“Due amanti felici non han fine né morte, nascono e muoiono più volte vivendo, hanno l’eternità della natura.” (P. Neruda, “Sonetto XLVIII”)
Eterno momento di felicità,
brucia il mio cuore al pensiero del tuo ritorno
come siam giunti a sfiorare il folle universo dell’amore?
Tu non eri che un brusio indistinto nel grande baccano della vita,
un pezzo di materia gettato nella folla
Il tempo ti trasformò in una tremolante luce tra bagliori accecanti,
il brusio iniziò a divenire voce, suono melodico, musica,
gli occhi a lungo tempo ignorati due sfere magnetiche in un solo istante,
eri ancora lontano, distante, bozzolo di desiderio
Poi un fulmine squarciò il nostro cielo,
i bagliori che accecavano i miei occhi ormai ridotti ad insignificanti fiammelle,
un solo fuoco dinnanzi a me,
una sola voce nella mia anima,
un solo profumo ad inebriare i miei sensi
un attimo, un lampo accecante, una freccia repentina unì i nostri destini
Dov’è il baccano? Dove la folla?
Nel mio sguardo, nella mia testa, nei miei sogni, nella mia anima un solo nome, un solo corpo, un solo intelletto, un solo cuore…
Eterno momento di felicità prendi la mia mano,
la mia anima rasenta l’universo dell’amore,
sono pronta ad andare nel suo punto più incandescente,
sono pronta ad osare, a rischiare
sono pronta a vivere
sono pronta… non mi abbandonare…