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Autore: Eresseie93    15/05/2015    3 recensioni
Oneshot che non pretende nulla!! ;) Solo, vi auguro una buona lettura:
Aveva cambiato argomento, non voleva parlare con nessuno dei suoi poteri aveva fatto spallucce e il Drago accorciò la loro distanza ma vide l’altro contrariato
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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<<Ssh Merlino, non fare rumore o ci scopriranno. >> sussurrò il principino.

<< Scusa Artù, ma ho fame! >> rispose il ragazzetto accanto a lui, mentre gli brontolava lo stomaco.

Legati dal destino, due bambini ancora ignari del loro futuro e delle grandi gesta che li aspetta, vagano nella notte per il castello.

Sperano di affrontare qualche terrificante fantasma di qualche storia raccontatagli dal vecchio Gaius, medico e tutore di entrambi i fanciulli.

Si accontenterebbero anche solo di riuscire ad arrivare fuori la torre più alta, solo per vedere la vastità del cielo di notte, con tutte quelle stelle. Per sentirsi felici, sereni.

Artù tira fuori una pagnotta e la divide a metà, offrendone un pezzo al suo futuro servo << Tieni, mangia.>> mordendo la sua parte, l’altro lo ringrazia e afferrato il suo pezzo sazia la fame.

Avevano vagato per molti corridoi stando attenti alle guardie, ma non avevano incontrato nessun fantasma, quella sera stava piovendo e di uscire nella torre non se ne parlava proprio.

Erano seduti sui gradini di una scala secondaria e seminascosta, cominciavano ad annoiarsi quando Merlino scattò in piedi.

<< Che ti prende Merlino? >> aveva chiesto il principe, ma quello non gli rispondeva stava fermo immobile come ad ascoltare qualcosa. Qualcosa che solo lui sentiva, all’inizio pensò che lo stesse facendo per spaventarlo ma lui rise << Non riuscirai a farmi spaventare, sono un Principe io. >> quando poi cominciò a spaventarsi sul serio prese a strattonarlo << Adesso basta! Non è divertente Merlino >> mentre si guardava attorno per vedere se c’era qualcosa o qualcuno nascosto da qualche parte. Ma non c’era nessuno, erano soli.

Il moro lo guardò negli occhi, era bianco e freddo << Non lo sentì Artù? >> ma il biondo non riusciva a rispondere, paralizzato dalla paura e scosse la testa per dire no mentre deglutiva più volte.

<< E’ una voce che mi sta chiamando, ha una voce così calda>> aveva ripreso l’altro, ma il biondo non voleva sentire nient’altro << Basta Merlino. Io me ne vado, mi hai rotto con queste tue scemenze. Non c’è nessuno qui!>> e più che camminare verso la sua stanza, si era messo a correre, nascondendosi sotto le coperte.

Merlino rispondeva mentalmente a quella voce, voleva che andasse da lui. Sembrava amichevole e la seguì.

Arrivò alle prigioni, trovò due guardie addormentate e passò oltre, facendo attenzione a non far rumore. Una volta giunto davanti a una porta vide solo buio, d’un tratto si accesero delle fiammelle a rischiarare il percorso e Merlino scese i gradini fino al loro termine.

Si ritrovò davanti ad una vasta e immensa grotta << C’è nessuno? >> aveva detto a quel silenzio che rispose con il suo eco, aspettò un po’ ma nessuno si fece avanti, stava per andarsene quando sentì qualcosa.

Rumore di catene che si stavano muovendo sulle rocce, un battito d’ali e poi un tonfo sordo sulla roccia grande dinanzi a lui << Merlino >> aveva detto la creatura che gli stava di fronte.

Merlino tremò un poco dinanzi a quella creatura << C-cosa sei? >> aveva chiesto ingenuamente, e quello gli rispose ridendo un po’ << Sono un drago, Merlino. L’ultimo della mia specie >>.

<< Come ti chiami? >> aveva chiesto stupefatto, stava conoscendo davvero un drago una di quelle creature che aveva sentito solo nei racconti, l’altro assunse una posa rilassata << Il mio nome è Kilgharrah>>.

Merlino gli si avvicinò un po’ di più curioso e preso da tutta quell’euforia << Come mi conosci? >> e il drago rise di gusto << Un grande destino poggia sulle tue spalle, mio piccolo mago. Il tuo destino è stato già scritto >>.

Merlino fece un passo indietro terrorizzato all’idea che qualcun altro, oltre Gaius, sapesse dei suoi poteri << Mago? Ti stai sbagliando! >> aveva risposto. L’altro rise ancora una volta << Non temere, conosco il tuo segreto, sono una creatura della religione antica >>.

Aveva cambiato argomento, non voleva parlare con nessuno dei suoi poteri << Di quale destino stai parlando? Io sarà solo il servo del principe Artù >> aveva fatto spallucce e il Drago accorciò la loro distanza << Dovrai aiutare Artù ad ascendere al Trono >> ma vide l’altro contrariato << Qualcosa non va giovane mago? >> e Merlino non sapeva cosa rispondere << Artù non vuole diventare Re, dice che appena saremo abbastanza grandi andremo via >>.

Il Drago rise di gusto e Merlino si arrabbiò <<Cosa ridi? >> incrociò le braccia al petto, Kilgharrah lo guardò quasi come un padre amorevole <<Le vostre strade sono incrociate, siete destinati a condividere molto più di un semplice sogno di scappare via. Siete uniti da un legame che ora non riesci a vedere e capire, ma un giorno giovane mago le cose ti saranno più chiare.>> così dicendo volò via.

Merlino lo chiamò più volte per avere delle spiegazioni ma ormai era rimasto solo.

 

La mattina seguente dopo aver fatto colazione, si vide proiettato a terra da Artù, quando riuscì ad alzarsi si massaggiò il sedere << Che diavolo ti è preso Artù? >> l’altro lo guardò furibondo << Così impari a farmi spaventare >>. Merlino sapeva che era meglio non ribadire anche perché altrimenti avrebbe dovuto spiegare cosa era successo realmente e sarebbero venute fuori troppe cose che non potevano essere spiegate, non lo disse neanche a Gaius, lo tenne solo per sé quell’incontro misterioso con il Drago.

Aveva pensato molte volte di rivelare il proprio segreto a quell’asino presuntuoso ma Gaius gli aveva intimato di non svelare niente a nessuno, un giorno quando le cose sarebbero state diverse allora forse Artù avrebbe capito, avrebbe accettato.

Passarono diversi mesi e non c’era giorno che Merlino non pensasse alle parole del Drago. Le custodiva gelosamente, come un tesoro inestimabile.

Più passavano i mesi più si rafforzava il legame tra il Principe e un semplice servo, ogni giorno condividevano esperienze uniche, non c’era luogo dove non si inoltrassero insieme e non c’erano piccole imprese che non svolgessero insieme.

Passarono anni e divennero uomini, Merlino e Artù condividevano davvero qualcosa di speciale e unico, qualcosa che ancora entrambi non vedevano, che non capivano ma percepivano.

Ci vuole tempo per accorgersi di alcune cose, specialmente se si tratta di sentimenti profondi dettati dalla legge del cuore. A quel tempo un uomo geloso di un altro uomo non era ben visto ed entrambi cercavano di non darlo a vedere, non si preoccupavano di questa loro gelosia poiché la vedevano come un naturale sentimento tra due persone che tengono l’una all’altra.

Un giorno Artù seppe del flirt tra la sua sorellastra Morgana e il suo valletto, li vide baciarsi sotto un grande albero poco lontano dal castello, dentro gli montò un’inspiegabile rabbia, lo stomaco gli si chiuse in una morsa e il cuore accelerò i suoi battiti << Che state facendo? >> andò furioso contro di loro.

I due ragazzi si distaccarono e in un primo momento furono spaventati, quando si accorsero che era soltanto Artù si rasserenarono << Artù, ci hai spaventati >> aveva detto Morgana con una mano sul petto, il principe però non cedeva a nessun sorriso e la sua faccia continuava ad essere rigida e scura << Ti sembra un comportamento appropriato Morgana? >> il suo tono era austero.

Merlino aggrottò le sopracciglia e vide la ragazza accanto a lui sbarrare gli occhi << Che vuol dire Artù? E’ Merlino non uno della locanda >>. Morgana aveva sempre avuto un carattere forte, andava contro tutto e tutti pur di seguire i propri pensieri, ma Artù le si fece più vicino << Non sei una persona qualunque Morgana. Credi che nostro padre approverebbe? Questa storia deve finire, ora. Prima che qualcuno si faccia male >>. Erano state severe le sue parole ma c’era un fondo di verità, non era solo questione di gelosia nei confronti di Merlino ma non voleva che gli capitasse niente.

Morgana andò via furiosa, adesso erano solo loro due. Merlino non gli parlava, non lo guardava e il principe si sentì in colpa << Merlino >> aveva pronunciato il suo nome come una supplica che l’altro accolse, alzò il suo sguardo su di lui << Sire >> aveva sussurrato.

Quando erano soli mai lo chiamava così, neanche in quelle notti che passavano abbracciati nel letto reale, senza sapere perché volessero farlo, solo ne sentivano il bisogno.

Stavano con il petto nudo, qualche bacio dato di sfuggita come per sbaglio, per non confermare quello che ormai sapevano da qualche tempo, perché faceva male amarsi in quelle condizioni. Non avrebbero retto al dolore se fosse successo qualcosa e si accontentavano di sfiorarsi la pelle e le labbra, in gesti casti colmi di desiderio.

<< Merlino, lo faccio per il tuo bene, sai che con Morgana non potrebbe funzionare >> si era avvicinato di più, avrebbe voluto toccare quel corpo teso ma non lo fece, guardava la chioma nera di Merlino scombinarsi a causa del vento e lo amava, ancora di più.

Il moro si era accigliato un po’ << E con Gwen? E’ una serva eppure hai detto le stesse cose >> aveva incrociato le braccia al petto e stretto le labbra, osservava la reazione dell’altro, il corpo si era teso lievemente e l’espressione del volto era più triste che arrabbiata.

<< Hai ragione, soltanto che..>> non sapeva come continuare e lo guardò eliminando totalmente la distanza che si frapponeva tra loro, lo trasportò dietro al tronco di un grosso albero e lo abbracciò ispirando il profumo del suo valletto.

<< Soltanto che vogliamo qualcosa che non potremo mai avere, Artù >> l’aveva mormorato all’orecchio del suo principe dalla chioma color grano maturo e lo strinse di più a sé.

<< Voglio suggellare il mio amore per te, Merlino. Voglio donare a te il mio cuore, qualsiasi cosa avvenga, voglio che tu sia unicamente mio ed io sarò solamente tuo, se solo tu vorrai >> e gli carezzò una guancia mentre gli occhi parlavano, sussurravano parole invisibili << C’è un posto chiamato Avalon, dicono sia magico e sacro >> sorrise dolcemente.

Il biondo lo baciò, era la prima volta che si baciavano a quel modo, avevano lasciato spazio ai loro sentimenti << Ti donerai a me, Merlino? >> mormorò tra un bacio e un altro << Sì, completamente >> bisbigliò l’altro.

 

Al calar della notte si trovavano ancora sulle sponde del lago, vicini, stretti.

Sembrava che quel momento fosse destinato a durare per sempre.

Nessuno dei due aveva mai conosciuto tanta felicità e mentre osservava il suo principe riposare, lui pensava ancora alle parole del drago.

Doveva essere per forza questo il significato di quelle parole, il loro legame era cresciuto giorno per giorno insieme con loro, così come i sentimenti che provavano.

Sentiva la felicità propagarsi per tutto il suo corpo, si alzò piano per rinfrescarsi la faccia e quando arrivò vicino l’acqua scivolò toccando un cristallo.

Immagini su immagini gli si presentarono davanti, il futuro gli scorreva veloce, troppo per catturare ogni frammento di esso, fino ad arrivare alla fine.

Sangue, conflitti, tradimenti e morte. Non sapeva quando tutto questo sarebbe accaduto, si arrestò quando vide per terra Artù, freddo, senza vita, ferito al fianco. Ne morì.

Guardava il corpo del suo amante giacere accanto a lui, il suo corpo caldo e il respiro regolare. Era vivo, ancora. Un sospiro di sollievo prima di cadere nel vortice di quello che sembrava un futuro imminente.

Vide la sua solitudine nell’eternità a venire, solo ad aspettare un Re che non sarebbe più tornato da lui, e si strinse a quel corpo che ancora poteva stringere a sé, sentirne il calore, il profumo, ascoltare i battiti ritmici. Sperò con tutto se stesso che quel futuro fosse più lontano possibile, sapeva che invece era funesto ma voleva allontanarlo quasi scordare quello che aveva visto, ma non ci riusciva. Alcune immagini gli si presentavano davanti, forse avrebbe potuto fare qualcosa per cambiarlo, ma sapeva che il Destino non può essere gabbato.

Lo vide sfidare creature incantate, combattere con altri cavalieri nei tornei, difendere la propria città, scontrarsi contro suo padre, l’aveva visto salire al trono come Re. Aveva gridato con tutto il fiato che aveva in corpo “Lunga vita al Re”. Poi la disfatta.

Dolore. Guerra. Morte.

Si sentiva stanco e affaticato da anni che ancora dovevano arrivare, distrutto e lacerato per la morte che sarebbe sopraggiunta presto e si sarebbe abbattuta sui suoi cari.

Il corpo era teso, la sua mente altrove lontana nel tempo.

Poi Artù nel sonno lo abbracciò, lo strinse così forte che i muscoli del moro da tesi si rilassarono, senti che gli sussurrava delle parole << Torna da me, Merlino >> e anche la mente si arrestò al pensiero della verità scoperta da poco, quella realtà che avrebbe preferito non sapere, e ai sentimenti cupi che si erano diffusi in lui. Si sciolse nell’amore di quell’abbraccio, tornò dal suo amante poiché di lì a poco quel suo stesso amante non sarebbe più tornato da lui.

 

 

Angolo autrice:

Salve a tutti bella gente!

Spero che questa oneshot vi sia piaciuta! ;) non voleva essere niente di pretenzioso, spero sia stata una buona lettura! Grazie a chiunque legga e/o recensisca!

Un bacio ;*

  
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