Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: marthiachan    03/01/2009    8 recensioni
Kaori salva la vita a un ragazzo e poi decide di stargli accanto in ospedale. Questo però le riporta alla mente dolorosi ricordi. Ryo preoccupato per lei, non può evitare di starle accanto. La vicinanza porterà i suoi frutti?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Kaori camminava per strada tenendo due sacchetti per braccio. Aveva appena fatto la spesa e come al solito, pensava a quello sfaticato che non aveva voluto accompagnarla, costringendola a portare da sola quelle pesanti buste. Tra l'altro aveva fatto tardi perchè aveva dovuto girare ben tre negozi diversi per trovare la birra preferita di Ryo. Faceva certe scenate se gli comprava quella sbagliata!
Mentre era assorta in questi pensieri alzò lo sguardo e vide una scena terribile. Un ragazzo veniva pestato in un vicolo da due delinquenti, probabilmente per derubarlo.
“Lasciatelo!” gridò senza pensarci. “Maledetti, lasciatelo!” urlò correndo nel vicolo.
I due malviventi erano riusciti a prendere il portafoglio dell'uomo e scapparono senza voltarsi.  Kaori era arrivata di corsa dove stava quel poveretto e lo trovò in pessime condizioni. Era svenuto e il suo viso era tumefatto e sporco di sangue.
“Sta bene?” chiese preoccupata. “Si svegli, la prego!”
In pochi secondi decise cosa fare. Abbandonò le buste della spesa in quel vicolo e tirò su l'uomo sorreggendolo con le braccia. In fondo poteva farcela, era meno pesante di Ryo, e lo portò al più vicino ospedale.
Un'ora dopo si trovava nella sala d'aspetto del pronto soccorso con aria preoccupata. Quel poveretto era stato aggredito in pieno giorno, possibile che nessun altro lo avesse visto per aiutarlo? Il volto dell'uomo era in pessime condizioni, dovevano averlo picchiato a lungo. Come era possibile che nessuno avesse assistito alla scena?
“Lei ha accompagnato qui quel ragazzo?” le chiese all'improvviso un medico.
“Sì, come sta?”
“Ha subito un grave trauma e non sappiamo se riprenderà conoscenza.” rispose il medico gravemente. “Lei è una parente?”
“No, io l'ho solo trovato..”
“Allora non sa dirmi il suo nome? Non abbiamo trovato i documenti.”
“Non posso aiutarla, mi spiace. Gli hanno rubato il portafoglio. Quando sono arrivata ho visto i ladri scappare.”
“Allora per il momento gli daremo un nome fittizio..” disse il medico rassegnato.
“Posso vederlo?” domandò Kaori in ansia.
“Normalmente le direi che solo i parenti sono ammessi,” le disse il medico complice. “Ma vista la situazione, posso farla entrare.”
Il medico la guidò in reparto dove, in una piccola stanza, l'uomo che aveva salvato sembrava dormire. Peccato che quel sonno avrebbe potuto non finire mai..
“Allora, che nome ci inventiamo per questo poveretto? Ha qualche idea signorina?” chiese il medico con la cartella del paziente in mano.
“Hideyuki.” rispose lei assorta senza smettere di fissare il paziente.
“Perfetto. Io devo andare. Provi a parlare con lui, potrebbe aiutare.” disse il medico lasciandola sola.
Kaori si sedette accanto al letto e lo guardò in viso. Ora che era stato pulito e disinfettato riusciva a vederlo bene. Era un ragazzo che poteva avere la sua età. Era così giovane e forse non si sarebbe più svegliato. Inoltre la sua famiglia non sapeva nemmeno cosa gli era successo.
In un moto di sconforto, abbassò lo sguardo e vide il suo orologio. Era tardissimo! Ryo la stava aspettando! Forse era preoccupato. Uscì dalla stanza alla ricerca di un telefono pubblico.
“Kaori?” rispose la voce di Ryo al secondo squillo.
“Sì sono io..”
“Ma si può sapere dove sei??” le urlò lui dall'altro capo del telefono. Sembrava in ansia.
“Sto bene..” disse per calmarlo. La sua preoccupazione le dava una strana piacevole sensazione. “Ho accompagnato una persona all'ospedale.”
“Chi? Cosa è successo?” la interrogò lui.
“Un ragazzo è stato aggredito per strada. Ho dovuto aiutarlo..”
“Capisco. Ti raggiungo.”
“Non è necessario..”
“Sarò lì tra cinque minuti.” concluse il suo socio chiudendo la telefonata.
Kaori tornò nella stanza del ragazzo e si sedette accanto a lui. Guardandolo in viso, sentiva un affetto istintivo per quel ragazzo che non aveva mai visto. Le ricordava tanto suo fratello..
“Chissà qual è il tuo nome. Hai una famiglia? Una moglie e dei figli che ti aspettano?” chiese a voce alta sperando che lo aiutasse. “Sei così giovane, magari ancora no. Ma è per questo che ti devi svegliare! Ci sono così tante cose nella vita che devi ancora fare..”
Una decina di minuti dopo vide passare Ryo nel corridoio. Aveva uno strano sguardo. Se non l'avesse conosciuto bene, avrebbe detto che era sconvolto.
“Ryo!” lo chiamò attirando la sua attenzione.
Quando lui entrò nella stanza, lei gli corse incontro e lo abbracciò cominciando a piangere sul suo petto.
“Potrebbe non svegliarsi più..” ripeteva fra i singhiozzi.
“Kaori..” sussurrò lui stringendola più a se.
Si lasciò cullare dalle forti braccia del suo socio e si calmò dopo pochi minuti. Alzò il viso e incontrò lo sguardo di lui. Era dolce e affettuoso e sembrava preoccupato per lei.
“Raccontami come è andata.” la invitò con un sorriso comprensivo.
“Tornavo a casa quando ho visto due tizi che lo picchiavano in un vicolo. Gli ho urlato di lasciarlo stare e quelli sono corsi via con il suo portafoglio. L'ho raggiunto e l'ho trovato senza sensi. Non potevo certo lasciarlo lì..”
“Hai urlato contro i ladri? E se quelli se la fossero presa con te??”
“Avevo la pistola con me.. E comunque ho reagito di istinto, non potevo lasciare che lo uccidessero!” si giustificò lei con gli occhi ancora velati di lacrime.
“D'accordo, per fortuna stai bene..” disse lui continuando a guardarla con affetto. “E speriamo che lui si riprenda..”
“Non sanno come si chiama, i ladri hanno preso anche i documenti, quindi non è possibile avvisare la sua famiglia.” disse Kaori tornando a sedersi accanto al letto. “Resterò con lui sinchè..”
“No!” la interruppe lui. “Non puoi restare qui. So che sei preoccupata per questo ragazzo ma non puoi.. “
“Ma non capisci? Sentire le voci lo aiuta e io sono l'unica che può parlargli.. Vedrai che presto troveranno i suoi familiari.”
“E se non li trovassero?”insistette Ryo. “Se questo ragazzo fosse solo al mondo?”
“Allora avrei un motivo in più per non abbandonarlo.” replicò lei risoluta. “Io da qui non me ne vado. Torna tu a casa, se vuoi.”
I due si fissarono per qualche secondo. Infine Ryo si sedette su una sedia accanto a lei.
“Se resti tu, resto anche io.” decise sorridendole.
Kaori ricambiò il sorriso sollevata. Aveva bisogno di averlo accanto, ma non aveva avuto il coraggio di chiederglielo.

Qualche ora dopo, Ryo tornò nella stanza con un sacchetto. Era andato a comprare qualcosa da mangiare, visto che entrambi non avevano pranzato. Trovò Kaori sempre accanto al letto che teneva la mano al paziente e non faceva che sussurargli o cantargli qualcosa.
Era preoccupato per lei. Quella mattina quando non era tornata a casa, stava impazzendo pensando a cosa poteva esserle successo. Aveva chiamato tutti i loro amici per chiedergli se avevano sue notizie. Stava per uscire di casa a cercarla quando aveva squillato il telefono e lui aveva risposto immediatamente. Anche se Kaori gli aveva detto che stava bene, era dovuto correre a vederla. Se lei non gli fosse corsa incontro piangendo, probabilmente lo avrebbe fatto lui per quanto era preoccupato.
Vederla così in ansia per quel ragazzo che neanche conosceva,  gli aveva fatto provare una fitta allo stomaco. Non sopportava di vederla così.. Aveva deciso di restare con lei, perchè voleva assicurarsi che non trascurasse la sua salute per occuparsi di quel poveretto. Ecco perchè era uscito a comprare da mangiare, voleva accertarsi che non digiunasse.
“Ti ho comprato un panino.” disse entrando nella stanza e sedendosi accanto a lei.
“Grazie, Ryo.” rispose lei senza voltarsi né smettere di tenere la mano a quel poveretto.
Esasperato, lui le prese la mano e la costrinse a prendere il panino.
“Mangia!” le ordinò.
“D'accordo..” acconsentì lei, allontanandosi dal paziente e mordendo il panino.
“Non costringermi a forzarti a mangiare, non mi va di farti da baby sitter!” la sgridò Ryo cercando di farla reagire.
“Non devi preoccuparti per me. Io sto bene. È solo che vorrei aiutare questo ragazzo.”
“Va bene, ma stanotte cerca di riposarti.”
“Stanotte io resto qui.”
“Cosa??” replicò lui adirato. “No! Tu stanotte torni a casa..”
“Ryo, smettila. Ho già deciso e, come ti ho detto, puoi tornare a casa se vuoi, ma io di qui non mi muovo.”
Lei lo guardava in modo deciso. Sapeva bene che non c'era verso di farle cambiare idea quando era così. Doveva rassegnarsi, ma non l'avrebbe lasciata sola.
“D'accordo, ma resterò anche io con te.”
“Ti ho detto che non serve..” obbiettò lei.
“Kaori, io di qui non me ne vado senza di te.” concluse lui ferreo.
Quando arrivò la notte, però, le cose si complicarono. Nella stanza c'era solo una vecchia poltrona e due sedie, quindi non c'erano molte opzioni sul come sistemarsi. Ryo, ovviamente, cedette la poltrona a Kaori, quindi si sistemò come meglio potè sulle due sedie.
Si erano augurati la buonanotte da un po' quando Kaori lo chiamò.
“Che c'è Kaori?”
“Questa poltrona è abbastanza grande per entrambi e tu sei scomodo lì..” disse lei timidamente.
“Ma se io vengo lì, staremo scomodi in due..” obbiettò lui sarcastico.
“Andiamo non fare il difficile.. Non puoi dormire lì!”
Ryo sorrise, aveva voglia di dormirle accanto, ma non aveva avuto il coraggio di proporlo.
“Va bene, se vuoi compagnia..” disse con aria accondiscendente.
“Non ti montare la testa!” urlò lei offesa. “Volevo solo essere gentile! Vuoi dormire nella poltrona sì o no?”
“Certo.. Alzati su..” disse Ryo raggiungendola..
Kaori lo guardava con aria interrogativa, allora lui la prese in braccio di peso e poi si sedette nella poltrona tenendola sempre tra le braccia.
“Ma cosa..” cercò di protestare lei.
“Era l'unico modo.. Ora dormi.” le consigliò lui con un sorriso.
La sua socia appoggiò la testa sulla sua spalla senza protestare e presto prese sonno. Ryo la teneva stretta, felice di poterle stare così vicino, e dopo un po' si addormentò anche lui.
Qualche ora dopo sentì che Kaori si era svegliata e che si alzava dalla poltrona cercando di non svegliarlo. La vide prendere una sedia e sedersi accanto al letto.
“Ehi, sono sempre io, Kaori.”cominciò a parlare con l'uomo sdraiato nel letto.”Posso chiamarti Hideyuki? Per me è più semplice.. Sai, Hideyuki era il mio adorato fratello. È morto anni fa, era molto giovane, come te. Non ha mai avuto la gioia di sposarsi, di avere una sua famiglia.. Tu, però, sei ancora in tempo. Devi svegliarti, i tuoi cari saranno in pensiero per te. Magari hai una fidanzata, oppure ami una ragazza a cui non hai mai rivelato i tuoi sentimenti.. Non puoi lasciare chi ti ama in questa maniera, senza neanche dirgli addio! Io non ho potuto salutare per l'ultima volta mio fratello, ed è una cosa che mi fa soffrire molto. Avrei voluto dirgli che gli volevo bene.. Bisogna sempre dire a chi amiamo quanto teniamo a loro, perchè può succedere qualsiasi cosa.. Io, invece, quel giorno non lo avevo detto a mio fratello e ancora me ne pento.”
Kaori aveva parlato con le lacrime agli occhi per tutto il tempo, ma ora i singhiozzi l'avevano interotta. Piangendo, si appoggiò al letto e si abbandonò alle lacrime.
Ryo si alzò e la raggiunse, prendendola fra le braccia. Lei docile, si accoccolò fra le sue braccia, mentre continuava a piangere copiosamente. Ora gli era chiaro perchè ci tenesse tanto a stare vicino a quel poveretto. Quando suo fratello era morto, lei non aveva potuto aiutarlo in nessun modo, e ora cercava di espiare chissà quale colpa aiutando quel ragazzo.
“Kaori, non piangere..” disse cercando di calmarla.
Lei non rispose, mentre i singhiozzi lentamente diminuivano e cominciava a respirare con maggiore regolarità.
“Non devi sentirti in colpa per la morte di tuo fratello..” continuò Ryo accarezzandole i capelli. “Se c'è qualcuno che deve sentirsi in colpa sono io.. Tu non hai nessuna responsabilità per quello che è successo a Hideyuki. Come non ne hai per quello che è successo a questo ragazzo.”
“Ryo..” rispose Kaori una volta calma. “Questo ragazzo è come mio fratello, non ha nessuno.. Devo trovare il modo di aiutarlo.”
“Ci sono cose che non si possono cambiare. Se questo ragazzo è destinato a morire non possiamo fare nulla per lui, ma gli staremo vicino per tutto il tempo che sarà necessario.” concluse Ryo per tranquillizzarla.
“Una cosa posso farla, “ replicò lei con sguardo assente. “Continuerò a parlargli, il medico ha detto che può essergli utile.”
“Ma non ora, hai bisogno di riposare.” disse lui prendendola in braccio e riportandola sulla poltrona.
“Ma io..”
“Stanotte gli hai parlato abbastanza, ora dormi.” la invitò lui stringendola a se.
“Ryo, io..”iniziò a dire lei con uno strano sguardo.
“Ssshh” la zittì lui. “Ne parleremo domani. Ora devi solo riposare.”
La cullò fra le sue braccia sino a che lei non riprese sonno. Guardò quel ragazzo che accanto a loro dormiva in un sonno vicino alla morte. Non assomigliava a Hideyuki, ma per Kaori era come lui. La profonda sensibilità della sua socia doveva avere visto in lui qualcosa che le ricordava il suo amato fratello. Pensando a questo, anche lui si addormentò.

Svegliandosi la mattina successiva, Kaori si sentiva meglio. Il calore delle braccia di Ryo la faceva sentire a casa, tanto che per un minuto dimenticò di trovarsi all'ospedale. Ryo dormiva ancora e la teneva stretta. Lei riusciva a sentire il battito regolare del suo cuore che le dava un profondo senso di pace.
“Hai intenzione di restare a guardarmi ancora a lungo?” le chiese improvvisamente lui.
Kaori sussultò. Lui aveva gli occhi chiusi e sembrava addormentato, come aveva fatto a sapere che lei lo guardava?
“Ecco, io..” cercò di giustificarsi lei.
“Non fa nulla..” la tranquillizzò lui sorridendole. “Anche io ti ho guardato dormire stanotte..”
“Davvero? E perchè?” chiese lei imbarazzata.
“Non lo so.. Guardarti mi faceva sentire.. Non saprei come definirlo. In pace, credo.”
Allora anche lui aveva provato le stesse sensazioni?
“E tu perchè mi guardavi?” continuò lui.
“Per lo stesso motivo, credo.” rispose quasi senza pensarci cercando di alzarsi dalla poltrona.
“Aspetta!” la bloccò lui tenendola per un braccio. “Non alzarti.”
“Perchè?”
Invece di rispondergli, lui la strinse di più a sè e le baciò la fronte. Kaori sentì il suo cuore  che sembrava voler esplodere fuori dal petto. Non ebbe il coraggio di dire nulla e rimase a guardarlo con gli occhi spalancati. Perchè lui la stava baciando?
“Kaori, io..” iniziò a dire lui con uno strano sguardo. “Io.. Io volevo dirti che ieri mi sono molto preoccupato per te.”
Kaori lo guardò in maniera interrogativa. Si era davvero preoccupato per lei?
“Ti prego, non farmi più spaventare così..” la implorò Ryo.
“Va bene..” riuscì finalmente a dire lei. “Ma perchè mi hai..”
Come risposta, lui strinse nuovamente a sè e questa volta la baciò sulle labbra. Kaori si lasciò andare a quel bacio dolce e appassionato che sembrava essere la risposta a tutti i suoi sogni.
“Ryo..” riuscì solo a sussurrare alla fine con voce roca.
“Kaori se ti fosse successo qualcosa, sarei impazzito..” le disse lui con dolcezza.
Lei non sapeva cosa dire, confusa dalle parole del suo socio e dal suo bacio, che le faceva ancora battere il cuore all'impazzata. Perchè le diceva queste cose proprio ora? Il giorno prima non le aveva detto nulla..
“Ma.. Ma..” riuscì solo a balbettare.
“So di essermi comportato male con te in tutti questi anni..” continuò lui. “Ma il fatto è che non sapevo come gestire il fatto di essermi innamorato di te.”
Kaori non riusciva a capire come mai lui all'improvviso le dicesse certe cose. Dopo tutti quegli anni.. Lui l'amava davvero?
“Avrei dovuto dirtelo tanto tempo fa. Mi rendo conto di essermi comportato da vigliacco.” continuò Ryo.
Era pietrificata. Non sapeva cosa dire o fare. Rimase a guardarlo scioccata da quelle rivelazioni.
“Kaori, ti prego, dì qualcosa.” la implorò
“Io.. Io non immaginavo..” cominciò confusa. “Io credevo che tu non mi avresti mai amato.”
“Lo so, sono stato un idiota..” ammise lui con sconforto.
“Ho aspettato tanto che tu mi dicessi che provavi qualcosa per me, che ora ho paura di essermelo sognato..” disse di getto Kaori.
“No, non l'hai sognato.” la rassicurò lui avvicinandosi nuovamente a lei e baciandola con passione crescente.
“Ryo, aspetta..” lo frenò. “Siamo in un ospedale. Accanto a noi c'è un ragazzo che forse non si sveglierà più. Non mi sembra né il luogo né il momento adatto.”
“Hai ragione.”concordò lui facendo un sospiro.
Kaori si alzò tutta arrossata e dopo avere augurato il buon giorno al ragazzo in coma, andò in bagno a riprendersi. Si sciacquò più volte il viso con dell'acqua gelida per calmarsi e riprendersi.
Ancora le sembrava un sogno..
Tornando in camera le sembrò di sentire la voce di Ryo, con chi parlava?
“Sai, lei è molto importante per me. Chissà se puoi capirmi, ma dovresti, sei pur sempre un uomo.. Beh, dovresti vederla. È raggiante. Illumina una stanza con la sua sola presenza. Il suo sorriso riesce a darti la forza di fare qualsiasi cosa. Se la vedessi probabilmente cercheresti di portarmela via..”
Kaori era rimasta dietro la porta ad ascoltare. Di chi parlava? Forse di lei? Pensava davvero quelle cose? Sbirciando, vide che Ryo era seduto accanto al letto e si rivolgeva al paziente.
“Sono certo che te ne innamoreresti anche tu.. Ha un carattere un po' difficile. Bisogna avere pazienza con lei ma, se la sai prendere nel modo giusto, è dolcissima. Ancora non riesco a capire come sia possibile che nessuno me l'abbia già portata via. In questi anni io mi sono comportato molto male con lei, e avrei meritato che mi lasciasse solo e, invece, lei è sempre rimasta al mio fianco.”
Stava proprio parlando di lei allora.. Pensava davvero tutto quello che stava dicendo?
“Sai, dovresti svegliarti solo per poter ammirare il suo sorriso o il suo sguardo coraggioso. Probabilmente è grazie a lei se non sei morto in quel vicolo. È completamente pazza! Ha scacciato i rapinatori da sola! Quale altra donna avrebbe avuto il coraggio di farlo? Lei non ci ha neanche pensato, è andata d'istinto. In questi anni mi sono convinto che è la donna perfetta per me. Delle volte è un po' maldestra o goffa, ma fa tutto parte del suo fascino.. “
Kaori non resistette più ed entrò nella stanza. Si avvicinò a Ryo e gli mise una mano sulla spalla.
Lui si voltò e le sorrise. Si chinò su di lui e lo baciò sulle labbra. Con quell'unico bacio voleva ringraziarlo per le belle cose che aveva detto e dichiarargli il suo eterno amore. Lui si alzò e la prese in braccio per poterla baciare con maggiore ardore.
“Kaori..” continuava a ripetere come una preghiera mentre le baciava il viso, il collo, i capelli.
Lei lo fermò mettendogli una mano sulle labbra mentre gli sorrideva. Lo desiderava da star male, ma dovevano aspettare. A tempo debito, avrebbero potuto stare insieme.Lui sembrò capire cosa intendeva e la mise giù con un sorriso.
Kaori si appoggiò al muro a riprendere fiato mentre Ryo guardava fuori dalla finestra, probabilmente con la stessa motivazione. Qualche minuto dopo, lui uscì dalla stanza dicendo che andava a prendere il caffè. Lei si sedette accanto al letto e prese la mano del paziente.
“E così, Ryo ti ha parlato di me..” iniziò con un sorriso che non riusciva a reprimere. “Non so se tutto quello che ti ha detto sia vero. Magari ha esagerato un po'.. Comunque di lui non ti avevo ancora parlato. Ryo, ormai, è tutta la mia famiglia. Era il migliore amico di mio fratello e ora è il mio socio. Inoltre, sono innamorata di lui. Sino a poco fa, lui non mi aveva mai detto di ricambiare i miei sentimenti. Qualche volta lo avevo sospettato, ma non ne ero certa. Sai, lui è molto orgoglioso. Non ammetterebbe mai una debolezza o di avere bisogno di qualcuno.. Ma è un uomo buono ed è per questo che, nonostante tutti i suoi difetti, lo amo. Non hai idea di cosa mi faccia passare! Corre dietro a ogni donna che respira.. Mi aveva fatto credere che io non ero il suo tipo. Mi diceva chiaramente che per lui non ero nemmeno una donna, e invece.. “ si interruppe quando vide Ryo nel corridoio che si dirigeva nella stanza con due tazze da caffè.
Le porse una delle tazze con un sorriso affettuoso. Cominciarono a bere in silenzio. Kaori si sentiva un po' imbarazzata per quello che era successo poco prima e non sapeva cosa dire.
Il medico entrò in quel momento nella stanza per la visita quotidiana e chiese a entrambi di attendere nel corridoio. Forse avrebbero avuto notizie sulla salute di quel povero ragazzo.. Mentre aspettavano, Ryo la prese per mano come per confortarla e lei si sentì più tranquilla.
Quando il medico uscì dalla stanza gli corse incontro.
“Come sta?”
“Stabile per ora. Il fatto che non si sia ancora svegliato non è un buon segno, ma può ancora farcela. Continuate a parlargli.”
“E la sua famiglia?” chiese lei con apprensione. “Qualcuno lo ha cercato?”
“Ancora no, purtroppo.” rispose tristemente il medico congedandosi.
Rientrarono nella stanza dove un infermiera gli stava cambiando la flebo. Se n'era appena andata, quando Kaori vide un movimento. Si avvicinò al letto per controllare meglio e vide che il paziente muoveva un dito e subito dopo apriva gli occhi.
“Infermiera! Infermiera! Si è svegliato!” urlò verso la porta. Pochi secondi dopo l'infermiera rientrò a controllare le condizioni del paziente e poi riuscì a richiamare il medico. Ritornò insieme a lui un paio di minuti dopo e si misero a controllare il paziente, mentre Kaori osservava con ansia la scena.
“Bene!” esclamò il medico poco dopo. “E' sveglio e lucido. Appena potrà parlare ci faremo dire come si chiama.”
“Posso salutarlo?” domandò Kaori.
“Certo! Vorrà conoscere la sua salvatrice!” disse il medico uscendo nuovamente dalla stanza.
Si avvicinarono al letto lentamente. Lui apriva lentamente le palpebre solo per qualche secondo e poi le richiudeva.
“Ciao. Io sono Kaori e lui è Ryo. Siamo stati con te per tutto il tempo da quando ti hanno ricoverato..”
Il paziente sembrava voler dire qualcosa ma non aveva fiato sufficiente. Kaori avvicinò l'orecchio a lui per cercare di capire cosa dicesse.
“Hiro? È il tuo nome?” chiese subito dopo.
L'uomo annuì. Kaori si avvicinò ancora per capire cos'altro dicesse.
“Nakayama? È il tuo cognome?”
L'uomo annuì di nuovo. Ryo le lanciò uno sguardo e si allontonò poco dopo. Kaori sapeva che  andava a informare le infermiere che avevano saputo il nome del paziente.
“Hiro Nakayama.” ripetè Kaorì. “Ora che sappiamo il tuo nome la tua famiglia verrà immediatamente avvisata.”
L'uomo la guardava perplesso come se non capisse perchè lei dicesse quelle cose.
“Ti hanno rapinato e non avevi i documenti. Ti ho trovato in un vicolo e ti ho portato qui..”
L'uomo si sforzò di sorriderle come se cercasse di ringraziarla. Ryo rientrò in quel momento.
“Hanno chiamato la polizia e rintracceranno i tuoi parenti.” disse rivolto a Hiro. “Sei stato molto fortunato. Poteva andarti molto peggio.”
Hiro sorrise di nuovo e poi si addormentò, esausto per quelle poche parole che aveva sussurrato.
Kaori raggiunse Ryo che si era seduto nella poltrona. Lui la abbracciò e lei si sedette sulle sue gambe.
“Direi che l'hai salvato..” le sussurrò lui all'orecchio. “Sei contenta? È tutto merito tuo.”
“Non credo che sia merito mio, ma sì, sono contenta.”
“Certo che è merito tuo! L'hai portato qui dopo averlo salvato da quei delinquenti, e poi non l'hai lasciato solo un secondo, continuando a parlargli.. Nessun altro avrebbe fatto quello che hai fatto tu.”
Ryo aveva ragione, lei lo aveva aiutato, ma era stato solo un caso. Non aveva meriti, si era solo trovata lì. E per il resto, gli era stato accanto solo per uno strano senso di colpa che l'aveva invasa e le aveva fatto pensare a Hideyuki.
Appoggiò la testa sulla spalla del suo socio e si lasciò cullare dalle sue braccia. Rimasero in quella posizione per circa un'ora, mentre il paziente dormiva. A distrarli fu l'ingresso nella stanza di una ragazza. Era piuttosto giovane e con dei lunghi capelli scuri. Corse verso il letto e vi si sedette accanto prendendo la mano di Hiro fra le sue.
“Hiro!” chiamava piangendo. “Hiro! Ti prego svegliati!”
L'uomo aprì leggermente gli occhi a quel richiamo e sorrise vedendo il viso della ragazza.
“Hiro sono io! Sayoko! Mi riconosci, vero?” chiese con preoccupazione la ragazza.
A quella vista Kaori si alzò e le andò incontro.
“Sei una sua parente?”
“Non esattamente, siamo amici e dividiamo lo stesso appartamento.” disse la ragazza continuando a fissare Hiro con affetto.
“Non ti eri accorta che non era tornato a casa stanotte?”
“A volte dorme in ufficio.. “ si giustificò la ragazza con gli occhi velati di lacrime.
“E la sua famiglia?”
“Vivono fuori città.. Li vede solo per le feste.” rispose la ragazza alzando finalmente lo sguardo su di loro.
“Ma, scusatemi, voi dovete essere le persone che lo hanno salvato..” continuò con un sorriso. “Non so come ringraziarvi. Io sono Sayoko.”
“Devi ringraziare solo Kaori, io non ho fatto nulla..” disse Ryo circondando la sua socia con un braccio.
“Anche tu gli sei stato accanto.” gli ricordò lei.”Scusaci, io sono Kaori e lui è il mio socio Ryo.”
“E' un piacere conoscere delle persone come voi, chissà cosa sarebbe successo se non avesse avuto la fortuna di trovarvi.. Sarebbe rimasto da solo e forse sarebbe morto!” concluse la ragazza cominciando a piangere mentre continuava a stringere la mano di Hiro fra le sue.
Kaori la guardò per qualche secondo e si sentì triste per lei, perchè aveva capito che Sayoko amava Hiro. Provò a immaginarsi al suo posto se fosse successo qualcosa a Ryo e si sentì mancare solo all'idea.
“Vi lasciamo soli, Sayoko.” disse Ryo come se anche lui avesse capito che quei due erano più che amici. “Torneremo stasera a vedere come sta Hiro.”
“Grazie ancora!” insistette la ragazza con un sorriso mentre una lacrima solitaria le rigava il viso.
Ryo e Kaori uscirono dalla stanza per tornarsene a casa tenendosi per mano. Appena seduta in auto, Kaori si sentì improvvisamente stanchissima. L'ansia accumulata nelle ultime 24 ore stava facendosi sentire. Poggiò la testa sul sedile dell'auto e chiuse gli occhi emettendo un sospiro.
“Stai bene?” le chiese premurosamente Ryo.
“Sì, sono solo molto stanca..” rispose lei senza riaprire gli occhi.
Un minuto dopo si era addormentata cullata dalla vibrazione dell'auto.

Arrivati a casa, Ryo voleva svegliare Kaori ma, quando vide il suo viso sereno, cambiò idea.
La prese in braccio e la portò in casa e delicatamente la sdraiò sul suo letto. Era così bella..
Ancora non riusciva a credere che quella mattina era finalmente riuscito a dirle quello che provava. La preoccupazione che aveva provato il giorno prima, unita al fatto di aver dormito insieme a lei, stretti su quella poltrona, lo aveva fatto esplodere. Non era più riuscito a trattenersi. Comunque ne era felice. Avrebbe dovuto farlo anni prima.
Preso dall'euforia del momento, si era persino messo a parlare con il povero Hiro appena lei era uscita dalla stanza. Sentiva il bisogno di parlare con qualcuno di quanto amava Kaori. A quanto pare  lei lo aveva sentito perchè poi l'aveva raggiunto e baciato con amore. Non gli importava, anzi forse era meglio che lei sapesse quanto era pazzo di lei. Non ci sarebbero stati più equivoci.
Mentre ripensava agli avvenimenti di quella mattina, aveva continuato a guardarla dormire. Le diede un casto bacio sulla fronte e poi uscì dalla stanza. La sua piccola Kaori aveva bisogno di riposare, ma quando si sarebbe ripresa allora l'avrebbe fatta sua e non gli sarebbe più sfuggita.. Emerse la sua solita faccia da maniaco, mentre faceva questi pensieri lascivi. Si riprese subito dopo, doveva controllarsi, Kaori non era una qualsiasi. Gli conveniva non fare lo stupido o lo avrebbe preso a martellate!
Due ore dopo, Ryo entrò nella camera di Kaori. Si era fatto una doccia e sbarbato e portava un vassoio. Sopra vi aveva messo uova e bacon, insalata e succo d'arancia. Poggiò il tutto sul comodino, si sedette accanto a lei e le accarezzò i capelli dolcemente.
“Kaori-chan..” la chiamò affettuosamente. “Kaori-chan, svegliati!”
“Mmmmhhh..” mugugnò lei continuando a dormire.
Ryo allora decise di passare alla fase due e cominciò a baciarle il viso e il collo.
“Mmmmhhhhh.. Ryo!” esclamò infine seccata. “Ma che fai?”
“Non volevi svegliarti..” rispose lui con tono malizioso.”Ho dovuto sacrificarmi e baciarti..”
“Sacrificarti?” domandò lei con una punta di rabbia.
“Eh sì, non lo chiami un sacrificio?!?”
Un martello da 100t lo colpì in pieno facendolo finire con la testa nel muro.
“Che idiota che sei! Credi che baciarmi sia un sacrificio??” gli urlò contro lei furiosa. “Baciare te allora che cos'è?”
Ryo a fatica uscì dal muro con la faccia piena di bozzi e cerotti.
“Dai, Kaori-chan, scherzavo!” disse inchinandosi di fronte a lei. “Perdonami!” la implorò.
“E perchè dovrei?” lo rimproverò lei. “Non cambi mai..”
In un attimo lui le fu accanto serio e la abbracciò.
“Sai bene che adoro baciarti..” le ricordò con voce roca. “Pensavo di avertelo dimostrato stamattina..”
La ragazza abbassò lo sguardo arrossendo. Ryo approfittò di questo momento di debolezza e, prendendole il viso fra le mani, la baciò con passione. Sentiva il cuore di lei battere veloce come il suo e la adagiò con delicatezza sul letto continuando a baciarla.
“Ryo, aspetta..” lo fermò lei con un sospiro.
“Che c'è?” chiese lui preoccupato. “Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No, è che.. Guardami sono un disastro. Lasciami almeno rimettere in ordine prima.”
Lui la guardò. Era bellissima come sempre, ma probabilmente non si sentiva a suo agio.
“D'accordo, ma prima mangia.” disse indicandole il vassoio sul comodino.
“Ma non dovevi..” obbiettò lei sorpresa.
“Ti voglio in forze, tesoro..” spiegò lui malizioso.
“Sei sempre il solito!” lo sgrido lei colpendolo con un martellino da 1t.
Ryo si massaggiò il bozzo sulla testa provocato dalla martellata, ma sorrise pensando che non doveva essere poi così arrabbiata se aveva usato un martello così piccolo.
Kaori aveva iniziato a mangiare quello che lui aveva preparato con appetito. Si sedette accanto a lei a osservarla. Era felice che apprezzasse il suo impegno.
“Che fame avevo..” confessò lei con un sospiro una volta terminato.
“Era buono?” chiese lui con apprensione.
“Beh.. Diciamo che, con la fame che avevo, avrei mangiato qualsiasi cosa..” rispose lei con aria di sufficienza.
“Cosa??” domandò lui fingendosi offeso. “Ma come sei bugiarda! Non vuoi ammettere che per una volta sono stato bravo?”
“Passabile..”
Ryo rimase scioccato, non si aspettava che Kaori sarebbe stata così dura con lui, ma forse se lo meritava, in fondo lui l'aveva sempre criticata per come cucinava.
“Ehi! Non fare quella faccia, scherzavo!” lo rincuorò lei poco dopo vedendolo perplesso.
“Non dovresti offendere il mio tenero cuoricino di cuoco provetto..” rispose lui fingendo una  faccia triste.
Kaori si mise a ridere di cuore vedendo come si comportava.
“Non ridere..” continuò lui fingendosi offeso.
“Ma dai! Sei così buffo..”
Ryo iniziò a ridere contagiato dalla splendida risata della sua socia. Era così bello vederla allegra dopo che l'aveva vista piangere la notte prima.
“Va bene, ho capito che come cuoco non ho futuro..” concluse rassegnato trattenendo le risate.
“Non sei così male, ti manca la pratica..” lo consolò lei. “Quindi da oggi cucinerai sempre tu. Colazione, pranzo e cena. Ok?”
“A me sembra una scusa per sfruttarmi..” replicò lui sospettoso.
“Forse..” ammise lei enigmatica alzandosi dal letto.
“Aspetta!” la trattenne lui prendendola dolcemente per un braccio. “Dove vuoi andare?”
“A farmi una doccia e a darmi una sistemata. Sono un tale disastro..”
“E non mi ringrazi neanche per averti portato il pranzo a letto?”
“Che ringraziamento vorresti?”
Come risposta lui la attirò a se e la baciò con trasporto. La sdraiò su di se in modo da aderire perfettamente al suo corpo. Infilò una mano sotto la sua maglietta e le accarezzò la schiena liscia salendo sino al gancetto del reggiseno.
“Ehi!” lo bloccò lei all'improvviso. “Ma che fai?”
“Ehmm.. Non l'avevi capito?” disse lui cercando di avere una faccia innocente.
“Corri un po' troppo..” lo rimproverò lei alzandosi. “Vado a farmi una doccia.”
“Non puoi lasciarmi così!” si lamentò lui con faccia triste. “Il mio “amico” non vedeva l'ora..”
“Tieni il tuo “amico” a cuccia per ora.”
“E dopo??” chiese speranzoso.
“Dopo dobbiamo tornare in ospedale a vedere come sta Hiro.”
“Ma, allora, quando?” insistette lui sull'orlo delle lacrime.
“Ryo! Datti una calmata, accidenti! Sono anni che mi ignori, puoi aspettare qualche altro giorno..”
“Giorni? Addirittura??” chiese con la faccia di un condannato a morte.
“E non ti lamentare o potrei dire settimane o mesi..” continuò lei con sguardo maligno.
“Va bene, hai vinto tu.. Farò il bravo.” si rassegnò guardandola uscire dalla stanza.
Quando se ne fu andata un largo sorriso si fece strada nel suo volto. Si sentiva così felice che avrebbe potuto toccare il cielo con un dito. Sapeva che non sarebbe stato facile stare con Kaori ma lei non lo aveva respinto del tutto, per ora si sarebbe accontentato. Vale la pena aspettare per lei, pensò mentre si dirigeva nel salotto.

Una settimana dopo, Kaori entrava con un mazzo di fiori in ospedale e si dirigeva alla stanza di Hiro. Avvicinandosi alla porta di ingresso, vide Sayoko seduta accanto a lui che gli sorrideva e gli parlava sottovoce. Anche Hiro sorrideva. Ora che stava meglio riusciva a parlare senza sforzo. Era talmente evidente che quei due si amavano..
“Ehmm” si schiarì la voce per farsi notare. “E' permesso?”
“Certo! Buongiorno Kaori!” la salutò sorridente Sayoko.
“Buongiorno a voi. Come va Hiro?”
“Molto meglio, grazie.” rispose lui con voce ancora debole.
“Ne sono felice.” replicò lei mentre sistemava i fiori sul comodino. “Ti piacciono?”
“Sono bellissimi, grazie. Ma non dovevi, hai già fatto tanto per me..” la ringraziò il ragazzo.
“Non credo di avere fatto poi così tanto.. Credo che la compagnia di Sayoko ti sia più utile.” rispose  Kaori con un sorriso malizioso che fece arrossire Hiro
“Io vado a prendermi un caffè..” si scusò Sayoko uscendo dalla stanza imbarazzata.
Kaori e Hiro rimasero soli nella stanza e lei si sedette accanto a lui, dove prima stava seduta Sayoko.
“Allora, non le hai ancora detto nulla?” lo interrogò.
“In merito a cosa?” chiese lui perplesso.
“In merito al fatto che la ami.” spiegò lei con naturalezza.
“Ma.. Cosa.. Come.. Io non..” balbettò lui imbarazzato.
“Andiamo, non sono cieca. Tu la adori, è evidente. La guardi in un modo..”
“Sì, ma lei..”
“Lei cosa? Non crederai di esserle indifferente?”
“Non credo che lei ricambi i miei sentimenti..” confessò il ragazzo arrossendo.
“Ma perchè gli uomini sono così ciechi!!” esclamò esasperata la sweeper con un sospiro. “Lei è pazza di te! Quando è arrivata in ospedale una settimana fa, era disperata, credeva che saresti morto. Nei suoi occhi si leggeva solo l'amore che provava per te e la paura di perderti.”
“Ne sei sicura?”
“Senti, io non sono una grande esperta di relazioni, ma so riconoscere una donna che ama in silenzio. L'ho fatto anche io per tanti anni.”
Hiro rimase in silenzio pensieroso. Forse cercava di capire se Sayoko gli aveva dato qualche segnale.
“Hiro, ti ricordi qualcosa di quello che ti dicevo quando eri incoscente?” domandò Kaori con tono affettuoso.
“Mi ricordo solo un nome. Hideyuki.”
“Sì, era mio fratello, ti ho parlato di lui. È morto giovane e non ho potuto dirgli addio né quanto lo amassi. Vedi, a volte succedono delle brutte cose che ci fanno perdere chi amiamo, e non abbiamo più la possibilità di dirgli quanto tenevamo a loro. Sayoko avrebbe potuto perderti una settimana fa e non avrebbe mai saputo quanto l'ami. Devi dirglielo, un domani potrebbe essere troppo tardi.”
“Non so se troverò il coraggio..”
“Devi trovarlo!” lo implorò Kaori. “Non lasciarla nell'incertezza, è terribile, io lo so.”
“D'accordo, glielo dirò.” acconsentì deciso l'uomo. “Grazie Kaori. Mi hai salvato la vita e ora mi dai dei preziosi consigli.”
“Voglio solo evitarti di perdere del tempo prezioso..” si giustificò lei con un sorriso dolce.

In quello stesso momento, in un corridoio dell'ospedale, Sayoko aspettava pensierosa che una macchinetta a gettoni finisse di prepararle un surrogato di caffè.
“Ciao Sayoko.” disse una voce maschile alle sue spalle.
“Oh, ciao Ryo.” ricambiò lei riconoscendo lo sweeper.
“Tutto bene?”
“Sì, è solo che.. Sto bene.” rispose la ragazza con poca convinzione
“Non sembrerebbe.” notò lui. “Hiro sta bene?”
“Sì, si sta riprendendo. I medici dicono che tra qualche giorno potrà tornare a casa.”
“Allora quando sarete finalmente soli, potrai dirgli cosa provi per lui..”
Sayoko lo guardò spaventata arrossendo.
“Cosa? Ma io non ..”
“Andiamo, non mentire. Lui non è qui.” la rimproverò Ryo.
Lei abbassò lo sguardo tristemente. Sembrava non avere speranze.
“Non essere triste, lui ti ama.”la consolò lui con un sorriso.
“Ma tu come..”
“Sono un uomo, lo capisco.” spiegò lui con naturalezza.
“Non ha mai detto o fatto nulla per dimostrarlo.”
“Sono sicuro che non è così. Magari non ha detto nulla, ma potrebbe averti dato dei piccoli segni del suo affetto. Qualcosa di semplice, magari mascherato come segno d'amicizia.”
Sayoko non rispose. Aveva colto nel segno.
“E perchè invece non mi ha detto nulla in maniera diretta?”
“Perchè noi uomini siamo un disastro in queste cose..”  disse lui con un sorriso. “L'orgoglio ci frega sempre! O magari lui non era certo che tu ricambiassi.. L'insicurezza è un altro nostro tallone d'achille.”
“Quindi tu credi che lui mi ami davvero?”
”Ne sono certo.” la rassicurò con un sorriso.

Quella sera, Ryo e Kaori tornavano a casa tenendosi per mano. Sorridevano entrambi e si guardavano con dolcezza.
“Spero che quei due si diano una mossa..” disse lei con un sospiro riferendosi a Hiro e Sayoko.
“E già..” concordò lui.
Kaori lo guardò con sufficienza.
“Tu non dovresti dire nulla, sai?” lo rimproverò. “Signor non-posso-dirti-che-ti-amo-per-proteggerti!”
“Lo so, lo so.. Ho combinato un casino.. Ma le mie intenzioni erano buone!”
“Insomma.. Credo fosse solo una scusa per mascherare che eri terrorizzato!”
Ryo non rispose e si mise a ridere. Aveva proprio ragione! La attirò a se e la baciò con dolcezza.
Kaori ricambiò con passione e presto, quello che era iniziato come un casto gesto d'affetto, diventò una tempesta di fuoco che gli bruciava nelle vene.
“Kaori..” sussurrò lui con voce roca. “Non riesco più a resisterti..”
“Neanche io..” concordò lei mentre gli baciava il forte collo.
“Kaori, io aspetto solo che tu mi dia l'ok..”
Lei si scostò da lui il tanto sufficiente per guardarlo in viso e sorrise.
“Allora.. OK!” esclamò lei maliziosamente.
Ryo non se lo fece ripetere due volte. La prese in braccio e corse in camera da letto. In due secondi netti si era spogliato rimanendo solo in boxer.
Baciando la sua compagna cominciò a spogliarla con lentezza mentre lei gli accarezzava la schiena.
“Kaori, ti amo da morire..” disse lui mentre la guardava negli occhi con passione.
“Anche io ti amo.” replicò lei dolcemente.
Si baciarono nuovamente e lui la fece sua per quella che fu solo la prima di una lunga serie di notti infuocate.

FINE
   
 
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