Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: NinuMaru100    13/05/2015    1 recensioni
EVENTUALE SPOILER PER CHI NON HA LETTO IL SANGUE DELL'OLIMPO.
Questa one-shot (piuttosto lunga) parte dal momento esatto della morte di Leo ed è vista dal suo punto di vista. Parla di quel che pensa, di quello che succede dopo essere ritornato in vita e della vita dei suoi amici.
Insomma è una sorta di special per chi è rimasto delusa dal finale di zio Rick xD
Si, con le trame faccio schifo, ma spero vi piaccia la storia ^^
Genere: Avventura, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Percy/Annabeth, Quasi tutti
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fire: i ricordi del cuore.






 

Dopo che si era schiantato contro Gea era diventato tutto molto confuso.
Quando la sua mente ritornò cosciente si sentiva parecchio intontito. Non capiva dove si trovava e beh, non riusciva ad aprire gli occhi. Era tremendamente concentrato, all'erta. Infatti, mentre gli occhi non riusciva ad utilizzarli, le orecchie andavano alla grande. Continuava a sentire uno strano ticchettio, alternato a ronzii e non riusciva a capire cosa fosse. Ma quando qualcosa di molto appuntito gli punse l'avambraccio ricordò tutto.
Sbuffò pesantemente. Chissà se il suo piano aveva funzionato. Se così non fosse stato voleva dire che il suo sacrificio era stato inutile e che Nemesi aveva sempre avuto ragione. Ricordava bene le parole che gli aveva rivolto e che per molto tempo lo avevano turbato.
-Sarai sempre l'escluso, la settima ruota del carro. Non troverai posto fra i tuoi fratelli.-
Tanto valeva versargli direttamente dell'acido nelle orecchie. Leo non aveva bisogno che qualcuno gli ricordasse che era un intruso.
Gli ultimi mesi che aveva passato al bunker Nove del Campo Mezzosangue erano stati terrificanti. Mentre lui era intento a lavorare sulla nave, i suoi amici si allenavano e pranzavano insieme e si divertivano a Caccia alla Bandiera e vincevano premi. Perfino Piper e Jason lo escludevano spesso da quando si erano messi insieme. Il suo unico altro amico, il drago Festus, si era ridotto a una polena quando il disco di controllo era andato distrutto e solo ora era riuscito a ridonargli un corpo che , probabilmente, era nuovamente a pezzi.
"La settima ruota"
Conosceva l'espressione "ultima ruota del carro", riferita a chi in gruppo conta meno di tutti. Ma la settima ruota? Doveva essere perfino peggio.
Aveva sperato che una volta aver costruito l'Argo II avrebbe avuto un rapporto meraviglioso con sei nuovi amici e segretamente aveva sperato di trovare anche una ragazza. E più o meno era stato così. Benché certe volte si sentisse escluso dal gruppo una ragazza fantastica l'aveva trovata. E chissà se sarebbe riuscito a tornare dalla sua Calipso. Al solo pensiero gli venne da sorridere, ma scoprì di non riuscirci.
Nemesi aveva ragione. Sì, era parte di un gruppo di sette, ma era ancora isolato. Aveva bombardato i Romani in precedenza e ancora ricordava la faccia infuriata di Aquamen. Solitamente non aveva portato che guai. E se la "pozione" avesse funzionato e una volta tornato in vita avesse scoperto che tutti e due i campi erano stati distrutti? Che Gea aveva trionfato? Inutile, completamente inutile. 
Forse l'aggettivo che avevano riferito a lui per tutta la sua vita era proprio quello. Inutile.
Era così che si era sentito la maggior parte delle volte. Primo di tutto quando sua madre era morta. Aveva sempre creduto di essere stato lui ad ucciderla ed invece...
-Leo, ascoltami. Il fuoco è uno strumento, come qualsiasi altra cosa, ma è il più pericoloso. Non sai i tuoi limiti-
Gli ripeteva sempre.  Al tempo Leo annuiva vigorosamente, anche se in realtà non capiva cosa intendesse dire. Solo anni dopo scoprì tutto.
Sua madre era una normalissima umana, laureata in ingegneria meccanica, ma non aveva mai potuto lavorare in questo campo, in quanto era considerata inferiore essendo una donna. Ma quel lato interessato alla meccanica fece innamorare lei ed Efesto, che diedero alla luce il piccolo Leo. 
Dal 1997 al 2000, la Regina degli Dei, Era (sotto forma di Tía Callida) andava a casa loro e faceva da baby sitter al  suo giovane figlio,  per prepararlo alla sua vita come un semidio. Esperanza era infuriata per questo, insistendo sul fatto che Leo era troppo giovane, che era ancora il suo bambino. 
Il ricordo più bello che Leo conservava della madre era quando lo prendeva in braccio, se lo posava sulle ginocchia e abbracciandolo da dietro e dondolandosi leggermente gli sussurrava all'orecchio che anche se vivevano in condizioni precarie, lei era felice, perché aveva lui. Ma lui non fu altro che la sua rovina, o almeno di questo era convinto Leo.
Nel 2000, quando Era se ne andò, Esperanza fu uccisa in un incendio, causato da Gea, che aveva tentato inutilmente di uccidere il piccolo Leo di soli otto anni. Ma lui era sopravvissuto, immune al fuoco. E sua madre era morta.
Pensando a quei pensieri talmente tristi, Leo fu tentato di abbandonare tutto, di lasciarsi andare, morire. Ma non ebbe il tempo di formulare interamente il pensiero, che una luce bianca illuminò, per l'appunto, tutta l'oscurità che lo circondava. Sapeva di avere ancora gli occhi chiusi, quindi pensò di star morendo veramente. Quella luce emanava un tepore talmente meraviglioso che Leo sarebbe rimasto là volentieri per tutta la sua esistenza.
-Ma non puoi- disse una voce. Leo guardò tutto quel bianco, ma non vide nessuno. Quella voce... era talmente familiare. Ma di chi?
-Tzè, non riconosci più nemmeno la voce della donna che ti ha dato la vita? Figlio sciagurato!- Benché le parole fossero dure, la voce aveva un tono talmente dolce e felice che mai sarebbero potute sembrare cattive. -Ma...mamma?- sussurrò Leo, o almeno è quello che fece il suo spirito. La donna rise e all'improvviso comparve davanti al suo campo visivo. Lo abbracciò con tenerezza e Leo non poté far altro che ricambiare la stretta e scoppiare in un pianto disperato. Esperanza gli sussurrava parole dolci e gli accarezzava il capo, nel tentativo di consolarlo e farlo calmare. Una volta che il pianto fu finito, i due si staccarono ma tenendosi ugualmente per mano.
-Piccolo mio, quanto sei cresciuto. Sei un uomo ora. Mi dispiace tanto che tu abbia dovuto passare la tua infanzia senza di me, non sai quanto mi dispiaccia...- gli disse la donna. Leo scosse la testa e ribatté -Di cosa ti scusi? Non sei stata certo tu a decidere tutto questo. Se io non ci fossi stato magari  tu saresti ancora viva e...- ma non ebbe il tempo di finire la frase che la donna lo zittì e presto gli rispose:
 -Leo Valdez, tu sei stato la mia benedizione, la mia gioia. Di tutto quello che è successo, tu non hai colpe, ma adesso mi devi ascoltare, il tempo che abbiamo a disposizione non è molto. Mijo... tu non ti devi arrendere. La fialetta sta incominciando a fare effetto, fra non molto dovrai svegliarti e andare dal tuo Raggio Di Sole. Tu non puoi arrenderti, il mondo ha ancora bisogno di te. I tuoi amici hanno bisogno di te-
-Ma mamma e tu che fine farai?-
-Tesoro mio... ho aspettato questo momento per anni. Ora che ho fatto questo, devo andare. Mi voglio reincarnare. Riavere un'altra vita. E ciò lo faccio soprattutto per te. Per farti capire che se io sto svoltando pagina, puoi farlo benissimo anche tu. Ora su, vai, i tuoi amici ti aspettano. Illumina il mondo con la tua ironia!-
Quelle parole e specialmente l'ultima frase, sussurrate a quel modo, con quel sorriso complice, fecero riaccendere in Leo tutta la voglia di vivere. Baciò velocemente la madre sulla guancia e beh, aprì gli occhi.
Un sorriso furbo gli illuminò il volto.
-Grazie, amico- disse rivolgendosi a Festus, che aveva ancora l'artiglio conficcato nel suo avambraccio. -Ehi, essere morti fa schifo. Ma la cura del medico… è peggio.-
Festus ticchettò e disse qualcosa con l’alfabeto Morse.
-No, ehi, non dico sul serio- rispose Leo. -Sono contento di essere vivo. E, sì, anch’io ti voglio bene. Sei stato eccezionale.-
Un ronzio metallico si diffuse lungo il corpo del drago.
Una cosa alla volta: Leo scrutò Festus alla ricerca di danni. Le ali funzionavano bene,
anche se la membrana media sinistra era crivellata di fori. Il rivestimento sul collo era in
parte fuso, liquefatto a causa dell’esplosione, ma il drago non sembrava correre il rischio di schiantarsi entro breve.
Leo tentò di ricordare cos’era successo. Ora che ricordava tutto tutto, era sicuro di avere sconfitto Gea, ma non aveva idea di come se la passassero i suoi amici al Campo Mezzosangue. Se tutto era andato per il verso giusto, Jason e Piper erano riusciti a evitare l’esplosione. Aveva uno strano ricordo di un missile che si scagliava contro di lui e urlava come una ragazzina… Che diavolo era stato?
Una volta a terra, avrebbe dovuto controllare la pancia di Festus. Il danno più grave
doveva essere probabilmente in quella zona, dove il drago aveva coraggiosamente lottato
contro Gea, mentre le facevano sputare il fango con la fiamma ossidrica. Impossibile sapere da quanto tempo erano in volo. Dovevano atterrare presto.
Il che sollevava una domanda: dov’erano?
Sotto di loro c’era una solida coltre di nuvole bianche. Il sole brillava in uno sgargiante
cielo azzurro. Perciò doveva essere più o meno mezzogiorno… ma di quale giorno? Per quanto tempo era stato morto? 
Leo aprì il pannello di accesso sul collo di Festus. L’astrolabio ronzava, il cristallo pulsava come un cuore al neon. Controllò la bussola e il GPS, e un gran sorriso gli illuminò il volto.
-Festus, buone notizie!- gridò. -I nostri dati di navigazione sono tutti sballati!-
Festus cigolò.
-Sì! Scendi! Portaci sotto queste nuvole e forse…-
Il drago piombò giù così in fretta che a Leo mancò il fiato.
Attraversarono la coltre di bianco e là, sotto di loro, comparve un’isola verde in un vasto mare azzurro.
Leo gridò così forte che probabilmente lo sentirono anche in Cina. -SÌ! CHI È MORTO? CHI È TORNATO? CHI È IL TUO STREPITOSO SUPERFIGACCIONE DELUXE, BABY? Ya-hooooooo!-
Calarono a spirale verso Ogigia, il vento caldo fra i capelli. Leo si accorse di avere i vestiti a brandelli, nonostante la magia con cui erano stati tessuti. Le braccia erano ricoperte da un sottile strato di fuliggine, come se fosse appena morto in un enorme incendio… cosa che naturalmente era vera.
Ma non gliene importava niente.
Lei era lì sulla spiaggia, vestita con un paio di jeans e una camicia bianca, i capelli color ambra tirati indietro.
Festus spalancò le ali e atterrò inciampando. A quanto pareva, aveva una gamba rotta. Si impennò di lato e catapultò Leo a faccia in giù sulla sabbia.
E tanti saluti al suo ingresso eroico.
Leo sputò un pezzo di alga, mentre Festus si trascinava lungo la spiaggia, emettendo cigolii dal chiaro significato: ahi, ahi, ahi!
Leo guardò in su. Calipso si stagliava sopra di lui, le braccia conserte, le sopracciglia inarcate.
-Sei in ritardo- annunciò, con uno scintillio negli occhi.
- Scusa, Raggio di Sole - replicò lui. -C’era un traffico tremendo-.
-Sei coperto di fuliggine- notò Calipso. -E sei riuscito a rovinare i vestiti che ti ho fatto io, che erano impossibili da rovinare.-
-Beh, ecco…- Leo si strinse nelle spalle. Fu come se qualcuno si fosse messo a giocare a un super-mega-flipper nel suo petto. -Mi piacciono le sfide impossibili-.
Lei gli porse una mano e lo aiutò ad alzarsi. Si ritrovarono naso contro naso, mentre Calipso lo studiava da cima a fondo. Profumava di cannella. Aveva sempre avuto quella minuscola efelide accanto all’occhio sinistro? Leo aveva una gran voglia di toccarla.
Calipso storse il naso. -Sai di…-
- Lo so. Come se fossi stato morto. Probabilmente perché è successo davvero. Con l’ultimo fiato un giuramento si dovrà mantenere eccetera, ma adesso sto meglio…-
Calipso lo zittì con un bacio.
Il tizio del flipper aveva appena fatto un fantastilione di punti. Leo era così felice che dovette compiere uno sforzo cosciente per non prendere fuoco.
Quando lo lasciò andare, Calipso aveva tutta la faccia sporca di fuliggine. Ma non sembrava curarsene molto. Accarezzò il profilo del suo zigomo con il pollice.
- Leo Valdez - disse.
Nient’altro, solo il suo nome, come se fosse una parola magica.
- In persona - rispose lui, la voce roca. - Allora, ehm… che ne dici di andartene da questa isola?-
Calipso fece un passo indietro. Sollevò una mano, e ci fu un turbinio di venti. I suoi servitori invisibili portarono due valigie e le posarono ai suoi piedi. - Tu che ne pensi?-
Leo fece un gran sorriso. - Bagagli per un lungo viaggio, eh?-
- Non ho intenzione di tornare. - Calipso lanciò un’occhiata alle sue spalle, verso il sentiero che conduceva al giardino e alla grotta che era stata la sua casa. - Dove mi porterai, Leo?-
-In un posto in cui potrò riparare il mio drago, per prima cosa - decise. - E poi… dove vuoi tu. Per quanto tempo sono stato via?-
-Il tempo è complicato a Ogigia- rispose Calipso. -Mi è sembrata un’eternità.-
Leo ebbe un dubbio atroce. Sperò che non fossero trascorsi un centinaio di anni mentre lui volava in giro morto e Festus cercava Ogigia.
Avrebbe dovuto scoprirlo. Doveva far sapere a Jason, Piper e agli altri che stava bene. Ma in quel momento… c’erano delle priorità. Calipso era una priorità.
- Allora, quando avrai lasciato Ogigia, resterai immortale oppure…?- mandò.
-Non ne ho idea.-
-E ti va bene così?-
- Più che bene-
- Perfetto, allora. - Leo si girò verso il drago. - Amico, sei pronto per un altro volo verso nessun posto in particolare?-
Festus sputò una fiammata e zoppicò un poco attorno.
- E così decolliamo senza nessun piano - disse Calipso. - Senza avere idea di dove andremo, né di quali problemi ci attendono una volta lasciata l’isola. Tante domande, e nessuna risposta precisa?-
Leo sollevò i palmi delle mani. - È così che volo io, Raggio di Sole. Posso prendere le valigie?-
- Direi proprio di sì-.
Cinque minuti dopo, con le braccia di Calipso attorno alla vita, Leo spronò Festus in volo.
Il drago di bronzo spiegò le ali, e si librarono verso l’ignoto.
O almeno così sarebbe dovuto andare. 
Appena Festus di alzò in volo vero est, un forte vento lo spinse vesto ovest. E non era in grado di fare resistenza nelle sue condizioni.
-Beh, a quanto pare sarà il vento a portarci a spasso- disse Leo. Niente sarebbe riuscito a fargli cambiare l'umore. -Genio del male, questo vento è procurato da qualcosa. Non c'era manco uno spiffero e ora c'è quasi una tempesta non è normale- ribatté prontamente Calipso. Leo sbuffò, tuttavia il sorriso non gli abbandonò le labbra -Sai, penso che tu ed una mia amica andreste particolarmente d'accordo. Sai, lei è una figlia di Atena- Calipso sorrise, o almeno così pensò Leo. Dopo poco, la ragazza gli rispose -Beh, forse è così. Ma se intendevi dire che potremmo andare d'accordo solo perché siamo entrambe intelligenti, mi spiace dirti che non sarebbe così. Io ho solo intuito e non so cosa è cambiato in tutto il tempo in cui sono stata ad Ogigia, chissà quante nuove cose avrete inventato! Comunque il concetto è che non so io che sono intelligente, sei tu che sei ottuso- il sorriso di Leo si allargava ad ogni parola pronunciata.
-Beh, anche io ti amo, Raggio di Sole-
-Non ho mai detto di amarti, stupido babbeo!-
-Oh, anche tu sei bellissima!-
Calipso sbuffò pesantemente e girò la testa di lato, con fare offeso. Ciò fece fare a Leo una risatina strozzata. Dopo quel piccolo battibecco rimasero in silenzio per un bel po', o almeno finché Calipso non borbottò qualcosa.
-Prego? Penso di non aver capito bene- affermò un Leo tutto ghignate. Oh, aveva sentito eccome, ma voleva sentirselo dire più e più volte e magari, anche per tutta la vita.
Questa volta Calipso lo borbottò con tono leggermente più alto, in modo che si potesse sentire chiaramente. 
-Eh? Non ho sentito!-
-Ho detto che anch'io ti amo, babbeo!-
Leo sorrise trionfante. E beh, le sue mani presero fuoco.
-Calmati fiammetta, o darai fuoco a Festus! E non montarti la testa!-
Il vento continuava a portarli chissà dove, con un Festus che continuava a lamentarsi, un po' per la zampa zoppa e il resto delle ferite e un po' perché si annoiava a non poter controllare il suo volo.
E dopo circa cinque ore di viaggio, arrivarono. Dall'alto del cielo, Leo poté riconoscere un esercito pronto a marciare via e tutti avevano delle magliette viola, mentre affianco c'era un milione di ragazzi con magliette arancioni che si abbracciavano con altri dalle magliette viola. Leo sorrise ampiamente.
-Raggio Di Sole, stai per conoscere la mia famiglia!-
In quel momento i venti si placarono e non ci fu bisogno di parole che Festus scese in picchiata.
-Ehilà, per caso c'è qualcuno che mi vuole? Perché, sapete, il più bello, figo, intelligente, etc. del mondo è tornato in direttissima dal mondo dei morti!-
Urlò come un pazzo. Dietro di lui Calipso se la rideva e dopodiché... atterrarono in mezzo a tutta quella gente.
In men che non si dica, tutti i suoi amici arrivarono lì. Piper, Jason, Percy, Annabeth, Dylan sotto forma umana, Hazel, Frank, Reyna, Nico e tutti quelli del Bunker 9. Aspettate... Dylan? Che ci faceva lì?!
-Em... ragazzi, magari prima di saltarmi addosso mi spiegate cosa ci fa LUI qui- affermò Leo guardando male Dylan. Era stato lui che lo aveva quasi ucciso buttandolo giù dal Gran Canyon e a rapire il Coach Hedge.
-Leo Valdez, Piper Mclean, Jason Grase. Da quanto tempo, non è vero? Ma non dovete preoccuparvi, non sono qui per sfidarvi o farvi del mare. Tanto per la cronaca, chi credi vi abbia portato fin qui, zuccone? Mi sembrava che la tua ragazza te lo avesse detto chiaro e tondo che quel vento non era normale. Ad ogni modo mi ha mandato qui la mia signora, Cimopolea, e per due motivi. Il primo era per portare voi due qui, per farsi perdonare dei danni procurati alla vostra imbarcazione e il secondo per ricordare a Jason che se non ci sarà anche la sua bambolina dichiarerà guerra all'Olimpo- dichiarò lo spirito del vento.
Percy e Jason si trattennero dal ridere e quest'ultimo annuì e disse - Dille che ci sarà anche l'album con le figurine!- Dylan annuì e se ne andò.
Un silenzio assoluto incombeva sui due campi. Nessuno osava proferire parola. 
-Beh, ora potete anche saltarmi addosso, eh- affermò Leo.
E così fecero. La prima fu Pip, che gli saltò addosso piangendo come un fontana.
-Sei uno stupido idiota! Ti rendi conto di cosa hai fatto? Leo Valdez, nessuno mi impedirà di staccarti la testa a morsi!- urlò furiosa, ma continuando ad abbracciarlo.
-Anche tu mi sei mancata, Miss Mondo- affermò Leo con tono più dolce e serio del solito.
Poi fu il turno di tutti gli altri. Jason si limitò ad una pacca sulla spalla anche se gli occhi lucidi si notavano particolarmente; Hazel e Frank gli saltarono quasi in braccio, non per niente caddero a terra (ovviamente dietro Calipso se la rideva); Percy lo abbracciò; Annabeth lo strinse prima in un abbraccio e poi cercò di strangolarlo e infine Nico e Reyna si limitarono ad un sorriso cordiale. 
Entrambi i campi emettevano urli di gioia.
Percy, dopo aver abbracciato Leo, era andato da Calipso e le aveva chiesto scusa. Lei lo aveva perdonato ed era corsa dal suo Leo, cosa che stupì un po' tutti compreso quest'ultimo.
-Ehi, quanti giorni sono passati dalla mia morte?- chiese ad un certo punto Leo.
-Questo è il terzo giorno. Noi romani stavamo per tornare al nostro campo, ma... una sera dovremo pur festeggiare il vostro arrivo, no? Reyna sei d'accordo?- Affermò Frank. Reyna sorrise e annuì con il capo, così entrambi i campi urlarono di gioia . 
-Beh, sapete, il terzo giorno è risuscitato secondo le scritture, no?- disse Leo. Jason si batté una mano sulla fronte, scuotendo il capo e gli rispose -Leo, siamo Greci e Romani, non Cristiani- Leo alzò le spalle, sorridendo come una Pasqua e affermò  -Ah, ragazzi, lei è il mio Raggio di Sole! Anche se penso che due persone già lo sapessero...- 
-Ma non potevi presentarmi con il mio nome? Piacere, io sono Calipso. E... al di fuori di Percy, chi altro avrebbe dovuto sapere chi sono?- chiese Calipso. Hazel si fece avanti alzando una mano per far capire che si trattava di lei e disse -Il qui presente Leo stava impazzendo in viaggio senza di te, così gli ho chiesto di descriverti e ho realizzato un tuo ritratto, che penso sia morto con l'Argo II ma va be...-
Dopo i tanti convenevoli fecero una festa da urlo e le ragazze rapirono subito Calipso, per darle una sistemata e anche Leo si cambiò.
Dopo la festa, si occupò di aggiustare Festus con l'aiuto di tutto il Bunker 9,per fare più in fretta, e per il giorno dopo erano pronti per partire e non solo loro due. 
Jason e Piper decisero di partire per andare a trovare il padre di lei, poi sarebbero andati alla ricerca delle Cacciatrici di Artemide, per vedere come se l'era cavata Thalia e nel frattempo si sarebbero occupati di costruire un tempio al Campo Giove per ogni divinità minore e ovviamente si sarebbero occupati anche della creazione della bambolina di Cimopolea e dell'album di figurine;
Annabeth e Percy sarebbero andati per prima cosa da Sally e Paul, in quanto la madre di Percy non aveva notizie del figlio da dopo la sua scomparsa e in qualche modo dovevano farsi perdonare. Poi sarebbero andati dal padre di Annabeth per fargli sapere che sua figlia era ancora in vita e poi... sarebbero andati dalla madre di Luke a farle un po' di compagnia e infine sarebbero tornati a New York, dove avrebbero preso un appartamento e avrebbero iniziato a frequentare la scuola e una volta finito sarebbero andati a frequentare l'università di Nuova Roma e magari un matrimonio nel frattempo... non stonerebbe!
Fra Nico e Will sembrava esserci qualcosa, e ciò fece sorridere Leo ancora di più. Il figlio di Ade si meritava un po' di felicità e Will Solance era così... solare, che era perfetto per un figlio di Ade. Nico aveva pensato di andare un attimo dal padre, per controllare un po' la situazione negli inferi dopo che le Porte della Morte erano state chiuse, ma Will glielo aveva vietato urlandogli contro che se avesse viaggiato nell'Ombra un'altra volta sarebbe scomparso e così Nico si è messo in viaggio con la signora O'Leary e il figlio di Apollo è voluto andare con lui per controllarlo e quando qualche giorno dopo sono tornati hanno portato i saluti da parte di Silena e Beckendorf e in esclusiva per Annabeth e Percy i saluti del caro e vecchio Bob, nonché Giapeto;
Apollo se l'è cavata grazie ad Artemide e anche lui è venuto il giorno della festa. A fare cosa? Beh, a reclamare il suo oracolo. Ha detto che gli serviva un piccolo aiuto per far tornare Delfi alla normalità e tralasciando il fatto che era chiaro che stesse flirtando con Rachel, sono partiti quel giorno stesso.
E infine loro due avrebbero semplicemente girato il mondo, avrebbe insegnato a Calipso l'utilità di tutte le nuove invenzioni (impresa ardua) e quello che sarà sarà.
Ah, ovviamente anche gli altri avevano molti progetti.
Hazel e Frank sarebbero semplicemente andati al Campo Giove, per adempiere ai compiti di Frank e per avere un futuro insieme;
Per quanto riguarda Reyna... durante la festa per il loro ritorno è comparsa, niente popò di meno, che Afrodite! Che dopo aver abbracciato Piper e mandato baci a tutte le sue figlie e figli ha rapito Reyna ed è scomparsa. E' tornata solo il giorno dopo e beh, dalle voci che girano sembra che Afrodite l'abbia rassicurata sul fatto che se non sarà un semidio a guarire il suo cuore, potrebbe essere un Dio, un umano, etc. 
Per il momento, quindi, vivrà la sua vita come pretore e prima o poi troverà il vero amore.
Eh beh, questo è tutto.

-E dai Leo! Ti vuoi muovere? Sono stata tanti di quei secoli rinchiusa in quell'isola, voglio girare il mondo!- urlò una Calipso infuriata. Leo sorrise e dopo aver caricato tutte le valigie, salì su Festus e diede una mano alla sua bella a salire.
-Ora possiamo partire veramente verso nessun posto in particolare, ma Annabeth mi ha dato un piccolo consiglio. Mi ha detto di portarti da Ermes, ovvero in un qualunque ufficio postale, è il posto adatto per farti comprendere un po' le nuove tecnologie. E poi andremo in Egitto, Spagna, Italia, Norvegia, Islanda, Irlanda, Canada, Giappone, Cina, Rus...- disse Leo con entusiasmo, ma Calipso lo interruppe - Si si, ho capito, forza partiamo-
-Non prima del bacino pre-partenza!-
-Ma che bacino pre-partenza? Festus, tu sei più intelligente, parti!-
-Eh, no no. Festus mi è fedele al 99,9 % e non dico 100% solo perché la prima volta che ci siamo visti mi ha dato fuoco, o almeno ci ha provato-
-Eh? Che storia è questa?-
-Beh, Raggio di Sole, avremo il tempo di raccontarci tutto. Ma ora, il bacino-
Calipso sbuffò e diede a Leo un veloce bacio a stampo, ma Leo la trattenne un po' più del dovuto. Alla fine erano entrambi senza fiato.
-Okay, e ora... andiamo all'arrembaggio!-
-Ma Leo, noi voliamo, non siamo su un'imbarcazione!-
-E va beh! Sempre precisina tu, eh?-
E così si misero in volo.
Per una volta Leo si sentiva nel posto giusto, con la persona giusta e maledettamente se stesso. Per una volta non si sentiva inutile e sapeva che tutto quello che sarebbe successo dopo sarebbe stato magnifico e che non avrebbe avuto più rimpianti e sensi di colpa.
Quello che è successo dopo? Mi sembra ovvio! E' divenuto leggenda.





**Angolo autrice**

Ave semidei! Spero che questa mia fan fiction vi sia piaciuta, anche perché è la prima che scrivo su questo fandom xD
Beh, se vi è piaciuta vi dispiacerebbe recensire? Sto partecipando ad un concorso organizzato da una pagina facebook, quindi mi servirebbero varie recensioni. Se vi interessa la pagina è "Smetterò di credere nei semidei quando Chirone indosserà un paio di jeans"
Ah, devo una citazione della pagina "Noi, eroi dell'Olimpo", che mi ha aiutato a trovare i dati per scrivere questa fan fiction, quindi, grazie di cuore *-* Vi consiglio vivamente di andare sulla loro pagina, sono veramente meravigliosi. Sono tutti tremendamente simpatici, fanno iniziative simpatiche e insomma vi fanno sentire a casa!

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: NinuMaru100