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Autore: BELIEBER_G    13/05/2015    1 recensioni
Ogni volta che Wendy sentiva un ululato, il suo cuore iniziava a battere più forte.
Era il suo mondo, lo era sempre stato.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Jackson Whittemore, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: Bondage
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(Narra Stiles)
 
Isaac,Scott,Derek,Jackson e Simon si trasformarono. L’intero branco lo era. Dava i brividi. Presi i miei coltelli dai calzini. Si,li nascondevo dentro le scarpe okay? Non potevo di certo metterli in tasca. Gliene diedi uno a Wendy. Eravamo d’accordo che noi umani rimanessimo indietro,mentre gli altri avrebbero attaccato per primi. Quattro Beta,uccidevano un Alfa. Era abbastanza difficile. Angelica si avvicinò a me e Wendy. “Fammi andare,ti prego.” disse acida. “Non posso permettere che ti facciano del male. E poi non sai cosa potresti fare.” commentai. “Uccidere. Sfiorandoli con un solo tocco,posso ucciderli in 5 secondi.” continuò,digrignando i denti. Guardai Wendy per un consulto. Lei fece di sì con la testa. “D’accordo.” le dissi con un sospiro. L’avvertii di stare molto attenta,ma sembrava che non le importasse. Le sue unghie diventarono lunghe,come i denti che si trasformarono in zanne. Infine,gli occhi gialli. Si avventò su due Alfa contemporaneamente e li atterrò con un solo tocco. Era straordinario il suo potere. Anche se pericoloso da una parte. Notai che alcuni degli Alfa si stavano decisamente avvicinando a noi. Entrambi indietreggiammo.
***
La foresta si era fatta fitta e mi era difficile camminare o in quel momento correre. Afferrai il coltello con decisione,più precisamente un pugnale bello appuntito. Qualcuno mi rincorreva. Era una femmina. Forte per essere una femmina. Inciampai e caddi a terra. Come sempre Stiles. Persi di vista il coltello e il sole alto in cielo mi accecava del tutto gli occhi. Gli socchiusi il più possibile,ma non riuscivo lo stesso a vedere niente. Cercai, invano, il coltello. Intorno a me sentivo centinaia di rumori. Dei versi di lotta,sperai davvero che qualcuno mi stesse salvando. “Stiles.” disse piano una voce. La sentii ancora più vicina e non riconoscendola, cercai il pugnale e prendendolo bene in mano,trafissi quella persona,senza contare chi era. Piano piano aprì gli occhi,notavo che il sole si era nascosto tra le chiome degli alberi. Davanti a me c’era il volto pieno di lacrime di Wendy che apriva la bocca per emettere un verso di dolore,ma non ci riusciva. Io lo emisi,perché non ci potevo credere. La lama era conficcata vicino al suo cuore e non seppi nemmeno se lo ebbi preso o mancato. Un’altra lacrima le rigò il viso e mi fissò dritto negli occhi,come un fantasma. Scuotevo la testa senza sapere cosa dire,quel suo sguardo mi fulminava troppo da non poter dire niente.
Avvicinò la mano sulla mia guancia e si conficcò ancora di più il pugnale nel petto per avvicinarsi con il volto ancora di più al mio. Strinsi gli occhi fortemente e mi diede un bacio leggero,per poi staccarsi e posarsi accanto a me. “No..” mormorai singhiozzando. Le carezzai la guancia e con un colpo solo tolsi il pugnale insanguinato. Era una brutta ferita e lei non riusciva a guarire. “Hai visto? Alla fine morirò,proprio come tutti volevano.” disse lei debolmente. “No..Io non ti vorrei mai morta…” iniziai a piangere. “..Io ti amo.” dissi fra un pianto e un altro ancora. “DEREK!!” gridai con tutta la voce possibile. Fece un ultimo battito di ciglia guardandomi e quando delle gocce di sangue stavano uscendo dalla sua bocca,voltò la testa e il cuore finì di battere. Piansi fortemente. Fin che Derek non arrivò e io mi scansai in ginocchio,accanto al corpo. Anche lui si mise una mano sulla bocca e iniziò a piangere. “No!Non anche tu no!” esclamò e si chinò davanti a lei. La morse dappertutto,in ogni angolo del corpo che fosse fuori dai vestiti. Infine provò con la respirazione bocca a bocca. Arrivò anche Peter,mentre Derek spingeva le due mani sul suo cuore a tempo. “Non sei morta. Non sei morta. Non sei morta.” mormorava al ritmo con le mani. “Derek,è morta.” mormorò anche Peter. Non potevo dirlo agli altri,non ci riuscivo. “Lo dirai tu agli altri,non posso farlo io.” dissi a Derek singhiozzando. Ma lui continuo a spingere,senza fermarsi. Alla fine Peter lo tolse di mezzo e le chiuse gli occhi,portandola via.
***
La morte è veloce,facile. La vita è più difficile. E’ il pensiero di ogni adolescente. E spesso,ci ritroviamo a gridare nel vuoto per sfogarci. Espandere il dolore nell’aria. Inginocchiarci e abbandonarci a noi stessi. Piangere. Alzando la testa per permettere che ti scorrano lentamente e ti facciano ricordare tutto quello che stai provando. C’è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.
***
Restai alcuni giorni fuori. Il suo sangue mi era rimasto sulle mani. Le lavai dentro il fiume. Mosse lenti,stanche. Mi stesi sull’erba,a guardare il cielo. Mi voltai e vidi una roccia a pochi passi da me. La ricordai bene. Quella era il posto in cui una sera,io,Scott e Wendy ci eravamo appartati per bere. Dopo che lei mi aveva detto di essere incinta. Dopo che mi aveva detto che era finita. Mi addormentai lì. Pensando a come tutti avrebbero reagito. Era colpa mia. Il giorno dopo,sarei tornato.
 
(Narra Derek)
 
Il suo sangue. Il suo sangue era su tutte le mie mani,su tutta la mia maglietta. La strappai via dal mio petto e la tirai nel bagno. Mi veniva di urlare,di piangere,di uccidere. Mi sedetti sul pavimento bianco. Respirando a malapena. Con Isaac che batteva le mani sulla porta. “VATTENE VIA!” gridai. Scoppiai in un pianto disperato. “Se dovremmo essere entrambi in pericolo. Per favore salvate prima lei.” Ci aveva detto Stiles. E lo avevo fatto. Ci avevo provato con tutte le mie forze. Ma non ci ero riuscito. Mi calmai. Deglutii e respirai tranquillamente. Mi alzai e aprii la porta. Peter l’aveva posata sul letto. Le stava spazzolando i capelli singhiozzante. Angelica mi passò una maglietta. Non piangeva. Ne lei,ne Simon. Ma avevano un sguardo perso. Mi sedetti vicino a Peter. “L’ho fatto troppo tardi.” mormorai. Scosse la testa. “Deve funzionare.” esclamò. “Deve.” singhiozzò. Bussarono alla porta.  La feci scorrere. Era Ethan. Ci aveva aiutati,così lo feci entrare. La andò a guardare. Quasi pallida. Ancora così bella. “E’ qualcosa di più,non è vero? Di un semplice Alfa.” chiese. Isaac annuì facendosi avanti. “Lei è molto di più. Ho visto il modo in cui le parlavi. Come la guardavi. Come se lei fosse il tuo padrone e tu il suo schiavo.” disse. Ethan era d’accordo. “Qualcuno ha notizie di mio padre?” chiese Angelica,dopo aver attaccato il telefono. Ripensandoci. Stiles era sparito. Non lo vedevamo da due giorni. Ma anche lui,come tutti noi,aveva bisogno del suo spazio. Non era facile. Avevamo solo una piccola ingenua speranza.
  
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