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Autore: Yasha 26    17/05/2015    13 recensioni
La prima cosa che mi colpì di lui furono i suoi occhi, di un brillantissimo nero, tant’è che lo associai ai diamanti neri, che io prediligevo agli altri.
Mi dava strane sensazioni averlo vicino. Mi sentivo attirata come una calamita. Sentivo il mio corpo strano, come in balia delle onde irrequiete di una mareggiata. Il cuore mi balzava in gola ogni volta che mi porgeva qualche domanda. Batteva tumultuoso ad ogni suo sguardo tinto d’ardesia.
Avrei voluto per me un così bel ragazzo dagli occhi del colore della tempesta, dalla voce dolce e gentile, dai modi raffinati ed eleganti.
Lo pensai per giorni, e non conoscendo il suo nome lo soprannominai “Black Diamond” per via di quelle due gemme che mi avevano stregata da subito.
INCOMPIUTA
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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- Grazie per la serata. Mi sono divertita come una bambina. - ridacchio, malgrado il dolore al fondoschiena, dovuto alle innumerevoli cadute fatte. Il mio equilibrio non è più come una volta, però è stato divertentissimo tornare a pattinare.
- Ne sono felice. Mi piace vederti sorridere. - confessa, accarezzandomi una guancia.
Senza più imbarazzo, mi avvicino per baciarlo. L’ennesimo bacio che ci scambiamo oggi. Dopo il primo bacio di stamane, ne sono seguiti molti altri stasera. Mi piace baciarlo. Adoro la sensazione delle sue labbra sulle mie, sono sempre gentili e mai invadenti, così come la sua lingua, che cerca la mia con dolcezza; al contrario di altri, che pensano di ficcartela in gola, sbavandoti mezza faccia.
Altra cosa che mi piace di InuYasha è che non tocca altro che i miei fianchi e la mia schiena, né scende né sale, come se sapesse che per altro, non sono ancora pronta. Forse non lo è nemmeno lui? Eppure gli uomini non pensano ad altro che al sesso, ma devo ammettere che InuYasha non è come gli altri, e questo mi piace sempre di più!
- Ok, ora vado. Buonanotte piccola. A domani. E fammi sapere la risposta della tua amica quando le parli. -
- Certamente. Buonanotte. - lo saluto, con un ultimo bacio, prima di entrare in casa con un sorriso ebete sulla faccia.
Il giorno dopo mi alzo presto, quasi sperando che InuYasha venga come ieri a portarmi la colazione, ma ahimè, non è venuto. Iniziare la giornata con il suo sorriso mi era piaciuto molto.
Oh Kami! Sono proprio presa da quest’uomo!
Passano altri giorni in cui ci vediamo spesso. Sto così bene in sua compagnia. Oggi purtroppo non ci vedremo, stasera aveva una cena di lavoro con alcuni rappresentati. Chissà se uomini o donne. Oh, ma smettila di essere gelosa, stupida! O rischi di fare altre figuracce come in questi giorni. Sono un pericolo vivente! Continuando così rischio di aggiungere il quarto passo al mio libro per sfigate:
 
• Passo numero quattro: mostra attacchi di gelosia patologica.
 
Temo che questa lista andrà aumentando ogni giorno di più. Sono un caso disperato, ma che posso farci, con InuYasha mi riesce tutto più difficile. Mi sembra sempre di non essere alla sua altezza.
Mi spiace tantissimo non poterlo vedere oggi, già mi manca. Stramaledetti rappresentanti del cavolo! Proprio ora dovevano rompere le palle, tenendo impegnato il mio Black Diamond?
- Etchì! Etchì! Eeetchì! - e accidenti a questi dannati sigari! Ci mancavano pure gli starnuti a rovinarmi la giornata! Oggi devo pulire l’ufficio del signor Hayami, ma la puzza dei suoi stramaledetti sigari del cavolo mi fa starnutire sempre. Potrebbe almeno svuotarli da solo i posacenere, no?
- Grandissima testa di ca… -
- Kagome, ti cerca un uomo. - m’informa la signora Hayami, raggiungendomi in ufficio e cogliendomi quasi sul punto di offendere il marito. L’hai scampata bella, brutta stupida! Tenere la bocca chiusa è una cosa che non imparerò mai!
Comunque ha detto che qualcuno mi cerca? E chi? Con un sonoro sbuffo mi reco in negozio per vedere chi rompe le scatole all’ora di pranzo, ma quando vedo chi è, il cuore mi balza in gola.
- Buon giorno signorina. Sono passato per rapirla. - mi accoglie un InuYasha tutto sorridente.
- InuYasha! - esclamo felice, volandogli tra le braccia  – Che ci fai qui? - chiedo sorpresa.
- Dato che stasera non potremo vederci, ho pensato di invitarti a pranzo. Sei impegnata? - domanda osservandomi curioso. Solo ora ricordo di avere addosso un ridicolo camice scolorito e una stupida bandana a coprire i capelli dalla polvere. Li tolgo in un lampo, sistemandomi velocemente i capelli con le mani, sotto il suo sguardo perplesso ma divertito.
- No no, figurati! Stavo dando una pulitina agli uffici approfittando della mia pausa pranzo. Non le dispiace se vado, vero signora Hayami? - chiedo gentilmente. È la mia pausa, in cui, in teoria, potrei anche tornarmene a casa, per poi ritornare all’apertura. Peccato che non sia mai così, poiché quella strega ne approfitta sempre per farmi fare altro.
- No cara, vai pure. -


- Devi chiederle il permesso per uscire durante le ore della pausa? - chiede InuYasha, appena entriamo in macchina.
- Praticamente sì. Il negozio chiude dalle quattordici alle sedici. Durante quest’arco di tempo potrei tornarmene a casa, ma quella vecchiaccia mi chiede sempre di fare qualcosa. -
- Ti paga queste due ore? -
- Diciamo “ni”. Non me le paga per intero, però sempre meglio che niente. Cambiando argomento, dove mi porti? - domando curiosa.
- In un ristorante che sono sicuro apprezzerai. - risponde sorridente.
Poco dopo ci fermiamo davanti ad un ristorante con l’insegna “Okonomiyaki da Rin”. Quando entriamo, un profumo buonissimo m’invade le narici, facendomi quasi brontolare lo stomaco.
- Che profumo! - esclamo in estasi.
- E il sapore è anche migliore. Vieni, sediamoci. - mi conduce davanti al bancone, dove già stanno cucinando sulla piastra dei deliziosi okonomiyaki.
- InuYasha! Che piacere vederti! A che dobbiamo l’onore? - lo accoglie una ragazza, dietro al bancone.
- Ciao Rin. Sono venuto a mangiare, no? - la saluta lui, sporgendosi un po’ oltre il bancone per lasciare un bacio sulla fronte alla ragazza di nome Rin.
- Questo lo avevo intuito, ma è strano vederti qui a quest’ora. - ridacchia lei, voltandosi poi verso di me.
- Ho portato a pranzo una dolce fanciulla sfruttata dai suoi datori di lavoro. - scherza lui, prendendomi per mano e avvicinandomi di più al bancone, dato che ero rimasta un poco in disparte. – Kagome lei è Rin, la mia adorabile cuginetta e proprietaria del ristorante. Rin, lei è Kagome, la mia… ragazza. - dice esitante, guardandomi.
La sua ragazza? Mi ha presentato come la sua ragazza? Non posso crederci! Se non fossimo in un luogo affollato, inizierei a strillare di gioia! Però, perché mi guarda così dubbioso?
- La tua che? Oh cavolo! Sono felicissima di conoscerti Kagome! - esclama felice, squadrandomi da capo a piedi. Ho qualcosa che non va?
- Piacere mio di conoscerti, Rin. - ricambio, sorridendo.
- Sedetevi ragazzi, leggete il menù e scegliete ciò che volete. - ci dice allegra, dileguandosi come un fulmine. Avrà le rotelle più fuori delle mie?
- Spero non ti dispiaccia… - sento dire da InuYasha, che stringe ancora la mia mano mentre ci sediamo.
- Dispiacermi, cosa? -
- Averti presentato come la mia ragazza. Non vorrei averti messo in imbarazzo o averti offeso, ma non sapevo come presentarti. Non ti vedo come un’amica, quindi… - si scusa mortificato.
- Mi ha fatto piacere, non sai nemmeno quanto. - rispondo, dandogli un leggero bacio sulle labbra. Mi sorride, e senza aggiungere altro iniziamo a leggere il menù.
 
 
                                                                  ****************
 
 
Forse sto accelerando i tempi, però mi è venuto spontaneo presentarla come la mia ragazza. Non sembra esserne infastidita per fortuna e la cosa mi rallegra. Sto bene in sua compagnia e me ne rendo conto ogni giorno di più. Forse è davvero lei la donna giusta per me.
La osservo mentre ordina la sua okonomiyaki, riempiendola con quasi tutto quello che è presente sul menù. Le piace mangiare, e questo piace anche a me. Non so nemmeno quante volte mi sono ritrovato al ristorante con donne che ordinavano un’insalatina scondita e yogurt magro, facendomi quasi passare la voglia di prendere ciò che volevo.
- Idiota! Da quanto non portavi la tua faccia qui! - esclama una voce apparentemente gelida, che riconosco subito.
- Ciao anche a te, cugino. - lo saluto, mentre ci viene incontro al bancone.
- Così è lei la tua nuova ragazza. Vedo hai cambiato gusti, finalmente. - dice atono, squadrando Kagome, che arrossisce imbarazzata.
- Devo proprio darti ragione. Comunque, Kagome, lui è mio cugino Sesshomaru, il marito di Rin. -
- Pi… piacere… - risponde lei. La vedo un po’ in soggezione, forse per la freddezza che traspare da Sesshomaru. È sempre stato un tipo poco espansivo in effetti, ma basta conoscerlo bene per capire che è una persona su cui puoi sempre contare.
- Quando Rin è entrata nelle cucine dicendomi che c’eri tu, con la tua ragazza, quasi non le credevo. -
- Perché lo trovi strano? - gli chiede Kagome, incuriosita. Sesshomaru si volta a guardarla quasi infastidito dalla domanda. In realtà immagino si stia chiedendo se lei sappia che tipo di donne frequentassi, così rispondo io per lui.
- Perché le mie ex non erano avvezze a mangiare in un ristorante dove ti cucinano il piatto davanti, riempendoti di fumo di cottura. Erano più da ristorante di lusso. -
- Ah, belle scroccone! - esclama lei.
- Neanche tanto, ordivano insalata o cibi dietetici. -
- Si facevano portare al ristorante per una stupidissima insalata? Senza offesa, ma io ne avrei approfittato per riempirmi la pancia fino a scopp… ehm, no, cioè, non è che sia il tipo da scroccare la cena o altro… ma…ecco… - inizia a balbettare imbarazzata, difronte lo sguardo indagatore di mio cugino – Forse era meglio se tenevo la mia boccaccia chiusa. Altro punto da aggiungere al mio libro. - sussurra tra sé.
- Libro? - chiede Sesshomaru, per la prima volta incuriosito. E devo ammettere che lo sono anch’io.
- E che cacchio! Possibile faccia sempre figuracce del genere? Adesso dico ad alta voce le cose che penso! - piagnucola, portandosi le mani a coprire il viso.
- Non hai fatto nessuna figuraccia. Hai semplicemente espresso quello che è anche un mio parere. Mi spieghi la storia del libro? Ne stai scrivendo uno? -
- No, ma dovrei… - sospira sconfortata.
- E su che argomento? - domando curioso.
- Su come rovinare gli appuntamenti. Il titolo provvisorio è “Il manuale della perfetta imbecille: come far fuggire un uomo dopo aver appena aperto bocca!“- sospira ancora più demoralizzata.
Mi trattengo dal ridere, cosa che invece non fa Sesshomaru, scoppiando a ridere come mai prima d’ora gli ho visto fare.
- Ahahahahah… bene, un titolo senza dubbio interessante! Sono sicuro venderesti milioni di copie! - continua a ridere.
- Sesshomaru! Piantala! -
- E su cugino, fatti anche tu una bella risata. La tua ragazza ha il senso dell’umorismo. Finalmente ti sei trovato una vera donna. Tienitela stretta! - mi consiglia, dandomi una pacca alla spalla, per poi congedarsi e ritornare nelle cucine ad aiutare Rin. Rimango sorpreso dalla sua reazione. È raro vederlo esprimersi così, e ancora più raro è vederlo ridere.
- Che bella impressione devo aver dato. Scusami… - dice mortificata.
- Di cosa ti scusi? -
- Gli sarò sembrata una persona ridicola. -
- Affatto! Se così fosse stato, non avrebbe riso così. E fidati se ti dico che Sesshomaru è uno che non ride mai. Gli sei simpatica. -
- Dici? -
- Dico. O non mi avrebbe consigliato di tenerti stretta, cosa che ho tutta l’intenzione di fare. -
La vedo arrossire e nascondere quasi la testa dietro al menù, e non posso far a meno di sorridere e dare ragione a mio cugino. Me la terrò molto, molto stretta, se lei lo vorrà.
 
- Stamattina ho parlato con il mio amico Miroku. Accetta l’uscita a quattro. - la informo mentre la riaccompagno a lavoro.
- Stasera chiedo a Sango e domani mattina ti chiamo per la risposta. Se non disturbo. -
- Non mi disturbi affatto, anzi, mi fa piacere sentirti. - ammetto, vedendola arrossire nuovamente.
Durante la strada del ritorno parliamo dei miei cugini. Sesshomaru ha conosciuto Rin circa dieci anni fa. Lei aveva un piccolo chiosco di okonomiyaki in cui lui si fermava sempre per pranzare. Una parola tirava l’altra e si sono innamorati. Dopo il matrimonio hanno deciso di aprire il ristorante, che grazie alle abilità di Rin e i finanziamenti di mio cugino, si è andato ingrandendo sempre di più.
- Grazie per il pranzo. Era tutto buonissimo. - mi ringrazia lei, appena arrivati davanti alla gioielleria.
- Possiamo andarci tutte le volte che vuoi. -
- Non mi dispiacerebbe in effetti, ma la prossima volta offro io. -
- Spero tu stia scherzando. - replico infastidito.
- Assolutamente no! Hai sempre offerto tu finora e non ho mai protestato. La prossima volta voglio pagare io, o mi sembra di approfittarne. -
- Se sono io che ti invito, perché dovresti pensare di approfittarne? -
- Perché anch’io lavoro, per fortuna. Sono indipendente e posso permettermi di farlo. - insiste convinta.
- Va bene, come vuoi. Domani quando esci da lavoro passo a prenderti e ci andiamo a prendere un gelato, che pagherai tu. Contenta? -
- InuYasha! Non prendermi in giro! Un gelato non costa nulla. Io intendevo una cena e non… -
- Vuoi forse fare a gara sulle spese? - la interrompo prima che dica altre sciocchezze - Se io spendo un tot, vuoi spenderlo anche tu? Suvvia Kagome, non per fartelo pesare, ma io guadagno milioni ogni anno rispetto a te. Non mi costa nulla una cena. Non farne una questione di orgoglio. Non siamo in una di quelle storielle romantiche, dove la donna si sente oltraggiata se un uomo le paga tutto. Tra l’altro non ti ho nemmeno portato in luoghi davvero costosi visto che ti creano disagio. Quindi lascia che il lavoro faticoso che faccio sia utile almeno a qualcosa, oltre che a lievitarmi il conto in banca. -
- In pratica, poiché il mio stipendio è una miseria, rispetto al tuo, dovrei approfittare di te? E’ questo che intendi? - domanda guardandomi seria.
Ahi, problemi in arrivo! Forse era meglio accontentarla e basta.
- Non ho usato esattamente queste parole, ma… sì. - ora s’incavola di sicuro.
- In effetti, non fa una piega. - risponde invece tranquilla, lasciandomi perplesso.
- Eh? Non… ti arrabbi? -
- Dovrei? -
- No, è che, pensavo di averti offesa. -
- Per niente. Hai ragione tu, non siamo in una di quelle patetiche storie in cui la protagonista s’impunta nel voler pagare per orgoglio, siamo nella vita reale, in cui il mio stipendio è un decimo del tuo. Non mi sento certo offesa per aver detto la verità. Solo mi spiace non poter ricambiare. – spiega dispiaciuta, lasciandomi davvero sorpreso per ciò che ha appena detto.
- Veramente, un modo per ricambiare c’è. -
- Quale? - chiede perplessa.
- Dammi un bacio, oggi, domani e nei giorni a venire. Tanto mi basta. -
La vedo guardarmi qualche istante spaesata, poi scoppia a ridere. Ho detto qualcosa di divertente?
- Ahahah beh, direi che la tua frase sembra uscita esattamente da una di quelle romanticherie nominate prima! Però ok, ci sto! - risponde ridendo ancora, coinvolgendo anche me dopo la sua spiegazione. Dopo una serie infinita di baci, ci salutiamo definitivamente.
 
La cena di lavoro, si rivela ancora più noiosa di quello che credessi, o forse sono io che avrei preferito trovarmi in un altro luogo in questo momento. Mi ero già abituato a passare le serate con Kagome. Se solo potessi, inventerei una scusa per defilarmi e lasciare tutto in mano ai miei assistenti, peccato che non possa proprio farlo. Ritorno a casa sfinito, all’una di notte. Odio avere a che fare con i tedeschi, ma la loro industria farmaceutica è la più importante al mondo; non posso sottrarmi da questi stupidi incontri con la BUYER*. Comunque temo che il signor Takeda avrà da ridire per aver rifiutato una collaborazione con loro, ma il mio dovere è salvaguardare gli interessi dell’azienda e il posto di trentun mila dipendenti. La BUYER ci creerebbe di sicuro problemi con i suoi pessimi precedenti, tentando perfino di inglobarci, come ha già fatto con le varie aziende. La Takeda Pharmaceutical* è e rimarrà giapponese, almeno finché il mio ex suocero si fiderà di me.

Il giorno dopo, Kagome m’informa che anche la sua amica Sango ha accettato l’uscita a quattro. Chissà se andranno d’accordo lei e Miroku. Fissiamo l’appuntamento per il sabato successivo, poiché questo fine settimana lavoro.
In questi giorni ho visto Kagome più che ho potuto. Sembra che non riesca più a fare a meno della sua presenza. Ci frequentiamo da poche settimane e mi sembra di aver cominciato a vivere davvero solo adesso. Kagome è una ragazza semplice, ma veramente unica. Ogni momento passato insieme è stato speciale e divertente. Aggiunge spesso qualcosa a quel suo libro immaginario. È incredibile, però, la sua capacità di mettersi in situazioni assurde, come sbattere contro le porte in vetro senza vederle, inciampare per colpa del tacco incastrato dentro le griglie dei tombini, ordinare una pietanza straniera scambiandola per un’altra, ingoiare il nocciolo di una ciliegia, tagliarsi con il foglio del menù, mettere lo zucchero al posto del sale nell’acqua per gli spaghetti… insomma, ne combina sempre una. Tutte le volte si scusa disperata e imbarazzata fino alla punta dei capelli, ed io non riesco a non ridere delle sue stramberie. Non ci si annoia mai in sua compagnia.

Il giorno dell’uscita a quattro arriva veloce. Abbiamo deciso di vederci in un locale con musica dal vivo. Il tipico luogo che piace frequentare a Miroku per rimorchiare. La cosa non mi entusiasma molto, infatti.
- Non vedo l’ora di conoscerla! Sono sicuro me la darà subito anche dentro i bagni del locale! – esclama convinto ed elettrizzato. Spero non mi faccia fare figuracce.
- InuYasha! – mi chiama Kagome, raggiungendomi al tavolo. Abbiamo deciso di darci appuntamento direttamente al locale.
- Ciao. – la saluto, dandole un bacio. La osservo e la trovo sexy anche se vestita con un semplice leggins nero e una maglia rosa, così come le ballerine.
- Wow! Avevi detto che era bella, ma non che fosse uno schianto! – strepita Miroku appena vede Sango, vestita invece con un abito succinto, simile a quello che aveva fatto indossare a Kagome.
- Grazie, anche tu non sei male. – replica lei, felice per il complimento.
- Bene, andate già d’accordo vedo. Comunque, Miroku, lei è Kagome. Kagome, lui è Miroku. – li presento.
- Piacere di conoscerti Miroku. –
- Il piacere è mio Kagome. Finalmente conosco la fantomatica ragazza che ha rubato il cuore del mio amico. Non lo vedevo così innamorato da… da mai! – ride lui, seguito da un mio sguardo truce.
Non le ho mai detto di essere innamorato, è una cosa che sa solamente Miroku, anche se credo sia palese ciò che provo per Kagome, ma voglio essere io a dirglielo, non certo altri!
- Mi fa piacere saperlo. – replica semplicemente lei, sorridendo e guardandomi. Credo dovrò anticipare i tempi e parlarle. Dannazione alla tua boccaccia Miroku! Dopo stasera non posso lasciare cadere così l’argomento.
- Allora, splendida Sango, che mi racconti di te? – le chiede Miroku, mentre ci sediamo.
- Nulla di che, lavoro in un negozio di arredo per la casa. Tu? –
- Sono uno dei legali della Takeda Pharmaceutical. –
- Quindi lavori insieme ad InuYasha. – interviene Kagome.
- Sì. Io e gli altri legali seguiamo le varie trattative dell’azienda. –
- Anche il tuo lavoro è di grande responsabilità, quindi. – afferma Sango, molto interessata. Chissà se al suo lavoro o a quanto guadagna. Bah, non sono problemi miei in fondo. Miroku non è stupido da quel punto di vista, donnaiolo sì, ma non imbecille.
Il mio interesse si sposta su Kagome, con la quale inizio a parlare, ignorando gli altri due seduti al nostro tavolo. A me interessa solo lei.
- Com’è andata oggi a lavoro? –
- Insomma. E’ venuto un cliente mai visto prima, dicendo che l’anello che aveva appena acquistato da noi aveva perso uno dei diamanti e pretendeva che lo riparassimo. Gli ho spiegato che senza ricevuta, che vale da garanzia, non potevamo far nulla, ma lui insisteva che avrebbe chiamato la polizia se non lo riparavamo, visto quanto gli era costato. –
- Idiota! Non lo avrà nemmeno acquistato al negozio degli Hayami quell’anello. –
- Infatti! Ed io ricordo il volto di tutti quelli che acquistano da noi, soprattutto perché impiegano ore a scegliere un anello, nemmeno dovessero trovare il nome per il proprio figlio. Fatto sta che non l’ho ma visto prima. E’ dovuto intervenire il signor Hayami per mandarlo via. – mi spiega infastidita.
- Di sicuro era un imbecille che voleva far riparare l’anello senza sborsare uno yen, convinto che sareste stati così stupidi da ripararglielo senza la ricevuta. –
- Già, lo penso anch’io. A te, invece? Com’è andata? –
- Stressante come sempre. Al momento abbiamo pressioni da parte di un’azienda tedesca per un farmaco. –
- Mi spiace. Dev'essere stancante. –
- Normale amministrazione, come si usa dire. –
Mentre ce ne stiamo per i fatti nostri a chiacchierare però…
- Come scusa? – sbraita Sango, attirando sia la nostra attenzione sia quella dei vicini seduti affianco a noi.
- Ho chiesto se vuoi andare a farlo nei bagni. – ripete Miroku in modo serafico.
- Si può sapere cosa ti fa credere che io voglia farlo in un lurido bagno puzzolente e pieno di batteri? Mi hai preso per una povera disperata per caso? – ribatte l’amica di Kagome, evidentemente offesa. Non so darle torto.
- No, però si vede che ti piaccio. Non fai che mangiarmi con gli occhi. Volevo solo appagare la tua fame, bellezza! – le spiega quell’idiota, ammiccandole, come se potesse essere anche solo vagamente sensuale.
- Credo tu abbia troppa stima di te! Sei un bel ragazzo, è vero, e ammetto che avrei anche terminato la serata con te in modo “piacevole”, ma non certo dentro il bagno di questo locale. Con la tua infelice uscita e il tuo ego smisurato, dubito perfino ti stringerei la mano per salutarti! Non sei un Dio sceso in Terra! –
- Vorresti dire che non mi trovi bello, scusa? –
- Di sicuro ne ho visti più belli di te! –
- Cazzate! Lo dici per ripicca. Nessuna donna saprebbe resistermi! – replica Miroku, stizzito.
- Io sì! – afferma Sango.
- Allora non hai gusto! Qualunque donna, presente in questo locale, cadrebbe ai miei piedi! Sei tu a essere una donna acida e frigida evidentemente! –
- Che cosa? Ma come ti permetti di darmi della frigida? Mai nessun uomo mi ha trovato tale! –
- Vorrei proprio vedere se è vero! Secondo me non sai nemmeno abbordarlo un uomo! Forse solo un povero e disperato vecchio, incapace di intendere e volere, ci cadrebbe! –
- Miroku, vedi di non esagerare! – intervengo io. La discussione sta prendendo una piega che non mi piace.
- Oh tranquillo InuYasha, lascialo parlare. Anzi, spiegami un po’ cos’è che pensi? Che non riuscirei ad abbordare un uomo bello e sexy? Vuoi scommettere? – replica Sango, guardandolo con aria di sfida.
- Questa non ci voleva. – sussurra Kagome, passandosi una mano sul viso.
- Scommettere dici? Ci sto! Vediamo se riesci a conquistare un uomo più bello di me e a portartelo a letto! Ma dubito ci riuscirai! – ribatte Miroku.
- Ho un’idea migliore: vediamo chi dei due riuscirà a conquistare per primo un partner per la serata, da portarsi a letto ovviamente! Il primo che ci riesce è migliore dell’altro! Ci stai? –
-Affare fatto! Ti straccerò Iceberg! – accetta lui.
- Ti batterò io, Cafone! –
Al concludersi del botta e risposta, si allontanano entrambi dal tavolo, lasciando me e Kagome basiti.
- Non è stata una buona idea farli conoscere, mi sa. – dice lei seguendo l’amica con lo sguardo.
- Già, direi proprio di no. – confermo, osservando Miroku provarci con una ragazza vicino al palco dei cantanti che si stanno esibendo.
- E ora noi che facciamo? –
- Ci divertiamo senza di loro, ovvio no? – le sorrido, porgendole la mano per portarla al centro della pista a ballare in mezzo agli altri.
Passiamo la serata a chiacchierare e ballare, finché Sango non si avvicina al nostro tavolo, presentandoci un certo Mark, un ragazzo biondo e dagli occhi verdi, in vacanza a Tokyo con degli amici.
- Quello scemo del tuo amico è scappato? – mi chiede lei, con aria vittoriosa.
- No. Sta ballando con una ragazza. – le indico la pista e lei lo nota quasi subito, sbuffando infastidita.
- Quella è mia cugina Julie. – dice il ragazzo, guardandola.
- Che coincidenza. – bisbiglia Kagome al mio orecchio. Sinceramente trovo la cosa comica e mi trattengo dal ridere con difficoltà. Entrambi i nostri amici hanno rimorchiato due tipi dello stesso gruppo, e cugini per giunta.
- Ehi gente! Lasciate che vi presenti Julie. – si f avanti Miroku, presentandoci la ragazza - Loro sono i miei amici e lui… è? – chiede Miroku, guardando Mark.
- Mio cugino. – ridacchia la ragazza, bionda anche lei.
- Che? E’ tuo cugino? – le domanda Miroku sorpreso, mentre vedo Sango fulminarlo con gli occhi.
- Sì. Siamo venuti in vacanza insieme ad altri amici. – spiega Julie. Adesso è Miroku quello che fulmina Sango con lo sguardo.
- 1-1 palla al centro! – ride Kagome, seguita da me. Non ha vinto o perso nessuno dei due idioti così.
- Per stavolta forse! Andiamo via Mark? La notte è ancora lunga! – afferma Sango, prendendo il ragazzo per un braccio e allontanandosi.
- Che ne dici di seguire il loro esempio, mia splendida Julie? Ho già in mente un bel posticino dove portarti. – le chiede Miroku, andando via all’annuire della ragazza. Io e Kagome rimaniamo nuovamente da soli.
- Secondo me sono fatti l’uno per l’altra! – se la ride lei, tra le lacrime.
- In effetti! – le do ragione, ridendo con lei.
- Peccato mi abbia lasciato a piedi. Eravamo venute con la sua auto. Mi puoi accompagnare tu? –
- Non devi neanche chiederlo. –
Dopo un’altra ora passata a divertirti, usciamo dal locale che è quasi mezzanotte.
- Sai che ho fame? Gli stuzzichini di quel locale erano in miniatura. – si lamenta lei, col viso imbronciato.
- Cosa ti andrebbe da mangiare? –
- Mmmh… non so. – dice, pensandoci su – Anche se una cosa, in effetti, mi andrebbe. –
- Cosa? – le chiedo, pronto a portarla ovunque.
- Un piatto dei tuoi spaghetti col sugo all’italiana che mi hai fatto mangiare a casa tua! – dichiara entusiasta.
- Come comanda Vostra Altezza! – scherzo, prendendola per mano e dirigendoci verso la mia auto.
 

                                                              ******************
 

Far conoscere Sango e Miroku forse non è stata una buona idea. Si sarebbero dati fuoco volentieri se avessero potuto. Eppure ero convinta  si sarebbero trovati bene insieme. Non sono per niente brava in queste cose, accidenti!
Arrivati a casa di InuYasha, vengo assalita da Midoriko, che inizia a fare le feste appena metto piede in casa.
- Midoriko, giù, non far cadere Kagome! – la riprende InuYasha, e lei, ubbidiente, si siede, guardando il padrone.
- E’ così coccolona con tutti? –
- Solo con chi le piace. Miroku, ad esempio, lo detesta. – mi spiega ridendo.
- In quanto femmina, anche Midoriko si sente offesa dal tuo amico. – scherzo, ripensando a quello che è successo al locale.
- Mi spiace per la tua amica. Miroku è un vero idiota. –
- Non preoccuparti, Sango non la manda certo a dire, come hai potuto notare tu stesso. –
- Ho notato sì. L’ha addirittura sfidato. –
- E’ fatta così. Certo, però, che il tuo amico ha strani gusti. Proporre di farlo nel bagno del locale… - mi sarei offesa anch’io.
- Te l’ho detto che è scemo. Ma basta parlare di loro. Abbiamo una cena da preparare. Ti andrebbe di darmi una mano? – chiede con quel sorriso sensuale, che ti farebbe venir voglia di far altro che preparare un sugo.
- Certo che ti aiuto. –
Meglio pensare al cibo che ad altro, forza Kagome!
- Bene, prendi l’aglio da quella ciotola per favore, taglialo a pezzetti e mettilo nel tegame che trovi dentro il forno. – mi spiega.
- Come mai lo tieni dentro il forno? – domando curiosa.
- Lo uso spesso, quasi tutti i giorni, e non ho voglia di rimetterlo sempre a posto, dentro la fila di tegami. Così lo tengo a portata di mano. – spiegazione più che logica.
Mentre il sugo cuoce, InuYasha mi da un bicchiere di vino bianco, che beviamo tranquillamente seduti fuori nel giardino del suo terrazzo. Lo guardo ancora con scetticismo. Un giardino sul terrazzo… mah.
- Senti… riguardo quello che aveva detto Miroku, quando vi siete presentati… - inizia in difficoltà, cercando le parole. Quasi mi strozzo col vino. Vuole davvero parlarne? Oh cielo! Pensavo che non ne avrebbe fatto parola! Ora sì che sono nervosa!
Quando il suo amico ha detto che non vedeva InuYasha così innamorato da tempo, mi è sembrato che il cuore esplodesse dalla felicità. Mi sono chiesta il perché, e l’unica risposta che mi sono data è che anch’io ne sono innamorata. Innamorata persa! Non passa un minuto senza che il suo pensiero occupi ogni anfratto della mia mente. E soprattutto, non sono mai stata così sdolcinatamente poetica! Cavolo, parlo come un libro stampato da quando conosco InuYasha! Ok basta Kagome! Datti una calmata, respira e smettila di farti i viaggi mentali! Stai divagando come tuo solito. Lui aspetta un tuo gesto per proseguire… su.
- Ehm… sì? – riesco solo a dire, troppo nervosa. Ecco, ora va meglio… idiota! Forse sta per dichiararsi e tu dici un semplice “ehm sì”?
- Vedi, le sue parole non erano dette a caso, per farti un complimento o altro. Mi conosce meglio della mia famiglia, siamo amici da anni, quindi sa esattamente cosa penso, anche se io non ne faccio parola. In queste settimane, anche se poche, mi sono molto affezionato a te. Mi piace stare in tua compagnia. Non avrei mai creduto che una cosa del genere potesse accadermi. Con la mia ex non è andata affatto così, quindi ammetto di essermi trovato un po’ spiazzato da questi sentimenti davvero improvvisi… - si interrompe, posando il bicchiere ancora pieno sul tavolo vicino a noi. Lo imito, posando il mio bicchiere, che prima svuoto del tutto per la tensione. Si gira a guardarmi ed io sto per mangiarmi le mani dall’ansia.
- Lo so che ci frequentiamo da poco, ma credo che il tempo non abbia molta importanza quando si sta bene insieme. – si ferma nuovamente, prendendomi per mano. E parla, accidenti! Non tirarla per le lunghe!
- E’ una cosa che ho sentito il primo giorno che ti ho visto in gioielleria. Mi hai colpito subito e… -
- Sono innamorata di te! – gli urlo quasi, ormai sull’orlo di una crisi isterica. Davvero non ce la facevo più ad aspettare che finisse!
Lo vedo osservarmi stupito, a bocca aperta. Oh cazzo! L’ho fatta grossa! L’ho fatta grossa!!! Aiutooo!
Che accidenti mi è passato per la testa? Come ho potuto interromperlo così? Che starà pensando adesso? Che figura!
- Io… cioè, ecco scusami… non volevo essere maleducata interrompendoti. Mi spiace! Porca miseria! Dove sono i colpi di scena presenti nei film che interrompono le scene imbarazzanti? Che ne so, il sugo che si brucia, il telefono che squilla, un aereo che sgancia un missile, i palazzi che crollano o una pallottola vagante, che magari potrebbe prendermi in pieno per la cazzata che ho appena fatto! Un qualcosa insomma ch… - mi zittisco improvvisamente, trovandomi le labbra di InuYasha incollate alle mie. Quando si è avvicinato? Ero così presa a sproloquiare con me stessa che nemmeno l’ho visto.
- Ti amo Kagome. – sussurra sulle mie labbra, quando si allontana. I miei occhi sono spalancati dallo stupore. Non mi ha mandato al diavolo nemmeno stavolta!
- Ti… ti amo anch’io… scusami. –
- Non scusarti, in effetti, stavo tergiversando parecchio. Ma non sapevo come la potessi prendere, per questo ci giravo intorno. Solo che… - si ferma, prendendomi il viso tra le mani.
- Solo che? – ripeto imbarazzata.
- Ogni tanto prendi fiato quando parli. Stavi per esplodere. – scherza, mostrandomi un bellissimo sorrido divertito, ma non di scherno.
- Scusami. E’ che quando sono nervosa, tendo a sparare cavolate. - sorrido a disagio. Ma quanto scema sono da uno a dieci? Venti!
- Beh, anch’io ero abbastanza nervoso. Suppongo sia normale. Direi di rientrare adesso, prima che il colpo di scena lo faccia veramente il sugo alla fine, bruciandosi per davvero. – scherza nuovamente, ma prendendomi in giro stavolta. Me lo merito, mannaggia!
 
- Caspita! Sono già le due e mezza? Il tempo è volato! – osservo, notando l’ora del lettore dvd. Dopo cena ci siamo stesi sul divano a guardare un film e il tempo è volato.
- In buona compagnia il tempo scorre in fretta. – sostiene, alzandosi insieme a me, che metto dentro al lavandino le ciotole sporche del gelato che abbiamo mangiato come dessert.
- E’ stata una bella serata. Un po’ movimentato l’inizio, ma l’epilogo direi che l’ha resa magnifica. – affermo guardandolo felice.
- Vuoi che ti accompagni a casa? – mi chiede, lasciandomi perplessa. Perché la sua frase mi suona come un “vuoi lasciarmi solo”? O sono io a vederla così? Anzi, a desiderare che sia così.
- Ecco, io… -
- Resta qui. – mi chiede, prendendomi per mano e guardandomi dritta negli occhi. I suoi mi stanno scrutando dentro, in cerca di una risposta a una domanda ben chiara, anche se non formulata. Io voglio restare? Decisamente sì!
Non rispondo a parole alla sua domanda, ma con un bacio pieno di passione, ricambiato con altrettanta intensità.
Lo desidero. Desidero fare l’amore con lui più di ogni altra cosa!
 

                                                                 *****************
 

- Resta qui. – mi decido a chiederle finalmente. È da quando ci siamo dichiarati che voglio chiederglielo, però mi sono tenuto a freno, non sapendo come comportarmi. Alla fine mi sono deciso. Al massimo mi dice no. In quel caso aspetterò che sia pronta.
La vedo osservarmi sorpresa, ma non risponde, si limita solo a baciarmi. Ecco la sua risposta!
Questo è il momento che aspettavo, quello in cui io e lei diventiamo “noi”. La sento rispondere al bacio con il mio stesso impeto. Lo desidera anche lei tanto quanto me.
Accarezzandola, la avvicino maggiormente a me, bacino contro bacino, per farle sentire il mio desiderio. Non si scosta, rimane qui, tra le mie braccia, gemendo sommessamente quando la mia mano si sposta su un suo seno, sfiorandolo da sopra la stoffa della maglia. Non indossa uno di quei reggiseni con le coppe, ma uno morbido, che mi lascia sentire anche attraverso gli strati di tessuto l’apprezzamento per le mie carezze. Sento la durezza dei suoi capezzoli eccitati sotto i polpastrelli e già immagino come sarebbe stringerli e leccarli. La voglio, la voglio solo per me!
Le sfilo la magliettina, lasciandola in reggiseno e baciandole il collo, per poi ritornare alle sue labbra, che non riesco a lasciare. Le mani scorrono sulla sua schiena, così come le sue, che s’infilano sotto la mia camicia per toccarmi. La prendo in braccio, portandola nella mia camera e adagiandola sul letto. Le nostre bocche sono ancora unite, non vogliono dividersi nemmeno col rischio di soffocare. Sento le sue gambe incrociarsi ai miei fianchi, spingendomi di più a sé. Gemiamo entrambi per il contatto dei nostri sessi, ancora costretti dagli abiti. Ci fermiamo un istante, guardandoci negli occhi. Loro parlano per noi, si stanno amando, così come i nostri cuori, seguiti dalle nostre bocche, che si uniscono nuovamente.
Infilo una mano sotto la sua schiena per sganciarle il reggiseno, ma lei ne approfitta per sollevarsi e ribaltare le posizioni. Steso sotto di lei, inizia a sbottonarmi la camicia. Lascia leggeri baci sul mio petto, man mano che lo scopre aprendo i bottoni. In breve tempo siamo nudi entrambi. Bacio ogni centimetro del suo corpo, godendo del suono dei suoi gemiti sommessi. La vedo osservarmi con occhi languidi quando mi avvicino anche alla sua femminilità, e ora sì che i suoi ansimi riempiono la stanza.
- InuYasha… - mi chiama, in un sospiro provocante e pieno di attesa, così ritorno ad appropriarmi della sua bocca. Voglio farla mia e prego di poterlo fare interamente, senza barriere.
- Prendi qualcosa o uso il preservativo? - chiedo, sperando nella prima opzione.
- Prendo la pillola. - risponde, facendomi quasi esultare, così senza aspettare oltre, scivolo in lei, beandomi della sensazione del suo calore attorno a me.
Ci amiamo a lungo, alternando coccole e momenti di dolcezza a quelli più passionali. Restare abbracciati anche dopo, però, è la sensazione più bella di tutte, perché è una cosa che non ho mai fatto con una donna. Kikyo era solita girarsi dal lato opposto ogni volta che finivamo di fare l’amore, perché odiava dormire scomoda. Davvero romantico. La cosa mi disturbava molto, così avevo rinunciato a toccarla già da molto prima del divorzio. Kagome invece, è totalmente avvinghiata al mio corpo, quasi temesse una mia fuga da questo letto, ma io non ho la minima intenzione di scappare adesso che l’ho trovata.
Non mi sembra neanche vero di averla qui tra le braccia. Come ha potuto, quel Koga, lasciarla per un’altra? Come ha potuto fare a meno di tutto questo? I suoi baci, le sue mani, i suoi sospiri, le sue labbra… come? Io ho appena compreso che ne morirei senza. Se lui è stato tanto idiota da perdersela, io non lo sarò altrettanto.
La osservo dormire beata, con la testa sul mio petto. Un lieve sorriso le contorna le labbra, rendendola ancora più bella di come l’ho vista stanotte, e capisco di non essere mai stato così felice come in questo momento. In un mese e mezzo, questa ragazza, mi è entrata dentro al cuore con la forza devastante di uno tsunami. Sarebbe magnifico se queste sensazioni durassero per sempre. Se il nostro amore durasse per sempre.
 
 
 


 
 



 
*L’okonomiyaki, chi non la conosce? ^_^ La cara Ukyo ne cucinava a quantità industriali a Ranma ^_^ così come erano sempre presenti in Kiss me Licia, comunque, è una specie di frittata a forma di pancake, al cui interno si può aggiungere di tutto e condire anche con tutto, infatti il termine significa okonomi= ciò che vuoi e yaki= alla griglia.
Lo avrete visto in qualunque anime o manga e viene cucinato direttamente al bancone del ristorante, munito di una apposita piastra chiamata teppan.
 
*La Buyer non esiste ^^, esiste invece la BAYER, un’azienda farmaceutica tedesca tra le più potenti al mondo.
 
*La Takeda Pharmaceutical Company Limited è la più grande azienda farmaceutica giapponese. 

 
 
“E’ un uccello? E’ un aereo? No è Superman!!!”  ah... ehm... no… è un aggiornamento, finalmente XD
Salve gente ^_^ Non ero morta, solo troppo stressata per scrivere, periodo non ancora passato T^T scusatemi. Non so dirvi quando sarà il prossimo aggiornamento, ma spero presto. Al momento, così per non perdere la mano, sto modificando le vecchie storie (che sono davvero penose in quanto errori T^T ma come le avete lette? Mi vergogno di me stessa  *striscia sotto terra per seppellirsi a causa delle boiate scritte*) , così da pubblicarle come storie normali nella sezione originali.
La fantasia e le idee non mi mancano, ma la concentrazione per scrivere sì -.- e non è per niente bello voler scrivere e non riuscirci. 
Ammetto di aver valutato l'idea di smettere di scrive. E' molto frustrante non riuscire a mettere due parole in croce, io, che scrivevo 10 pagine al giorno ed oggi è già un miracolo farne mezza in una settimana, T^T la cosa è avvilente T^T ma la testa proprio non mi accompagna. Forse lo stress, forse la salute che vacilla, forse il tempo, il sole, la pioggia, la neve XD insomma tutto mi deconcentra XD e per come la penso io, un capitolo che non mi soddisfa non lo pubblico, perchè se non piace a me come può piacere a voi? 
A parte gli errori (da spararsi), sono sempre stata soddisfatta di un mio capitolo pubblicato, perchè sapevo di averci messo tre cose basilari per me: mano, testa e cuore. Ma oggi vi dico che ho solo le mani da metterci e questo non mi piace. Questo capitolo l'ho partorito approfittando dei giorni "buoni" di testa e cuore, che spero continuino a rimanere. Sto scrivendo anche altre tre storie contemporaneamente (due nuove e il prossimo cap di Cuore in Guerra) e spero vada tutto bene per proseguire -.- in caso contrario sarò ritornata ad abissarmi nel mare del tormento della mia autocommiserazione -.-  SAPEVATELO!!! XD
Spero che questo capitolino vi sia comunque piaciuto ^_^ 
Baci Faby <3 <3 <3

P.S: un grazie enorme a chi mi sprona comunque a non mollare malgrado le mie continue lagne ^_^  quindi GRAZIE alle mie amiche più strette del Vanilla's World di Facebook, dove ho trovato davvero una famiglia, delle sorelle virtuali uniche e che mi sono sempre vicine <3 grazie di sopportare questa rompipalle XD vi voglio bene ragazze *^*  :* 
 
   
 
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