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Autore: Natsuko91    03/01/2009    4 recensioni
Nella notte di capodanno, un vampiro si aggira in cerca di nutrimento, sfuggendo alla coscenza per dimenticare...il suo non è più un cuore umano... è un cuore di vampiro!
Genere: Malinconico, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My vampire Heart

Doom: My Vampire heart


In una nuova notte di luna piena, vago silenzioso per i vicoli di una città sconosciuta, cercando qualche incosciente che giri ancora di notte. Cercando nutrimento.

Passo per caso davanti ad una vetrina di elettrodomestici, notando il programma che stanno trasmettendo alla televisione. È il telegiornale…



“…è passato quasi un mese dalla scomparsa di Ville Valo, il frontman del gruppo Finlandese HIM. Le ricerche proseguono, ma l’uomo sembra essersi volatilizzato.

Mikko Viljami Lindström, il chitarrista, lancia un appello agli ascoltatori…”


In quel momento appare l’immagine di Linde alla televisione


Chiunque avvisti Ville, è pregato di contattare la polizia e soprattutto noi. Vogliamo riavere Ville indietro, e non ci fermeremo finchè non sarà tornato…”


Si volge alla telecamera


Ville, ragazzo, se ci stai sentendo, o ci stai vedendo, ti prego, torna. Abbiamo bisogno di te amico, senza di te gli HIM non esistono; la nostra è ormai una famiglia, non puoi abbandonare i tuoi fratelli… Ti prego, torna da noi Ville…”



Mi allontano da lì: lo sguardo addolorato di Linde fa troppo male. Come potrei tornare da loro? Come potrei spiegargli ciò che sono diventato? Devo lasciarmi tutto alle spalle e non pensarci più.

Non posso tornare, quindi non vale la pena rimuginarci o starci male.

Fortunatamente la sete mi allontana da questi pensieri, ricordandomi il mio obbiettivo. E mi chiedo come sia possibile che la notte di capodanno non ci sia un cane in giro.

Sto per arrendermi, quando avverto una pista.

Sento l’odore di sangue, il pulsare di un cuore giovane e piccolo. Una femmina.

Non è molto distante, giusto qualche metro.

Scivolo tra i muri, lasciandomi guidare dal vento.

Sbuco dal vicolo e me la ritrovo davanti, ci scontriamo.

Lei sussulta per lo spavento, probabilmente impreca sotto voce.


«Ma è matto a sbucare così dagli angoli?!» sbotta innervosita.


« Mi scusi signorina, non volevo spaventarla…» mi scuso. Lei si calma e si scusa per la sua sbadataggine.


«È un po’ anche colpa mia: avevo la testa altrove!»

Quando mi guarda negli occhi, il suo sguardo è confuso, smarrito. Scuote la testa diverse volte, ma non cambia niente. Non sa che è il mio potere a confonderla.


«Si sente bene?» le chiedo, sfiorandola.


«S-sì, io… Sono solo un po’ stanca…»

«È sicura? Le posso offrire qualcosa?»


«No, grazie, non accetto gli inviti dagli sconosciuti!» risponde, continuando a massaggiarsi le tempie.

Sta per cedere, lo sento.


«Allora la posso accompagnare a casa?» insisto.


«No, meglio di no…» risponde, avviandosi. La vedo allontanarsi un po’, allora la richiamo senza parole.

Sento i muscoli rigidi sotto il mio potere, tesi per la paura e la confusione.

La faccio girare, e vedo al sua espressione smarrita.

Comincio ad indietreggiare verso il vicolo buio, portandola con me.

Quando siamo finalmente lontani da occhi indiscreti, la intrappolo tra il muro ed il mio corpo, sentendo il battito del suo cuore accelerare, come quello di un coniglio che capisce di essere finito nella tana del lupo.


«Tu sei…»

La fisso negli occhi, spaventato da quello che sta per dire


«Quello scomparso. Sei Vi…»


Affondo su di lei prima che possa completare la frase.

La sento dibattersi, cercare di liberarsi, ma le mie forti mani la tengono saldamente per le spalle.

La paura ed il panico le fanno accelerare il battito cardiaco, che arriva come una sensuale melodia nelle mie orecchie.

Sento il sangue bollente entrarmi in bocca come un fiume in piena, e scivolarmi giù per la gola come lava.

Il suo cuore all’impazzata, in una fuga folle dalla morte che già si è impossessato di lui.

L’energia, come elettricità, scorre nelle mie vene, lasciando dietro di sé una scia di piacere supremo, indescrivibile.

Sollevo da terra la mia vittima, ormai senza forze, e la schiaccio tra il muro ed il mio corpo, stringendola, ebbro di dell’orgia di emozioni che mi domina.

Pian piano il battito diminuisce, il suo corpo si fa freddo, e le emozioni scemano come un fuoco d’artificio che si spegne nel mantello notturno. Mi stacco da lei piano, accompagnando il suo corpo a terra; sentendo il lento cessare dei battiti nella mia testa, come una cadenza malinconica e macabra, finchè si spegne.

Ora è il mio cuore di vampiro a battere, anche solo per pochi istanti, al posto del suo. Mentre le succhiavo il sangue, vedevo tutta la sua vita passarmi davanti agli occhi a ritmo accelerato, ma chiara e nitida.

Sento una lacrima scendermi sulla guancia, consapevole di aver rubato un'altra vita, tornato me stesso anche solo per poco, con tutte le emozioni umane che mi colpiscono con la forza di un martello pneumatico.

Piango per la consapevolezza di essere un assassino, e la cosa che mi amareggia di più è che lo farò ancora, fino alla fine del mondo, perché la mia maledizione è immortale, e non ho modo di tornare indietro.

Fuggo lontano, in una nuova città, dove diventerò di nuovo una bestia in cerca di nutrimento.

Una bestia, non un uomo.


«Mi dispiace Linde, ma io non tornerò, perché il mio non è più un cuore umano… il mio è un cuore di vampiro.»



Fine(?)

   
 
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