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Autore: Persej Combe    13/05/2015    1 recensioni
Un rombo di tuono riempì l’aria.
C’era odore di notte, di pioggia imminente.
Prese a camminare sotto le sporgenze dei balconi, taciturno. Non parlava mai molto, in realtà.
Eppure - ricordava vagamente - c’era stato un tempo in cui le sue risate avevano colmato il vuoto che c’era ora.

[One shot incentrata su Alan e ambientata dopo l'Atto III dello special sulla Megaevoluzione e il suo ritorno a Kalos]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Elisio, Professor Platan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Anime
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Fantasmi
 
Faceva caldo, quella notte. Da giorni il cielo di Luminopoli era dominato da un sole cocente e il suo calore si era riversato tutto sull’asfalto nero delle strade. L’aria ribolliva, adesso, e in alto grandi nubi avevano preso ad accorparsi l’una sull’altra, grigie e cupe. Si riflettevano nei suoi abiti scuri.
Camminava fra i cunicoli, si perdeva nelle loro ombre, ritrovava la strada dopo lunghi tratti percorsi ad occhi chiusi, come se qualcuno gli avesse messo le mani sul viso e gli avesse volontariamente impedito di potersi orientare. Un lampione si accese all’angolo della via. Tutto era silenzio.
Un rombo di tuono riempì l’aria.
C’era odore di notte, di pioggia imminente.
Prese a camminare sotto le sporgenze dei balconi, taciturno. Non parlava mai molto, in realtà.
 
Eppure - ricordava vagamente - c’era stato un tempo in cui le sue risate avevano colmato il vuoto che c’era ora.
 
Procedette senza ripensamenti. I palazzi erano alti, stretti fra loro, imponenti; lo sovrastavano, quasi, come a volerlo spaventare della loro grandezza. Ma lui non era preda di nessuno, men che meno prigioniero: uscì da quella strettoia e una volta fuori la osservò con arroganza.
 
Lui era il più forte. Nessuno poteva mettergli i piedi in testa, perché lui era il più forte.
 
Si ritrovò in un parcheggio. Qualche centinaio di macchine gli bloccava la strada. Continuò ad andare avanti. Si infilò negli angusti spazi che vi erano fra un’automobile e l’altra, strisciò da un copertone a quello adiacente. Doveva portare a termine quella missione, era per il Capo.
Il Capo, il Capo, non poteva deludere il Capo, si ripeteva. Dopotutto era l’unica cosa che gli fosse rimasta, oltre al suo fedele Charizard.
 
Per la sua incoscienza, Charizard l’aveva quasi perso, pensò.
 
Alzò la testa ribellandosi a quel ricordo che ancora gli bruciava come una ferita che fatica a richiudersi. Si accorse di non essere solo. In lontananza vide una figura che camminava stancamente, o per meglio dire, che si trascinava, come se stesse portando sulle spalle un peso più grande del suo. Ad un tratto l’uomo si voltò. Il ragazzo vide i suoi occhi farsi grandi, disperati, increduli, mentre le labbra tremavano, le mani si muovevano in avanti, quasi volessero raggiungerlo e toccarlo.
 
Lo riconobbe e fece un passo indietro. La testa gli girò e sentì la voglia di scappare. Scappò.
 
«La Megaevoluzione è in grado di rilasciare un’enorme quantità di energia. Sto facendo delle ricerche per scoprire se essa possa essere impiegata per scopi pacifici.»
«Se le cose stanno così, allora perché non chiede al Professor Platan di darle una mano?»
«Non posso farlo. Se dovesse trapelare qualcosa, qualcuno cercherebbe senza dubbio di sfruttarla con fini illeciti e inevitabilmente ogni azione che ne deriverebbe verrebbe associata al suo nome. Da’ uno sguardo alla storia dell’umanità e ti accorgerai che è sempre stato così. Perciò non posso farlo. Il Professor Platan verrà protetto ad ogni costo. Questo è il mio giuramento.»
 
«Alan!»
Il ragazzo urtò lo sportello di un’automobile mentre sentiva la sua voce gridare il suo nome. L’antifurto cominciò a suonare, lui correva disperatamente.
«Alan! Alan!»
Ma non voleva fermarsi, non doveva fermarsi. Una volta tornato, avrebbe taciuto al Capo il loro incontro. Non doveva dirglielo, pensò, non doveva dirglielo. Non si erano mai visti.
Aveva il respiro affannato e persino le parole che pensava si componevano a stento. Non riusciva a concentrarsi, sbatteva in continuazione, non era più agile come prima, quando s’era mosso nell’ombra. Gli antifurti squillavano tutti insieme in una sinfonia caotica e nauseante, aveva male alle orecchie e le luci dei fari gli abbagliavano gli occhi, non vedeva. Ma continuò a muovere le gambe, rapido, ansioso, che non capiva più nulla. Il Professore lo chiamava, lo chiamava e lo pregava, anche. E Alan era come un fantasma apparso alla sua vista e che ora gli stava sfuggendo, intangibile, inafferrabile, irraggiungibile. Strinse il Megacerchio legato al polso sinistro con la mano, quello che gli aveva dato Elisio, quello che li aveva portati a separarsi.
«Mi aiuterai nelle mie ricerche?» gli aveva chiesto dopo avergli mostrato quel dono. E lui aveva accettato, aveva accettato perché aveva troppo a cuore il suo maestro e anche lui voleva proteggerlo da quelli che avrebbero potuto sfruttare le sue scoperte. Era partito in viaggio da solo, e da solo sarebbe dovuto rimanere, se soltanto quella bambina non si fosse decisa a seguirlo.
 
«Sono in viaggio con Alan perché anche io voglio megaevolvere!» aveva dichiarato ingenuamente al suo Capo.
«Marin, quante volte devo ripetertelo? È il Pokémon che megaevolve, non tu!» l’aveva rimproverata, imbarazzato dalla presenza di quell’uomo.
 
Ricordandosi della sua innocenza quasi gli spuntò un sorriso. Gli venne da piangere, ma cacciò quella sensazione con ostilità. I più forti non piangono.
 
Era riuscito a tener testa a Narciso e a Rocco Petri. Non li aveva sconfitti, ma era più che certo che ora, ora sì, ce l’avrebbe potuta fare. Aveva combattuto contro Rayquaza, Kyogre e Groudon...
 
Inciampò a terra riportando alla memoria il momento in cui il suo Charizard era stato colpito dalle Spade Telluriche del Pokémon Leggendario. Strinse le mani nella pozzanghera in cui era caduto e con gli occhi lucidi osservò il proprio viso catturato nel riflesso dell’acqua.

 
 
Pioveva.
 
«Se vuoi esaudire i tuoi desideri, devi diventare il più forte.» sibilò.
 
E lui non desiderava altro che proteggere le persone a lui care.
 
Si alzò e guardò indietro. Il Professor Platan non c’era più. Tutto era tornato come prima.
 
Si rimise in cammino e fuggì nel silenzio della pioggia.












 

Nella sezione mi pare di non aver trovato nulla su di lui, quindi ho provato a scrivere qualcosa io, spero sia venuto fuori qualcosa di decente... Il personaggio di Alan mi piace molto!
I discorsi in corsivo, così come l'utima frase che Alan dice, li ho ripresi dall'Atto II e, dato che qui in Italia ancora non è stato trasmesso, ho provato a fare una traduzione/adattamento dalla puntata in inglese. Altri punti (la battaglia con Narciso, quella con i Leggendari di Hoenn) fanno riferimento agli Atti I e III.
Non so quanti abbiano presente lo special sulla Megaevoluzione e visto che è anche la prima volta che scrivo una storia con temi spoiler non so se dovrei scrivere qualche spiegazione al riguardo, comunque sia se avete bisogno di chiarimenti non esitate a chiedere!
Spero che la One shot vi sia piaciuta!
A presto, 

la vostra Persღ
 
  
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