Vorrei incontrarti tra cent'anni

Non essere sciocco, Rufus. Sai meglio di me perché.
Cosa rimane di una persona quando raggiunge il proprio obiettivo? Cosa succede quando si riesce finalmente ad afferrare con le proprie mani la luce che si è cercati per tutta una vita?
La verità è che non volevo vedere la risposta. Non da te, almeno. Ti ho visto correre dietro la mia ombra, nascondertici dentro fino allo stremo. Cadere, inciampare e ripartire, ogni volta più forte. Gli anni mi hanno regalato qualche ruga in più, ma in cambio mi hanno concesso di vedere il tempo, di sentirlo e di comprendere le sue tristi regole, quelle a cui persino i Contraenti non possono sfuggire in eterno.
Ti ho osservato, Rufus (non in quel modo, non farti strane idee!): ti ho visto diventare l’uomo più saggio e potente di Pandora, il signore di qualunque informazione. Ho sentito il nostro tempo scivolare via quando le mie gambe lentamente hanno perso le forze mentre le tue rimanevano giovani e bianche come se ogni clessidra del mondo si fosse dimenticata della tua esistenza. Ho conservato quei passi per me ogni volta che mi accompagnavi, che salivi le scale insieme a me, che la mia carrozzina cigolante ed i tuoi stivali attraversavano il roseto negli ultimi giorni d’autunno.
Se avessi accettato il tuo amore avrei distrutto quell’uomo dai capelli rossi e dal cervello fantastico, avrei rovinato qualcuno dandogli esattamente ciò che desiderava. Avresti smesso di cercare, di combattere. Saresti scivolato dentro la tua stessa ombra senza nessun motivo per andare avanti, privo di forze.
Ma ti ho amato, Rufus. A modo mio.
Tra poco sarà il mio turno tornare in Abyss. Ancora non mi capacito su come tu abbia fatto a precedermi, sai? Te lo chiederò quando ci rivedremo, stanne certo.
Perché ci rivedremo. Tra cent’anni, quando le anime torneranno nel nuovo flusso, saremo di nuovo qui. Cammineremo in una strada fatta di visi anonimi, in un mondo futuro che non ci appartiene.
Io non riconoscerò te, e forse tu non riconoscerai me.
Ci muoveremo come spiriti disorientati, alla ricerca di qualcosa che ci manca; correremo, inseguiremo, ciascuno si nutrirà di sogni e vivrà di fantastiche chimere in un mondo che forse ha dimenticato Sabrié, Pandora, i Baskerville ed i Chain. Forse sarà un posto felice, forse il sangue scorrerà a fiumi, questo non ci è dato saperlo. Forse io sarò un uomo e tu una donna, forse due uomini litigiosi, forse due fanciulle stanche di cercare il proprio principe azzurro.
Sarà un altro mondo tra cent’anni, Rufus. Un mondo pieno di opportunità, creato dai nostri successori. In quel mondo non saremo Sheryl Rainsworth e Rufus Barma, ma due esseri senza nome e senza forma che si incontreranno di nuovo, perché il destino è fatto di sottili catene e di calde piume nere. Ci guarderemo come persone che hanno scoperto il piacere di una promessa soltanto sopita, che in quell’abisso scuro vi sono delle luci che le guidano l’una verso l’altra senza alcuna ragione che non sia un sogno dimenticato o il battito del proprio cuore.
Ci ameremo con l’amore che abbiamo sempre sognato, spaventati e confusi che qualcosa di invisibile possa separarci. Una paura irrazionale che non riusciremo a spiegarci, ma che svanirà quando mi porgerai di nuovo un mazzo di rose rosse, regalandomi un sorriso che nemmeno cento, nemmeno mille anni potrebbero cancellare dalla mia testa.
Ed allora, soltanto allora, sarò felice di dirti di sì.