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Autore: Freeyourmind_x    13/05/2015    0 recensioni
Per Luke Hemmings e per Clover Paris è bastata una serata, una semplice serata di mezza estate. Una serata che ha cambiato la vita di entrambi e che si diverte a giocare con i propri destini.
Un patto viene stipulato ma se, casualmente, Luke Hemmings dovesse cambiare scuola? E se, i due, dovessero ancora incontrarsi?
Tratto dalla storia:
“Non ho nessun amico, sai? Tutti m'invidiano perché credono che la mia vita sia stupenda. Genitori ricchi, tante conoscenze, tante ragazze ai piedi… Ma sai cosa? Loro non sanno che la maggior parte di queste cose sono tutte finte. Non ho nemmeno un amico sincero per sfogarmi. Guarda come sono ridotto, alle undici di sera a confessare queste cose a una sconosciuta.”
“Non c’è niente di male. Prendila come una sorta di segreto fra me e te. Io non dirò a nessuno quello che mi stai dicendo, e tu farai lo stesso.”
“Affare fatto.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo venticinque

-Say something-


“Ma… Come ti sei vestita?” sussulto quando mia madre, comparendo dall’entrata della mia camera, mi rivolge queste parole.  Osservandola dallo specchio, sbuffo.
“Mamma, è solo il ballo della scuola!” le ripeto, girandomi nella sua direzione.
“Ma proprio per questo non puoi vestirti così!” sbuffando, mi osservo dalla testa ai piedi. Okay non avrò indossato un vestitino, non avrò un’acconciatura perfetta come quelle delle barbie, ma poiché il mio non è nemmeno un “vero” bello, non ho nessuna intenzione di sprecare il mio tempo per acconciarmi al meglio.
“Invece sì… Te l’ho già spiegato: vado a quella stupida festa solo per l’articolo, perciò non c’è bisogno che io mi prepara per una serata come tutte le altre.” O quasi, mi verrebbe da dire, ma non aggiungo altro.
“Non posso crederci che nessuno ti abbia invitato! E Calum? Non ha avuto pietà di te?” alle parole di mia madre, anche se dovrebbero infastidirmi o offendermi, scoppio a ridere.
La mia risata, però, non dura a lungo. Quando, sedendomi sul mio letto, mi accorgo che mia madre è ancora in attesa di una risposta, sento il mio cuore battere a mille. E ora? E ora cosa m’invento?
“Beh, lui… ha deciso di invitare una ragazza che gli piace e sai… non ho voluto rovinare i suoi piani.” La mia bugia sembra essere sufficiente per mia madre; chiudendosi la porta alle spalle, si siede al mio fianco.
“E quel ragazzo con cui sei uscita tempo fa? Non ti ha invitato lui?” alle sue parole, spalanco gli occhi. 
“Sì, dai, quello del luna park! Non ti ho più sentito parlarne” interpretando la mia espressione nel modo sbagliato, mia madre si affretta a darmi più informazioni possibili sul ragazzo ignoto di cui, a suo parere, non mi ricordo. Ma in realtà, ciò che lei non sa, è che io so benissimo di chi sta parlando. Come potrei dimenticarmi della stessa persona con cui da mesi ho una tresca amorosa?
 Quello che mi lascia sorpresa è che sia lei ad aver introdotto quest’argomento, lei a essersi ricordata di qualcuno che non ha mai conosciuto.
“Luke? Oh beh… Io e lui… è una cosa complicata” mi trovo a balbettare in imbarazzo.
“Oh, quindi si chiama Luke? Che bel nome! Quando me lo farai conoscere?” di nuovo, mi trovo a spalancare gli occhi. Ha davvero detto di voler incontrare Luke? E adesso chi glielo spiega che non stiamo insieme?
“Ehm… Io non credo che…” mi alzo dal letto. “Perché mi stai facendo tutte queste domande?” di colpo, la paura che lei possa essere a conoscenza di qualcosa a me ignoto, mi mette sull’attenti.
“La mia è solo curiosità…” i suoi occhi mi guardano in modo strano, e mi basta poco per capire che dietro a quelle pozze verdi, c’è tanta malizia.
“Certo… Che cosa sai?”
Mia madre ride. “Per ora ancora niente, ma… non mi sono passati inosservati quei tuoi sorrisi, i tuoi rientri da scuola sempre più tardi e la porta della tua stanza sempre chiusa. Sono tua madre, e so riconoscere alla perfezione quando c’è qualcosa in te che cambia” le guance mi diventano rosse e subito mi porto le mani a coprirmi il viso.
Non ci posso credere! In tutti questi mesi Luke ed io abbiamo fatto il possibile per non farci sentire da mia madre ogni qual volta lui saliva nella mia stanza, per non dare dei sospetti sulla nostra relazione, e invece… mia madre, e forse anche mio padre, sono a conoscenza di tutto!
“Sono stata abbastanza stupida a credere che non te ne accorgessi, vero?” sussurro mentre mia madre mi circonda le spalle con braccio.
“Vuoi che ti dica la verità?” annuisco. “Abbastanza” sussurra per poi scoppiare in una risata. Per la vergogna, nascondo il viso sul suo petto.
“Comunque, ora potresti anche farmelo conoscere, non credi?” di colpo, alzo la testa e la fisso negli occhi.
Per essere mia madre è stata molto intelligente a capire che mi stessi innamorando, ma non abbastanza da comprendere che tutto è finito sul nascere.
“Ecco… Luke ed Io non stiamo più insieme.”
“Cosa? Ma…”
“Già. Ci sono state delle incomprensioni e mi ha lasciato. Ma sto cercando di farmi perdonare.” Velocemente, per non dover affrontare altre situazioni imbarazzanti, le do un breve riassunto della faccenda. Mia madre annuisce e dopo essere a conoscenza dell’invito di Luke, non prova più a interrogarmi.
“Cosa ci fai ancora qui? Devi subito correre al ballo!” alzandosi dal letto e porgendomi la mia borsa, quasi mi caccia fuori dalla stanza. Sorrido alla sua reazione: non mi sarei mai aspettata che mia madre potesse essere una di quelle persone a favore del nostro ritorno insieme.
“Grazie per… la chiacchierata” le dico una volta che sono fuori di casa. Lei mi abbraccia e senza aggiungere niente mi lascia andare.

Seduta sul pavimento davanti all’entrata della palestra della scuola, aspetto il mio “principe azzurro”. Di solito, in tutti i film e in tutte le fiabe, in ritardo è sempre la fanciulla.
Nella mia fiaba moderna, però, le parti sembrano essere invertite.
Stanca di essere osservata dagli altri miei coetanei come una povera sfigata senza la sua dolce metà, mi affretto a cercare qualcosa di carino da scrivere per l’articolo. Afferro il mio cellulare e proprio mentre sto aprendo la cartella delle note, il corpo di qualcuno mi copre dalla luce che proviene dai faretti fissati al muro.
Alzando lo sguardo, osservo che è Luke.
“Ehi, non credi di essere un po’ in ritardo?” a disagio su come interagire con lui, cerco di non far trasparire il mio nervosismo e di mettere su un sorriso sincero.
E’ da tre giorni che non ci sentiamo e l’ultima volta che ci siamo lasciati, eravamo entrambi freddi e distaccati.
Per fortuna, anche lui ricambia il mio sorriso. “Scusa. Ho impiegato troppo tempo a prepararmi” sorrido alla sua risposta, immaginandomelo davanti allo specchio alle prese con i suoi capelli ribelli.
Essendo ancora seduta, Luke mi pone la propria mano invitandomi ad alzarmi. L’afferro e spingendomi verso di lui, perdo l’equilibrio.  Per non cadere come una povera deficiente e inaugurare la serata con una bella figura di merda, sbilancio tutto il mio peso verso di lui e senza quasi accorgermene mi trovo completamente fra le sue braccia.
Sollevo lo sguardo e subito mi accorgo di essere vicino alle sue labbra. Incontro i suoi occhi e Incomincio a sentire una strana forza che mi lega a lui, che mi fa desiderare di perdermi nel suo sguardo e di avvicinare le nostre labbra per dare vita ad un bacio.
“Grazie” sussurro a bassa voce e appoggiandomi alle sue braccia, inaspettatamente, cerco di avvicinarmi per baciarlo.  Un gesto così sfrontato, così impulsivo che però non è ricambiato.
Appena Luke riesce a capire la mia intenzione, si sposta di lato e trasforma quello che rimane di bacio in un abbraccio.  Con il viso nascosto fra le sue spalle, sospiro pesantemente. Un senso di rabbia mi assale, e lo stomaco mi si chiude in una morsa.
“Mi hai chiesto di provarti che ci tengo, ma se non mi lasci provare come vuoi che le cose cambino?” il tono della mia voce è più irritato di quanto immaginassi. Luke rimane in silenzio e offesa da questa sua continua mancanza di fiducia nei miei confronti, mi stacco dal suo abbraccio. Lasciandomelo alle spalle, mi faccio spazio dentro la festa.

“Non ne starai bevendo … troppo?” versando nel bicchiere un altro po’ della bevanda presente nel bancone, sbuffo. In realtà a questa festa non dovrebbero esserci bevande alcoliche, ma i miei compagni di scuola hanno saputo correggere ogni drink all’insaputa dei professori.
“Mi stai per caso controllando, paparino?” con irritazione, mi volto verso Luke che è al mio fianco. Dopo che l’ho lasciato in completa solitudine nel corridoio della scuola, si è affrettato a seguirmi e a raggiungermi. Inutile dire che più volte ha cercato di mantenere viva la conversazione fra noi due per farsi perdonare, ma io, da brava stronza che sono, non ho fatto lo stesso.
Stavolta, a sospirare, è proprio Luke. Strappandomi il drink dalle mani, mi fa voltare verso di lui.
“Okay, basta. Mi dispiace, non so cosa mi sia preso prima. Ora la smetti di… trattarmi così?” mentre i suoi occhi mi guardano incazzosi, sento un piccolo sorriso nascere fra le mie labbra.
Allora il mio atteggiamento funziona. Perché non l’ho adottato dall’inizio? Di sicuro le cose sarebbero andate diversamente.
“Trattarti in che modo?” le mie parole non sono buttate lì a caso. Sono le stesse che lui, pochi giorni fa, ha usato mentre entrambi eravamo occupati a scambiarci segni d’affetto nel suo letto.
Il suo sguardo saetta subito nel mio e sembra aver capito il mio gioco. Beve un sorso del mio drink e, dopo aver deglutito, mi sorride.
“Come se non meritassi la tua attenzione. Stai facendo la stronza”
“Beh, avrò pur imparato da qualcuno a comportarmi così, non credi?” e mi accorgo sola ora di star flirtando con lui. Proprio come agli inizi e il cuore mi batte a mille per questa consapevolezza.
“Giusto. Uno a zero per te, Paris!” rido alle sue ultime parole. Ma la mia risata dura poco perché Luke fa qualcosa di imprevisto. Posando il bicchiere sul tavolo, mi afferra per una mano e subito mi spinge fra le sue braccia. In primo momento sembra solo volermi abbracciare, poi, le sue labbra cercano le mie e proprio mentre sono un passo dallo sfiorarmi…
“Ehi, Clover! “ qualcuno ci interrompe. Di scatto mi allontano da Luke. Con il cuore che batte a mille, e stavolta non per la gioia, mi giro in direzione della voce.
Davanti mi trovo Ashton in compagnia di Michael, alcune ragazze e… Calum.
“Ehi…”
“Non sapevamo che ci fossi anche tu stasera qui! Calum non ci ha detto niente!”
“Già, è il solito guasta feste… Oh, ciao Luke!” a parlare, ovviamente, sono Ashton e Mike.
Vorrei ricambiare il saluto dei miei amici allo stesso modo, ma la voce sembra essermi andata via nello stesso momento in cui i miei occhi hanno incontrato quelli di Calum. Pieni di rabbia e delusione, mi stanno ancora osservando con grande disgusto. Poi, sposta lo sguardo al mio fianco e si sofferma a fulminare qualcun altro. E Luke, molto astuto, approfittando della situazione e per marcare il territorio, si affretta a circondarmi la vita con un braccio.  Cordialmente, anche se è da parecchio che fra loro non ci sono più rapporti, Luke saluta i miei amici mentre i suoi occhi… Beh, sono impegnati a ricambiare lo sguardo incazzoso di Calum.
“Non sapevamo nemmeno che foste tornati insieme” le parole di Ashton, mi fanno riprendere conoscenza della realtà. Staccandomi subito da Luke, mi affretto a rispondere ma Calum sembra prendere coraggio per parlare solo in questo momento.
“Già, direi che Clover ci ha tenuto nascoste parecchie cose…” Come se avessi commesso l’errore più grande della mia vita e lui fosse lì a punirmi, le sue parole hanno la capacità di farmi sentire piccola come uno scarafaggio.
“Beh… Luke ed Io non stiamo insieme… sì, e poi è stata un’improvvisata quella di venire al ballo…” finalmente riesco a prendere parola e a rispondere alle accuse di Calum.  Ansiosa, però, di aver detto qualcosa di troppo sbagliato, mi volto verso Luke per cercare aiuto. Mi sorride e capisco che questa per lui, è la situazione perfetta per mettermi alla prova. Perciò, mi limito soltanto a far spallucce e lasciar correre ogni cosa.
“Oh, immaginavo” la conversazione continua ad andare avanti soltanto grazie a me e a Calum, che per l’aggiunta non fa altro che inviarmi frecciatine.
Poi, il dj della festa, sembra metter su una canzone che rianima tutta stanza.
“Oh ragazzi, questa è assolutamente da ballare! Io vado in mezzo alla gente! A dopo ragazzi” il primo ad abbandonare il posto è Michael che, seguito dalla sua ragazza, si spinge in mezzo alla  folla. Sorrido vedendolo ballare. Di conseguenza, anche Ashton segue il suo amico e l’unico a rimanerci davanti è Calum.
Luke mi stringe a sé, e questo sembra bastare per far sì che Calum si allontani da noi. Il mio cuore mi spinge a seguirlo, ma prima che possa fare un passo in più, mi soffermo a pensare.
Che senso ha ora corrergli dietro? Gli farei solo del male e, di conseguenza, ne farei anche a me stessa. E poi, mi dico, sono qui con Luke. Ed è proprio lui che ora ha bisogno di me, di una mia conferma. Così, girandomi fra le sue braccia porto i miei occhi nei suoi.
“Non pensavo che fossi così… protettivo” le mie parole, anche se dette con un tono scherzoso, sono un rimprovero. Non mi è sfuggito il suo modo di far ingelosire Calum.
Luke, forse risentito, mi guarda con uno sguardo colpevole. “Già, è una novità anche per me. Ma volevo mettere i paletti, ricordare a qualcuno che ciò che era mio resta comunque di mia proprietà.” Le sue parole, anche se un po’ virili, mi fanno sorridere. Un sorriso imbarazzato, perché capisco che quel “qualcuno” sono solo ed esclusivamente io. E come da lui detto, sono ancora di sua proprietà.
“Questo qualcuno ha delle buone speranze di ritornare dal suo proprietario?” e ancora, proprio come pochi minuti fa, stiamo flirtando. Luke sembra essere un po’ spaesato, e non cerca nemmeno di darmi una risposta. Schivando spudoratamente la mia domanda, mi porge lo stesso drink che proprio poco fa, mi ha strappato dalle mani. Poi, ne afferra anche uno per sé.
“Io direi di berci sopra, tu che dici?”

“Devo ammettere che per essere stato il mio primo ballo scolastico, non è stato poi così male” dopo una mezz’oretta passata all’interno della scuola, e io e Luke ci troviamo a camminare l’uno al fianco dell’altro su una strada deserta. Così come avevamo organizzato fin dall’inizio, abbiamo deciso di bigiarcela dal ballo prima che tutto potesse diventare noioso. Camminando al suo fianco, mi trovo a sbandare un po’. I drink che ho bevuto incominciano a farsi sentire.
“Mi spieghi perché non sei mai andata ad una festa del genere? Tutte le ragazze fin da piccole mirano al ballo della scuola.” Guardando difronte a sé, Luke mi pone questa domanda. Noto subito che rispetto all’inizio della serata sembra essere più tranquillo. La sua domanda, inaspettata, mi fa voltare lo sguardo verso la sua direzione. Anche lui si gira e continuando a camminare, faccio spallucce.
“Non mi piacciono molto le feste. Soprattutto quelle in cui sono presenti i giocatori di football e le cheerleaders. Riescono sempre a farti sentire un essere inferiore rispetto a loro.” Metto su un piccolo broncio. “Li odio”
Luke, al mio fianco, ride. “Beh… Ti ricordo che sono un giocatore anch’io” non ho tempo di arrossire alle sue parole, perché stranamente la mia voce sembra uscire senza il mio permesso dalle mie labbra.
“Sì, ma tu sei diverso da loro. Lo sei sempre stato. Diverso in positivo” il mio tono di voce cambia immediatamente, diventa profondo e capisco che questo mio strano stato d’animo sia dovuto solo ed esclusivamente all’alcool da me ingerito. Le mie parole sembrano piacere a Luke, forse perché ne percepisce l’autenticità. Sa perfettamente che non sono del tutto sobria, e sì sa: in vino Veritas.
Non aggiunge niente dopo la mia rivelazione. In imbarazzo, mi chiudo in me stessa ma Luke inaspettatamente mi afferra una mano e la stringe a sé. Mi sfiora le dita con attenzione e tutto mi porta indietro nel tempo, a quando eravamo ancora due perfetti sconosciuti.
“Sei l’unica e anche la prima a pensarlo così, lo sai?” le parole di Luke mi fanno deglutire. Le nostre voci sono alternate dal silenzio e dal rumore dei nostri passi. Non so, dove ci stiamo dirigendo; legata a lui, mi trovo a seguirlo ovunque egli decida di andare.
“Perché sono l’unica persona che è riuscita a guardare dentro di te. E anche l’unica stupida che ti ha lasciato andare” la mia voce, un po’ troppo acuta del solito, sembra essere una rantolo in mezzo al silenzio. Luke stavolta non continua ad andare avanti, si ferma. E giustifico questa sua azione con il fatto che forse siamo arrivati nel luogo che stava cercando: il parco in cui per la prima volta ci siamo abbracciati.
“Beh… Stupida lo sei stata, ma non è vero che mi hai lasciato andare. Non del tutto.” Luke cerca di sdrammatizzare la situazione, e alle sue parole sorrido. Osservo una panchina dietro le sue spalle e senza pensarci troppo, lo spingo verso la sua direzione. Luke capisce e sedendosi su di essa, mi spinge su di lui così da appoggiarmi sulle sue gambe. Coprendomi da freddo invernale, mi stringe al suo corpo. Restiamo in silenzio ed io mi soffermo a guardarlo. La mia attenzione si perde nell’ammirarlo per il suo bellissimo profilo, per il suo naso perfetto, per le sue labbra carnose e per i suoi occhi azzurri. Tutto sembra essere dipinto in lui, anche quel piercing sul labbro.
Luke sembra notare il mio sguardo e cogliendomi con le mani nel sacco, si volta a guardarmi. Ride ed io subito mi affretto a nascondere il volto nell’incavo del suo collo. Mi afferra la mano sinistra, ma non dice nulla. Come sempre, preferisce starsene in silenzio.
“Come va con i tuoi genitori?” a differenza sua, però, io non riesco ad accettare che il tempo fra noi vada avanti così. Luke s’irrigidisce e sposta di poco la spalla per potermi vedere dritto negli occhi.
“Va. Sono partiti di nuovo per affari, saranno di nuovo a casa per giorni” annuisco, ma non cerco di approfondire il discorso. Capisco che non ne vuole parlare e stavolta, a differenza della prima, accetto la sua volontà.
“Mia madre sa di te” non so perché mi trovo a comunicargli questa notizia. Luke spalanca gli occhi e, come se avesse sentito male, mi richiede una conferma.
“Sì, prima che venissi al ballo abbiamo parlato e le ho raccontato tutto. Vorrebbe conoscerti” mi sento una bambina piccola che per la prima volta si trova a raccontare a qualcuno dei propri sentimenti. Le guance diventano rosse, e inizio a pensare che tutto il calore che sto provando non sia solo dovuto alle mie emozioni. Non sono abituata a bere troppi drink, e tutto ciò mi si sta rivoltando contro.
“Davvero?” annuisco alla sua domanda sorpresa. Sembra essere distante, ma ciò che non mi sfugge è il sorriso che ha fra le labbra.
Come dovrei interpretarlo? “E tu? Tu vuoi?” la sua domanda mi lascia interdetta. Non ne capisco il senso, ma mi affetto lo stesso a rispondere. “Perché non vorrei?” Luke alla mia domanda sbuffa. Porta lo sguardo lontano dal mio e si sofferma a guardare un punto indefinito difronte a sé.
“Perché devi rispondere sempre alle mie domande con altre domande? E’ fastidioso” rido e subito nascondo il viso nell’incavo del suo collo. Con il naso gli sfioro la pelle del collo, che pizzica a causa della barba sottile.
“Voglio, ma non credo che ora sia il momento adatto. Non stiamo nemmeno… insieme” comunque sia, cerco di accontentarlo con ciò che vuole.
Alle mie parole, Luke annuisce. Ancora una volta lascia il discorso in sospeso e con la testa da tutt’altra parte, mi fa comprendere che è impegnato a perdersi nei suoi pensieri.
“Perché ti è così difficile darmi un’altra possibilità?” dico dopo qualche minuto in silenzio. Luke chiude gli occhi e capisco che il suo è un gesto difensivo: non vuole aprirsi con me e sa che se mi guardasse dritto negli occhi, non riuscirebbe a non lasciarsi andare.
“E soprattutto, perché ti ostini ad evitare l’argomento? Andiamo Luke, guardami” afferrandogli il volto con una mano, punto i suoi occhi nei miei. Le sue labbra si socchiudono.
“Lo vuoi davvero sapere il perché?” stavolta il suo tono è scontroso e capisco che la sua tranquillità è andata a farsi fottere.
“Avevo posto la mia fiducia in te e tu… mi hai ferito. Come i miei genitori, come quelli che io ostino a chiamare amici, come tutti… E ciò che ha fatto più male è che di te mi fidavo abbastanza, abbastanza da darti tutto me stesso.”
Deglutisco alle sue parole. “Ma ora sono anche qui a chiederti scusa, Luke. Sono qui a cercare di riconquistarla la tua fiducia. Perché non accetti il fatto che a qualcuno possa importare di te?” la mia domanda è  troppo pungente. Sembra avere una funzione fondamentale, tanto che Luke, spostandomi dalle sue gambe, è costretto ad alzarsi.
“Perché mai nessuno ha saputo prendersi abbastanza cura di me.” Queste parole le sussurra volgendomi le sue spalle, alzando su un muro che divide il mio mondo da suo..
“E se io ti dicessi che invece sono qui per questo? Se ti dicessi che io voglio essere quella persona che si prenderà cura di te?” alzandomi, mi avvicino a lui. Gli afferro una mano e la stringo forte alla mia. I suoi occhi trovano i miei e riesco a scorgere del dolore.
“Mi dispiace tantissimo per tutto quello che è successo” Luke cerca di interrompermi “No, aspetta. Fammi parlare”.
“Sono stata una stupida, una stupida a non capire quanto il mio comportamento potesse ferirti. Non ho pensato alle conseguenze, cercavo solo di fare la cosa giusta, ma sbagliando continuamente. Avrei dovuto stare alla larga da Calum fin dall’inizio, dal momento in cui ha ammesso di provare qualcosa per me. Solo... ammetto di aver perso la testa. Emily, i ragazzi, Calum… non hanno fatto altro che mettermi nella testa l’idea che i sentimenti di Calum fossero ricambiati anche da me. Ed io, da ingenua, mi sono fatta prendere troppo dai miei pensieri. Ho iniziato a credere che forse era vero, e la mia attenzione si è solo focalizzata su questo. E nel frattempo, non mi sono accorta di allontanarmi sempre di più da te. E poi, alla fine, ti ho perduto.” Luke resta in silenzio, e apprezzo tutto ciò. Mi sta dando la possibilità per parlare, per approfondire tutto ciò che è sempre stato detto con superficialità.
“Ho passato giorni di merda, dandomi della stupida per aver condotto tutto a  questo finale di merda. Ho odiato la tua indifferenza, ho odiato il passare del tempo senza te al mio fianco, e ho odiato anche i tuoi sorrisi dedicati agli altri. Ma, se devo essere sincera, devo ringraziare questa distanza che si è creata fra di noi. Senza di essa non avrei capito l’importanza che tu hai per me. Non avrei capito che sei tu ciò che voglio e che sì… io ti amo” la voce mi trema soprattutto per le ultime due parole. Gli occhi di Luke si spalancano. Lo stupore si fa vivo sul suo viso, ma poi un sorriso, di quelli ingenui, di quelli veri si crea fra le sue labbra. Cerca di avvicinarmi, di parlare, ma lo interrompo ancora.
“Aspetta. Non ho finito” chiarisco, con il cuore in gola. “Non te lo sto dicendo ora solo perché tu ti fida di me, perché tu mi perdona. Te lo dico ora perché finalmente l’ho capito, sono riuscita ad ammettere quello che provo anche a me stessa. Tu sei la mia prima relazione ed io… io mi sento così ingenua e così inesperta al tuo fianco. Quando ho iniziato a provare tutte quelle sensazioni… ammetto di essermi spaventata. Non volevo dare delle conclusioni affrettate, non volevo dire qualcosa di sbagliato che magari avesse potuto ferirti. E ho voluto aspettare per una conferma. E questa conferma sei tu, Luke. Mi dispiace credimi, averti ferito. Non lo meritavi, è vero. Ma ti sto offrendo anche un modo per guarire le tue ferite, per mettere un cerotto ad ogni graffio. Nessuno ti ha mai amato? Allora perché non iniziare da ora? Te lo prometto, stavolta non fallirò.” Sento il viso bagnarsi dalle mie stesse lacrime. Lacrime di cui non avevo previsto un’origine, eppure…
Luke mi osserva, gli occhi troppo ricchi di emozione per farne prevalere qualcuna. Le labbra sono ancora unite in un sorriso. Quando capisce che il mio discorso ha avuto termine, con la mano stretta alla mia, mi spinge verso di lui. E mi abbraccia, un abbraccio vero. L’unico così forte e potete, di quelli che sanno trasmetterti tutte le emozioni possibili. Il suo viso si sofferma nell’incavo del mio collo. Il suo respiro forte mi arriva all’orecchio e sento quanto il suo cuore stia battendo forte.
“Se potessi tornare indietro nel tempo, te lo assicuro, cancellerei tutto quello che è successo. Sarei più coerente con me stessa, con te e con…”
“Basta.” Non vedendo i suoi occhi, non riesco a capire la serietà delle parole di Luke. Ancora stretta fra le sue braccia, non ho la possibilità di poterlo guardarlo negli occhi e farmi un’idea di quanto le mie parole possano aver cambiato in meglio o in peggio la situazione.
L’unica cosa che riesco a percepire è lo sfiorare del naso di Luke sul mio collo. Qualche volta le sue labbra mi lasciano alcuni baci, ma niente di più. Fra le sue braccia, capisco che questo è il suo modo di tenermi vicina a lui, di spiegarmi quanto questa distanza è stata nociva. E ora, ora che ha la possibilità di potersi dimostrare vulnerabile, ha bisogno di tenermi legata a lui. Con le braccia gli circondo il collo, e sposto il volto leggermente, così da essere uno difronte l’altro. Ci guardiamo per un secondo negli occhi e mi sento così in imbarazzo. Che cosa dovrei fare ora? Cosa dovrei dire? Tutto questo… è così nuovo per me!
“Luke…” per fortuna, diversamente da me, Luke sa benissimo come comportarsi. Non spreca altro tempo e finalmente, dopo l’inizio di tutta questa serata, mi bacia. Non è un bacio delicato, per niente. E’ un bacio travolgente, passionale che mi lascia senza fiato. Le sue mani corrono su i miei fianchi e mi spingono verso di lui, e riesco a percepire ogni singola parte del suo corpo. Indietreggiamo, fin quando non arrivo a toccare la corteccia di un albero. Ancora, le nostre labbra s’incontrano e mi affretto far passare le mie mani sul corpo di Luke. Ma coperto dai suoi vestiti, non riesco a sentirlo vicino. Le nostre bocche si separano per qualche secondo, così da prendere aria. Luke mi osserva dritto negli occhi.
“Resta con me stasera” le sue parole mi lasciano perplessa.
“Cosa?” e sento la necessità di chiedere una conferma. Mi sta chiedendo davvero quello che penso?
“Sì, resta con me stasera, ti prego. Voglio dormire con te, voglio amarti e domani mattina voglio svegliarmi con te…. Al mio fianco. Resta con me” Luke sembra essere sicuro , ma al tempo stesso riesco a scorgere anche dell’insicurezza nei suoi occhi. Forse, penso, ha paura di essere stato troppo sfrontato a farmi una richiesta del genere. Vorrei smentire tutte queste sue credenze: è stato così… dolce e delicato.
Gli occhi mi s’illuminano e mi trovo a deglutire a vuoto. Ora tutto è nelle mie mani. Mille pensieri mi passano per la testa non so a quali di questi dare ascolto. Poi, guardo di nuovo gli occhi di Luke e questo sembra bastare per mettere a tacere ogni mia preoccupazione.
“Resto.” Il mio è un sussurro ma Luke riesce a sentirmi. E non aspetta altro, afferrandomi per un braccio mi trascina verso casa sua.
  
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