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Autore: Tatika_Tai_Tacchan    16/05/2015    6 recensioni
Scritta per il contest "L'amore è uno stato d'animo" indetto da Shinkari e giudicato da Chloe R Pendragon.
BillyJoe e Violet sono fidanzati da 5 anni, ma la loro relazione non è affatto normale.
SECONDA CLASSIFICATA al contest sopra citato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sul mio corpo

 

 

 

 

 

03/11/10

 

 

Caro BillyJoe.

 

Scrivo queste parole per dare un corpo ai miei sentimenti. E delle gambe per seguirti ovunque andrai e delle braccia per stringerti. Infine donerò loro una bocca per baciarti e poterti sussurrare all'orecchio.

 

Non avrei ragione alcuna di inviarti questa lettera, dal momento che abitiamo lo stesso quartiere della stessa piccola città. Ma, come ho già detto, scrivo per dare corpo. Scrivo per dare vita.

Se domani morissimo entrambi, chi rimarrebbe a ricordare il nostro amore? A nessuno importa della nostra relazione e se le due uniche persone al mondo a cui importa di qualcosa svaniscono, anche quel qualcosa svanisce. Peggio, è come se non fosse mai esistito.

 

Perciò lo scrivo. Metto le parole sulla carta, lo rendo reale: io ti amo.

E ora nessuno può negare l'incontro delle nostre labbra o le mie dita che ti sfiorano le guance, o le tue braccia intorno alla mia vita.

E mi ami anche tu. L'ho capito quando hai toccato la mia colonna vertebrale, passandomi la spugna ruvida sulla schiena, nella vasca da bagno.

E io mi sbaglio su tante cose, piccolo, (e per quelle devi perdonarmi), ma su questa sono assolutamente certa: tu mi ami e non puoi smettere di farlo, non puoi vivere senza di me.

 

Lo so che ti ho ferito, lo so che non mi vuoi vedere ed è per quello che non esci di casa (non perchè sei malato come vuoi far credere a tutti).

So che sei arrabbiato con me, hai il diritto di esserlo -anzi ne hai il dovere- ma ti prego, non aver paura di me. Urlami addosso, colpiscimi, fammi male, dimmi che mi odii; qualunque cosa è meglio del silenzio nel tuo sguardo spaventato.

Se c'è una cosa che mi distrugge è leggere il terrore nei tuoi occhi.

Mi dispiace. Mi scuso per tutte le volte che ti ho fatto del male, ma io sono fatta così, e tu mi hai scelto sapendolo; ti sei avvicinato a me consapevole della mia violenza.

 

Ero una ragazza anomala e solitaria e tu un ragazzo taciturno e strano quando ci siamo incontrati la prima volta. Siamo stati attratti l'uno dall'altra, l'altra dall'uno. Siamo un puzzle di due unici pezzi e ci incastriamo alla perfezione.

Io sono l'unica persona al mondo in grado di capire quello che le tue labbra non dicono, e tu l'unico che può calmare la mia follia.

 

Ti amo ora e ti amerò per sempre.

 

Tua Violette.

 

 

 

 

07/08/13

 

Caro Diario,

oggi è successa una cosa orribile.

Ero appena tornata da rugby e in casa non doveva esserci nessuno (mamma sta via fino alla fine del mese), quindi sono andata in bagno per levarmi il fango di dosso. Ma quando sono arrivata davanti al bagno la porta era socchiusa e la luce era accesa, così ho guardato dentro e c'era Billy nella vasca da bagno. Era seduto così immobile che si sentiva solo l'acqua che gocciolava dai suoi capelli.

Il problema non era che mio fratello facesse la doccia quando dovevo farla io, è che aveva i vestiti addosso e la faccia tutta insanguinata.

Teneva gli occhi chiusi, con il respiro lento, e aveva quella faccia che ha quando litiga in modo serio con la sua ragazza.

Io lo dico sempre che Violet è una stronza, invece mio fratello dice che le bambinette non devono rompere i coglioni perché non capiscono niente dei litigi dei “grandi”, come se 7 anni di differenza fossero così tanti. Figurarsi che tra me e la nonna ci sono 77 anni.

Comunque Violet è una stronza e so che è lei a picchiarlo anche se non dico niente. Sto zitta perché io e mio fratello abbiamo questo patto: lui mi fa i compiti di matematica quando io non ci capisco niente e imita la firma della nonna quando arrivo in ritardo a scuola e io non dico a nessuno cosa fa Violet quando si arrabbia e se qualcuno lo chiede mio fratello sta benissimo (anche se so che prende le pillole per la stanchezza e quelle per concentrarsi quando non dovrebbe).

E poi -dice lui- la sua ragazza non è mica una bulletta che ogni giorno lo picchia per rubargli i soldi, succede solo che qualche volta Bill la fa arrabbiare e lei non riesce a controllarsi. Penso che Billy prende le pillole anche per questo: così è calmo e non finisce che litigano, perché mio fratello non farebbe male a una mosca anche se è arrabbiato e invece Violet rompe gli oggetti e prende a pugni le persone.

Sono sempre gentile con Violet, perché a mio fratello piace tanto, ma penso lo stesso che sia una stronza e una bulla.

 

(Sally, sorella di BillyJoe, a 10 anni)

 

 

 

 

 

 

 

 

27/05/15

 

 

 

Oggi ho bruciato le lettere.

Probabilmente non un buon modo per iniziare un discorso, ma indubbiamente un ottimo modo di iniziare la giornata. La mia almeno.

 

Caro Otto, Cara Johanne, vedete quanto è scombussolata questa missiva? Che comincia con il punto cruciale e poi vengono i destinari, e dopo una virgola c'è una maiuscola perché non volevo darti meno importanza, Johanne, mia cara.

 

Cara Johanne, Caro Otto (di nuovo), oggi mi sono svegliato ed ho sentito...no, non che era il momento, come dicevate voi; ho sentito che non avrei potuto vivere un'ora di più sapendo che quelle parole erano scritte su carta concreta, vergate a mano; ne percepivo chiaramente l'esistenza come una spina nel fianco, un peso nel petto.

 

Le ho prese in mucchio e le ho accese.

Quelle bastarde hanno bruciato lentamente e poi sono rimaste lì, cenere sull'asfalto.

 

Mi sono sentito uno stupido, in piedi sul vialetto di fronte a casa, ancora con il pigiama addosso e l'accendino in mano.

E adesso non prendetemi per scemo (anche se lo sono stato), ma dovevo provarci; insomma è una frase così famosa, così poetica: “bruciare le ceneri”, e voi sapete quanto mi piaccia la poesia.

Così le ho innaffiate ben bene di benzina, ho avvicinato l'accendino e...beh...per bruciare hanno bruciato, anche troppo.

Ustioni di 1° grado sul gomito, la spalla e la mano sinistra, di 2° sulla mano destra.

 

Suppongo non potesse andarsene veramente senza farmi male. Ha tentato di rubarmi la mano da cui dipende il mio futuro, quella con cui lavoro. La mano con cui sto ricostruendo la mia vita.

 

Ma non pensiamoci ora, le mie mani stanno bene.

La grande notizia del giorno è che l'ultimo simulacro rimasto di lei su questa terra non esiste più. Mai più mi sentirete chiamarla con parole d'amore o anche solo d'affetto, o anche solo parole. Mai più mi sentirete definirla “mia”.

 

Ok, sto facendo lo stronzo. Conoscendovi ora sarete preoccupatissimi per la mia salute e non avrete alcune intenzione di stare a leggere i miei sproloqui su di Lei.

Ma, vi prego, prima di rintracciare l'indirizzo dell'ospedale, fare le valigie e fiondarvi in aereoporto finite di leggere questa mail.

 

Carissimi amici miei, sì, sono in un ospedale. In una stanza bianchissima, disteso su un letto con il computer appoggiato sul petto. Ho le mani bendate, ma la sinistra non mi fa più tanto male e riesco ad usarla.

Sembrerà strano, ma sono felice, anzi, molto di più: oggi è il giorno più felice della mia vita. Non riesco a smettere di sorridere anche se mi fanno male le guance e il tizio nel letto accanto al mio pensa sia un masochista.

E' il giorno più bello della mia vita ed è un giorno senza di Lei. Quello che sto cercando di dire è che il giorno più bello della mia vita non la contempla come variabile o costante o quello che è. Mai stato bravo in matematica.

 

Forse il suo ricordo avvelenerà ancora i miei sogni, ma non potrà farlo con la mia vita, non glielo permetterò, mai più. Perché adesso, davvero, tutto ciò che rimane di Lei è il ricordo e forse un po' di polvere nell'atmosfera.

Se fossi ancora il vecchio BillyJoe penserei che anche una sola delle sue molecole potrebbe rappresentare un pericolo. Ma del vecchio BillyJoe ne abbiamo avuto abbastanza -voi lo avete conosciuto- lui era sempre ansioso.

 

BillyJoe non c'è più, è morto, è bruciato, si è lasciato uccidere Quella Notte.

Ora mi chiamano William e per questo devo ringraziare voi, caro Otto, cara Johanne; perchè per quanto mi diciate che mi sono “salvato da solo” o che sono “l'unico artefice del mio destino”, rimane l'innegabile realtà del fatto che se voi non foste entrati nella mia vita, se non vi avessi mai incontrati, sarei ancora con lei.

O sarei morto.

 

BillyJoe non c'è più e ora, a tutti gli effetti, non ci sono più neanche le lettere; sono bruciate lentamente, come Lei.

 

Con affetto, Will.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

18/03/15

 

Quello che accadde veramente.

 

Prima di dedicarmi alla narrazione degli eventi che incorsero la notte del 5 marzo 2015 voglio riassumere brevemente i trascorsi e avvertire chiunque sia venuto in possesso di questo documento che esso è stato scritto per rimanere privato e per sempre sepolto negli archivi del mio computer.

 

Violet e BillyJoe, dei quali non rivelerò i cognomi, frequentavano la stessa scuola e stavano insieme dal lontano 2010.

Bill ha una sorella, Sally, più piccola di lui e di cui si prendeva cura in assenza della madre (sempre per rendere il meno identificabili possibili i protagonisti di questa vicenda non inserirò riferimenti ricollegabili a persone esistenti e quindi non parlerò della genitrice di Sally e Bill). C'era poi la nonna, adesso è morta, di Bill che avrebbe dovuto occuparsi di entrambi, ma che più di assicurarsi che i ragazzi avessero un aspetto decoroso, magiassero e andassero a scuola non poteva fare nulla, o non ne era in grado. In definitiva c'erano Bill e Sally, soli.

E poi c'era Violet, il caso clinico, come la chiamavamo noi, io e Johanne.

Mi piacerebbe avere le parole per descriverla, ma non sapendo neanche da dove cominciare riporterò una poesia che Bill ha scritto quando già non l'amava più, nel breve periodo che intercorse fra quando decise di mettere fine alla relazione e quella notte, a mio parere riassume perfettamente qualcunque cosa ci sia da dire su di lei:

 

 

Dammi mille baci,

poi ancora cento

Finchè non mi addormento

Dammi cento baci

e mille e mille e mille,

se ne è capace

la tua bocca rapace

Dammene settanta, dammene trenta, dammene uno

Mi basta anche solo vederlo, nel tuo sguardo, l'amore

 

Sul tuo corpo non c'erano segni di me

Sul mio corpo solo segni di te

 

Sarà stata la notte che ti ammanta a farmi innamorare

il cuore di sangue che nascondi

sotto le mani

Ma, sai,

sono sempre stato l'unico a sanguinare

 

Ridotto al silenzio perchè quando ti guardavo

vedevo solo il buio

e, scura, la strada di cocci che portava al burrone

Ed era follia

 

Era follia volerla percorrere

 

E' follia il dolore?

O è follia non volerlo provare?

 

Ho pensato di voler morire

e ho pensato di volere i tuoi baci

Ho pensato che tu fossi pazza

e che fosse compito mio quello d'amarti

 

Ma l'amore è andato in pezzi secoli fa

sbriciolandosi sul selciato del tuo sguardo

I tuoi baci erano morsi

Tu non sei mai stata pazza

e il folle sono io

 

Ho corso sui cocci a piedi nudi e a perdifiato,

nel baratro

sono

saltato

Non volevo morire.

 

Non sei mai stata tu, ma io

ad essere pazzo

e ci vuole tanto

tanto

coraggio

Per dire a te, che sei terra bruciata e atmosfera irrespirabile,

te che sei il buco nell'ozono, te con l'anima ammorbata,

che non voglio nessun bacio

che non voglio niente di tuo

 

Che sul mio corpo non voglio traccia di te.

 

 

 

 

 

 

 

Violet era una violenta e tormentata adolescente e forse non meritava di morire, ma di certo lo necessitava.

Bill era stato invischiato in quella relazione morbosa per troppo tempo. Lui è un ragazzo sensibile, qualsiasi cosa gli succedesse si rifletteva nella sua poesia e nei sui dipinti. Riuscivamo sempre a capire, io e Johanne, quando accadeva qualcosa di veramente brutto.

Fu così che scoprimmo del “Gran Casino degli Ultimi Giorni”, ovvero di quando Violet superò il limite del “caso clinico detto così per scherzare” e diventò “il problema d'importanza vitale”; o meglio, questi sono i nomi che affibbiava Johanne e sdrammatizzano un bel po'.

Capimmo subito che qualcosa non andava per davvero con Bill, e pensammo che avesse cambiato idea sul piano, in programma da tre settimane ormai, di dire a Violet che voleva rompere con lei. Ma non era questo. Era un qualcosa che aveva scavato molto più profondamente dentro di lui, laddove risiede la sanità mentale.

Ci raccontò di come lei, la notte prima avesse bussato alla sua porta e confessato un'omicidio. Era il 4 marzo del 2015.

A quanto pareva Violet aveva ucciso una studentessa la cui unica colpa era l'essere stata vista vicino a Bill.

Nell'ultimo mese Billy era stato distante e scostante nei confronti di Violet, erano i segnali che avevamo concordato di cominciare a mandare pensando di far abituare quella psicopatica all'idea della separazione immininente, ma lei li aveva interpretati fin troppo bene, era andata alla ricerca di un motivo per cui Bill avrebbe potuto lasciarla e l'aveva trovato in quella ragazza. Si chiamava Shirley.

Aveva bussato alla porta di Bill e aveva detto:”Non hai più nulla di cui preoccuparti. Mi sono occupata di quella troia che ci ha provato con te, ora può finalmente tornare un po' di serenità tra di noi.”

E Bill aveva dovuto farla entrare, portarla in bagno e lavarle il sangue di dosso.

 

E infine ecco i tragici avvenimenti della sera del 5 marzo nella più secca riassunzione cronologica:

 

-8.30 Violet, che si era fermata a dormire da Bill, gli dice di essere stanca e confusa e di voler restare a letto tutto il giorno. Lui risponde che resterà a vegliare su di lei e lo fa, per buona parte della giornata.

-14.20 Bill mi chiama e mi chiede di venire a prendere Sally per portarla a casa mia lontano dall'assassina che si riposa con un ghigno beato nel suo letto.

-14.45 Mi infilo di soppiatto in casa di Bill e convinco Sally a venire via.

-15.00 Bill mi chiama di nuovo per sapere se Sally sia al sicuro (Bill non manda quasi mai messaggi perchè Violet potrebbe leggerli).

-15.30 Bill chiama a casa mia, mi ha raggiunto anche Johanne, e afferma che lascierà Violet stasera.

-16.30 Bill manda un messaggio (molto innocuo, ma che sospetto abbia comunque cancellato subito dopo) dicendo che stanno guardando un film in tv.

-19.30 Bill mi chiama dal bagno di casa sua e dice che è il momento e ci fa giurare di non venire perchè è pericoloso e può gestire la situazione da solo. Noi ci incamminiamo comunque verso casa sua. Temiamo il peggio.

-19.35 Bill chiama di nuovo, ma questa volta si sentono le urla di Violet da dietro una porta e dei tonfi sordi. Bill ansima e ci intima di tornare indietro (sospettava che fossimo già usciti di casa)o lei ammazzerà tutti e tre e poi andrà a cercare Sally. Bill è chiuso nello sgabuzzino con un coltello in mano quando ci dice di prendere Sally e lasciare la città. Da dietro la porta si sentono sempre più rancorose le minacce di morte e per la prima volta da quando quella storia era iniziata pensiamo che, forse, chiamare la polizia sia una possibilità.

-19.50 Stiamo tempestando di pugni la porta di casa di Billy, alla fine abbiamo optato per non chiamare nessuna polizia e abbiamo fatto bene perchè un minuto dopo il mio cellulare squilla, è Bill.

Con un filo di voce bisbiglia:”Dove siete?”.Non si sente più alcun rumore.

Quando ci apre la porta è ricoperto di sangue e lividi.

Riversa scompostamente sulle scale c'è Violet.

 

Alle nove e mezza avevamo steso un telo di stoffa (altri non ne avevamo)in salotto e ci avevamo trascinato sopra il cadevare, avevamo pulito il sangue da tutto il resto della casa e ci eravamo girati spaesati verso Johanne (aveva preso in mano le operazioni di disfacimento delle prove), lei aveva esitato un secondo guardando la psicopatica con la pancia squarciata stesa per terra e poi aveva detto a Billy di andare a prendere la sega.

Finalmente, alle undici, riuscimmo a portare tutti i sacchetti neri della spazzatura nella discarica poco lontana e, tremando, un po' per il freddo un po' per l'emozione, guardammo Bill avvicinare l'accendino ai sacchetti e dare fuoco ai resti di Violet.

 

 

Otto Sturlson

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buongiorno o buonanotte a chiunque sia capitato su quello che per me è davvero un esperimento.

Approfitterò di questo spazio per spiegarvi qualcosa della roba non molta chiara che avete appena letto, ma prima ecco il link del concorso a cui questa storia partecipa:  “L'amore è uno stato d'animo” di Shinkari, che purtroppo non è più fra noi (su EFP intendo XD) e quindi giudicato da Chloe R Pendragon

Questa storia dovrebbe essere per il lettore una specie di breve viaggio alla scoperta di un mondo di cui non sa niente, ha a disposizione solo quattro documenti e da questi sta a lui farsi un idea di chi siano questi ragazzi, come sia la loro un po' anomala realtà e, per esempio, perchè siano così restii a chiamare la polizia. Le interpretazioni sono varie e non per forza ce n'è una giusta.

Poi c'è la questione della madre di Billy e Sally che, nella mia mente, è lontana perché in cerca dell'assassino di suo marito ed è una bad-ass, anche se non sa del casino in cui è il figlio; anche in questo caso ho lasciato aperta questa possibilità (sia mai che voglia scriverci qualcosa).

Poi vediamo...ah già...la citazione! La poesia di BillyJoe inizia esattamente come un passaggio del carme 5 di Catullo, bellissimo a mio parere, ma poi Catullo era un pretty baby, inutile dirlo.

Andatevi a leggere un po' delle sue poesie :)

L'ultimo mistero infine è questa Johanne che compare spesso ma mai in prima persona e secondo me è una tipetta interessante.

Riguardo al resoconto finale di Otto mi piaceva l'idea che fosse schematico e un po' brutale, nel senso che lui cerca di essere stringato e professionale, ma è troppo coinvolto per non lasciarci un pezzo di cuore.

Bene credo che sia tutto quindi....grazie di essere passati e ah...dalla regia mi chiedono di ricordarvi che le recensioni sono sempre le benvenute ^-^

  
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