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Autore: kunoichi_chan009    15/05/2015    4 recensioni
La piccola Okelly è cresciuta e ormai ha sette anni, come ogni bambina ha le sue idee e questo la porta a scontrarsi con la madre per quanto riguarda una certa tradizione; Hiccup riuscirà a riportare l'armonia fra le due?
Una piccola One shot famigliare sui nostri Cavalieri preferiti.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cambiamenti formidabili'
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Dedico questo special ad Ariele, sono felice di averti conosciuta.
 
 
La tradizione delle trecce


 
 
-Dovevano essere pronte per oggi!- mi rammenda Moccicoso guardandomi furente
-Te lo ripeto per l’ultima volta Moccio, Clarisse è venuta qui stamattina presto e ha preso tutte le pinzette che avevo preparato - gli spiego paziente per la terza volta
-E io ti ripeto che a casa nostra non ci sono- dice lui testardamente sbattendo i pugni sul bancone facendo cadere qualche granello di polvere
-Allora va a cercare tua moglie e chiedile dove le ha messe! Cosa vuoi che ne sappia io? È venuta qui e ha preso tutto borbottando qualcosa a proposito di ieri sera, io non so altro!- gli spiego bruscamente al limite della sopportazione
-Ieri sera è? non mi sembra sia successo nulla di strano- mi risponde accarezzandosi i folti baffi neri pensieroso –abbiamo cenato, parlato e poi è andata a dormire perché la sua schiena era a pezzi a causa del pancione; niente che possa farla borbottare, no?-
-Le donne incinte sono difficili da capire- gli dico alzando gli occhi al cielo –Moccio è dall’alba che sono in giro, vorrei tornare a casa- mi lamento girandomi verso la porta aperta e notando la nuova arrivata
-Ciao Hiccup-
-Ciao Clarisse! Finalmente! Ti prego di a tuo marito dove hai messo le pinzette almeno mi lascerà in pace- la supplico mentre Moccicoso la bacia attendendo la risposta
-Le ho buttate via- dice facendo scostare Moccicoso come se fosse bollente
-Cosahaifattotu?!- chiede sconvolto
-La cosa giusta ovviamente!- gli risponde lei arrabbiata portandosi qualche ciuffo biondo dietro le orecchie per poi girarsi verso di me
-Quando l’ho sposato pensavo di poter convivere con la sua ossessione per le pinzette ma ieri, ieri sera ha superato ogni limite! Lo sai che è successo?! È successo che, scendendo per prendere dell’acqua, l’ho beccato a lucidare quelle dell’anno scorso chiamandole per nome e scusandosi per l’abbandono, piangendo! Capisci? Piangeva sulle pinzette!- finisce guardandomi adirata come a sfidarmi a criticare la sua decisione, guardo sconvolto l’uomo ricevendo in cambio uno sguardo imbarazzato
-È solo che dopo tanto tempo uno si affeziona…smettila di guardarmi così! Ormai le ho buttate e me ne servono di nuove-
-Io non ne farò altre, risolvitela da solo- dico spingendolo fuori dalla bottega e tenendo la porta a Clarisse che, salutandomi, se ne va verso casa sua, seguita come un’ombra dal marito.
Torno dentro aspirando i vapori che hanno caratterizzato la mia infanzia e, lasciando Skaracchio a battere in un angolo una spada, prendo la mia sacca tornando finalmente nella mia dimora.
Entro lanciando, senza guardare, la borsa nell’angolo più remoto della stanza e  mi butto pesantemente sulla sedia dinanzi al focolare, mi tolgo la protesi massaggiando lentamente il moncherino dolorante, con tutto questo freddo camminare senza provare dolore è impossibile.
-Hiccup? Sei tu?- mi chiede Astrid dal piano di sopra
-Si, sono tornato- le rispondo guardando le scale aspettandola
-Sdentato è rientrato mezzora fa, dov’eri finito?- mi chiede raggiungendomi per baciarmi e passarmi un boccale di birra
-Moccicoso mi ha trattenuto per le pinzette, Clarisse le aveva già ritirate sta mattina ma lui non le trovava; alla fine è arrivata lei per dirgli che le aveva buttate, ieri sera lo ha beccato a parlargli-
-A chi?-
-Alle pinzette- le rispondo sospirando, lei resta in silenzio per qualche istante poi scuote la testa e inizia a mescolare la cena
-Non era normale da ragazzo quindi penso sia inutile sperare che lo diventi adesso- sussurra con tono stanco passandosi la mano sulla faccia
-Come mai così stanca?- le chiedo curioso –Non starai invecchiando?- scherzo ricevendo in cambio un pugno
-Sappi che sono ancora giovanissima e nel pieno delle mie capacità, è tua figlia a stancarmi tanto, cocciuta come te!-
-Perché quando fa qualcosa che non va diventa mia figlia? Poi se parliamo di cocciutaggine chiunque ti dirà che tu mi superi- mi difendo scolando il boccale in pochi sorsi
-Tra i due l’unico che ha infranto le tradizioni sei tu-
-A si? Chi è che nella grotta mi ha implorato di infrangere le regole?-
-Oh, sta zitto. Ho detto tradizioni non regole-
-Sono la stessa cosa- le rispondo divertito mentre lei, irritata, mi da le spalle
-Allora?- le chiedo –Per quale motivo all’improvviso Okelly è solo mia figlia? Quale tradizione sta infrangendo?-
-Quella delle trecce- mi risponde con voce ovattata per colpa della mano che le copre la bocca
-Trecce? Non mi sembra d’averla mi infranta-
-Solo perché è una tradizione delle donne!- sbotta lei girandosi di scatto e puntandomi contro il mestolo come fosse un’ascia
-Tua figlia si rifiuta di farsi le trecce! Alla sua età dovrebbe portarne due belle folte, le sue coetanee le hanno già da molto ma lei si rifiuta!-
-Neppure tu segui la tradizione allora- mi arrischio a risponderle
-Io ho sempre portato le trecce-
-Si, ma alla tua età dopo averle fatte dovresti appuntarle sulla testa in una corona o due cipolle, se la vista non mi inganna la tua unica treccia è sciolta fino alla vita; ha addirittura superato la Collana in lunghezza - le spiego giocherellando col monile che la riconosce come mia sposa.
-Questo non cambia niente! Avrebbe dovuto iniziare a portarle già tempo fa! Se solo Alitosa* non le avesse bruciato i capelli, sarei riuscita a convincerla ma no, abbiamo dovuto aspettare che ricrescessero e nel frattempo si è fatta le sue idee su questa “tradizione senza senso”- conclude mimando con le dita delle virgolette immaginarie
-Si- le dico accoccolandomi meglio sulla sedia –È proprio mia figlia-
-E per di più è in ritardo! A sette anni non dovrebbe essere libera di volare fino a tardi, io alla sua età…-
-…restavo ad allenarmi fino allo stremo, giusto? A te piaceva lanciare asce e a lei piace volare, non vedo perché non debba farlo-
-Ovviamente, lei è la tua piccola principessa- mi dice lasciandosi sfuggire teneramente un sorriso subito nascosto dal mestolo, per assaggiare la minestra
-Sai, mi sembra strano il suo comportamento-
-A si?- Mi chiede annoiata prendendo i piatti
-Va bene che si sia fatta le sue idee, ma chissà perché è contro le trecce-
-Ho provato con la forza, con la gentilezza, sono arrivata a prometterle dei regali ma niente! Non vuole neppure dirmi il perché del suo rifiuto, provaci tu a farla parlare- mi dice prima che la porta si apra facendo entrare la mia piccola vichinga.
-Papà!- urla correndomi incontro e saltando agilmente sulle mie gambe, nonostante la tunica bruciacchiata e la faccia sporca di terra un grande sorriso senza incisivi le decora il volto, dietro di lei entra Alitosa che raggiunge il padre al piano di sopra urtando tutto ciò che trova sul suo cammino, compreso il vaso della madre di Astrid.
-Perfetto!- esclama la mia sposa sbuffando quando ci arriva alle orecchie il rumore di ceramica rotta, io e Okelly ci guardiamo divertiti ma siamo subito costretti a nascondere i nostri sorrisi a causa di uno sguardo assassino gettatoci dalla dolce  bionda.
-Mangiate- ci ordina riempiendo i piatti di minestra calda e profumata accompagnata da qualche pezzo di pane abbrustolito.
-Oggi io e Alitosa siamo arrivate ad Ascella che Prude e poi abbiamo esplorato il Labirinto, era pieno di Terrori Marini che hanno provato ad attirarci in basso per affogarci ma gliela abbiamo fatta vedere noi!- racconta tutta eccitata Okelly con le guance rosee nonostante la terra
-Ultimamente si comportano in modo strano, dovrei farci un salto-
-Posso andarci io, tra il villaggio, la fucina, l’accademia e i viaggi sul continente non hai molto tempo per occuparti anche di loro.- mi propone Astrid pensierosa
-Anche io!- si aggrega mia figlia tutta felice facendo cascare qualche goccia di minestra per terra
-Oc sta attenta- le dico sorridendole e lei, tutta felice, finisce la minestra per correre al piano di sopra da Alitosa
-“Oc”, persino il suo soprannome è maschile, potresti chiamarla Oky o lasciare il nome intero, io non ho soprannomi- si lamenta mia moglie prendendo i piatti e mettendoli nel lavello, prendo la protesi e la rimetto al suo posto per poi alzarmi
-Avevi già fatto mangiare Sdentato vero?-
-Lui e Tempestosa hanno cenato insieme quando è tornato- mi risponde senza girarsi, la raggiungo e l’abbraccio da dietro incrociando le mani sulla sua pancia
-Vado a parlare con lei?- le chiedo posando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi
-Forse a te dirà il perché è così contraria alle trecce-  acconsente lei strofinando la guancia sui miei capelli –Ultimamente mi sembra di non capirla più, ci stiamo allontanando- sussurra triste con lo sguardo rivolto ostinatamente verso i piatti
-Ti sbagli, semplicemente la sua personalità sta cambiando e vedrai che col tempo ti abituerai, tu  non sei un che si arrende no?- le sussurro all’orecchio baciandole dolcemente la guancia e sciogliendo l’abbraccio per andare al piano di sopra, scosto al muro i pezzi del vaso e raggiungo la mia vecchia camera; Okelly è sdraiata sul letto a leggere mentre le nostre Furie Buie le stanno accanto, vedendomi entrare Sdentato si alza e mi viene vicino
-Ehi bello! Fai la guardia?- gli chiedo dolcemente carezzandogli il muso
-Dov’è Tempestosa?- chiedo a mia figlia mentre cerco di fermare il mio drago che mi salta addosso
-Sul tetto, sei qui per le trecce vero papà?- mi chiede lei guardandomi da sopra il pesante volume di “Draghi acquatici, addestra anche tu il tuo drago”, gli occhi verdi, così simili ai miei riflettono una profonda tristezza.
Mi avvicino ai piedi del letto e mi ci siedo –Perché?- chiedo semplicemente
-Non le voglio!-
-Non ti piacciono?-
-Non è che non mi piacciano, è solo che questa usanza ci fa sembrare tutte uguali; io voglio essere come te papà, voglio andare bene così come sono! Mi rifiuto di fare parte della mischia! Non sono una pecora- si difende tutta agitata lasciando andare il libro e muovendo le mani per aria
-Sei certa di avere sette anni?- le chiedo stupito poggiando il mento sulla mano
-Eh?-
-Vieni qui- le dico indicando le mie gambe incrociate e lei, gattonando, ci si siede contenta
-Tu vai più che bene così Oc, tua madre vorrebbe solo farti le trecce come tutte le altri madri fanno con le loro figlie, non pensi di poter accettare una via di mezzo? Per essere felici entrambe?- le chiedo guardandola negli occhi
-Posso pensarci- mi risponde tornando con la testa dritta per guardare davanti a se
-Bene adesso…- dico per poi stringerla forte al mio petto -…sei mia prigioniera e per essere liberata devi dire “Alitosa è brutta”-
-No! Non lo dico!- mi risponde lei ridendo e contorcendosi nel mio abbraccio
-Dillo o non ti lascio- ordino lanciando uno sguardo alla piccola draghessa che mi guarda scontenta
-No!-
-Allora…- inizio a farle il solletico finché, dopo aver sussurrato un “lo dico per finta” al suo drago finalmente si decide
-Alitosa è brutta-
-Non ho sentito bene-
-Alitosa è brutta!- ripete ridendo a causa del solletico –Così va meglio.- dico prima di lasciarla andare, alzarmi dal letto e raccogliere il libro caduto sul pavimento
-Leggi solo i Terrori Marini poi a dormire- le raccomando sapendo che non sarò ascoltato ma non importa, perché il sorriso con cui mi saluta è troppo bello per arrabbiarsi –Lavati la faccia- le dico infine chiudendo la porta e dando la buona notte a Sdentato che, pigramente, va di sotto.
Vado in camera mia e trovo Astrid già cambiata e sotto le coperte che, nell’attesa del resoconto del colloquio appena avvenuto, ricompone e disfa la sua lunga treccia
-Allora?- mi chiede appena mi scorge
-Non le vuole perché pensa che così sarà uguale alle altre, che non va bene così com’è- le rispondo cambiandomi e sistemandomi sotto le coperte insieme a lei che, lasciando stare i capelli, mi si stinge al petto.
-Lei va benissimo così com’è, le trecce sono solo una tradizione che gradirei rispettasse.-
-Ha detto che prenderà in considerazione una via di mezzo, per accontentarvi entrambe.-
-Quella bambina non può avere sette anni-
-Lo pensi anche tu? Comunque mi ha reso felice il suo modo di pensare, è più coraggiosa di me-
-Perché dici questo?- mi chiede lei alzando la testa dal mio petto e guardandomi confusa
-Non c’è coraggio più grande che essere se stessi, io alla sua età avrei fatto di tutto per essere uguale agli altri, magari come Moccicoso-
-Cielo, fortunatamente no!- scherza lei posandosi nuovamente su di me
-Eppure- continuo –Se tornassi indietro nel tempo vorrei che tutto andasse così, ciò che ho ora ripaga tutto quello che ho passato.- le dico guardandola, lei si alza di nuovo per darmi un bacio a fior di labbra e unire le nostre fronti
-Se tornassi indietro nel tempo vorrei che il mio orgoglio svanisse permettendomi di vederti e amarti da subito, ma immagino sia impossibile- mi sussurra dolcemente posando la testa nell’incavo del mio collo, solleticandomi a ogni respiro
-Adesso aspetta che lei ci pensi su, poi troverete un accordo- le dico senza ricevere risposta, la scosto leggermente per constatare ancora una volta quanto sia brava ad addormentarsi in un momento e, sorridendo dolcemente, la stringo a me raggiungendola nel sonno.
 
Ci svegliamo poco dopo l’alba, Sdentato salta sopra il tetto come sempre per andare a volare quindi, assonnato e rigido, esco dal caldo letto per raggiungerlo di fuori; Astrid si alza con me ed Okelly ci raggiunge subito al piano di sotto per mangiare, ingoio velocemente un pezzo di pane ma, proprio mentre sto per raggiungere il mio drago la voce di mia figlia mi ferma
-Mamma ho raggiunto un accordo perfetto per le trecce- annuncia tranquilla mentre sorseggia una tazza di latte caldo apparentemente senza accorgersi della reazione della donna accanto a se, Astrid è rimasta con la colazione a mezzaria e lo sguardo, dopo aver incrociato per un’istante il mio, è rigido su nostra figlia.
-A si? Cosa hai pensato?- sussurra tesa buttandosi i capelli, ancora sciolti, dietro le spalle
-Dato che tu vuoi le trecce e io non voglio essere uguale alle altre potrei farmi una treccia diversa da quelle tipiche-
-Hai qualche idea?- le chiede dolcemente carezzandole i capelli castani
-Magari una coda alta e da li una treccia, oppure…- e via a fare elenchi che però non ascolto, lascio questo momento solo per loro due e, in groppa a Sdentato, inizio il mio giro giornaliero da Capo Villaggio.
 
Torno a casa per pranzo, un avvenimento più unico che raro che stupisce me per primo, apro la porta facendo sobbalzare Astrid che, lentamente, sta facendo ruotare lo spiedo con la carne
-Che ci fai qui?- mi chiede sorpresa fermando per un’istante la rotazione
-Mio padre e Skaracchio si sono occupati delle navi mentre io ero a controllare i raccolti, quando li ho raggiunti mi hanno spedito qui dicendo che per una volta potevo anche lasciar fare a loro.- le spiego sedendomi e sostituendola con la cottura del pranzo
-Allora? Tu e Okelly siete riuscite a trovare la treccia perfetta?-le chiedo sospirando davanti al primo vero pranzo dopo mesi di radici, pesci mezzi crudi e teste rigurgitate
-Certamente, Oc scendi! C’è papà!- chiama verso il secondo piano
-Non è fuori con Alitosa?-
-L’ho trattenuta perché dovevamo andare dai Terrori- mi risponde stiracchiandosi e muovendo il collo creando una danza ammaliatrice con la treccia
-La chiami anche tu Oc?- le chiedo ghignando
-Non è poi così male- dice girando le spalle alle scale dalle quali, come una furia, scende la mia bambina che senza aspettare mi salta addosso
-Papà ti piace?- mi domanda contenta e mi prendo qualche istante per osservarla:
una piccolissima treccia le avvolge la testa come un cerchietto partendo da un orecchio e finendo vicino all’altro mentre il resto dei capelli, raccolti prima da una coda alta, sono stati acconciati in sei piccole trecce bitorzolute, come quelle della madre, che frustano l’aria ogni volta che la testa viene mossa di scatto.
-Sei bellissima Oc- le dico sincero e la faccio scendere mentre lei, contenta, corre da Astrid per girarle intorno e tornare di sopra
-Sai, inizialmente lei voleva solo le sei treccioline, ma l’ho convinta a farsi la coroncina-
-Perché?- le chiedo divertito
-Perché lei è la tua principessa- mi sussurra sorridente baciandomi
-Abbiamo superato questo problema, non credi dovremmo iniziare ad occuparci dell’altro?- domando dolcemente posandole una mano sul ventre
-Come reagirà alla notizia secondo te?- mi chiede leggermente preoccupata facendo spuntare qualche ruga intorno agli occhi
-Non lo so, ma iniziamo con il sistemare la fucina** vuoi?-
 
 
*Alitosa è il nome che Okelly ha scelto per il suo drago, perché la prima volta che si è avvicinata il cucciolo le ha alitato in faccia.
**quella che hanno in casa, la devono sistemare per farne la stanza del secondo figlio
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Ciao a tutti!

Ok, non chiedetemi da dove è saltata fuori perché non me lo ricordo!!! Semplicemente ho pensato alle trecce ed è venuto fuori questo quadretto famigliare pieno di tenerezza e dolcezza, da dove posso iniziare? Diciamo che in realtà non è vero che tutte le Vichinghe portano i capelli in una corona o due cipolle, ma nel “dono della furia buia” mi sembra di  averle viste tutte con queste acconciature perciò….evviva la tradizione J. Ho scritto gli special a paripasso con la storia, sono cose che vanno fatte subito anche se resteranno per qualche mese ad impolverarsi nel computer, non vedo l’ora di pubblicarle tutte (questa ha aspettato 9 mesi)!!! XD
La scena di Moccio e Clarisse l’ho fatta perché, anche se lei nella realtà del film non esiste, amo questa coppia; è una di quelle “stiamo sempre a litigare ma siamo felici così” personalmente non le capisco troppo ma col loro carattere non li vedevo affatto a farsi le coccole carni e coccolosi. Okelly è praticamente suo padre in miniatura, forse sette anni sono troppo pochi per l’intelligenza che ha ma ehi! Lei è un prodigio quindi può tutto è.è
Mi ha fatto tenerezza scrivere di lei e Hiccup col classico gioco “ti libero se dici…” quando ero piccola mi catturavano sempre e volevo piangere perché pensavo di offendere qualcuno, solo ora mi accorgo quanto sia divertente, anche perché mio fratello fa sempre dire a nostra nipote quanto io sia brutta (però lei non prova rimorso (-.-‘’))
Astrid e Hiccup come genitori sono fantastici, spero che in Dragon Trainer 3 lo siano (calma, devo ancora metabolizzare il  2….come farò ad aspettare due anni per il 3?!); spero vivamente di avervi fatto capire bene l’acconciatura di Okelly, in pratica ha una treccia che le fa da cerchietto e dopo aver raccolto i capelli in una coda alta li ha divisi in sei ciocche e con ognuna ha fatto una treccia, per bitorzoluta intendo imprecisa, come quella di Astrid che non è fatta come le trecce normali ma in un modo strano che so fare ma non descrivere (ho torturata la ragazza di mio fratello con quella treccia perché lei ha i capelli lisci ed è facile farla).
Mentre scrivevo il finale ho pensato “un\a bel\lla fratellino\sorellina?” così, tanto perché amo riempirli di problemi ^.^ e in più ricaverò un altro special. Che bello!!!
E va be, ciao a tutti ^.^

Kunoichi_chan009
 
 
 
 
 
 
  
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