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Autore: EmmaSnix    15/05/2015    5 recensioni
Una storia nata all'improvviso, durante un pomeriggio di pioggia.
-“Dare”
Niente, non disse nulla, non riusciva, le parole gli si congelavano in bocca e tutto quello che poteva fare era respirare, sollevato solo dal sentire la sua voce, risuonare nelle sue orecchie ancora una volta e improvvisamente si sentì come la sera in quella stanza; stanco e senza più voglia di lottare solo col desiderio di aggrapparsi così forte a lui da fargli capire che adesso non sarebbe scappato, non più.-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.
(Alessandro Baricco)
 
La sua vita era cambiata drasticamente in pochi giorni. Da star del piccolo schermo, protagonista di una famosa serie tv ad attore di teatro nel musical “più rock di tutti i tempi”, così l’aveva descritto il Time.
Aveva detto addio ad un cast che, dopo cinque anni, era diventato la sua famiglia, chiuso casa sua a Los Angeles per ritrovarsi catapultato in una lussuosa stanza d’albergo nella grande mela.
Il cambiamento era stato decisamente drastico, gli mancava la vita di prima; le sue abitudini, le amicizie, il regista che urlava “stop”, “questa va bene ragazzi” e persino il caldo californiano ma Darren è un ragazzo forte, uno di quelli che si adatta facilmente e che mette al primo posto il suo lavoro, poco importa di quanti sacrifici questo comporti.
La maggior parte delle volte non sentire la mancanza della sua precedente vita era fin troppo facile, non aveva nemmeno il tempo di fermarsi e farsi cogliere dalla nostalgia a causa dei mille impegni, mentre c’erano delle sere che era troppo stanco anche solo per dormire e quelli erano i momenti peggiori; veniva rapito da un gran numero di ricordi che gli attanagliavano il petto fino a togliergli il respiro. Quello che sentiva dentro gli sembra troppo grande da gestire, avrebbe solo voluto spegnere i pensieri e non continuare a pensare sempre più intensamente che quella parte della sua vita era finita, che ormai era tutto sepolto nel passato, compreso lui.
 
 
Era successo tutto così velocemente, un momento prima aveva la propria mano stretta nella sua e le orecchie piene di quella frase: “piacere, Chris” e il momento dopo lo aveva invitato a cena, segnando l’inizio di un’amicizia, di un rapporto lavorativo che poco dopo si trasformò in intesa, sguardi, chiacchierate fino a notte fonda, fino a non riuscire a sentire altro che il cuore impazzire ogni volta che era a pochi metri da lui.
Si era domandato un centinaio di volte il perché quel rapporto fosse così diverso, così intenso da non riuscire a razionalizzare le cose più banali, perché con lui?
Tra loro non era mai accaduto nulla, non poteva dare la colpa a quel vortice di emozioni che provava ad un bacio dato con troppa passione fuori dal set o dichiarazioni dettate dall’alcol. No, il loro era un rapporto di semplice amicizia, 
fino a quel giorno.
Erano entrambi stanchi. Cena d’asporto, un bicchiere di vino di troppo e il bisogno disperato di sentirsi vicino a qualcuno, la voglia di lasciarsi andare e sfogare tutto lo stress e la fatica nell’altro semplicemente stando vicini. Uno sguardo, due. L’atmosfera leggera, pochi pensieri e un bacio. Due, dieci, mille e poi a fare l’amore sullo stesso divano che qualche ora prima li aveva visti discutere di tutto e di niente.
Darren non si era mai sentito così incosciente, perso. Non capiva cosa stava facendo e non gli interessava, aveva solo bisogno di quel ragazzo che adesso lo stava riempendo di attenzioni e non voleva, per la prima volta, domandarsi se fosse giusto o sbagliato; era solo così semplice che non trovava un motivo abbastanza valido per mettere fine a quella meravigliosa tortura.
E la sua testa rimase leggera tutta la notte, non pensava più a nulla finché le prima luci dell’alba non colpirono i suoi occhi. Così tutto fu illuminato, più chiaro ma non solo nella stanza in cui si trovava, ancora steso accanto a lui, ma anche nella sua testa e la consapevolezza di quello che era appena successo lo colpì come un pugnale all’altezza del cuore. Aveva rovinato tutto.
E poi ci fu il litigio che mise un punto al loro rapporto tanto esclusivo, tanto intimo e familiare. Quella mattina volarono accuse, rancori, paure e l’atmosfera da frizzante e leggera della sera prima divenne pesante come tonnellate di massi che piano piano iniziarono a formare un muro sempre più alto, sempre più forte, dal quale non passava più alcuna luce di speranza.
 
Il loro rapporto era finito da tempo quando Darren scoprì che lui era andato avanti, aveva trovato qualcuno da amare e che lo amasse senza timori e paure. 
Darren era davvero felice per lui, davvero ma allora perché durante quelle dannatissime sere non smetteva di pensare a lui, a quanto gli mancasse, a quanto avrebbe voluto trovare il coraggio di rompere quelle catene di paure che lo tenevano fermo sempre nello stesso punto e che stringevano così forte da stritolarlo?
Prese il cellulare tra le mani e scorse i numeri della sua rubrica fino a trovare quel nome, il suo nome. Chris .
Prima ancora di rendersene conto il suo dito aveva premuto il tasto verde in alto a destra e il cellulare aveva iniziare a squillare.
 
“Pronto” 
Silenzio. Darren rimase pietrificato. Perché l’aveva fatto? Cosa doveva dirgli infondo?
Dall’altra parte sentiva i respiri farsi sempre più profondi e rassegnati.
 
“Dare”
Niente, non disse nulla, non riusciva, le parole gli si congelavano in bocca e tutto quello che poteva fare era respirare, sollevato solo dal sentire la sua voce, risuonare nelle sue orecchie ancora una volta e improvvisamente si sentì come la sera in quella stanza; stanco e senza più voglia di lottare solo col desiderio di aggrapparsi così forte a lui da fargli capire che adesso non sarebbe scappato, non più.
E invece dopo interminabili minuti nessuno dei due aveva più detto nulla ma non avevano nemmeno trovato il coraggio di chiudere la telefonata più assurda della loro vita. Continuarono così; respirando lentamente, godendosi ogni istante di quella strana vicinanza che sembrava tanto intima quanto ritrovarsi l’uno sopra l’altro a fare l’amore. 
 
Alla fine Darren si sentì come ubriaco da tutta quell’intimità, si spogliò di qualsiasi orgoglio e parlò.
 
“Ho bisogno di te”
La frase uscì come un sussurro e temette che dopo tanta fatica nel trovare il coraggio per parlare lui non l’avesse nemmeno sentito. ma non fu così.
 
“Apri”
Rispose semplicemente dall’altra parte e a Darren gli ci vollero diversi minuti per capire e pensò di essere impazzito del tutto, pensò di essersi immaginato la sua voce che gli diceva di aprire la porta ma ormai non aveva più niente da perdere. Si alzò dal letto, dov’era sdraiato, e con passo incerto raggiunse la porta della sua stanza fino a ritrovarsi con il pomello tra le dita, poi esitò.
Un minuto, due. 
Poi aprì, lentamente come se avesse paura di trovare una strana creatura al di là della porta ma ancora più spaventato dal non trovarci nulla.
Invece fuori dalla porta c’era davvero lui, il suo Chris, il collega, amico e amante che aveva sconvolto tutto il suo mondo, portandosi via ogni certezza che possedeva.
Non riuscì a fare nulla se non allungare un braccio, tirarlo dentro la stanza e stringerlo al petto, così forte che forse gli stava facendo male, così forte che potevano fondersi insieme.
L’abbraccio fu disperato, si aggrapparono l’uno all’altro come a voler celare una nuova promessa tra di loro. La promessa che non avrebbero avuto più paura.
 
Darren non ebbe nemmeno la forza di chiedergli perché si trovasse lì, come faceva a sapere che l’avrebbe chiamato, come aveva capito che aveva un bisogno disperato di lui.
Non gli interessava, adesso che era lì tutto era tornato apposto, aveva sentito il muro rompersi ad ogni carezza tra i capelli, i baci sulla fronte che adesso gli stava lasciando rispondevano a tutte le domande e questo era abbastanza.
 
 
“Dare io…”
“No. Va bene così, solo abbracciami”
 
Non gli permise di parlare, non ce n’era bisogno. A volte i silenzi sono più rumorosi di mille parole e Darren era stanco di trovare quelle giuste, di temere di dirne una di troppo o una di meno che avrebbe compromesso tutto.
Passarono la notte abbracciati, sdraiati l’uno accanto all’altro con una sensazione di pienezza nel cuore che li spaventò come la prima volta che avevano capito che la loro non era semplice amicizia, solo che questa volta non sarebbero scappati.
  
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