulle sue labbra rosse e la voglia di baciarla cresce sempre di più, malgrado cerchi di non pensarci e di metterla da parte. Non serve a niente, Jack, non serve a niente...

Non so come, ma ignoro quella voce e mi avvicino di più, cercando le sue labbra. Ma che sto facendo?

Elsa si gira dall'altra parte, stringendo le labbra e abbassando lo sguardo. Il suo rifiuto mi spezza il cuore e mi do' dello stupido, perché dovrei pensare solo a quello che le sto per mostrare e non a baciarla.

Rialza lo sguardo per guardarsi intorno. I suoi occhi esplorano l'immensa sala in cui ci troviamo, si soffermano sui mosaici che decorano le pareti, sulle grandi vetrate che danno sul giardino, sul pavimento che sembra appena stato lucidato.

ELSA: Dove siamo, Jack? Perché mi sono ritrovata davanti un altro te? Che cosa mi stai mostrando?

Mi chiede lei, tornando a guardarmi. La porto al centro della sala.

Sobbalza nel vedere che in fondo alla sala c'è un uomo alto e distinto, dai capelli e gli occhi dello stesso castano di quelli di mia sorella, vestito con una giacca nera decorata con una fascia rossa che parte dalla spalla sinistra fino al fianco destro, fermata con una spilla raffigurante una fenice con le ali spiegate, il simbolo di Firnen, e i lunghi pantaloni grigi. Tiene fra le sue mani grandi dei lunghi rotoli di pergamena. Li legge avidamente, qualche volta toccandosi il mento, ricoperto da poca barba, perché a lui non piaceva portarla troppo lunga.

E' così che ricordo Christian di Firnen, mio padre.

Elsa è sorpresa dal fatto che non si sia accorto della nostra presenza e mi guarda confusa.

ELSA: Jack, che sta succedendo?

JACK: Lui non può vederci perché noi siamo reali. Tutto quello che vedi, Elsa, sono ricordi.

ELSA: Chi è quest'uomo, Jack?

Chiede ancora lei, lo sguardo che corre fra me e mio padre.

JACK: Re Christian di Firnen, mio padre.

Elsa si volta di nuovo a guardare mio padre, che non è più solo. Davanti a lui c'è l'altro me, il mio ricordo, che gli fa un profondo inchino.

Mi piaceva farlo per mio padre. Da principe, era mio dovere farlo per rispetto, ma per me significava molto di più. Significava dirgli che gli dovevo tanto e, soprattutto, che ero fiero di essere suo figlio.

JACK (ricordo): Volevate vedermi, padre?

RE CHRISTIAN: Sì, figlio mio. Ma dimmi, dove sei stato?

JACK (ricordo): A lezione di scherma, con Caius.

Mio padre sorride soddisfatto.

RE CHRISTIAN: Lo immaginavo. Anch'io alla tua età non facevo altro.

L'altro me sorride. Alle nostre spalle, sentiamo la porta aprirsi.

Mia sorella Emma entra correndo, seguita da una donna dai lunghi capelli biondi legati in una lunga treccia dietro la schiena, gli occhi azzurri e luminosi, esattamente come il suo sorriso, vestita come del sole al tramonto e bellissima. Mia madre, la Regina Clara.

ELSA: Lei è tua madre?

Mi chiede Elsa, guardando mia madre come se fosse un quadro meraviglioso. Annuisco.

Mia madre porge la mano a mio padre, che la bacia senza staccare i suoi occhi da quelli di lei. Si guardano intensamente, come se al mondo non ci fossero altri che loro.

ELSA: Sembrano molto innamorati.

Elsa li guarda intenerita.

JACK: Lo erano. Il loro matrimonio è stato combinato fin da quando erano bambini, ma sono praticamente cresciuti insieme e alla fine si sono innamorati e sposati molto giovani.

ELSA: Anche i miei genitori si sono sposati molto giovani. Però non sono cresciuti insieme. Mi hanno raccontato che il giorno in cui li presentarono per decidere il matrimonio, non appena mio padre ha visto mia madre si è innamorato di lei, talmente tanto da non voler aspettare per sposarla.

Osservo i gesti di Elsa mentre parla dei suoi genitori e tutto quello che vorrei fare adesso è abbracciarla forte e dirle che la amo, forse fin dal primo momento che l'ho vista. Ma non lo faccio. Ho paura di essere rifiutato ancora, malgrado me lo meriti.

RE CHRISTIAN: Hai usato i poteri, Jack?

La domanda di mio padre attira sia la mia attenzione che quella di Elsa.

JACK (ricordo): Ho solo giocato con Emma, padre.

RE CHRISTIAN: Lo sai come la penso.

JACK (ricordo): Sì, lo so, ma questi poteri sono un dono prezioso per me. Mi rendono speciale.

Mio padre si passa una mano fra i capelli e un attimo dopo Elsa mi guarda sorridendo.

ELSA: Hai i suoi stessi gesti...

Sussurra. Io continuo a tacere.

Non è vero, Elsa. Io non assomiglio per niente a mio padre. Lui non avrebbe mai ferito mia madre come io ho ferito te. Lui non le ha mai mentito, io invece l'ho fatto.

Mio padre si avvicina al Jack umano e gli mette le mani sulle spalle.

RE CHRISTIAN: Jack, un giorno tu sarai Re...

JACK (ricordo): Lo so, padre.

RE CHRISTIAN: Tu hai forza e hai coraggio, hai tutte le qualità che contraddistinguono un re. Ma non basta avere una corona in testa o dei poteri come i tuoi per esserlo. Il nostro popolo dovrà fidarsi di te, delle tue parole e del tuo giudizio. Non avrai mai la loro lealtà se non saprai guadagnarti il loro rispetto.

Io abbasso lo sguardo sospirando, mentre l'altro me, sollevando i palmi delle mani, chiede:

JACK (ricordo): Quindi che dovrei fare, nasconderli?

RE CHRISTIAN: Non si tratta di nascondere, ma di controllare. Dimostra che usi questi poteri giudiziosamente, ma anche che non sono la tua unica qualità e sono sicuro che sarai un Re anche migliore di me!

REGINA CLARA: Christian, Jack è più giudizioso di quanto crediamo.

Interviene mia madre, accarezzando la testa all'altro me.

Chiudo gli occhi, beandomi del suono dolce della sua voce, la voce che tante volte ho ascoltato mentre cantava per farmi addormentare da bambino o che mi rassicurava e consolava dopo le lacrime.

REGINA CLARA: Lascia che faccia la sua strada e vedrai che quando salirà al trono sarà pronto.

RE CHRISTIAN: Lo spero bene, perché quel giorno non sarà più un ragazzo... ma un uomo.

Sulle ultime parole, mio padre si siede sul trono. La sua immagine comincia a spezzarsi in tanti fasci di luce. Elsa si copre gli occhi con la mano destra, con l'altra afferra forte la mia.


BALIA: State attenti.

La voce della Balia mi fa aprire gli occhi. Mi guardo intorno e mi ritrovo fuori dal castello. Anche Elsa apre gli occhi e si guarda intorno. Tutto intorno a noi è ricoperto dalla neve. Elsa guarda verso le mura e mi indica qualcosa.

ELSA: Jack, guarda!

Guardo nella direzione che lei mi indica e vedo la porta dell'ingresso della servitù aprirsi.

Mia sorella Emma esce tirandomi per la mano, mentre la Balia rimane sulla porta. Io e Emma siamo vestiti con abiti semplici, ma pesanti. In più io indosso un piccolo vecchio mantello marrone e sopra la spalla destra porto dei vecchi pattini.

Quello che stiamo vedendo è il mio ultimo inverno da umano, l'ultima volta che avrei pattinato con mia sorella, ma soprattutto il giorno in cui ho scoperto da dove venivano i miei poteri.

JACK (ricordo): Sì, fidati.

Rispondo tranquillo alla Balia, mentre mia sorella, ridendo, continua a tirarmi, impaziente di poter pattinare sul ghiaccio con il suo fratellone.


La magia dei Dentini ci fa arrivare subito sul quel laghetto ghiacciato in mezzo alle grandi querce del giardino, dove io e mia sorella andavamo spesso a pattinare, a volte da soli e a volte con nostra madre. Elsa guarda prima me, poi il mio ricordo e mia sorella senza capire.

ELSA: Perché siamo qui, Jack?

Un urlo spaventato di Emma ci fa voltare entrambi.

Emma è ferma al centro del laghetto. Le sue manine, le sue gambe, tutto il suo fragile corpicino trema. Trema di paura. Perché sotto le lame dei suoi pattini si stanno formando delle piccole crepe. Elsa se ne accorge.

ELSA: Oh, santo cielo!

Spaventata, cerca di avvicinarsi per portare via Emma da lì, ma sono costretto a fermarla, mettendomi davanti a lei e bloccandola con le mie braccia. Lei mi guarda confusa mentre scuoto il capo. Non possiamo fare niente, non apparteniamo a questo mondo. Lei sembra leggermi questa frase negli occhi e nota anche la mia espressione affranta.

JACK (ricordo): Sta' tranquilla, andrà tutto bene. Non guardare giù, guarda... guarda me!

Io mi volto. Le crepe sotto i piedi di mia sorella si fanno sempre più grandi.

EMMA: Jack, io ho paura!

La sua voce trema. Esattamente come allora, trattengo il fiato. Elsa se ne accorge e mi prende la mano, mentre un brivido mi sale lungo la schiena.

JACK (ricordo): Andrà tutto bene. Non cadrai lì dentro. Ah... Ci divertiremo un mondo, invece!

EMMA: No, non è vero!

JACK (ricordo): Ti direi mai una bugia?

EMMA: Sì, tu dici sempre le bugie.

La risposta di mia sorella mi fa sorridere.

E' vero. Ho perso il conto di quante volte ho detto bugie a mia madre, alla Balia, alle cuoche e agli altri servi quando ero mortale. E adesso che sono un'Immortale sono più bugiardo di prima.

JACK (ricordo): Sì, ma... non... non questa volta. Te lo prometto, andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Devi credere in me.


Devi credere in me.

Queste parole mi rimbombano nella testa e mi ripassano davanti agli occhi tutti i momenti in cui ho dato la mia fiducia a Jack. Mi rendo conto che senza di lui non avrei mai raggiunto il Polo Nord. Senza di lui, forse sarei già finita nelle mani di Pitch.

Sono arrabbiata, sono delusa dalle sue bugie, eppure... Eppure sono qui, con lui, in questi suoi Ricordi che ancora mi lasciano confusa.

Sto guardando il suo passato, lo vedo per come era. E in più di un'occasione mi ha ricordato me stessa da bambina con Anna.

Osservo il Jack umano che tenta di tranquillizzare sua sorella e ripenso a quando Anna mi ha raggiunta sulla montagna del Nord, a quando mi ha detto che avrei potuto fermare l'inverno, che sapeva che potevo farcela. Anna ha sempre creduto in me.

Giro il viso verso Jack e i nostri occhi si incontrano. Lo guardo e non riesco a far finta di non essere delusa da lui, ma allo stesso tempo non riesco a negare di non aver creduto in lui. Di non avergli dato fiducia. Di non amarlo.

JACK (ricordo): Facciamo un gioco insieme? Ora giochiamo a campana, come facciamo ogni giorno. E' facilissimo... ah, uno...

La voce divertita ma impaurita dell'altro Jack mi fa distogliere lo sguardo da lui.

Sotto il piede nudo del Jack umano si forma una crepa lunghissima, ma lui fa finta di star perdendo l'equilibrio, facendo ridere sia la bambina che me.

Arriva al tre, balzando sul ghiaccio sicuro e ai suoi piedi vedo un bastone. Il suo bastone.

Lo prende con entrambe le mani, senza staccare gli occhi da sua sorella, nei suoi occhi vedo la paura di vedersela sprofondare in quell'acqua gelida da un momento all'altro.

JACK (ricordo): Ok, ora tocca a te. Uno...

La bambina muove un primo, incerto passo. Il rumore del ghiaccio che si sta rompendo mi fa trattenere il fiato.

JACK (ricordo): Ci sei quasi, così, due...

Sussurra Jack, continuando a contare. La bambina si avvicina di più.

JACK (ricordo): Tre!

In un attimo, Jack afferra sua sorella con la punta ricurva del bastone e la tira forte verso di sé. Talmente forte da perdere l'equilibrio.

Jack e la bambina sollevano lo sguardo nello stesso momento e si sorridono. Lui si rialza e stende la mano verso di lei.

Ma nel momento in cui muove un passo verso di lei, il ghiaccio sotto i suoi piedi cede.

EMMA E ELSA: JACK!

Urlo anch'io senza quasi rendermene conto. Ma è troppo tardi.

Faccio per voltarmi verso Jack, ma il ghiaccio cede all'istante sotto di me, facendomi finire in acqua.

Presa dal panico, mi dimeno per cercare di tornare su, trattenendo il fiato più a lungo che posso. L'acqua è così scura che non riesco a scorgere il ragazzo caduto prima di me. Cerco di tornare su, ma le mie vesti rendono complicato qualsiasi movimento. Non ce la faccio più...

Una luce sopra di me attira la mia attenzione e all'improvviso lascio andare il fiato.

Nessuna bolla d'aria esce dalla mia bocca e non sto annegando.

Abbasso lo sguardo sulle mie braccia. I miei movimenti non sono più rallentati dall'acqua. E' come se questa non mi toccasse. Come se non ci fossi caduta.

ELSA: Questo non è reale.

JACK: Tutto quello che vedi sono ricordi, Elsa.

Mi volto e vedo Jack venire verso di me. Io torno a guardare su, quella luce bianca ci sovrasta.

ELSA: Che cos'è quella luce?

JACK: E' la luce della Luna.

Solo ora riesco a vederla chiaramente.

Così grande, così luminosa, è come se cacciasse via il buio in cui siamo finiti.

La luce si fa più intensa e intorno a me torno a vedere il bosco di querce innevato e lo stagno.

Un pianto mi fa abbassare lo sguardo e vedo la piccola Emma piangere vicino alla spaccatura dove suo fratello è appena caduto, stringendo forte tra le sue piccole mani il bastone con cui Jack l'ha salvata, mentre la Regina Clara la stringe fra le braccia.

La Balia accanto a lei piange sommessamente, coprendosi il volto con le mani.

Dietro di loro, lontano dal ghiaccio, c'è il padre di Jack.

Le sue lacrime sono silenziose, abbassa la testa per cercare di nasconderle e questo suo gesto mi ricorda esattamente quello che Jack ha fatto neanche poco tempo fa. Vederli così mi spezza il cuore.

La luce della Luna torna a brillare più intensamente, stavolta nel punto dove il Jack umano è caduto. Il ghiaccio si richiude facendo un rumore sordo.

Ma dopo neanche un minuto, sul ghiaccio si formano nuove crepe. Muovo un passo avanti, spaventata dall'idea che Emma, sua madre e la Balia possano finire nell'acqua gelida.

Ma mi blocco all'istante, quando vedo uscire dal ghiaccio Jack, vivo!

Anche la bambina si accorge dello strano fenomeno e alzo lo sguardo verso il fratello.

EMMA: Jack!

I genitori di Jack e la Balia alzano lo sguardo, stupefatti. Il ghiaccio si richiude non appena i piedi di Jack lo toccano. Lui, però, traballa sulle gambe e fa per cadere in avanti. La Regina Clara però lo sostiene, buttandogli subito le braccia al collo.

REGINA CLARA: Oh, figlio mio!

JACK (ricordo): Madre.

Jack ricambia forte l'abbraccio di sua madre, che lo tiene sulle sue gambe come fosse un bambino piccolo. Lui cerca subito Emma e la riempie di baci, prima di farsi abbracciare anche da lei.

Suo padre si avvicina il più velocemente possibile e lo abbraccia anche lui.

Sorrido intenerita, ma sono anche incredibilmente confusa. Jack amava la sua famiglia, non avrebbe mai potuto distruggere tutto così...

BALIA: Oh, grazie a Dio!

Esclama la Balia, alzando gli occhi al cielo. La Regina Clara prende il viso di suo figlio fra le mani.

REGINA CLARA: Stai bene, figlio mio? Ho avuto così paura, tua sorella ci ha detto che...

JACK (ricordo): Sto bene, madre. E' stata la Luna a salvarmi.

I genitori di Jack si guardano confusi negli occhi.

RE CHRISTIAN: Di cosa stai parlando?

JACK (ricordo): Credetemi, è la verità. Ero lì... era buio, ma poi... ho visto la Luna e... e mi ha parlato. Mi ha detto:

Jack di Firnen,

più forte ora è il tuo potere

ma in verità ti dico:

presto il tuo destino affronterai

e scegliere saggiamente dovrai,

o al Male cederà

fino a che non ti annienterà.

A un inganno cederà e la fiamma si spegnerà, ricordo io. Le parole che l'altro Jack ha appena pronunciato sembrano le stesse parole che Granpapà ha detto a me. Ma perché? Che cosa significa?

RE CHRISTIAN: Figliolo, stai... stai dicendo cose senza senso!

La voce del padre di Jack mi riscuote dai miei pensieri e dalle mie domande.

NORD: Temo di no, Maestà.

E' la voce di Nord! Mi volto immediatamente verso il bosco e dagli alberi vedo uscire sia lui che Sandman. Sono esattamente come li ho conosciuti. Su di loro non passa mai il tempo.

Il Jack umano e la sua famiglia guardando nella mia stessa direzione. Il padre di Jack si alza lentamente, mentre i due Guardiani si avvicinano.

RE CHRISTIAN: Chi siete voi?

NORD: Mi chiamo Nord e lui è Sandman.

Il padre di Jack spalanca gli occhi.

RE CHRISTIAN: Impossibile... Le Leggende dei Fiordi...

NORD: Proprio così.

EMMA: Voi siete quelli che mi fanno fare tanti bei sogni e che mi portano i regali a Natale! Esistete davvero!

Esclama la piccola Emma, staccandosi dal fratello. Nord le sorride e le fa una carezza, per poi rivolgersi al Jack umano.

NORD: Jack, tu hai qualcosa di molto speciale in te. Qualcosa di prezioso, che ha spinto Uomo nella Luna a salvare tua vita, dopo aver visto con quanto coraggio hai salvato tua sorella.

Jack abbassa lo sguardo sulle sue mani, per poi guardare sua sorella, che gli sorride.

NORD: Tuoi poteri sono diventati più forti proprio perché ti aiuteranno lungo cammino, ma dovrai saper scegliere con saggezza. E so che lo farai. D'altronde, sei figlio di un grande Re.

Jack sorride e guarda suo padre, che gli accarezza i capelli.

Nord prende dalle mani della piccola Emma il bastone e lo porge a Jack. Lui lo impugna esitante e questo si ricopre di un sottile strato di ghiaccio.

Il bastone trema fra le mani di Jack, finché la punta non tocca il ghiaccio dello stagno, formando dei fiocchi di neve sulla superficie.

NORD: Benché creda che tu non abbia problemi a governare tuoi poteri, questo ti aiuterà a controllarli meglio!

Jack sorride e alzo lo sguardo su Nord. China il capo in segno di ringraziamento.

JACK (ricordo): Grazie.

NORD: Ci rivedremo presto, Jack.

JACK (ricordo): Lo spero anch'io.

Nord fa una piccola risata.

NORD: Ora va'. Addio.

Jack non fa in tempo a rispondere al suo saluto che i due Guardiani sono già scomparsi in mezzo alle querce. L'immagine si frammenta, la luce mi investe di nuovo e mi proteggo gli occhi.

Quando li riapro, non so dove mi trovo. Sembra di stare in mezzo alla neve, è tutto così bianco, eppure non c'è neve.

JACK: Elsa!

Mi volto. Jack si avvicina e mi prende le mani. Sento il cuore battermi forte nel petto e vorrei farlo smettere. Lui mi guarda dritto negli occhi e inevitabilmente arrossisco.

ELSA: Jack, non riesco a capire: come è possibile che la Luna ti abbia detto quasi le stesse parole che Granpapà ha detto a me?

JACK: Quello che vedrai adesso, Elsa, sono i miei ricordi peggiori.

Risponde, stringendomi più forte le mani.

Nei suoi occhi leggo tanta paura. E anch'io ho paura di quello che mi mostrerà adesso. Non voglio vederlo trasformarsi in un mostro, un assassino. Forse dovrei dirgli basta...

JACK: Dopo quello che è successo allo stagno, ho cominciato a usare il bastone. Riuscivo a governare i miei poteri perfettamente, al punto che neanche mio padre si preoccupava più. Passati alcuni mesi, mio padre mi mandò a chiamare e mi disse che era arrivato per me il momento di sposarmi...

ELSA: Sposarti?

Lo interrompo, sorpresa da quello che mi sta dicendo. Lui, un promesso sposo?

JACK: Sì, presto avrei compiuto 21 anni. Secondo mio padre, era il momento giusto. Ma voleva che io conoscessi la donna che avrei dovuto sposare, voleva che mi prendessi il tempo necessario per farlo. Ma proprio il giorno in cui mi fu presentata... Pitch irruppe nella mia vita.

ELSA: Cosa è successo?

JACK: Mi propose di unirmi a lui, di diventare suo alleato contro le Leggende. Loro, che mi avevano fatto capire da dove provenissero i miei poteri. Non li avrei mai traditi, così rifiutai. Proprio come hai fatto tu, amore mio.

Mentre dice le ultime parole, mi prende il viso fra le mani e mi accarezza dolcemente. Sento il mio cuore battere talmente forte da togliermi il respiro. Imbarazzata, abbasso e rialzo lo sguardo più di una volta.

JACK: Ma Pitch non accettò un no come risposta... e me la fece pagare... a caro prezzo.

La voce di Jack è spezzata, gli occhi di nuovo lucidi. Intorno a noi tornano a formarsi delle immagini.

Siamo di nuovo nel Palazzo Reale di Firnen, ma rispetto a prima sembra più buio. Che sia notte?

Mi guardo intorno e vedo una finestra. Mi allontano da Jack e guardo fuori. Tutto è buio.

Alzo gli occhi al cielo per vedere se c'è la Luna o anche solo le stelle, ma al loro posto vedo un eclissi di sole. La stessa eclissi che ho visto ad Arendelle.


Angolo dell'autrice:

Ciao ragazzi! Siete liberissimi di lanciarmi addosso dei coltelli affilati per avervi fatto aspettare così tanto, ma in questo mese e mezzo (più o meno, boh...) sono stata molto impegnata e quindi scrivevo proprio a tratti. E adesso che si avvicinano gli esami all'università sarà anche peggio! Comunque, non ce l'ho fatta a racchiudere tutto in una seconda parte del capitolo, quindi ci sarà anche una terza parte (e anche qui potete lanciarmi i coltelli! xD)

Come avete visto, Elsa è entrata nei Ricordi di Jack e siccome all'inizio non sapevo come renderli, ho pensato di fare tipo come Harry Potter nel Pensatoio (chi ha letto i libri, capisce che intendo).

Jack ha mostrato ad Elsa sua madre, suo padre, sua sorella e la sua vita da mortale, ma per lui è molto difficile e doloroso.

Ho ripreso la scena del salvataggio della sorella di Jack nel film, ma ho fatto in modo che Jack lì non morisse, ma che scoprisse solo da dove venivano i suoi poteri.

Ma quali sono i Ricordi peggiori di Jack? Se volete scoprirlo, vi aspetto alla terza parte del capitolo ;)

Vi ringrazio tantissimo per i capitoli arrivati alle 1000 visite e per le 6000 e passa del primo, siete davvero incredibili! Vi abbraccio tutti tutti tutti, Giulia.

   
 
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