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Autore: DarkVampire    19/02/2005    4 recensioni
Allora che dire???? Questa è una cosa che mi è venuta così. Non so perchè... E' una storia puramente inventata. Commenti please!
Genere: Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non può farmi questo!” La ragazza aveva una pistola puntata in testa e stava urlando contro il suo aggressore. Si trovavano in una stradina di Roma e in una situazione piuttosto spiacevole. “E dimmi, rivelami, perché non dovrei?” L’aggressore parlò con sommo disprezzo; cosa poteva aver fatto la ragazza per meritarsi questo? La risposta arrivò poco dopo: “Tu mi hai rovinato la vita!” “Ma se neanche so chi è Lei!” “Ed è per questo motivo che morirai!” Le passò davanti la sua intera vita: lei da piccola che giocava con i bambini a fare la principessa; sempre lei che provava ad andare in bicicletta senza le rotelle; il suo primo giorno di scuola; l’esame di quinta elementare; il suo primo giorno da donna; il suo primo amore; l’esame di terza media; i cinque anni bellissimi passati al liceo; la prima volta che aveva fatto l’amore; la laurea; la casa che aveva con il suo fidanzato. “Non può farmi questo!” Gli passò davanti tutta la sua infanzia rovinata per colpa di quella donna: lei la principessa, lui l’umile servo; il suo primo giorno di scuola e lei che neanche lo aveva riconosciuto; l’esame di quinta elementare e la sua faccia dopo che quel bambino anonimo le aveva fatto i complimenti; il suo amore che si innamorava di un altro; il suo esame di terza media che nessuno ricorda; i cinque anni del liceo passati a spiarla; l’esame di laurea passato con il massimo dei voti senza che a nessuno importasse; la casa che non condivideva neanche con un amico. “Dici di no? E perché?” “Perché io non la conosco e non ritengo di meritare niente di simile. Non ho fatto mai male a nessuno nella mia vita.” “Ed è qui che sbagli. Tu hai fatto male a me” “Io non l’ho mai vista prima! Non so chi è lei, starà sbagliando persona!” “Caterina, Caterina, non sbaglio mai!” “Come fa a sapere il mio nome? Lei chi è?” La voce della giovane era piuttosto acuta e inclinata. Chi mai poteva essere questo individuo che conosceva il suo nome? “Ti dice niente il nome Roberto Bianchi, classe prima, seconda, terza, quarta e quinta D nelle scuole elementari; prima, seconda e terza H nelle scuole medie e, infine, primo secondo terzo quarto e quinto C al liceo?” “Tu sei quel ragazzo, quello che ha perso i genitori durante il secondo anno di scuola superiore, non è vero?” “Bene almeno mi ricordi per la mia disgrazia!” “Non volevo dire questo” Sul viso di Roberto era apparso un ghigno che non prometteva niente di buono. “Ah no? E cosa volevi dire?” “Non è questo il punto, il punto è: che ti ho fatto?” “Non sei nella situazione più consona per fare domande, ma dato che sei tu ti racconterò tutto, dal principio, alla fine: Ti notai il primo giorno che arrivasti nel mio quartiere: eri bella anche quando avevi 5 anni. Sei scesa dalla macchina dei tuoi genitori proprio davanti alla casa nella quale vivevo. Ricordo che chiesi a mia mamma se lei era in grado di vederti o se eri il mio angelo custode; ben presto mi sarei accorto che a te di me non importava niente. Venni a casa tua appena vi foste sistemati, ti portai dei biscotti, li avevo preparati con le mie mani, erano buonissimi; ne portasti uno alla bocca e facesti una faccia disgustata, buttasti a terra il biscotto e scappasti via. Io ero rifugiato dietro la lunga gonna di mia madre che ricevette le migliori scuse da parte dei tuoi genitori. Dissero che eri una bambina un po’ speciale e chiesero di cosa fossero fatti quei biscotti; erano di cannella e a quanto pareva tu, alla cannella, eri allergica. Non mi scoraggiai, un giorno ti vidi giocare con i bambini nel cortile, ti chiesi se potevo giocare con voi, tu mi dissi che potevo benissimo fare il servitore della principessa, nonché te. Ero davvero contento, sarei stato a contatto con te per tutto il tempo e anche se le tue parole erano sempre dure e altezzose mi dissi che era un gioco, e nei giochi si interpretano dei ruoli. Ero un bambino intelligente per la mia età e non mi trovavo bene con gli altri bambini; essi non si facevano scappare la possibilità di prendermi in giro, di mettermi al cento di un cerchio e di insultarmi. Un giorno in mezzo a quei bambini c’eri anche te. Non dormii per molte notti… In prima elementare non capitammo in classe insieme ma stavi nell’aula davanti alla mia. Ti vedevo tutti i giorni comunque… Andò avanti così per tutte le elementari: io ti spiavo e tu non ti accorgevi di me… In prima media fu un po’ più difficile perché capitammo in due piani diversi. Ricordo che quando seppi che ti eri fidanzata feci a botte con quel bambino e mi sospesero. Tu non seppi mai niente perché la preside, per preservare la fama della scuola, tenne segreto l’accaduto… Venni psicoanalizzato a dodici anni e ti assicuro che non mi fece affatto bene. Al liceo venimmo messi in classe insieme ma dopo che i miei genitori morirono cambiai scuola perché dovetti trasferirmi da mia nonna. Quando ebbi raggiunto la maggiore età ritornai a vivere dove avevo passato l’infanzia, e frequentai la stessa facoltà che frequentasti tu, ma niente… Ti amavo con tutto il mio cuore ma tu? Niente. Niente. NIENTE! Ed eccoci qui, tu con una pistola puntata alla testa io che racconto la storia di un bambino infelice che vuole prendersi la sua vendetta.” ”Ma Roberto, la mia colpa è stata di non notare un ragazzo problematico che non ha mai fatto niente per farsi avanti?” ”MUORI!” Nel vicolo risuonò un colpo di una pistola. Mille uccelli volarono nel tramonto color arancio e nel cuore di Roberto restò solo un gran vuoto. Aveva ucciso la ragione della sua vita adesso rimaneva solo una cosa da fare; un altro colpo risuonò nel vicolo.
  
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