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Autore: _Dayana_    15/05/2015    3 recensioni
C’era una volta…
Tutte le più grandi storie che si rispettino iniziano così. Chissà quante volte, da bambini, vostra madre ve le raccontava per farvi addormentare la notte, e chissà, voi, quante volte le racconterete ai vostri figli…
Adesso ve ne voglio raccontare una, quindi sedetevi e ascoltate, ascoltate con attenzione.
Questa storia non è come le altre, parla invece di una principessa senza regno, di un piccolo ricordo d’infanzia che l’aiuterà a capire… capire di non essere al posto giusto, capire di non appartenere nel mondo in cui vive e infine parlerà di un amore tanto atteso e infine ritrovato.
Mi chiamo Diana Pendragon e questa è la mia storia.
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Morgana, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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C’era una volta…
Tutte le più grandi storie che si rispettino iniziano così. Chissà quante volte, da bambini, vostra madre ve le raccontava per farvi addormentare la sera, e chissà, voi, quante volte le racconterete ai vostri figli…
Adesso ve ne voglio raccontare una, quindi sedetevi e ascoltate, ascoltate con attenzione.
Questa storia non è come le altre, parla invece di una principessa senza regno, di un piccolo ricordo d’infanzia che l’aiuterà a capire… capire di non essere al posto giusto, capire di non appartenere nel mondo in cui vive e infine parlerà di un amore tanto atteso e infine ritrovato.
Mi chiamo Diana Pendragon e questa è la mia storia.
 
 
 
-Vieni piccola mia, non devi temere nulla con me-
La donna dai lunghi capelli corvini tese una mano alla bambina.
-Dove andiamo?- chiese dopo un istante di esitazione
-Oh, lo vedrai molto presto tesoro- 
nell'oscurità della stanza quella donna sorrise. Un pensiero perverso si fece strada nella sua mente.
 
Una corsa sfrenata nel bosco, un piccolo fagottino tenuto stretto tra le braccia. La donna corse più veloce che poté, dietro di lei rumori assordanti, le urla dei cavalieri, il nitrire dei cavalli e le loro lunghe falcate sulla terra impervia, lo stridere delle spade una volta sguainate…
La donna, stanca si fermò e lentamente si volse indietro a guardare, fece appena in tempo a scorgere un uomo dai capelli dorati che, scendendo da cavallo, le si avvicinava furioso poi in un bagliore di fuoco scomparve nell'oscurità della notte.




Nidia si svegliò di soprassalto, ogni notte, ogni fottuta notte faceva quell'incubo. La ragazza, seduta a gambe incrociate sul letto, ansimava e goccioline di sudore le scendevano lungo il viso, i capelli rosso sangue le si erano come incollati al seno e alla fronte, tanto era sudata.
Lentamente si alzò e, aperta una finestra, vi si affacciò.
Il tempo, quella mattina non prometteva nulla di buono. Grosse nuvole si stavano avvicinando minacciose e l’aria profumava di pioggia.
La ragazza si raccolse i capelli in una coda di cavallo improvvisata e inspirò quell'aria fresca del mattino.
Ripensò all'incubo che ormai da notti era suo compagno, non riusciva a comprenderlo. Perché? Cosa centrava lei con quelle scene medioevali? Non aveva senso…


-Forse dovrei smetterla di guardare Robin Hood- scherzò tra sé
Guardò l’ora sul suo cellulare, le 4:30 del mattino
-Ah! Fantastico! Ogni giorno mi sveglio sempre prima!- disse lasciandosi cadere di peso sul letto.
Rimase per ore a contemplare il soffitto bianco cullata da un tintinnio ormai conosciuto, prima molto lieve poi in un manciata di secondi diventò sempre più forte. - ... E il cielo iniziò a piangere, prima era pioggia una volta a terra era sangue- Nidia si stupì da sola per aver detto quella frase apparentemente priva di significato.
Non passò molto che arrivò l’ora di andare a scuola…


La ragazza, sebbene di controvoglia, si alzò. Mise le coperte ,che durante la notte erano cadute a terra, sul letto cercando di sistemarle il meglio possibile, si vestì con un paio si short blu con delle catenelle legate sul fianco destro e con una camicia bianca, molto leggera che cadeva delicatamente sulle sue forme da donna e ai piedi si mise degli stivaletti alla caviglia neri.
Si rifece la coda di cavallo, questa volta specchiandosi poi fu pronta per andare.
Una volta arrivata davanti alla stazione dei treni la ragazza si mise le cuffiette e cominciò ad ascoltare musica metal a tutto volume. Cercava in tutti i modi di non pensare a quell'incubo.
Una volta arrivato il treno che l’avrebbe portata a scuola rimase a contemplarlo seduto su di una delle molte panchine della metro.
Passati alcuni istanti le porte elettriche del veicolo si chiusero e partì.
Nidia che era rimasta seduta si guardò attorno…
Il suo cellulare iniziò a squillare, era Esther una sua amica.


-Esther, ciao-
-Dove sei?-
-Emh… sono salita sul treno e sto per arrivare-
-Bugiarda! Ci sono pure io e non ti ho vista-
-Mi hai beccato-
-Sei a casa?-
-Si-
-Stai male?-
-No, senti non ho molta voglia di parlare, ci vedremo domani…forse. Ciao-
Detto questo riattaccò la chiamata. Si sentiva in colpa per come aveva trattato l’amica ma non voleva che sapesse, dopotutto era solo un sogno, ma la ragazza era certa che quella cosa doveva rimanere nascosta…Il perché? Non lo sapeva neppure lei ma lo avrebbe scoperto prima o poi.
 
-Oggi, cara Nidia, niente scuola per te…- detto questo si alzò e fece per tornare in dietro quando un piccolo foglietto di carta colorato attirò la sua attenzione.
Si avvicinò a una colonna in ferro dove era attaccato il biglietto, alcune parole erano state cancellate a causa della pioggia ma la maggior parte delle frasi erano ancora comprensibili.
La ragazza iniziò a leggere
-Ultima apertura… i bambini sotto i sette anni pagano la metà… sabato 24 Gennaio… vi diamo il benvenuto… museo storico… castello… di… Camelot-
-Castello di Camelot? L’ho già sentito nominare… si ma dove?-
Nidia prese il telefono e digitò una serie di numeri poi aspettò


-Spero tu mi debba delle spiegazione sul fatto che mi hai chiuso il telefono in faccia!-
-Esther per caso sai di un qualche castello di Camelot?-
-E cambiamo discorso…-
-Allora lo sai?-
-Si, dovrebbe essere nel Regno Unito-
-Regno cosa?-
-Se tu sapessi un po’ di geografia… perché me lo chiedi?-
-Bhe perché ho trovato un volantino che parlava del Castello di Camelot-
-Impossibile…-
-Perché?-
-Nidia noi siamo in Italia! Come può una cosa riguardante il Regno Unito arrivare fino a noi?-
-Forse l’ha perso qualcuno… ci voglio andare!-
-No aspetta cosa?-
- E tu mi accompagnerai!-
-Sei impazzita?-
-Niente storie! Ciao-
-Non ti azzardare a chiudere la chiamata…-

-Scusa troppo tardi Esther- disse sorridendo mettendo il telefono in tasca…
Riguardò per un istante il foglietto che teneva tra le mani… ancora qualcosa non quadrava…se questo apparteneva al Regno Unito perché era scritto in italiano?
Che qualcuno avesse voluto farglielo avere?
Con mille dubbi e con le sue solite cuffiette che trasmettevano musica metal si diresse a casa.
 
 





Ciao a tutti :) sono nuova di questa sezione. Mi sono appassionata a Merlin appena l'ho visto e oggi dopo molto tempo mi sono decisa di scrivere qualcosa a riguardo. Essendo la mia prima storia qui vi sarei grata se commentaste sono ben accette critiche e suggerimenti in modo da potermi migliorare sempre più. Ciao :)
   
 
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