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Autore: denny81    13/05/2015    9 recensioni
Questa storia inventata da me parla di un amore a me molto caro, tra i due personaggi che hanno coronato il loro sogno d'amore dopo mille battaglie
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dichiarazione inaspettata
 
Giappone, aeroporto internazionale di Tokyo.
Tsubasa si stava preparando a partire per il Brasile, dove Roberto lo stava aspettando. Aveva salutato tutti i suoi amici a Nankatsu, ma la persona più importante per lui non c’era: colei che, in tutti quegli anni, lo aveva sostenuto, curato e supportato senza mai chiedere niente in cambio. È vero: anche le altre manager avevano aiutato la squadra, ma lei era speciale.
Stava per fare il check-in, quando d’un tratto si sentì chiamare: “Capitano! Non vorrai partire senza salutarmi, vero? Che modi sono questi?! Non sono forse la tua tifosa numero uno?”
Non appena sentì la sua voce, il giovane si girò di scatto e, come se avesse visto un miraggio nel deserto, si stropicciò gli occhi, per svegliarsi da quel sogno. No, non era un sogno, né un miraggio: era proprio lei, Sanae, che ancora una volta, silenziosa, era venuta a sostenerlo per la sua ennesima avventura.
Era bellissima: una visione paradisiaca, celestiale; si mostrava agli occhi di Tsubasa come la più bella delle creature. Semplice, con la sua gonna nera lunga fin quasi alle caviglie, fermata da una cinta con la fibbia a cuore, una camicetta bianca ed un maglioncino verde trasparente. La parte più bella, però, era il suo viso, luminoso e solare; un viso tondo, incorniciato da uno splendido sorriso che trasmetteva tutta l’allegria e la voglia di vivere della ragazza. Portava i suoi bei capelli nero corvino pettinati in un caschetto sbarazzino, abbellito da un cerchietto rosso tempestato di strass. Bella, radiosa, solare: così Sanae appariva agli occhi di Tsubasa. Solo ora che l’aveva davanti e stava per lasciarla aveva capito. Il suo cuore batteva all'impazzata e rischiava di uscire dal corpo, implorandolo in questo modo: ”Lasciami uscire! Dentro di me non c’è solo posto per il calcio!”
Solo ora che stava per lasciarla, aveva aperto una porta del suo cuore che non pensava esistesse. I suoi pensieri erano stati riservati, fino ad ora, solamente al suo caro amico pallone. La mente vagava nei meandri dei suoi ricordi, compiacendosi per il sostegno che la sua cara amica gli aveva riservato nel corso degli anni.  Quanti allenamenti, sotto la pioggia od il sole cocente, Sanae aveva sostenuto con lui, pur senza scendere in campo? Quante maglie aveva lavato, senza mai curarsi delle proprie delicate e candide mani? Lo stesso sostegno che gli aveva fornito anche nei momenti più brutti, durante gli infortuni, quando lo aveva medicato con fasciature che gli consentivano di giocare comunque. Oppure, quando lo aveva accompagnato dal dottore per le visite. Tutti quei momenti, finalmente, stavano assumendo un significato diverso, come fossero un segno del destino che gli stava dando un'altra occasione per amare finalmente lei.
La voce della sua Sanae lo riportò alla realtà: “Allora, Capitano? Che fai? Sei rimasto imbambolato? Non vorrai liberarti della tua Anego così? Non è da te!”  Le sue parole, simili al fischio d’inizio di una partita, lo portarono a reagire, come se si trovasse davanti il suo più grande rivale. Finalmente disse: “No, Sanae! Non potrei mai farlo! Quando non sei venuta a salutarmi insieme agli altri, ho sentito un’enorme tristezza nel cuore, ed ora mi è tutto più chiaro. Mancano ancora due ore alla partenza del volo… Potresti trascorrerle in mia compagnia? Devo dirti una cosa molto importante, che per troppo tempo ho celato nel mio cuore, ma che ora sento di doverti confessare. “
Detto questo, la scrutò negli occhi con uno sguardo determinato, che mostrava solitamente in campo, durante le grandi sfide contro gli avversari più ostici. Sanae conosceva bene quello sguardo, ma ora erano da soli, non in uno stadio; sentiva che il suo Capitano stava per affrontare la prova più grande, ovvero la partita con il suo cuore, e questo la spaventava un po’. Tsubasa la portò in un angolo isolato dell’aeroporto, lontano da occhi indiscreti: in quel momento, dovevano essere solo un uomo e una donna, non la manager e il Capitano. Il giovane strinse le mani di lei tra le sue, fece un lungo respiro e poi cominciò a parlare: “Sanae, devo dirti una cosa che viene dal più profondo del mio cuore. GRAZIE! GRAZIE DI ESISTERE! Grazie di avermi sostenuto, di aver condiviso con me gioie e dolori. Senza di te non esisterebbe il grande campione Tsubasa Ozora. Ora lo so: quando non ti ho accanto, le forze mi abbandonano, mi manca l’aria e il mio cuore perde un battito dopo l’altro. Senza te accanto, ogni obiettivo perde significato. Tutti i traguardi sportivi non valgono il tuo bellissimo sorriso e la tua silenziosa determinazione nello starmi accanto.  Il tuo spirito mi eleva e mi porta a cercare di raggiungere le mete più difficili. È vero: il mio sogno è diventare il più grande calciatore del mondo, ma solo adesso che ti sono vicino, forse per l’ultima volta, mi accorgo di averne uno più grande, che nemmeno tutti i trofei del mondo possono sostituire. Quel sogno sei tu! Tu che silenziosamente, con i tuoi piccoli gesti, sei riuscita a liberare il mio cuore dall’ossessione del calcio. È fondamentale per me raggiungere successi sportivi rilevanti, ma nulla ha senso, se tu non sei accanto a me. Tu trasmetti al mio cuore l’energia per vincere migliaia di battaglie con la tua allegria, la tua semplicità e la tua fermezza. Kami, quanto sei bella quando ridi! Quando ti imbarazzi e poi ti arrabbi, tornando la mia cara Anego, la buffa ragazzina che litigava con tutti pur di stare con me. Siamo cresciuti insieme, e ora guardati: la mia Anego è diventata bella come gli alberi di ciliegio in fiore. Sei la linfa dalla quale questo corpo trae nutrimento spirituale! Sei l’angelo che mi presta le ali per volare, sia in campo che nella vita. Sì, Sanae Nakazawa! Hai capito bene: il tuo Capitano ti ama, finalmente. Mi hai sconfitto! Hai vinto la partita contro il mio cuore. Sono stato uno stupido a mettere la mia passione per il calcio davanti a te. Tu che sei meravigliosa poiché susciti un turbine di emozioni… Sei bella nella tua emotività, fragile come un origami quando piangi perché sei triste. Solo ora, ripensandoci, mi rendo conto che avrei dovuto abbracciarti forte e baciare le calde lacrime che versavi quando io stavo male… Allora, però, ero solo uno sciocco che non si accorgeva della tua essenza. Sai? Io ti preferisco quando ridi, perché il tuo sorriso è contagioso ed è capace di restituirmi tutte le energie perdute. Quando oggi non ti ho visto, ho sentito un’inquietudine nel cuore mai provata prima, come se mi mancasse un pezzo della mia anima, e solo quando sei apparsa ho capito che ciò che mi mancava eri tu, perché sei capace di completarmi e di rendermi invincibile. Ho capito che senza te non posso vivere, perché il mio cuore ti appartiene, anche se un tempo esisteva solo il calcio per me. Ora, invece, sto soffrendo come se migliaia spilli mi stessero pungendo, perché dovrò stare lontano da te che sei aria pura, con la tua freschezza cristallina. Sei il vento che alimenta l’incendio del mio amore per te, che sta bruciando e mai si spegnerà, finché ci sarai tu. Sì, il mio amore per te è scoppiato come una bomba ad orologeria, solo perché non eri lì a salutarmi. Purtroppo non ci sarai per molto tempo, fin quando non sarò diventato un campione affermato; solo allora potrò tornare e coronare il mio vero sogno: stare con te per sempre. Ascoltami attentamente: è sufficiente una tua parola e io abbandonerò il calcio per te. Al diavolo tutto! Dimmelo e io resterò qui, perché sei tutto ciò che desidero.”
Sanae, emozionata per le parole che aveva sempre voluto sentire, scoppiò a piangere; poco dopo, torno in sé, staccandosi bruscamente dalle mani del suo grande amore. Si asciugò le lacrime, si avvicinò a lui e gli assestò un sonoro ceffone sulla guancia, per poi aggiungere con rabbia: “Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, come puoi pronunciare queste parole?! Come puoi chiedermi di farti abbandonare le tue aspirazioni? Dopo tutte le gioie, i dolori, le sofferenze di questi anni trascorsi con te in silenzio, tu mi chiedi di farti rinunciare a un sogno che, in fondo, è anche mio?! Io, quando ti vedo giocare, volo con la mia anima al tuo fianco.                    Ho aspettato tanto tempo perché tu ti dichiarassi, ma sarei un’egoista a chiederti questo sacrificio, anche se sarebbe bello averti accanto. Purtroppo, questo non è il momento giusto.”
Dopo aver pronunciato queste parole, le lacrime sgorgarono copiose dal volto della ragazza: le sue emozioni avevano preso il sopravvento e la fragile Sanae si sostituì alla temeraria Anego. Non riusciva a smettere, ma all’improvviso Tsubasa, dopo essersi ripreso dallo stupore iniziale, avanzò verso di lei e la cinse in un forte abbraccio, per proteggerla. Le sollevò il viso costringendola a guardarlo negli occhi, poi disse: “Sanae, amore mio! Perdonami! Hai ragione: il nostro è un sogno comune, al quale non possiamo rinunciare per essere felici. Partirò per coronare questo sogno, perché ora ho una motivazione più grande: tornare da te vincitore. Non temere: il mio cuore è tuo e nessuno te lo toglierà. Adesso devo andare, ma ho iniziato la partita più importante della mia carriera e, come sempre, lotterò per vincere il più prezioso dei trofei: la vita insieme a te.”
Tsubasa stava per lasciare la sua amata, ma improvvisamente Sanae si accostò a lui e lo baciò. Il ragazzo era molto impacciato, perché non si aspettava un gesto del genere; lo desiderava molto, ma in quell’istante il suo cuore era in tumulto, preda di sensazioni mai provate prima. Terminato l’idilliaco momento, Sanae gli disse: “Questo è soltanto un saluto. Ci rivedremo presto, mio amato Tsubasa! Porta con te questo bacio e non te ne separare mai.”
I due giovani, a malincuore, si dovettero salutare; entrambi, però, avrebbero vissuto d’ora in poi nella consapevolezza di appartenersi per l’eternità. Niente e nessuno, nemmeno la distanza, li avrebbe più separati.
 
“ NOTE DELL ‘AUTORE”
QUESTA STORIA è LA PRIMA CHE SCRIVO SU CAPITAN TSUBASA.
RINGRAZIO CHIUNQUE LA LEGGE, COMMENTA O SEGUE LE MIE STORIE.
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE VA ALLA MIA AMICA ELENA PER LA GENTILE OPERA DI BETATURA. INVITO CHIUNQUE AVESSE SCRITTTO QUALCOSA DI SIMILE A SEGNALARMELO COSì DA DARGLI I DOVUTI CREDITS. VI RINGRAZIO IN ANTICIPO
DENNY 81
 
  
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