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Autore: Temperina    15/05/2015    0 recensioni
Esiste un limite alla vendetta? Lee Eunhyuk vorrebbe rispondere di no, visto che nel suo caso si tratta di provocare la bancarotta della famiglia che aveva umiliato lui e sua madre molti anni prima.
Nel suo piano, però, non aveva previsto di conoscere e soprattutto di innamorarsi di una delle vittime,l'angelo bruno Donghae.
C'è ancora tempo per fermare il disastro che lui stesso ha iniziato? Forse no, a meno che loro due non accettino la condizione di...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

<< Guarda che non ho l’abitudine di rapire gli uomini >> si ribellò Lee Eunhyuk, la schiena rivolta verso la grande vetrata affacciata sulla principale strada di Seoul, Sejong-daero. << Può darsi che io sia considerato spietato…ma negli affari. Mai niente di personale >>.
<< A volte, non sono sicuro che non vi sia nulla di personale nel tuo atteggiamento >> borbottò Choi Siwon, quasi parlando a se stesso.
Eunhyuk si voltò bruscamente per fronteggiare il titolare della Today Art, l’unica persona ad avere più potere di lui nell’azienda. Siwon era il capo nominale tuttavia, in quanto presidente, Eunhyuk era il direttore esecutivo. << Non ci crederai, ma perfino io ho degli scrupoli, e mi rifiuto di rapire qualcuno >> dichiarò.
<< Stai fraintendendo le mie intenzioni: non ho mai parlato di rapimento. Donghae è il fratello più giovane di mio marito, ha solo ventidue anni. Quello che voglio fare è solamente proteggerlo >>.
Eunhyuk gli rivolse un’occhiata obliqua. << Tu intendi dire che vuoi proteggere Kyuhyun >>. Siwon non rispoese e Eunhyuk sorrise amaro. << Nemmeno a te e a tuo marito piace quell’americano,Henry Lau… >>
<< Abbiamo le nostre buone ragioni, e tu lo sai >>.
<< Così tutto ciò che vuoi realmente è difendere Kyuhyun da notizie che non gli farebbero piacere >>.
Siwon lo fissò pensieroso, aveva le labbra serrate in una smorfia e i lineamenti tirati. Gli occhi neri si velarono.
<< Kyuhyun non può perdere questo bambino. Non potrebbe sopportare una notizia del genere adesso, e io preferirei essere dannato piuttosto che fargli venire patire un altro aborto >>.
Le parole di Siwon erano venate dal dolore e dalla rabbia per il senso d’impotenza che provava.
Eunhyuk era a conoscenza dei due precedenti aborti di Kyuhyun: l’ultimo era successo non più di un anno prima, quando la gravidanza era già abbastanza avanti.
Kyuhyun ne era uscito distrutto e Siwon si era preso sei settimane di ferie per stare vicino al marito. Era stato allora che Eunhyuk aveva asunto il controllo della compagnia.
Sfortunatamente per lui, Siwon non si rendeva conto di giocare il gioco che Eunhyuk aveva preparato; non si rendeva conto che ogni sua mossa rafforzava il potere dell’altro uomo indebolendo il proprio.
<< Sono fortunato a potermi fidare di te >> mormorò Siwon rilassandosi. << Se non fosse per te ci troveremmo davvero in grossi guai >>.
Eunhyuk si irrigidì, in un sussulto di coscienza, di fronte all’onesta gratitudine di Siwon. Detestava le emozioni contrastanti che provava in quel momento. Tentando di ignorarle si voltò verso la grande vetrata, da dove vide il sole calante illuminare il profilo di Seoul.
Per la prima volta da molto tempo, si disprezzò per quello che stava facendo contro i Choi.
Detestò i segreti che teneva seppelliti nel cuore, quelli che lo avevano portato a una serie di azioni per distruggere Siwon e i Choi, comunque adesso era troppo tardi per tirarsi indietro.
Fissando ancora il profilo delle case si sentì oppresso dal peso di un oscuro passato: poteva sentire la preoccupazione di Siwon per il marito, le responsabilità che lo opprimevano, e avrebbe quasi voluto mettere in guardia.
Non fidarti di me. Non sentirti al sicuro con me. Non lasciare che io mi avvicini alla tua famiglia.
Ma non disse nulla. Soffocò il senso di colpa, ripetendosi che i problemi di Siwon non lo riguardavano. Le perdite di Siwon non erano le sue.
Trasse un profondo respiro, soffocando le proprie emozioni, e ricordò a se stesso che non si trattava di una banale ostilità. La sua era vendetta.
Lo doveva a sua madre.
Il ghiaccio avvolse il suo cuore, e con nuova determinazione si volto a fronteggiare il suo segreto,mortale rivale.
<< Qual’era il piano? >>
   
 
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