Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: Junjou_blackOkami    16/05/2015    1 recensioni
Una sfera infuocata si faceva largo in quel limpido cielo ormai rosso, chiaro segno che era giunto il tramonto.
La luce filtrava attraverso le candide nuvole grigiastre in modo così inteso da poterne quasi percepire il calore a distanza.
Sembrava che il Sole volesse bruciare o addirittura far sciogliere il pianeta dalle scottanti radiazioni che emetteva : non era più la semplice stella che illuminava e riscaldava il Sistema solare, adesso era qualcosa di diverso , come un qualcosa di inquietante e dominante che si stagliava nel cielo.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                Nightmare

Una sfera infuocata si faceva largo in quel limpido cielo ormai rosso, chiaro segno che era giunto il tramonto.                                                                      
La luce filtrava attraverso le candide nuvole grigiastre in modo così inteso da poterne quasi percepire il calore a distanza.                                              
Sembrava che il Sole volesse bruciare o addirittura far sciogliere il pianeta dalle scottanti radiazioni che emetteva : non era più la semplice stella che illuminava e riscaldava il Sistema solare, adesso era qualcosa di diverso , come un qualcosa di inquietante e dominante che si stagliava nel cielo.                                                                                                        
Era perfino visibile ad occhio nudo la sua superfice granulosa, cosparsa di macchie scure e da protuberanze incandescenti.                                            
In balia di quella temperatura sconosciuta, si portò istintivamente una mano alla gola secca, bramosa di acqua o qualsiasi altra fonte di dissetamento.                                                             
Non ricordava di aver mai provato un simile caldo in piena primavera, di aver mai provato addosso quella sensazione di ustione alla pelle. Non gli era mai successo, era la prima volta.                                               
Si guardò attorno spaesato e notò che le strade erano vuote , attraversate solo da un afoso e secco vento. Non c'era nessuno, c'era semplicemente il nulla più assoluto.                          
Il nulla che regnava sovrano, lasciando spazio solo al suono della corrente d'aria, l'unico suono udibile , l'unico segno di vita percepibile -sempre se così si poteva considerare.                                                                         

Accennò ad un passo e il primo tocco su quel suolo rimbombò per tutta la sperduta città in quella soffocante giornata.
Accennò ad un secondo passo e poi ad altro e un altro ancora, aumentando sempre di più la propria velocità e rimanendo indifferente all'udire solo quel suo movimento. Possibile che fosse l'unico lì?        
                          
Scrutò ancora quel luogo deserto, intravedendo qualche rada villetta dal giardino di sabbia in lontananza.                                                                          
Ma distavano troppo da lui per raggiungerle semplicemente a piedi ed era troppo assettato per camminare a lungo, doveva e voleva mantenere le forze per sopravvivere quindi doveva cercare qualche altra abitazione.                 
Mentre puntava i suoi limpidi occhi azzurri in quell'ambiente e cercava invano, si sentì il rombimbo di qualcosa che cadeva a distanza.
Non si voltò anzi rimase lì fermo immobile e chiuse gli occhi, tentando di ragionare con calma e scoprire da quale direzione era partito quel suono. E poi lo percepì di nuovo, questa volta più confuso, soffocato rispetto al primo... E sembrava provenire da un'altra direzione.                                    

Non ci stava capendo nulla, però, forse non era solo, c'era qualcun'altro. Fu questa remota certezza che gli diede una leggera nota di sollievo. Magari, quel qualcuno sapeva come poter uscire e magari poteva dargli anche da bere.

"Haru" qualcuno pronunciò il suo nome. Era una voce roca da cui traspariva una leggera nota di divertimento che si trasformò subito dopo in una macabra risata per poi sciogliersi nel nulla. Tentò di coglierne ogni singola sfumatura e sfacciettatura necessaria per fargli capire a chi appartenesse ma non conosceva nessuno con quel timbro. Quindi il proprietario era per lui uno sconosciuto.

Una leggera folata di vento lo avvolse, lasciandogli una piacevole sensazione di fresco in quel suo corpo ormai carbonizzato.                                            
Ma ben presto quest'ultima aumentò la sua forza, iniziando a trasportare granuli di sabbia.                                                                                         
Stava per iniziare una tempesta, doveva muoversi al più presto - o almeno era queste le sue intenzioni. Infatti, ogni suo movimento gli era impossibile e più provava a svincolarsi da quella potente stretta sabbiosa, più affondava.
Sabbie mobili ... Non aveva mai pensato di finirci, nè tanto meno di poterci morire.
Eppure era quella l'unica certezza che aveva, la morte ormai vicina. Provò nuovamente a muovere gli arti inferiori nonostante questi fossero bloccati ma non successe nulla. Era tutto inutile, non c'era nessuno che lo potesse aiutare.
Doveva accettare quella fine. Tirò un lungo e pesante sospiro e si lasciò ingoiare lentamente da quel deserto. Fissò per l'ultima volta la volta celeste sopra di lui, unica testimone di quella sua fine tragica, prima di chiudere per sempre gli occhi e abbandonarsi alla morte.                         


E poi , quando aveva perso ogni speranza, sentì una voce che rimbombava. Poteva coglierne uno stato di agitazione ma le parole che udiva era incomprensibili.                                                                                                  
La situazione che stava vivendo era drastica e ormai tutto gli appariva sfocato, eppure non potè non percepire la presa di una mano forte e sicura che combatteva con tutte le sue forze per tirarlo fuori da lì.


*******************


Anf ... anf... Il suo respiro divenne sempre più irregolare, affannoso, così come il suo cuore che aveva iniziato a battare velocemente e che sembrava poter uscire dal suo petto da un momento all'altro. Quell'incubo l'aveva non poco agitato.                                                                  

Aprì gli occhi.
Davanti a lui si stagliava solo un immenso buio pesto, il buio della notte che dominava nella sua stanza appena illuminata dal leggero e tenue spiraglio di luce che emetteva la luna e che filtrava dalla finestra.  Cercò di calmarsi e di spiegarsi il motivo di quel sogno.                                   Ma non riusciva a trovarne un senso... Infondo, era difficile trovare una spiegazione ai macabri scherzi dell'inconscio e per analizzarli prima di tutto bisognava essere tranquilli, senza tutte quell'emozione che invadevano l'anima.
Trascorse circa una decina di minuti rimanendo immobile a fissare la stanza con la speranza di poter recuperare quasi subito il sonno, tuttavia i suoi occhi si erano già abituati all'oscurità.                                
Vagava con lo sguardo prima al soffitto e poi ai mobili e non gli ci volle molto per capire che quella era la stanza del suo amico d'infanzia.             

Mentre rimaneva a contemplare, un qualcuno, che stava dormendo beatamente accanto a lui e di conseguenza condivideva il suo stesso letto, si girò improvvisamente dalla sua parte, cingendoli i fianchi con le sue possenti braccia e stringendolo in un abbraccio e poggiando perfino la testa sulla sua spalla.                                                                                       
La cosa lo infastidì leggermente perché odiava essere stretto come un peluche e c'era anche da sottolineare il fatto che Makoto era pesante, quindi averlo appiccicato e addosso non era tra le cose migliori di questo mondo.

"Makoto" pronunciò il suo nome in un soffio e con un tono piuttosto basso per uno che doveva convincere l'altro a spostarsi nel sonno.                   
Infatti, vedendo che le labbra dell'amico avevano assunto un dolcissimo sorriso, le parole gli era quasi morte in gola, uscendo come un sussuro appena accennato. Makoto stava sorridendo con quella sua espressione serena, quasi angelica, e così non se l'era proprio sentita di smuoverlo visto che sembrava felice di stare lì.                                                       
Era anche immerso in un beato e profondo sonno che rassicurava pure lui. Quindi, dopotutto, non sarebbe stato male lasciarlo così...                         
Haru si lasciò scappare un sospiro e poi assunse anche lui un sorriso appena accennato per poi poggiare incerto le proprie labbra su quelle dell'altro. Erano in quei momenti che provava uno strano senso di protezione verso l'amico, però, questo non l'avrebbe mai ammesso.                Si spostò di pochi centimetri dal volto di Tachibana e poi chiuse gli occhi, provando a lasciarsi andare anche lui al sonno.     
                                                                                 
                                                                                                                                   The end


Angolo dell'autrice :  
Emh.. Non ho la minima idea di cosa poter dire, anche perché questa è la prima volta che scrivo su questo fandom -di solito sono sempre su Naruto.
Comunque , semplicemente avevo voglia di scrivere una MakoHaru e così è venuto fuori questo.
Sembra più una Haru centric ma va bene così, sono solo dettagli u.u.                                                                                      

Ringrazio in anticipo coloro che passeranno a leggere. Bye bye.   
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: Junjou_blackOkami